Le passiflora sono piante di incredibile bellezza che hanno affascinato e affascinano in ogni luogo e tempo. In questa guida illustriamo come coltivarle e come averle fiorite a lungo.
Questa "vistosità" è un adattamento della pianta al fine di attirare gli insetti impollinatori. Infatti consideriamo che sono piante delle foreste tropicali e non essendo molto grandi, devono competere con un gran numero di altre specie nelle loro zone naturali. Per cercare quindi di "vincere la concorrenza" al fine di attirare gli insetti impollinatori, hanno sviluppato i fiori nel modo straordinario che tutti noi conosciamo.
Il frutto (foto sotto) è una bacca variamente colorata a seconda delle specie, di forma per lo più ovoidale o allungata. Le dimensioni sono estremamamente variabili: grande come un pisello come nella P. suberosa o delle dimensioni di un uovo di tacchino come nella P. quadrangularis. Il frutto al suo interno è formato da una polpa gelatinosa che contiene i semi. In moltissime specie i frutti sono commestibili. I semi sono numerosi, per lo più piatti, scuri, più o meno cuoriformi, provvisti di cuticola rugosa e di un arillo carnoso e sono di piccole dimensioni.Il genere è talmente vario che possiamo trovare specie che possono essere allevate in giardino e altre che possono essere allevate anche in vaso. Se allevate in vaso, durante la bella stagione è opportuno che vengano portate all'aperto, una volta che le temperature si saranno stabilizzate.
Non sono piante di difficile coltivazione se si tiene conto che sono piante di origine tropicale per cui sotto certi minimi di temperatura non possono essere allevate. Pertanto per riuscire ad allevare con successo questa pianta, occorre scegliere la specie più idonea per il luogo dove deve essere allevata. In particolare l'apparato radicale è particolarmente sensibile alle basse temperature per cui se pensate di allevarla all'aperto, in zone dove l'inverno è particolarmente rigido e piovoso, è meglio che abbandoniate l'idea in quanto l'eccessiva umidità associata con una bassa temperatura farà sicuramente morire la vostra pianta.
In linea generale, le specie che si adattano ai climi mediterranei, vivono bene a temperature comprese tra 18-27°C d'estate e 10 °C d'inverno.
Devono essere sistemate in posizione soleggiata, preferibilmente a sud. In ogni caso, la luce deve essere ottima e abbondante.
Gradiscono posizioni riparate senza troppo vento fissandole a dei tralicci di legno ed è importante che ci sia sempre un buon ricambio dell'aria facendo attenzione alle correnti d'aria fredda che non sono in alcun modo gradite.
Dalla primavera e per tutta l'estate la Passiflora va annaffiata abbondantemente in modo che il terriccio rimanga costantemente umido (non bagnato) e senza lasciare ristagni idrici nel sottovaso.
Durante l'inverno si annaffia con più moderazione mantenendo sempre il terriccio leggermente umido.
Se coltivata all'aperto, al momento della sistemazione, abbiate cura di non metterla in corrispondenza di depressioni del terreno dove potrebbe accumularsi sia l'acqua piovana che l'acqua di irrigazione.
Occorre fare molta attenzione, se le temperature si abbassano, di non fare ristagnare l'acqua. Questo comporterebbe un eccessivo abbassamento della temperatura a livello radicale che potrebbe essere fatale per la pianta.
Se allevata in vaso, si rinvasa praticamente ogni anno, a marzo fino a che il vaso non ha raggiunto la dimensione di 25-30 cm dopo di che ogni anno si rimuove lo strato superficiale del terreno per circa 2,5-3 cm e si sostituisce con del terriccio fresco.
Un buon terriccio è fondamentale per assicurare una florida crescita e una buona fioritura. La prima cosa da tenere presente è che deve avere come caratteristica primaria la possibilità di consentire un rapido sgrondo delle acque in eccesso.
Una miscela potrebbe essere così costituita: 1 parte di terriccio fertile, 1 parte di torba, 1 sabbia. Sono da evitare i terreni pesanti, argillosi, che portano con se due svantaggi: non permettono alle radici di approfondirsi nel terreno specialmente se la pianta è giovane e trattengono troppa acqua che provoca dei ristagni, molto pericolosi per questa specie.
Personalmente consiglio sempre di usare dei vasi di terracotta anche se per questa pianta molti optano per i vasi di plastica (meno costosi e più fori di drenaggio). Ritengo che quelli di terracotta consentono alla terra di respirare e se il foro di drenaggio è stato sistemato in modo da garantire un buon scolo delle acque, bè, direi che è perfetto.
Se la pianta viene piantata all'aperto e avete a che fare con un terreno argilloso, assicuratevi prima dell'impianto di fare uno scavo profondo e di mescolare al terreno della sabbia (circa il 30%) per migliorare il drenaggio e assicurare che il terreno di scaldi rapidamente in primavera. Assicuratevi di sistemarla in una zona protetta, esposta a sud.
Dalla primavera e per tutta l'estate concimare la Passiflora ogni settimana con un concime liquido da diluire nell'acqua di irrigazione diminuendo leggermente le dosi rispetto a quanto riportato sulla confezione.
E' importante non eccedere con l'azoto se si vuole avere una pianta con una bella fioritura. Infatti in questo caso la pianta tenderà più a sviluppare le parti verde che i fiori. Viceversa alte dosi di potassio favoriranno la fioritura. Pertanto sicuramente un buon concime dovrà avere un rapporto azoto, fosforo, potassio 1:1:2 (1 parte di azoto, 1 parte di fosforo e 2 parti di azoto) fino ad arrivare a 1:1:5 secondo molti coltivatori. Oltre a questi elementi il concime deve anche contenere magnesio (Mg), il ferro (Fe), il manganese (Mn), il rame (Cu), lo zinco (Zn), il boro (B), il molibdeno (Mo), tutti importanti per una corretta ed equilibrata crescita della pianta.
Se assicurererete la giusta quantità di luce solare, acqua, concime e temperatura, così come indicato nei rispettivi paragrafi, le fioriture che avrete saranno spettacolari. L'epoca di fioritura è variabile da specie a specie: può fiorire durante tutto l'arco dell'anno se coltivata in zone a clima particolarmente mite.
La pianta può essere potata al momento del rinvaso o comunque in primavera per armonizzare la forma accorciando i fusti a 15-20 cm dalla base e i rami laterali fino a 5-10 cm. Anche nel caso della potatura è importante sterilizzare, possibilmente alla fiamma, le cesoie che si usano soprattutto quando si passa da una pianta a un'altra.
Si moltiplica per talea o per seme.
Nel scegliere la tecnica da adottare occorre tenere presente che la moltiplicazione per seme ha con se lo svantaggio che, subentrando la variabilità genetica, non si è certi che si avranno delle piante uguali alle piante madri, nel qual caso qualora si voglia ottenere una pianta ben precisa o non si è certi della qualità del seme che si sta utilizzando, è bene fare la moltiplicazione per talea.
Le talee possono essere prelevate dai fusti all'inizio della primavera e vanno tagliate immediatamente sotto il nodo in modo che rimangano 2-3 foglie ed eliminando le foglie più basse. Sceglietele da piante robuste e in buona salute. Cercate di non piantare la parte "vuota" del fusto che è di difficile radicazione e tende alla marcescenza. Si raccomanda di tagliare in senso obliquo in quanto ciò permette d'avere una maggiore superficie per la radicazione ed evita l'accumulo di acqua su questa superficie.
Usate una lametta o un coltello affilato per evitare le sfilacciature dei tessuti. Abbiate cura che l'attrezzo che usate per il taglio sia pulito e disinfettato (preferibilmente alla fiamma) per evitare di infettare i tessuti e disinfettatela a ogni taglio. Spolverate la parte tagliata con una polvere rizogena mischiata a un buon fungicida ad ampio spettro (reperibili da un buon vivaista) per favorire la radicazione e prevenire eventuali attacchi fungini. Successivamente si sistemano le talee in una composta formata in parti uguali da torba scura e sabbia grossolana. Fate un buco con una matita e sistematela a una profondità di 1,5-2 cm. Abbiate cura successivamente di compattare delicatamente il terriccio.
La cassetta o il vaso si ricoprono con un foglio di plastica trasparente (o un sacchetto messo a cappuccio) e si colloca all'ombra e a una temperatura intorno ai 21°C avendo cura di tenere il terriccio sempre leggermente umido (annaffiare sempre senza bagnare la piantina in radicazione con acqua a temperatura ambiente e non calcarea). Ogni giorno togliete la plastica, controllate l'umidità del terreno ed eliminate dalla plastica la condensa.
Una volta che iniziano a comparire i primi germogli vuol dire che la talea ha radicato a quel punto si toglie la plastica e si sposta la pianta in una posizione più luminosa (non al sole diretto). Dopo di che fino all'inizio dell'inverno si somministra un concime liquido ogni due settimane poi si sospende e si tiena la pianta a una temperatura di 10-13°C annaffiando moderatamente. All'inizio della primavera, quando le temperature si sono stabilizzate le giovani piantine possono essere trapiantate nel vaso definitivo o all'aperto e trattate come le piante adulte.
Se pensate di utilizzare del seme prodotto dalle vostre Passiflora, non indugiate a metterlo a germinare in quanto non durano a lungo e perdono abbastanza rapidamente la loro capacità germinativa o tendono ad allungare i tempi di germinazione.
Prima di procedere alla semina tenete i semi in ammollo per circa 12 ore in in acqua calda (e lasciare che si raffreddi). Alcuni semi verranno a galla, scartateli perchè sicuramente non sono stati fecondati e utilizzate i rimanenti. I semi vanno quindi seminati in una composta formata da una parte di terriccio fertile e una di sabbia grossolana o perlite o vemiculite e vanno interrati molto poco (2-5 mm). Il vassoio che contiene i semi va tenuto alla luce, in un luogo caldo (l'ideale sarebbe 8 ore a 30°C e 16 ore a 20°C o se questo non è possibile cercate di mantenere la temperatura costante a 26°C). E' fondamentale che il terriccio sia costantemente umido (usate uno spruzzatore per inumidire totalmente il terriccio) fino al momento della germinazione.
Il vassoio va ricoperto con un foglio di plastica trasparente (o con una lastra di vetro) che garantirà una buona temperatura ed eviterà un disseccamento troppo rapido del terriccio. Il foglio di plastica va rimosso ogni giorno per controllare il grado di umidità del terreno e togliere la condensa.
Una volta che i semi hanno germogliato (il tempo è molto variabile, da poche settimane ad alcuni mesi), si toglie il telo di plastica e si sposta la cassetta in una posizione più luminosa (non sole diretto). Tra tutte le piantine nate, sicuramente ci saranno quelle meno vigorose rispetto ad altre. Individuatele ed eliminatele in questo modo garantirete più spazio alle piantine più robuste. Una volta che le piantine saranno sufficientemente grandi da essere manipolate si trapiantano in vasetti singoli. Se devono essere trapiantate all'aperto, aspettate la primavera successiva e fate passare alla pianta il primo inverno in ambiente protetto.
Il tempo che la pianta inizi a produrre i primi fiori è variabilissimo ma sicuramente qualche anno.
Non sono piante particolarmente soggette a malattie. In ogni caso le patologie che si possono riscontrare sono le seguenti:
Questa sintomatologia è da attribuire a scarse irrigazioni.
Rimedi: fate in modo che il terriccio rimanga costantemente umido.
Questa sintomatologia è da attribuire a poca luce.
Rimedi: sistemate la pianta in una posizione più idonea.
Le cocciniglie farinose, fastidiosi insetti molto frequenti nella nostre piante, manifestano i primi sintomi con piccole macchie brune sulle pagine inferiori delle foglie. Per essere sicuri usate una lente di ingrandimento e confrontatele con la foto al lato: si riconoscono molto facilmente. Inoltre se provate a grattarle via, si tolgono senza fatica.
Rimedi: toglietele con un batuffolo di cotone imbevuto di alcool o se la pianta è grande e in vaso, provate a lavarla con un acqua e sapone neutro strofinando delicatamente con una spugna morbida, dopo di che risciacquate la pianta molto bene per eliminare il sapone. Per le piante più grandi e piantate all'aperto, usate degli antiparassitari specifici reperibili da un buon vivaista.
Come primo sintomi notiamo che le foglie iniziano a ingiallire e successivamente si accartocciano, assumendo un aspetto quasi polverulento e successivamente iniziano a cadere. Questi sintimi sono indice della presenza del ragnetto rosso, un acaro molto fastidioso. Se osservate con attenzione noterete anche delle sottili ragnatele, soprattutto nella pagina inferiore delle foglie.
Rimedi: aumentare l'umidità dell'ambiente in quanto questi acari prosperano un ambienti secchi. Se l'infezione è particolarmente grave, usate insetticidi specifici. Se la pianta non è molto grande, potete provare a pulire le foglie per eliminare meccanicamente il parassita usando un batuffolo di cotone bagnato e insaponato. Dopo di che risciacquate bene la pianta per eliminare il sapone residuo.
Se notate dei piccoli insetti mobili di colore bianco-giallastro-verdastro siete quasi sicuramente in presenza di afidi o come comunemente sono chiamati pidocchi. Se li osservate con una lente di ingrandimento e li confrontate con la foto a lato non potete sbagliare.
Rimedi: occorre trattare la pianta con antiparassitari specifici.
Questa pianta fu introdotta in Europa nel 1610 da Emmanuel de Villegas, padre agostiniano che rientrava dal Messico. Era rimasto affascinato da una pianta che produceva un fiore straordinario, che gli indigeni chiamavano granadilla e della quale mangiavano il frutto. Il missionario era rimasto colpito, non dal frutto ma dal fiore in quanto a esso associava la passione e la crocifissione di Gesù Cristo: la corona di filamenti colorati che circonda l'ovario era la corona di spine; i 5 stami, le 5 ferite di Gesù; i 3 stigmi, i 3 chiodi; i 5 petali e i 5 sepali gli apostoli rimasti fedeli a Gesù; l'androginoforo la colonna della flagellazione e i viticci i flagelli mentre le 5 antere le 5 ferite. Appena rientrato in patria fece vedere la pianta a padre Giocomo Bosio, e ne fu talmente affascinato che ne parlò nel suo trattato sulla crocifissione di Nostro Signore, con la prima descrizione del fiore che venne chiamato, passione incarnata.
Fu però Linneo che nel 1753 classificò questa pianta e mantenne il nome Passiflora che deriva appunto dal latino flos passionis «fiore della passione».
Sono state coltivate per tantissimi anni dagli Aztechi e dagli Incas di cui mangiavano i frutti.
Sono diventate molto popolari nell'epoca vittoriana nel Regno Unito fino a passare di moda per poi ritornare in voga ai nostri giorni non solo grazie ai tantissimi ibridi che sono stati creati ma anche perchè sono state scoperte diverse proprietà terapeutiche (P. incarnata) soprattutto come sedativo.
Vedi «Passiflora - Il linguaggio dei fiori e delle piante».