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Peperoncino: cos'è, benefici, proprietà, storia, uso in cucina

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COS'E' IL PEPERONCINO

Il famoso peperoncino è il frutto di una pianta che appartiene al genere Capsicum (della famiglia Solanaceae) ed è una delle spezie più usate al mondo. Quando pensiamo al peperoncino subito ci viene in mente il classico peperoncino rosso di forma allungata e appuntita. In realtà esistono peperoncini dalle forme e dai colori diversi in quanto abbiamo cinque specie diverse: C. Annuum, C. baccatum, C. Chinense, C. frutescens e C. pubescens.

DESCRIZIONE DELLA PIANTA

La pianta di peperoncino è una piccola pianta che può diventare un piccolo alberello perenne che può arrivare anche al metro di altezza.

Le foglie sono verdi, i fiori bianchi e i frutti che si formano dopo la fecondazione dei fiori, le bacche colorate indeiscenti, sono ricche di semi. Il colore delle bacche varia a seconda delle specie e della varietà tanto che le possiamo ritrovare verdi, rosse, gialle, arancioni, viola, marroni, nere. Anche la forma è molto diverse: da allungate, a salsicciotto, a rotonde ecc. Anche l'aroma e la piccantezza sono molto diversi tra le diverse cultivar e per questo il peperoncino è la pianta per tutti i gusti.

In genere si coltiva come annuale per evitare l'invernamento dato che sono sensibili alle basse temperature (vedi: Come coltivare la pianta del peperoncino).

PROPRIETA' DEL PEPERONCINO

Il peperoncinio è un alimento fondamentale per la nostra dieta e va usato sia secco che fresco. In realtà però la maggiore concentrazione dei principi nutritivi si ha nel prodotto essiccato (anche in polvere) a eccezione della vitamina C scarsamente presente nel prodotto secco.

L'apporto energetico del peperoncino non è alto (20 kcal per 100 grammi di prodotto) in quanto il quantitativo di zuccheri in esso presenti (fruttosio) sono scarse così come le proteine e i lipidi. Contiene invece una discreta quantità di fibra ed è assente il colesterolo.

E'molto ricco di vitamine: vitamina C (circa 230 mg per 100 grammi di frutto fresco), le vitamine del gruppo B (B1, B2, B3; B5; B6), vitamina D, niacina e carotenoidi (precursori della vitamina A). E' inoltre un buon integratore di minerali quali potassio, calcio, ferro, manganese, sodio, magnesio, zinco e fosforo.

La particolarità del peperoncino è la presenza della capsaicina la sostanza responsabile della sua piccantezza che si trova nel tessuto placentare dei semi ma non nei semi. A seconda della quantità di questa sostanza si hanno i peperoncini più o meno piccanti.

BENEFICI ALL'ORGANISMO APPORTATI DAL PEPERONCINO

Il peperoncino svolge numerose azioni benefiche per il nostro organismo:

  • favorisce la digestione in quanto aumenta la secrezione dei succhi gastrici;
  • è un vasodilatatore pertanto migliora la circolazione del sangue ed è un ottimo cardioprotettore;
  • gli acidi grassi contenuti nei semi svolgono favoriscono l'ossigenazione del sangue e aiutano i vasi sanguigni a restare elastici;
  • è un antinfiammatorio naturale pertanto riduce i dolori ossei causati da artrite e artrosi (si può usare anche applicandolo direttamente sulla pelle avendolo fatto macerare nell'alcool);
  • ha una funziona analgesica se si strofina la capsaina nella parte dolorante;
  • aiuta nella perdita di peso in quanto stimola il metabolismo;
  • diversi studi dimostrano come la capsaicina potrebbe aiutare nel combattere i tumori facendo morire le cellule tumorali e impedendo la loro proliferazione.

CONTROINDICAZIONI NELL'USO DEL PEPERONCINO

L'assunzione di peperoncino, o in genere dei prodotti a base di capasaicina, è sempre ben tollerata purchè non si ecceda. Infatti ad alte dosi può provocare irritazione della mucosa gastrointestinale ed è per questo controindicata per chi soffre di reflusso gastroesofageo, morbo di Crohn, diverticolite, gastrite, emorroidi ecc.

Dato che non ci sono tanti studi in merito ai suoi effetti si sconsiglia sempre il suo uso in caso di gravidanza e allattamento.

COME SI RACCOGLIE E CONSERVA IL PEPERONCINO

I frutti del peperoncino, le bacche, maturano tra l'estate e l'autunno.

Tradizionalmente erano essicati al sole, appendendoli a dei fili. Oggi vengono essicati artificialmente. Le bacche sono essicate lasciando un tenore di umidità del 4-6%. A quel punto sono macinati e reidratati all'8-11% di umidità.

Si utilizzano le bacche carnose fresche o essicate, intere o ridotte in polvere.

Si possono consumare freschi (in questo modo si ha il meglio delle loro proprietà) ma si possono consevare tranquillamente sott'olio o si possono essicare al sole.

Se vi siete lanciati nella coltivazione di questa incredibile pianta e desiderate conservare i semi per riprodurli il prossimo anno, fate in questo modo: raccogliete e semi, lavateli per bene in modo da eliminare tutti i residui placentari e lasciateli ad asciugare, poggiandoli su dei fogli di carta, in un luogo caldo e asciutto per un paio di settimane in modo che siano secchi. Dopo questo periodo potete riporli dentro una bustina, sempre di carta e conservarli in un luogo asciutto per il prossimo anno.

USO IN CUCINA

Il peperoncino dosato con saggezza, valorizza numerosissime vivande rendendo i piatti più saporiti ed esaltando il loro sapore. Si usa sia sui primi piatti, sulla carne, sul pesce ma anche sui dolci oppure semplicemente come guarnizione per decorare una pietanza con i suoi tanti colori verde, giallo, rosso, nero, arancio.

Il peperoncino è un vero e proprio condimento ma bisogna essere cauti nel suo uso se non si conosce la sua piccantezza. E' preferibile preparare un olio aromatizzato al peperoncino e usare questo per condire i nostri piatti.

E' la base di molte ricette tipiche della nostra tradizione come la 'nduja calabrese. Oppure lo ritroviamo nel gulash una ricetta tipica ungherese. Ma anche in tantissime salse famose in tutto il mondo come il curry, il ketchup e la salsa Worcester sauce. E la lista è molto lunga.

CURIOSITÀ

Il termine inglese pepper che significa «pepe» usato per indicare il peperoncino in realtà è errato in quanto il pepe appartiene al genere Piper (dove troviamo il pepe bianco e il pepe nero) e alla famiglia delle Piperaceae (tutto un altro pianeta!).

In Messico, in America centrale e nel sud-ovest dell'America il peperoncino è chiamato chili. La parola spagnola chile è una variazione di chil derivato dal dialetto (Azteco) del Nahuatl che si è riferito alle piante ora conosciute come Capsicum.

In Texas la parola chili è stata ufficialmente designata per indicare un piatto tipico (molto buono, n.d.r.) formato da fagioli, carne e peperoncini piccanti.

Il nome peperoncino è derivato probabilmente dalla sua somiglianza con il pepe.

STORIA DEL PEPERONCINO

Non è certa quale sia la sua origine. E' probabile che sia nato in Perù ed in Bolivia.

E' noto fin dai tempi più antichi: è stato infatti accertato che in Messico era conosciuto dai Maya anche per uso terapeutico e quando gli spagnoli sbarcarono in America gli Aztechi avevano già creato numerosissime varietà.

In Europa è stato introdotto da Cristoforo Colombo dalle Americhe alla fine del 1400, con il suo secondo viaggio, e fu il medico di bordo, Diego Alvaro Chanca, che lo scoprì osservando la popolazione locale che si nutriva di questa pianta che gli indigeni del Messico chiamavano chili.

In Europa, all'inizio fu conosciuto come pepe delle Indie e si diffuse molto rapidamente, soprattutto grazie alla sua facilità di coltivazione ed acclimatazione e venne chiamato "la droga dei poveri" in contrapposizione al pepe che, più raro e molto costoso, era riservato alle classi sociali elevate.

La sua rapida diffusione sconvolse molto gli spagnoli che si aspettavano grandi guadagni dalla vendita di questa spezia ma dovettero ricredersi in quanto si coltivava benissimo ovunque per cui tutti lo potevano coltivare nell'orto di casa o in un vasetto sul davanzale della finestra.

Il chimico Albert Szent-Györgyi, Premio Nobel nel 1938, ha contribuito a valorizzare questo vegetale scoprendo in esso, una ricca fonte di acido ascorbico (vitamina C) che ha fermato le morti per scorbuto, una malattia che uccideva migliaia di marinai.

Nel 1816 P. A. Bucholtz isolò la capsaicina, responsabile della piccantezza ma fu solo nel 1846, grazie a L. T. Thresh che venne sintetizzata e battezzata con il nome appunto di capsaicina.

FONTI BIBLIOGRAFICHE

I testi che usiamo per scrivere i nostri articoli li puoi trovare a .

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