Proprietà dell'aristotelia
nota come Maqui o Clon
nota come Maqui o Clon
IN QUESTO ARTICOLO PARLEREMO DI:
- Classificazione botanica
- Caratteristiche della pianta
- Proprietà dell'aristotelia
- Parti utilizzate della pianta
- Come si utilizza
- Curiosità sulla pianta
- Avvertenze
CLASSIFICAZIONE BOTANICA
Il genere Aristotelia appartiene alla famiglia delle Elaeocarpaceae (ordine Oxalidales) e comprende diverse specie tra le quali in questo articolo parliamo della Aristotelia chilensis o Cornus chilensis o Aristotelia macqui, nota come Maqui o Clon
CARATTERISTICHE DELLA PIANTA
Il Maqui, nome scientifico Aristotelia chilensis, appartiene alla famiglia delle Eleocarpaceae, che conta 10 generi con circa 400 specie diffuse nei climi tropicali e temperati dell’Asia, Australasia, zona pacifica e Sudamerica, eccetto Africa.
È un arbusto sempreverde dioico di 4-5 m, originario del Cile, endemico dei boschi subantartici. Ê diffuso dalla IV alla XI Regione fino ai 2.500 m (tra Limarí y Aysen, v. Fig. 1), nelle isole di Juan Fernández e in Argentina. Ê una pianta eliofila dai fiori bianchi, pioniera delle zone disboscate o incendiate. Cresce in terreni umidi con abbondante humus.
Fig. 1
Fig. 1
Ê coltivata per il suo uso medicinale e come specie ornamentale. Fiorisce da settembre a dicembre (primavera nell’emisfero sud, v. Fig. 2). Le bacche di color scuro brillante maturano da dicembre a gennaio (estate nell’emisfero sud, v. Fig. 3) e sono commestibili. Dalle bacche si ottiene come prodotto commerciale un succo dalle importanti proprietà medicinali.
Fig. 2
Fig. 3
PROPRIETÀ DELL'ARISTOTELIA
Ê una pianta usata abitualmente nella medicina popolare mapuche, popolo precolombino del sud del Cile. L’infuso delle foglie cura l’irritazione della gola, è analgesico e febbrifugo. I frutti commestibili hanno proprietà astringenti, toniche, antidiarreiche e antidissenteriche. Contengono antocianine (cianidine e delfinidine), pigmenti che sono responsabili del loro colore purpureo. La pianta è ricca di alcaloidi indolici.
PARTI UTILIZZATE DELLA PIANTA
Foglie, bacche.
COME SI UTILIZZA
Si prepara una infusione con una cucchiaiata di foglie fresche per una tazza e una volta raffreddata si lavano le ferite;
Gargarismo: l’infusione delle foglie cure le ulcere e altre ferite nella bocca, ripetere 3-4 volte al giorno;
Infusione con una cucchiaiata di frutti. Bere tre o quattro volte al giorno.
Le bacche sono utilizzate per la preparazione di marmellate, succhi di frutta e gelati.
La raccolta delle bacche è da dicembre a marzo (estate nell’emisfero sud), e in alcune zone fino ad aprile (autunno nell’emisfero sud) e varia in relazione alla distribuzione geografica della pianta.
CURIOSITÀ SULLA PIANTA
I frutti del Maqui, oltre a essere un alimento, sono l’ingrediente base di una bibita alcolica chicha, che in mapuche è chiamata teku e vengono usati per colorare il vino. Questa pianta è sacra per i mapuche e simbolizza le intenzioni pacifiche.
Dai frutti si estrae un colorante naturale a partire delle antocianine, pigmenti rossi delle bacche. Recentemente si è scoperto che la bacca e le foglie del Maqui hanno un’importante attività antitumorale e antibatterico. Ricerche recenti hanno riscontrato una capacità antiossidante dell’infuso delle foglie.
Il genere Aristotelia si chiama così in onore del filosofo Aristotele (384-323 a. C.).
Questa pianta è stata introdotta nella zona sud-est dell’Inghilterra nel 1700 e all’inizio del ‘900 negli Stati Uniti (Seattle, Washington 1952; California; Fig. 4), dove la chiamano “Chilean wineberry”. Viene coltivata prima in vivaio, poi viene piantata in suoli acidi o leggermente alcalini al sole e a mezz’ombra. Può resistere a temperature minime fino -10. Si propaga per seme o per talea.
In Cile non si realizza una produzione industriale e la maggior delle bacche viene raccolta da piante selvatiche (90.000 kg all’anno). Una pianta adulta produce 10 kg di frutti ogni 7 anni. Il sapore del frutto è dolce e assomiglia al sambuco (Sambucus nigra), come quest’ultimo è la base di tinture.
Fig. 4 (nota 1)
AVVERTENZE
Evitare la sua preparazione con pentole d’alluminio e attenersi alle indicazioni di un medico.
Da non confondere con il Pillo-pillo (Ovidio pillopillo), arbusto endemico del Cile, le cui bacche sono purganti.
Guido Coppari
Dottore forestale
Università di Padova
Master in Aree Protette e Conservazione della Natura
Università del Cile
Fonti bibliografiche
- Hoffmann A., Farga C., Lastra J., Vechazi E., 2003. “Plantas medicinales de uso comun en Chile” Editorial Fundación Claudio Gay, Santiago de Chile.
- Muñoz O., Montes M., Wilkomirsky T., 2004.“Plantas medicinales de uso en Chile, Química y Farmacología” Editorial Universitaria, Santiago de Chile.
- Avello Lorca M., Valladares Acosta R., Ordóñez Beldar J.L., 2008. “Capacidad antioxidante de Aristotelia chilensis (Molina) Stuntz”, Revista Cubana de Plantas Medicinales, 13(4).
- Donoso Zegers C., Ramírez García C., 2000. Arbustos nativos de Chile. CONAF, Marisa Cúneo Ediciones, Santiago del Cile.
Note
Foto: Darian Stark.
Enciclopedia de la Flora Chilena
1. Fonte: USDA (United States Department of Agricolture