Gli Oncidium sono le cosiddette orchidee ballerine, sempreverdi, che comprende specie di estrema varietà e quindi di difficile generalizzazione in quanto gli habitat naturali in cui si ritrovano sono tra i più diversi, dal livello del mare al limite delle nevi andine. Comprende tra l'altro più di 400 specie (secondo alcuni botanici sarebbero più di 750) che si adattano molto bene alle più diverse condizioni di coltivazione.
Il nome del genere deriva dal greco onkos «tumore o gonfiore» in riferimento al al fatto che il labello in genere è carnoso.
In considerazione del gran numero di specie troviamo Oncidium di grandi e piccole dimensioni così come i fiori che possono essere di dimensioni e colori tra i più svariati con una predominanza dei colori gialli in tutte le loro sfumature e tonalità e con forme molto varie tanto che la loro classificazione e quindi l'appartenenza delle diverse specie viene spesso rivisitata spostandole ora nel genere Miltonia, ora nell'Odontoglossum o nella Brassia anche in considerazione del fatto che le differenze morfologiche e botaniche degli Oncidium con gli altri generi sono molto esigue.
In questo articolo daremo pertanto sia delle indicazioni di massima, valide per tutte le specie di Oncidium, sia ci soffermente sulle caratteristiche delle diverse specie.
Gli Oncidium sono per lo più piante EPIFITE provviste di pseudobulbi (in alcune specie sono abortiti o di dimensioni molto ridotte), per lo più piatti che portano in genere da due a tre foglie.
Sono piante a sviluppo SIMPODIALE che ricordano nel loro modo di svilupparsi sia la Miltonia che l'Odontoglossum.
Le foglie sono di solito piatte ma si ritrovano cilindriche oppure a ventaglio.
I fiori possono essere sia molto grandi che molto piccoli e sono in genere riuniti in infiorescenze a pannocchia che in genere si aprono contemporaneamente, molto raramente in successione. I sepali e i petali per lo più sono contratti alla base, spesso ondulati e di dimensioni simili, più raramente con i petali più grandi. Sono provvisti di due sacche polliniche. I fiori sono tendenzialmente di colore giallo in tutte le sue tonalità anche se più raramente è possibile trovare fiori bianchi o rossi.
Gli Oncidium vengono impollinati prevalentemente a opera delle api grazie al fatto che questa orchidea mette in atto una straordinaria tecnica che viene chiamata mimetismo vale a dire simula la forma e il colore di fiori molto appetiti dalle api per poterle attrarre.
Diverse specie richiedono l'impollinazione incrociata per produrre frutti e semi fertili e a esempio nel caso dell'Oncidium altissimum (o luridum) avviene in maniera singolare a opera di una specie particolare di ape i cui maschi sono molto territoriali e difendono strenuamente il loro territorio da altri insetti attaccando qualunque intruso: questa orchidea ha assunto la forma degli insetti antagonisti di modo che l'ape "attacca" il fiore credendolo un intruso e quindi in questo modo si impregna di polline e quando poi va a "attaccare" l'orchidea successiva, involontariamente effettua l'impollinazione incrociata. Questa caratteristica botanicamente viene chiamata pseudoantagonismo.
In considerazione del fatto che il genere Oncidium comprende un numero vastissimo di specie dagli habitat più diversi, sarebbe scorretto fare una generalizzazione sulle loro esigenze colturali. Per questo motivo verranno suddivisi in base ai loro habitat naturali e daremo delle indicazioni su quali sono le loro caratteristiche e quindi le loro esigenze.
(circa il 15% delle specie).
Gli Oncidium che appartengono a questo gruppo provengono da zone aride o semi-aride e pertanto non necessitano di grandi quantità d'acqua.
In questo gruppo a sua volta viene fatta una ulteriore distinzione tra:
Sono tutte praticamente sprovviste di pseudobulbi che sono impercettibili e al posto di una foglia nella loro parte terminale hanno una sorta di piccola appendice.
Sono di piccole dimensioni, compatte, in genere a foglie triangolari e con i margini leggermente dentati. I fiori sono abbastanza piccoli e persistenti con sepali carnosi dai colori molto brillanti e duraturi.
Ovviamente quando si dice che vivono in ambienti secchi tutto l'anno non deve essere preso alla lettera ma che, in considerazione del fatto che l'acqua nei loro ambienti naturali non è particolarmente presente, hanno necessità di alternanza di periodi di umidità con periodi asciutti.
Richiedono temperature intermedie anche se, durante l'inverno, possono essere tenute in ambienti più freschi purchè rimangano asciutti (le temperature minime notturne devono essere intorno ai 12-17°C).
Richiedono ambienti molto ben aerati e occorre che il substrato sia perfettamente asciutto tra un'irrigazione e un'altra.
L'unica esigenza che hanno nella scelta del substrato è che sia molto ben drenante e consenta una buona circolazione dell'aria e che si possa asciugare bene e rapidamente dopo l'annaffiatura, al massimo entro un'ora. Pertanto utilizzate dei vasi di piccole dimensioni e ricco di fori di drenaggio oppure allevatele direttamente come piante epifite su substrati inerti quali pezzi di corteccia, legno, sughero, ecc.
Sono piante che richiedono una buona intensità luminosa ma non la luce diretta del sole.
Deve essere garantita un'umidità ambientale del 50-60%. Ovviamente questo in funzione della temperatura: più la temperatura è bassa, minore deve essere l'umidità ambientale e maggiore la circolazione dell'aria. Un'umidità superiore ai valori indicati favorirebbe solo il proliferarsi di muffe o inibirebbe la crescita delle radici. Se le temperature si abbassano, diminuire sensibilmente l'umidità.
Sono delle specie abbastanza generose e crescono rapidamente rispetto a altre specie.
Non tagliare i gambi fiorali dopo che sono sfioriti in quanto potrebbero rifiorire.
Sono tutte specie a fioritura primaverile-estiva.
Possono produrre Keiki dopo la fioritura.
Questo gruppo comprende una sola orchidea originaria delle zone costiere desertiche del Perù, dell'Ecuador: l'O. onustum.
Si tratta di una specie provvista di pseudobulbi, con foglie ben sviluppate, carnose, e con i margini dentellati. Questa orchidea ha necessita di alternanza di periodi di asciutto e di secco tra una annaffaitura e un'altra e un' ottima circolazione dell'aria.
Sono chiamate coda di topo e i loro habitat naturali sono abbastanza diversi ma tutti caratterizzati da clima caldo e semi-arido. Le foglie cilindriche e ricoperte da uno spesso strato di cuticola (per ridurre la traspirazione) sono infatti un adattamento della pianta per resistere meglio alle condizioni di siccità e calore nella quale vive. Conseguenza di ciò la loro prima caratteristica di coltivazione è che gli ambienti devono essere secchi (in quanto l'umidità favorirà solo lo sviluppo di muffe) ed esposte in pieno sole.
Gli pseudobulbi sono piccoli.
Hanno la particolarità di respirare durante la notte (come diverse specie di cactus) quando le temperature si abbassano e l'umidità è più elevata assorbendo l'anidride carbonica di notte dall'atmosfera. Durante il giorno invece, tengono gli stomi chiusi (sono delle aperture localizzate soprattutto nella pagina inferiore delle foglie, affiancate da due cellule che hanno il compito di aprire e chiudere queste aperture a seconda delle condizioni ambientali e tramite esse la pianta ha gli scambi gassosi con l'ambiente) e quindi riducono sensibilmente le perdite d'acqua per evaporazione. Pertanto è fondamentale che anche in allevamento a questi Oncidium siano garantite le condizioni per poter svolgere queste funzioni e vale a dire: considerevole sbalzo termico tra il giorno e la notte e luce molto intensa durante il giorno con clima secco.
L'ideale sarebbe che durante il giorno, l'intensa luminosità non fosse accompagnata anche da elevata temperatura, cosa però non semplice da realizzare in appartamento. Nonostante ciò c'è da dire che sono quelle che meglio di altre possono sopportare elevate temperature.
Dato che sono piante che vivono per lo più in ambienti secchi, è fondamentale che il terreno si asciughi completamente prima di procedere con le successive irrigazioni. Per cui cicli di annaffiatura ogni 2-3 gg sono perfetti per queste piante accompagnati da una perfetta circolazione dell'aria tra le radici per consentire di asciugarsi molto rapidamente.
Appartengono a questo gruppo le orchidee chiamate A ORECCHIO DI MULO in quanto le foglie ricordano proprio le orecchie di un asino (vedi foto sotto).
Ritroviamo circa 19 specie caratterizzate, come dice il nome stesso della sezione, dal fatto che i fiori presentano numerose protuberanze.
Sono caratterizzate da foglie piatte, carnose, piegate, caratteristica questa che gli consente di sopravvivere all'estremo caldo e all'estremo secco con grande quantità di luce e differenze considerevoli di temperature tra il giorno e la notte.
Le foglie hanno uno spesso strato di cuticola che serve per ridurre la perdita di umidità e la maggior parte degli stomi sono localizzati nelle foglie poste più in basso, spesso in posizione depressa, sempre per ridurre la perdita di umidità. Questi accorgimenti sono essenziali per la sopravvivenza della pianta alle condizioni estreme nelle quali vive nel suo habitat naturale.
Le condizioni di allevamento domestico devono pertanto rispettare la loro origine che vuol dire: durante il periodo invernale quindi durante il periodo di crescita lenta della pianta fare cicli di 3-7 gg tra periodi di umido e periodi di secco; differenze di temperature tra il giorno e la notte per consentire la fotosintesi di giorno e l'assunzione di CO2 durante la notte; esposizione in pieno sole; garantire un perfetto drenaggio e un'ottima circolazione dell'aria tra le radici; concimazioni regolari.
Gli pseudobulbi sono piccoli o assenti.
Sono piante che subito dopo la fioritura hanno necessità di un mese di riposo.
Occorre fornirgli molta luce fino a quando si saranno abituate al pieno sole e quando le foglie tenderanno al rossiccio occorre diminuire la luce per avere una buona fioritura.
Per quanto riguarda le annaffiature vanno irrigate regolarmente durante la crescita facendo attenzione a non far ristagnare l'acqua nei germogli che sono molto delicati e potrebbero appassire.
Gli Oncidium di questo gruppo sono molto usati per le ibridazioni.
(circa il 52% delle specie)
Questo gruppo di Oncidium non necessitano di un riposo vegetativo perchè crescono durante tutto l'arco dell'anno. Si ha solo un rallentamento della crescita durante il periodo invernale in conseguenza di ciò devono essere annaffiati regolarmente con solo una leggera diminuzione durante l'inverno. In linea di massima possiamo dire che le condizioni di coltivazione di questo gruppo si avvicinano a quelle degli Odontoglossum.
In questo gruppo occorre fare una ulteriore distinzione:
2a) Specie che richiedono temperature tra i 7-10°C. , dove ritroviamo circa il 20% delle specie con le seguenti sotto-sezioni:
2B) Specie che richiedono temperature tra i 12-15°C in quanto provengono da altitudini inferiori dove ritroviamo le seguenti sottosezioni:
Ritroviamo in questo gruppo circa il 21% delle specie. Sono Oncidium originari delle montagne del Brasile e quindi sono specie soggette a variazioni climatiche durante l'arco dell'anno. Abbiamo in genere inverni freddi e luminosi con scarse precipitazioni e durante questo periodo entrano in riposo vegetativo; temperature via via più calde a partire dalla primavera, con abbondanti piogge e temperature calde che segnano il risveglio e la crescita attiva delle piante.
Pertanto il modo ottimale per allevare queste piante è: durante l'inverno una buona luminosità, fresco e pochissime annaffiature; durante la primavera e l'estate, periodo di attiva crescita della pianta, caldo, luce e acqua in abbondanza. E' preferibile durante questo periodo tenere la pianta in una posizione luminosa ma non al sole diretto in quanto in natura crescono protette dai grandi alberi. Un'altra caratteristica da tenere in considerazione nell'allevamento degli Oncidium è che hanno bisogno di molta aria che circola tra le foglie sia durante il periodo invernale che durante il periodo estivo, in quanto a esempio se c'è un ambiente umido e freddo, sicuramente la pianta andrà incontro a marciumi.
Per riassumere: clima fresco e asciutto durante l'autunno e l'inverno, caldo e umido durante la primavera-estate
Anche questo gruppo è diviso in diverse sezioni:
(circa il 12% delle specie).
In questa sezione sono compresi gli Oncidium che hanno abitudini variabili sarà pertanto necessario osservare il loro comportamento e regolarsi di conseguenza.
Le specie sono Oncidium heteranthum, O. abortivum, O. acinaccum, O. brevilabrum, O. bryocladium, O. calanthum, O. cuencanum, O. cultratum, O. cycnicolle, O. dactylopterum, O. formosissimum, O. ionopterum, O. jamiesoni, O. lepturum, O. lucasianum, O. orbatum, O. ornithocephalum, O. orthotis, O. pentadactylon, O. retusum, O. rostrans, O. Semele, O. Virgulatum.
Esistono poi tutta una serie di ibridi, abbastanza diffusi tra i quali abbiamo l'Oncidium Goldiana un incrocio tra l'O. flexuosum e O. sphacelatum le cui condizioni di coltivazioni fanno riferimento alle specie progenitrici.
Al di là delle caratteristiche delle singole specie, esistono tuttavia una serie di indicazioni di carattere generale per la coltivazione.
(Per maggiori chiarimenti sulla temperatura delle orchidee consulta l'articolo:
«Temperatura e ventilazione delle orchidee»).
Si rimanda ai paragrafi dei singoli gruppi.
Per quanto riguarda la frequenza con la quale debbono essere annaffiate e i periodi, si rimanda alle specifiche di ciascun gruppo.
In ogni caso occorre tenere presente che per la maggior parte degli Oncidium l'umidità è un fattore essenziale pertanto occorre nebulizzare frequentemente le foglie.
(Per maggiori chiarimenti sull'annaffiatura delle orchidee consulta l'articolo:
« Annaffiatura e umidità delle orchidee»).
Come indicazioni di massima possiamo dire che:
Quando la pianta riprende la sua attività è bene somministrare un concime con un più alto titolo in
azoto (N) e cioè si usa la formula 30:10:10 (N:P:K) che vuol dire: 30 parti di azoto, 10 parti di
fosforo (P) e 10 parti di potassio (K).
Quando iniziano a comparire i boccioli fiorali si inverte la formula e si somministrano concimi con più alto titolo in
potassio e fosforo pertanto si usa la formula 10:20:30 (10 parti di azoto, 20 di
fosforo e 30 di potassio).
Durante gli altri periodi usare formule equamente bilanciate.
Un aspetto importante è non eccedere con le concimazioni azotate in quanto inibiscono la fioritura.
I fetilizzanti si sciolgono nell'acqua di annaffiatura in percentuale molto bassa: 1% se usati una volta alla settimana. In ogni caso non superare mai 1 gr per litro d'acqua.
E' raccomandabile che le concimazioni siano effettuate con il substrato e le radici umide. Dopo un certo numero di concimazioni (4 o 5) si proceda a una innaffiatura senza concime in modo da risciacquare il substrato e abbassare la concentrazione salina.
(Per maggiori chiarimenti sulle concimazioni delle orchidee puoi consultare
l'articolo: «Concimazione delle orchidee»).
Il substrato di coltivazione deve avere come caratteristica principe quella di essere altamente drenante in quanto rispetto alle altre specie sono particolarmente intolleranti nei confronti dei ristagni idrici. Le radici danno dei segnali molto chiari: se sono di colore bianco e verde vuol dire che sono in ottimo stato di salute se assumono invece una colorazione marroncina e di consistenza molliccia, vuol dire che ci sono dei problemi.
Pertanto se non sono allevate come epifite ma all'interno dei vasi di plastica, è bene che siano considerevolmente aumentati i fori di drenaggio anche se è preferibile che siano allevate in zattere, lasciando le radici libere di muoversi nell'aria. Una perfetta soluzione per queste piante può essere allevarle all'interno dei contenitori della ricotta, semplici, economici e ottimi per mantenere le radici ben aerate.
Posizionate dello sfagno umido sotto le radici che aiuta a mantenere un buon tenore di umidità che però va rinnovato abbastanza frequentemente (al massimo lasciatelo per 9 mesi ma controllatelo frequentemente).
(Per maggiori chiarimenti sul tipo di terreno e rinvaso delle orchidee puoi
consultare l'articolo:
«Tipo di substrato e rinvaso delle orchidee»).
Non è possibile dare delle indicazioni univoche sui periodi di fioritura in quanto variabili da specie a specie.
Per le malattie che possono insorgere nell'Oncidium si rimanda al capitolo: «Malattie e cure delle orchidee».
Sono state tra le prime orchidee tropicali epifite introdotte in Europa.
Il genere è stato istituito da Olaf Swartz nel 1800 con la prima specie classificata che è stata la O. variegatum (foto sotto).
Tra le diverse specie di orchidee gli Oncidium sono considerati le specie più evolute.
Vedi: « Le orchidee - Il linguaggio dei fiori e delle piante».