Al genere Dendrobium appartengono specie originarie di tutta l'Asia orientale, dal Pacifico all'Himalaya, Australia e Nuova Zelanda.
E' sicuramente uno dei generi più numeroso della famiglia delle orchidee, comprendendo più di 900 specie che vivono in habitat molto differenti tra loro: a livello del mare e fino a 3500 m di altitudine, alcune in regioni a clima temperato altre dove la temperatura e l'umidità è costante durante tutto l'anno, altre nei climi tropicali. Questo fatto comporta che si hanno Dendrobium con esigenze colturali, forma e dimensioni molto diverse tra loro: abbiamo Dendrobium di dimensioni molto piccole di 3-4 cm e Dendrobium molto grandi lunghi parecchi metri con forme e colori le più diverse che rendono questa specie unica e insostituibile per gli amanti delle orchidee.Considerando che sono piante dagli habitat più diversi è impossibile fare delle generalizzazioni sulle loro tecniche colturali. Per questo motivo alcuni dividono i Dendrobium in sei gruppi e per ciascuno vengono descritti gli ambienti tipici di coltivazione.
Ritroviamo le seguenti specie:
Ritroviamo qui il Dendrobium nobile, sicuramente il più famoso tra le specie di questo gruppo.
Sono tutte piante originarie del sud-est asiatico compreso il Nepal, il Bhutan, l'India nord orientale, la Birmania, il Vietman, il Laos e parte del sud-est della Cina, ad altitudini comprese tra i 200 - 1500 m.A partire da metà autunno (novembre) e fino a metà inverno (febbraio) vanno tenute come piante da serra fredda con temperature intorno ai 10°C, in un luogo molto luminoso (nei loro ambienti naturali la luce è molto più intensa d'inverno che d'estate) e dando pochissima acqua, giusto il tanto da non farla appassire, nessuna concimazione e un'ottima ventilazione. Per la quantità d'acqua da dare ci si può regolare osservando i fusti: se vediamo che iniziano a raggrinzirsi, bisogna dare un po' d'acqua, ma molto poca. Tanto più la temperatura è bassa, tanto minore dovrà essere l'acqua.
Non appena si formano le gemme a fiore, che coincide in genere con la primavera, si può fare qualche annaffiatura sino al termine della fioritura. Quando anche l'ultimo fiore sarà caduto, sospendere nuovamente le irrigazioni fino a quando non inizieranno a spuntare le radici dai nuovi getti. A quel punto la pianta va riportata in una zona con temperature più alte e si riprende a irrigare e concimare regolarmente. In questo periodo possono anche essere portate all'aperto. In questo periodo la luce non deve essere troppo intensa.
Per tutta la primavera e fino a metà estate (agosto) le concimazioni devono avere un alto tasso di Azoto nella dose di 1/2 gr/l una volta alla settimana.Questo gruppo, così come il primo ha la particolarità di perdere le foglie durante il periodo secco e di bassa temperatura che in natura coincide con l'inverno. In questo periodo infatti, non essendoci acqua e temperature sufficienti per crescere la pianta entra in riposo vegetativo, perde le foglie e quindi risparmia le sue riserve nutritive e vive con le riserve accumulate nei pseudobulbi. Con l'arrivo del caldo e della pioggia ripristina molto velocemente le sue riserve e si prepara alla riproduzione cioè alla fioritura e alla produzione del seme (non dimentichiamo mai che le piante fioriscono per la propagazione della specie).
Le specie appartenenti a questo gruppo si allevano come quelle del primo gruppo con la sola differenza che le temperature sono costanti tutto l'anno. La notte intorno ai 12-14°C.
Il riposo vegetativo deve essere assicurato a partire dall'autunno e per tutto l'inverno, quando le irrigazioni saranno gradatamente ridotte e alla fine si annaffierà il tanto da non farla appassire e si sospenderanno del tutto le concimazioni. Quando inizieranno a comparire i boccioli fiorali e saranno ben sviluppati, che coincide con la primavera, si riprendono gradatamente le irrigazioni fino a quando non si vedrà che la pianta si è risvegliata del tutto producendo nuove radici a quel punto si può riprendere ad annaffiare regolarmente e anche a concimare. Durante questo periodo, primavera ed estate, hanno necessità di molta luce e molta aria.
Il riposo vegetativo è fondamentale per avere l'induzione a fiore.
Ritroviamo le seguenti specie:
Questi Dendrobium, al contrario di quelli appartenenti agli altri due gruppi, non devono essere lasciati asciutti in alcun periodo dell'anno.
Durante l'autunno e l'inverno le irrigazioni vanno diminuite ma non sospese e devono essere sistemati in un luogo fresco con temperature notturne intorno ai 10- 12°C.
In primavera si aumentano gradatamente le irrigazioni e si concima generosamente e le piante si spostano in ambienti più caldi e luminosi e possono essere tranquillamente coltivati come la Cattleya.
Ritroviamo le seguenti specie:
Per questi Dendrobium le temperature notturne invernali si aggirano intorno ai 12°C mentre d'estate le temperature notturne devono essere intorno ai 15-16°C. Non sopportano temperature troppo alte o troppo basse.
Anche per questo gruppo di Dendrobium, deve essere previsto un periodo di riposo di circa tre settimane con scarsissime annaffiature e nessuna concimazione. Come iniziano a formarsi i nuovi germogli si riprendono gradatamente le annaffiature e le concimazioni ricordandosi di lasciare sempre asciugare il substrato tra un'annaffiatura e un'altra.
Ritroviamo le seguenti specie:
Le orchidee appartenenti a questo gruppo non amano le condizioni estreme infatti gradiscono temperatura e umidità non troppo elevate. Hanno necessità di molta luce e una buona ventilazione. Le annaffiature e le concimazioni devono essere regolari durante tutto l'arco dell'anno, al limite si riducono leggermente durante il periodo invernale.
Se in queste circostanza le gemme non fioriscono o cadono prematuramente, bisogna regolare meglio la temperatura notturna aumentandola leggermente.
Ritroviamo le seguenti specie:
Questo gruppo comprende orchidee molto popolari infatti in commercio si trovano numerosissimi ibridi soprattutto di Dendrobium Phalaenopsis e di Dendrobium biggibum.
Sono piante originarie delle zone tropicali del sud est dell'Australia pertanto sono piante che provengono da zone dove le estati sono calde, molto umide e bagnate mentre gli inverni piuttosto asciutti. Questo inquadramento è importante per capire come allevarle. Infatti sono piante da serra calda.
Per prima cosa bisogna tenere presente che non vanno in riposo vegetativo pertanto vanno annaffiate durante tutto l'anno.
In primavera - estate, che coincide con la fase di crescita attiva vanno annaffiate generosamente e vanno concimate regolarmente usando 1/2 gr/l una volta alla settimana con un titolo alto in Azoto. Le temperature notturne estive devono essere intorno ai 22-25°C e di giorno 28-30°C. In questo periodo vanno nebulizzate regolarmente per cercare di tenere un tasso di umidità intorno al 60-70%. Durante la bella stagione possono essere esposte alla luce solare diretta solo nelle prime ore del mattino ma schermate per il resto del giorno.
Dopo la fioritura le annaffiature vanno ridotte fino alla nuova formazione degli steli fiorali.
Dalla fine dell'estate e fino all'autunno, si usa un concime con più alto titolo di Fosforo e Potassio sempre alla dose di 1/2 gr/l una volta alla settimana.
Dall'autunno e durante l'inverno le annaffiature vanno gradatamente diminuite lasciando quasi asciugare il substrato tra una annaffiatura e un'altra. Bisogna fare molta attenzione a non lasciare raggrinzire troppo i pseudobulbi in quanto la successiva ripresa è abbastanza lenta. Durante questo periodo le concimazioni vanno sospese o perlomeno sensibilmente ridotte in concomitanza con la riduzione delle irrigazioni. Le nebulizzazioni vanno fatte in modo da mantenere l'umidità relativa intorno al 60-70%. Nei loro ambienti naturali la luce è molto più intensa d'inverno che d'estate pertanto assicurarsi che durante la stagione invernale possano ricevere molta più luce che d'estate. Le temperature d'inverno di notte intorno ai 12-14°C e di giorno 15-18°C.
Durante tutto l'anno è importante assicurare un'ottima ventilazione.
Il rinvaso si effettua dopo la fioritura o quando la pianta inizia la ripresa vegetativa alla fine dell'inverno - inizio primavera. Essendo piante epifite possono tranquillamente essere allevate su cortecce di sughero. Ovviamente in queste condizioni le annaffiature e le nebulizzazioni devono essere giornaliere, soprattutto d'estate. Se coltivate in vaso, bisogna avere l'accortezza di usare dei vasi di piccole dimensioni infatti non amano i grandi vasi. Quelli che all'apparenza possono sembrare troppo piccoli per la pianta, di solito vanno benissimo. Inoltre è importante che abbiano un adeguato numero di fori di drenaggio in quanto non amano in alcun modo i ristagni idrici. Come substrato pezzi di sughero e corteccia d'abete vanno bene. Di solito il rinvaso si effettua quando le piante sono diventate troppo grandi per il vaso. Se si decide di dividere la pianta, ricordarsi di lasciare almeno tre pseudobulbi per pianta.
In quasi tutti i Dendrobium appartenenti a questo genere i fiori compaiono nella parte terminale dello stelo fiorale in numero variabile da 5 a 20 e durano da uno a tre mesi.
Una volta che i fiori si sono seccati è preferibile non tagliare lo stelo ma lasciarlo seccare naturalmente. Infatti da quello stelo possono nascere dei nuovi rami laterali, oppure può rifiorire, oppure può nascere un keiki che altro non è che una nuova piantina che una volta sufficientemente grande, può essere staccata dalla pianta madre ed essere rinvasata autonomamente.
Esistono delle diversità colturali all'interno del gruppo tra il Dendrobium phalaenopsis
e il Dendrobium bigibbum, che spesso vengono considerate un'unica specie
anche se non lo sono. Il Dendrobium bigibbum è originario di zone molto
più vicine all'equatore e pertanto richiede temperature più alte rispetto al Dendrobium
phalaenopsis, specialmente d'inverno. Anche morfologicamente sono diversi
tra loro: il Dendrobium bigibbum ha i fiori più piccoli e con il labello
più grande e arrotondato rispetto al Dendrobium phalaenopsis.
Bisogna annaffiare al mattino, per consentire alle foglie di asciugarsi prima del sopraggiungere della notte ed evitare in questo modo l'insorgenza di pericolose malattie. Bisogna stare attenti a che l'acqua non ristagni tra gli interstizi delle foglie.
Mantenere un ambiente umido intorno alla pianta è fondamentale. Ora, nelle nostre case non sempre è semplice riuscire a simulare un angolo di foresta tropicale. Per riuscire ad avvicinarsi a questo possiamo posare il vaso che contiene la pianta su un sottovaso (o altro recipiente) nel quale avrete sistemato dell'argilla espansa o della ghiaia nel quale terrete sempre un po' d'acqua. In questo modo le radici dell'Orchidea non entreranno a contatto con l'acqua che evaporando garantirà un ambiente umido intorno a essa così come spruzzare una volta al giorno le foglie.
Come tutte le orchidee poiché per lo più si trovano su di un materiale inerte, gli elementi nutritivi devono essere apportati con la concimazione.
I concimi vanno sciolti nell'acqua di irrigazione possibilmente non di rubinetto.Prima di procedere al rinvaso l'Orchidea va bagnata per bene per rendere le radici più elastiche ed evitare quindi le rotture. Le radici vanno ripulite di tutto il materiale che le rimane attaccato e quelle morte vanno asportate con delle lame o cesoie che avrete prima disinfettato per bene con alcool o varechina, meglio se alla fiamma.
Procedete con grande cautela e cercate di disturbare il meno possibile le radici e attenzione a eliminare solo quelle morte. Ogni superficie di taglio va trattata con polveri fungicide ad ampio spettro che troverete da un buon vivaista.Per quanto riguarda le malattie del Dendrobium si rimanda al capitolo: «Malattie e cure delle orchidee».
Il nome Dendrobium è stato assegnato da Olaf Swartz nel 1799 che all'epoca annoverò in questo genere solo 19 specie.
Un ibridatore storico del Dendrobium nobile è Jiro Yamamoto un giapponese che lavora alle Hawaii con i famosi ibridi Yamamoto apprezzati per gli stupendi colori dei suoi fiori.
Il Dendrobium phalenopsis o Orchid di Cooktown è l'emblema floreale del Queensland (Australia) dal 1959 ed è stato inserito nel francobollo da 25 centesimi dell'Australia pubblicato il 10 luglio 1968, progettato dal R. e dal P. Warner e in quello da 1,20 $, sempre australiano progettato da Cathleen Cram con le illustrazioni dall'artista Clare Kaegi.
Che il Dendrobium sia una tra le orchidee più conosciute e apprezzate lo
dimostra anche il fatto che... bè guardate cosa un simpatico orafo ha realizzato.
Vedi: «Le orchidee - Il linguaggio dei fiori e delle piante».