Pachira
La Pachira, la pianta dai caratteristici fusti intrecciati, bella da vedere e semplice da coltivare e che non richiedono cure particolari.
IN QUESTO ARTICOLO PARLEREMO DI:
- Classificazione botanica
- Origine della pianta
- Caratteristiche generali della pianta
- Principali specie
- Come coltivare la pianta
- Etimologia del nome Pachira
- Curiosità sulla pianta
- Testi che usiamo per scrivere i nostri articoli
CLASSIFICAZIONE BOTANICA
Perchè una classificazione botanica? Una classificazione botanica riunisce in base a precisi criteri le piante ed è importante conoscere come e dove viene collocata sistematicamente una pianta, per apprendere le sue caratteristiche, conoscere la diversità delle diverse piante e come sono imparentate tra loro. Della classificazione si occupa una branca della biologia, chiamata sistematica e si deve al naturalista svedese Carlo Linneo che nel 1753 inventò la prima classificazione botanica basandosi sulle caratteristiche morfologiche delle piante, ora ci si basa sul loro DNA. A seguire pertanto riporto la classificazione botanica della Pachira.
ORIGINE DELLA PIANTA
Si tratta di piante originarie di diverse zone dell'America tropicale centrale meridionale.
CARATTERISTICHE GENERALI DELLA PIANTA
Il genere Pachira appartiene alla famiglia delle Bombacaceae (il più famoso membro di questa famiglia è l'incredibile baobab). Nei loro ambienti naturali sono dei veri e propri alberi e raggiungono notevoli dimensioni, anche 20 m ma nei climi mediterranei mantengono un portamento molto più contenuto non superando i 3 m.
Il fusto rimane di colore verdastro ed è molto tenero di conseguenza per rendere questa pianta particolare e ancora più attraente i commercianti tendono a intrecciare più fusti tra loro. Le foglie sono lucide, palmate, pentalobate di un bel colore verde intenso e possono raggiungere una lunghezza di 30 cm.


I fiori sono grandi (anche 15 cm) con petali color panna che rimangono leggermente arricciati alla base e aperti e mettono in mostra dei deliziosi stami solitamente rosati o rossastri. I fiori sono profumati e si schiudono solo la notte o la mattina presto e durano pochi giorni.

Fiore
Il frutto è una capsula di colore marron quasi nero a maturazione e raggiunge i 4-10 cm di lunghezza e 5-6 cm di larghezza e una volta maturo si apre longitudinalmente lasciando cadere i semi a terra. Raramente si sviluppa nei climi temperati. Le piante iniziano a fruttificare dopo 5-6 anni producendo dai 50 agli 80 frutti all'anno. Ogni frutto porta dai 10 ai 25 semi, più o meno rotondeggianti, di circa 2,5 cm di diametro e sono commestibili.

Frutto

Semi
PRINCIPALI SPECIE COLTIVATE A SCOPO ORNAMENTALE
Ci sono diverse specie nel genere Pachira ma l'unica coltivata nei climi temperati è la
PACHIRA AQUATICA

La Pachira aquatica (o Bombax glabra) detta anche castagna del Malabar o della Guyana o Guiana ha delle foglie molto grandi di colore verde intenso, lucide e pentalobate. I fiori sono profumati e di colore bianco - crema e compaiono d'estate.
COME COLTIVARE LA PIANTA
Le Pachira non sono di difficile coltivazione se si tiene conto che sono originarie delle foreste pluviali tropicali per cui sotto certi minimi di temperatura non possono essere allevate.
Sono piante che possono crescere sia in casa che all'aperto nelle zone dove le temperature invernali sono particolarmente miti.
COLTIVAZIONE IN VASO
Nei nostri climi la Pachira è opportuno che sia coltivata in vaso e durante la bella stagione va portata all'aperto, una volta che le temperature si sono stabilizzate dato che è una pianta che ama l'aria.
COLTIVAZIONE IN PIENA TERRA
La coltivazione in piena terra non è consigliata nelle nostre zone dato che sono piante che in natura vivono nelle zone tropicali per cui le rigide temperature invernali sotto i 10°C non sono tollerate. In ogni caso, se nella vostra zona nonsi raggiungono queste temperature potete coltivarla all'aperto ma ricordata al momento della sistemazione nel terreno, di non metterla in corrispondenza di depressioni del terreno dove potrebbe accumularsi sia l'acqua piovana che l'acqua di irrigazione e quindi causare dei pericolosi ristagni idrici.
TEMPERATURA DI COLTIVAZIONE
In linea generale, le specie che si adattano ai climi mediterranei, vivono bene a temperature comprese tra 18-27°C d'estate e anche più e 10°C d'inverno. Può tollerare per brevissimi periodi di tempo temperature intorno agli 0°C anche se ciò comporterà la caduta delle foglie.
ESPOSIZIONE E LUCE
Deve essere posizionata in piena luce ma preferibilmente non al sole diretto, specialmente nelle ore più calde della giornata. Può prendere la luce solare diretta per un'oretta al giorno la mattina presto o la sera. Il sole diretto causa l'ustione delle foglie che danneggia la pianta in modo irreparabile.
Le Pachira amano l'aria per cui è importante che ci sia sempre un buon ricambio dell'aria facendo attenzione alle correnti d'aria fredda che non sono in alcun modo gradite.PULIZIA DELLE FOGLIE
Non utilizzare mai lucidanti fogliari e per pulire le foglie usa semplicemente un panno morbido inumidito con acqua.
ANNAFFIATURA E UMIDITÀ AMBIENTALE
Dalla primavera e per tutta l'estate la Pachira va annaffiata abbondantemente, preferibilmente con acqua non calcarea, in modo che il terriccio rimanga costantemente umido (non bagnato) e senza lasciare ristagni idrici nel sottovaso.

Durante l'inverno si annaffia con più moderazione mantenendo sempre il terriccio leggermente umido.
Ciò che è fondamentale per la Pachira è un ottimo grado di umidità dell'ambiente che la circonda. Occorre pertanto nebulizzare frequentemente la chioma e disporre la pianta su un sottovaso pieno di ciottoli e poi riempirlo d'acqua facendo attenzione però che il fondo del vaso non sia immerso nell'acqua in quanto in questo modo il terreno si saturerebbe di acqua facendo marcire le radici. Questo sistema consente, quando fa caldo, di far evaporare l'acqua del sottovaso che di conseguenza inumidisce l'aria circostante. Ricordarsi di riempire il sottovaso ogni qualvolta l'acqua è evaporata.
TIPO DI TERRENO DA USARE E COME RINVASARE
La Pachira si rinvasa praticamente ogni anno, a marzo fino a che il vaso non ha raggiunto la dimensione di 25-30 cm dopo di che ogni anno si rimuove lo strato superficiale del terreno per circa 2,5-3 cm e si sostituisce con del terriccio fresco.
Non è particolarmente esigente in fatto di terreno. La caratteristica che deve avere è la possibilità di consentire un rapido sgrondo delle acque in eccesso e tendenzialmente neutro o leggermente acido.
Una miscela potrebbe essere così costituita: 1 parte di terriccio fertile, 1 parte di torba, 1 sabbia. Sono da evitare i terreni pesanti, argillosi, che portano con se due svantaggi: non permettono alle radici di approfondirsi nel terreno specialmente se la pianta è giovane e trattengono troppa acqua che provoca dei ristagni, molto pericolosi.
Personalmente consiglio sempre di usare dei vasi di terracotta anche se per questa pianta molti optano per i vasi di plastica (meno costosi e più fori di drenaggio). Ritengo che quelli di terracotta consentono alla terra di respirare e se il foro di drenaggio è stato sistemato in modo da garantire un buon scolo delle acque, bè, direi che è perfetto.
Se la pianta viene piantata all'aperto e avete a che fare con un terreno argilloso, assicuratevi prima dell'impianto di fare uno scavo profondo e di mescolare al terreno della sabbia (circa il 30%) per migliorare il drenaggio e assicurare che il terreno di scaldi rapidamente in primavera. Assicuratevi di sistemarla in una zona protetta sia dai freddi che dai venti caldi e possibilmente in posizione ombreggiata.
CONCIMAZIONE
Dalla primavera e per tutta l'estate la Pachira si concima ogni 3-4 settimane con un concime liquido da diluire nell'acqua di irrigazione diminuendo leggermente le dosi rispetto a quanto riportato sulla confezione.
Utilizzare un concime equamente bilanciato in azoto, fosforo e potassio (macroelementi) assicuratevi però che il fertilizzante che usate contenga sempre anche i microelementi, vale a dire quei composti di cui la pianta ha bisogno in minima quantità (ma ne ha pur sempre bisogno) quali il magnesio (Mg), il ferro (Fe), il manganese (Mn), il rame (Cu), lo zinco (Zn), il boro (B), il molibdeno (Mo), tutti importanti per una equilibrata crescita della pianta.
Si possono anche usare del concimi naturali quali compost, humus e altri.
FIORITURA E FRUTTIFICAZIONE
La Pachira fiorisce d'estate e fruttifica in genere da giugno a novembre. Nei climi mediterranei però è molto raro che ciò avvenga.
COME POTARE LA PIANTA
La Pachira non si pota. Al limite si eliminano le parti danneggiate.
Anche nel caso della potatura non mi stancherò mai di ripeterlo: sterilizzare, possibilmente alla fiamma, le cesoie che utilizzate per tagliare soprattutto quando passate da una pianta a un'altra.
MOLTIPLICAZIONE
La Pachira si moltiplica per talea o per seme. Nel scegliere la tecnica da adottare occorre tenere presente che la moltiplicazione per seme ha con se lo svantaggio che, subentrando la variabilità genetica, non si è certi che si avranno delle piante uguali alle piante madri.
La talea di Pachira può essere prelevata dai fusti in primavera. Le talee vanno tagliate immediatamente sotto il nodo e facendo in modo che la talea abbia almeno due nodi. Sceglietele inoltre da piante robuste e in buona salute. Si raccomanda di tagliare in senso obliquo in quanto ciò permette d'avere una maggiore superficie per la radicazione ed evita l'accumulo di acqua su questa superficie. Usate una lametta o un coltello affilato per evitare le sfilacciature dei tessuti. Abbiate cura che l'attrezzo che usate per il taglio sia pulito e disinfettato (preferibilmente alla fiamma) per evitare di infettare i tessuti e disinfettatela a ogni taglio.





Immergere la parte tagliata in una polvere rizogena mischiata a un buon fungicida ad ampio spettro (reperibili da un buon vivaista) per favorire la radicazione e prevenire eventuali attacchi fungini. Successivamente si sistemano le talee in una composta formata in parti uguali da torba scura e sabbia grossolana. Fate un buco con una matita e sistematela a una profondità di 1,5-2 cm. Abbiate cura successivamente di compattare delicatamente il terriccio.
La cassetta o il vaso si ricoprono con un foglio di plastica trasparente (o un sacchetto messo a cappuccio) e si colloca all'ombra e a una temperatura intorno ai 21°C avendo cura di tenere il terriccio sempre leggermente umido (annaffiare sempre senza bagnare la piantina in radicazione con acqua a temperatura ambiente e non calcarea). Ogni giorno togliete la plastica, controllate l'umidità del terreno ed eliminate dalla plastica la condensa.
Una volta che iniziano a comparire i primi germogli vuol dire che la Pachira ha radicato a quel punto si toglie la plastica e si sposta la pianta in una posizione più luminosa (non al sole diretto). Dopo che le giovani piantine si sono irrobustite trapiantatele nel vaso definitivo così come indicato per le piante adulte e trattatele come tali.
I semi di Pachira vanno seminati in una composta formata da una parte di terriccio fertile e una di sabbia grossolana o perlite o vemiculite. Il vassoio che contiene i semi va tenuto alla luce e in un luogo caldo. E' fondamentale che il terriccio sia costantemente umido (usate uno spruzzatore per inumidire totalmente il terriccio) fino al momento della germinazione.


Il vassoio va ricoperto con un foglio di plastica trasparente (o con una lastra di vetro) che garantirà una buona temperatura ed eviterà un disseccamento troppo rapido del terriccio. Il foglio di plastica va rimosso ogni giorno per controllare il grado di umidità del terreno e togliere la condensa.
Una volta che i semi hanno germogliato (in genere rapidamente), si toglie il telo di plastica e si sposta la cassetta in una posizione più luminosa (non sole diretto). Una volta che le piantine saranno sufficientemente grandi da essere manipolate si trapiantano in vasetti singoli. Se devono essere trapiantate all'aperto, aspettate la primavera successiva e fate passare alla pianta il primo inverno in ambiente protetto.
PARASSITI E MALATTIE E COME CURARLI
Le Pachira non sono piante particolarmente soggette a malattie. Gli afidi, le cocciniglie e gli acari possono infastidire la pianta.
Le cocciniglie si manifestano come dei piccoli punti fioccosi e se grattate con un unghia vengono via senza problemi. Il ragnetto rosso si manifesta con delle macchie gialle e marroni mentre gli afidi sono visibili a occhio nudo mentre i pidocchi sono visibili a occhio nudo.
Per combatterli potete usare degli antiparassitari naturali che potete realizzare anche a casa.
ETIMOLOGIA DEL NOME PACHIRA
Il nome Pachira deriverebbe da una voce indigena della Guiana in quanto sembrerebbe che fosse una pianta molto apprezzata per via dei suoi frutti.
CURIOSITÀ SULLA PIANTA
I semi di Pachira sono commestibili: crudi hanno un gusto che ricorda le arachidi mentre cotti (arrostiti, bolliti o fritti) ricordano le castagne. Possono anche essere macinati una volta essicati per ottenere una farina utilizzata per fare il pane.
Anche le foglie giovani e i fiori sono commestibili e utilizzati come verdure.
Delle diverse specie di Pachira solo tre hanno i frutti commestibili e sono: PACHIRA GLABRA, PACHIRA AQUATICA e PACHIRA INSIGNIS.
TESTI CHE USIAMO PER SCRIVERE I NOSTRI ARTICOLI
I testi che usiamo per scrivere i nostri articoli sulle piante li puoi trovare a questa pagina.