Il contesto territoriale delle tagghjate
Il comprensorio di Monte Belvedere -Sant'Elia-Montedoto nei comuni di San Giorgio Jonico, Roccaforzata e Faggiano
(a cura di: Prof. G.nni Carafa)
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il contesto territoriale delle tagghjate
Il comprensorio di Monte Belvedere -Sant'Elia-Montedoto nei comuni di San Giorgio Jonico, Roccaforzata e Faggiano
Nel farsi condurre dal successivo mezzo giro di Via Corona, l’attraversamento di Via Immacolata (Foto nr. 62) ci conduce nell’altrettanto dimenticata Via Motolese e nel relativo successivo Lago. Un nuovo attraversamento di Via immacolata ed ecco Via Gorizia (è uno slargo) che proseguendo con un angolo incorrotto (Foto nr. 63) immette, con una strettoia, nella solìnga, candida ed incantevole Via Galetta anch’essa cuore celato del paese. Ricchissima di articolazioni volumetriche (scalinate, cantine, ballatoi, ed un tempo, ancora, banchi tufacei di fondamenta risparmiate al taglio di cava). Qui, il bianco a calce nei meriggi estivi è veramente accecante, mentre, più sostenuto si fa il movimento plastico-architettonico delle umili superfici).
Foto nr. 62 - Via Immacolata, balconata
Foto nr. 63 - Via Gorizia, angolo incorrotto
Con un repentino passaggio per una strettoia - retro del castello – ci si immette in Via Cesare Battisti che a sua volta conduce al piazzale del castello D'Ayala Valva (Foto nr. 64) in Largo Osanna-Carro di Tespi-Via P.G. Zingaropoli. E’ sùbito appena il caso di dire che il castello-non castello ivi allogato è in realtà una costruzione dei primi anni del secolo scorso e che ha solamente una tenue parvenza di maniero, meglio, allora definirlo, palazzo gentilizio. In realtà, è stato una delle usuali occasionali abitazioni dell’ultima discendenza della nobiliare famiglia D'Ayala (di origine spagnola) - tanto presente nel territorio tarantino - e, per ultimo, anche parzialmente utilizzato come palmènto (stabilimento vitivinicolo funzionale ai possedimenti terrieri in loco).
Foto nr. 64 - Castello D'Ayala Valva
La costruzione immancabilmente conferisce una nota di originalità al tessuto urbano nonché un inconscio immaginario araldico ingenuamente popolarmente convissuto. Con la sua torre e cinta muraria (?) merlata, il relativo blasone, lo sguscio murario del portone d’ingresso (Foto nn. 65–66-67) centrale e la scalinata a più rampe della recinzione dello slargo antistante (Foto nn. 68), si staglia nel cielo in una mirabile veduta prospettica dal basso della salita di Via Regina Elena- Largo Osanna.
Anche il castello D'Ayala non è aperto al pubblico poiché trattasi di proprietà privata. Come per il palazzo De Siati, al suo interno si dice esserci, tra l’alto, vistosi interventi pittorico-decorativi di volta.
Foto nr. 65 - Castello D'Ayala Valva, portale d'ingresso
Foto nr. 66 - Castello D'Ayala Valva, facciata
Foto nr. 67 - Castello D'Ayala Valva, merlature
Foto nr. 68 - Castello D'Ayala Valva, scalinata esterna
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