Ma, lasciamo Via Tripoli. Percorrendola brevemente in ripida discesa e svoltando a sinistra è Via Bellinzona. Tra un susseguirsi di restringimenti e brevi slarghi il percorso resta avviluppato da un alto caseggiato dai mille affacci che a momenti quasi si toccano l’un l’altro(Foto nr. 50). In passato tutto era candeggiato a calce.
Il visitatore non può che restare deliziato dalla vista della facciata del civico 18-20 (Foto nn. 51-52) e, segnatamente, dal balcone, dalla estrema semplicità della sua inferriata e, ancor più, dalle lavorazioni decorativo-floreali delle sottostanti mensole tufacee(Foto nr. 53). Il breve slargo successivo rammenta l’alacre attività del vecchio forno pubblico.
Ci immettiamo, en passant, per un breve tratto di un’ansa di Piazza Biasco. Appena l’ultima casa di Via Bellinzona angolo con la Piazza stessa, al civico 10, sulla vecchia facciata imbiancata di una piccola abitazione abbandonata è possibile tenuamente scorgere la scritta in rilievo “Trattoria”(Foto nn. 54-55). Sì, era proprio la vecchia trattoria del paese, che tanta genuina ospitalità aveva dispensato ancora fino ai primi anni ’70 ai forestieri che fossero capitati occasionalmente per Sangiorgio.
Proposta di un progetto per la valorizzazione turistica, culturale e ambientale delle tagghjate
Metamorfosi dell'immaginario delle rovine dal parco delle Tagghjate al comprensorio del Belvedere