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Aloe vera coltivazione

L'Aloe vera, conosciuta fin dai tempi più antichi per le sue proprietà curative è anche molto utilizzata come pianta ornamentale. Ti presentiamo una breve guida per la sua coltivazione.

Aloe, coltivazione
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IN QUESTO ARTICOLO PARLEREMO DI:

CLASSIFICAZIONE BOTANICA E ORIGINE DELLA PIANTA

L'Aloe vera è la specie Aloe barbadensis appartiene alla grande famiglia delle Asphodelaceae e tutte le diverse specie appartenenti a questo genere sono originarie delle zone aride e semiaride dell'Africa, del Madagascar e dell'Arabia. Si tratta di , vale a dire piante che possiedono tessuti in grado di immagazzinare grandi quantità d'acqua.

CARATTERISTICHE DELLA PIANTA

L'Aloe barbadensis ovvero ALOE VERA ha le foglie di colore verde-grigio, screziate, carnose e raggiungono anche i 50 cm di lunghezza. Forma una infiorescenza formata da numerosi fiori gialli. Il fusto è pressochè assente.

Aloe barbadensis

Sono piante sempreverdi di cui alcune sono acauli (prive di fusto) con le foglie disposte a rosetta, altre con il fusto alto, semplice o ramificato.

Fiorisce dalla primavera all'autunno a seconda della specie e delle varietà. I fiori si formano alla sommità di un lungo stelo, che può essere semplice, ramificato o a grappolo e la pianta non muore dopo la fioritura a differenza di quanto avviene con l'agave. I fiori sono riuniti in infiorescenze a ombrella, pendenti, tubolari, di colore tendente al rosso, all'arancio o al giallo.

Sono piante vale a dire che i fiori maschili e femminili della stessa pianta non possono incrociarsi tra loro o con piante della stessa varietà, occorrono piante di diverse varietà per poter ottenere dei semi fertili. Si riproducono pertanto per impollinazione incrociata.

Un varietà è l'Aloe vera var. chinensis (foto sotto) è anche lei molto apprezzata per le sue proprietà curative.

Aloe vera varietà chinensis

Le foglie sono di colore verde-bluastro con marcate spine biancastre. I fiori, raccolti in infiorescenze tipiche della specie, sono di colore arancione e sbocciano in primavera.

DOVE COLTIVARE L'ALOE VERA

Vive bene all'aperto nelle zone a clima temperato-caldo mentre nelle zone più fresche deve essere portata al riparo dal freddo invernale.

La maggior parte delle piante di Aloe vera hanno necessità di essere allevate all'aperto, soprattutto in considerazione del fatto che diventano molto grandi per cui sarebbero sacrificate in un vaso. Le vediamo spesso lungo i litorali nelle zone a clima temperato assieme all', coltivate non solo per la loro resistenza ma anche per le splendide fioriture.

TEMPERATURA DI COLTIVAZIONE

L'Aloe vera è una pianta che ha necessità di clima miti per poter crescere. Non tollera temperature al di sotto di 5-8°C. Se ciò accade possono crearsi marciumi radicali specialmente se questo è accompagnato da eccessive annaffiature. Le temperature ideali di crescita sono intorno ai 20-24°C.

ESPOSIZIONE E LUCE

L'Aloe vera è una pianta che cresce in pieno sole.

L'ALOE VERA E LA SICCITÀ

Sono piante, per la loro stessa natura, in grado di tollerare la siccità mentre non tollerano in alcun modo i ristagni idrici. Infatti nei loro habitat naturali crescono sempre nei pendii ben drenati e mai a fondo valle o nei luoghi dove potrebbero esserci dei ristagni d'acqua.

COME E QUANDO L'ALOE VERA VA ANNAFFIATA

Nel periodo primaverile - estivo va annaffiata con moderazione e avendo cura di non bagnare le foglie in modo da evitare che l'acqua possa depositarsi tra le foglie che potrebbe portare a pericolosi marciumi.

La tecnica è quella di annaffiare abbondantemente e lasciare asciugare il terreno fino alla successiva irrigazione.

Al sopraggiungere dell'autunno - inverno le annaffiature vanno via via diminuite fino alla totale sospensione per tutto l'inverno. Con la primavera si riprendono gradatamente le annaffiature.

Qualora venga allevata per scopi terapeutici è bene non irrigare 8-10 giorni prima della raccolta affinchè i principi attivi siano più concentrati.

TIPO DI TERRENO E RINVASO

L'Aloe vera si ogni anno, in primavera aumentando via via le dimensioni del vaso. Non avendo un apparato radicale particolarmente profondo, è preferibile scegliere un vaso più largo che profondo e con adeguati fori di drenaggio in quanto non ama i ristagni idrici e sistemare sul fondo del vaso della ghiaia o dei pezzi di coccio.

Sono piante che non sono particolarmente esigenti in fatto di terreni ma prediligono terreni prevalentemente sabbiosi che favoriscono lo sgrondo rapido delle acqua in eccesso e leggermente acidi.

CONCIMAZIONE

Si concima una volta al mese a partire dalla primavera e per tutta l'estate utilizzando dei fertilizzanti liquidi diluiti nell'acqua di annaffiatura dimunuendo leggermente le dosi rispetto a quanto riportato nella confezione.

Per quanto riguarda il tipo di concime scegliete un fertilizzante che oltre ad avere i cosiddetti macroelementi quali azoto (N), fosforo (P) e potassio (K) abbia anche i microelementi quali il quali il ferro (Fe), il manganese (Mn), il rame (Cu), lo zinco (Zn), il boro (B), il molibdeno (Mo), tutti importanti per una corretta ed equilibrata crescita della pianta.

Potete anche optare per, quali letame, guano, humus di lombrico o vermicompost, fondi di caffè,Cenere di legno o il compost

Fiore di Aloe barbadensis

QUANDO FIORISCE L'ALOE VERA

L'Aloe vera sviluppa i fiori dalla primavera all'autunno a seconda della specie e delle varietà che si formano sulla sommità di un lungo stelo, semplice o ramificato o a grappolo e la pianta non muore dopo la fioritura a differenza dell'Agave.

Producono infiorescenze a ombrella, pendenti, tubolari. I fiori sono di solito di colore tendente al rosso, all'arancio o al giallo.

Sono piante autosterili si riproducono pertanto per impollinazione incrociata.

POTATURA

Di solito non si pota. Vanno semplicemente eliminate le foglie basali che via via disseccano per evitare che diventino veicolo di malattie parassitarie.

Abbiate l'accortezza di pulire e disinfettare la lama che usate per tagliare per evitare di infettare i tessuti.

MOLTIPLICAZIONE

La moltiplicazione avviene per seme o per polloni, la più diffusa. In considerazione del fatto che, come abbiamo detto che sono piante autosterili (i fiori maschili e i fiori femminili di una stessa pianta non possono incrociarsi di tra loro o con piante appartenenti alla stessa varietà), bisogna avere piante di varietà diverse per poter avere dei semi fertili.

Moltiplicazione per polloni

La avviene nella tarda primavera. Si prelevano dalla base della pianta i polloni che normalmente si formano. Vanno recisi con un coltello affilato, pulito e disinfettato e lasciati all'aria per due-tre giorni per favorire la fuoriuscita del latice che impedirebbe la radicazione. Dopo di che vengono posti in una composta formata da sabbia. Questa si tiene costantemente umida. Non appena avranno attecchito può essere rinvasata e trattata come le piante adulte.

Polloni presenti alla base della pianta usati per la sua moltiplicazione

PARASSITI E MALATTIE

Foglie con perdita di screziature

Se le foglie presentano questo sintomo e diventano completamente verdi, vuol dire che l'illuminazione è scarsa.
Rimedi: bisogna spostare la pianta in un luogo più luminoso.

Foglie che ingialliscono e appaiono macchiettate di giallo e marrone

Successivamente le foglie si accartocciano e cadono. Osservando attentamente si notano anche delle sottili ragnatele soprattutto nella pagina inferiore delle foglie. Con questa sintomatologia siamo molto probabilmente in presenza di un attacco di , un acaro molto dannoso.

Acari delle piante

Rimedi: è necessario aumentare l'umidità dell'ambiente circostante alla pianta in quanto l'umidità è il suo peggior nemico. Solo nel caso di infestazioni particolarmente gravi, usare un acaricida specifico.

PROPRIETA' TERAPEUTICHE

Una caratteristica di queste piante è che nel tessuto delle foglie è presente un succo aromatico, molto amaro che a contatto con l'aria si indurisce ed è insolubile in alcool molto usato per le sue.

I primi studi scientifici su questa pianta iniziarono in Europa intorno al 1850 a opera di due inglesi ma fecero un grosso balzo in avanti solo nel 1930 grazie a approfonditi studi russi e americani. Ma è solo nel 1940 e successivamente nel 1959, quando il Ministero della sanità americano dichiarò ufficialmente le capacità curative di questa pianta nel caso di ustioni. Da allora gli studi sono molto attivi in tutto il mondo.

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