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Gerbera

Il genere Gerbera comprende piante erbacee molto apprezzate per i loro fiori molto colorati e durevoli che sono molto utilizzati anche come fiore reciso.

Gerbera, coltivazione
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IN QUESTO ARTICOLO PARLEREMO DI:

CLASSIFICAZIONE BOTANICA E ORIGINE DELLA PIANTA

Con classificazione botanica si intende l'identificazione delle specie vegetali per conoscere le sue caratteristiche, importanti per capire la diversità degli organismi viventi. In pratica è dare un "nome e un cognome" certo e univoco in questo caso, a una pianta, tramite l'uso di termini standardizzati derivanti dal latino o dal greco. Chi ebbe la geniale idea di fare questo studio fu il naturalista svedese Carlo Linneo nel 1753. Vediamo pertanto a seguire la classificazione botanica della Gerbera:

Regno
:
Plantae

Clado
: Angiosperme
Clado
: Eudicotiledoni
Clado
: Asteride
Ordine
:
Asterales

Famiglia
:
Asteraceae (Compositae)

Subfamiglia
:
Cichorioideae

Tribù
:
Mutisieae

Genere
:
Gerbera

Specie
: vedere il paragrafo «Principali specie»

Il genere Gerbera comprende numerose specie originarie del sud Africa, in particolare degli altopiani del Trasnvaal e del Natal, crescendo a una altitudine di 1100 m s.l.m. Il suo paese natale è caratterizzato da precipitazioni medie annue di 650 mm (all'incirca come quelle italiane) e da temperature che si aggirano intorno ai 16-20°C. Vive in zone ombreggiate, al riparo degli alberi quindi non si trova mai alla luce diretta del sole.

CARATTERISTICHE GENERALI DELLA PIANTA

Il genere comprende piante erbacee molto apprezzate per i loro fiori colorati e durevoli, molto utilizzati anche come fiore reciso.

Foglia e gambo fiorale in primo piano

La pianta è caratterizzata da un rizoma dal quale si sviluppano le radici che si spingono anche fino a un metro di profondità. Dallo stesso rizoma si sviluppano le foglie che da giovani sono rotondeggianti e con la maturità diventano grandi, lanceolate e profondamente lobate e al tatto risultano setose (simili a quelle del ).

Fiore di gerbera gialla in primo piano

I fiori sono portati da lunghi steli che terminano con una infiorescenza a capolino che porta i fiori veri e propri così disposti: fiori femminili a forma di petalo (fiori ligulati) più esterni e variamente colorati, fiori ermafroditi con funzionalità femminile e fiori ermafroditi con funzionalità maschile che costituiscono il disco, la parte centrale del capolino. Il colore del fiore è dato dai fiori ligulati che possono essere bianchi, rossi, gialli, rosa, viola con varie sfumature a seconda della specie e della varietà. La parte centrale, il disco, di solito ha colore chiaro, sul giallo, ma esistono varietà con disco nero. Esistono poi gerbere a fiori semplici o gerbere a fiori doppi.

Il seme è un achenio con striature longitudinali che termina con un pappo.

PRINCIPALI SPECIE COLTIVATE A SCOPO ORNAMENTALE

Esistono un centinaio di specie tra le quali la più diffusa e commercializzata è:

GERBERA JAMENSONII

La Gerbera jamesonii è conosciuta anche come margherita del Transvaal perchè proviene dalla regione del Transvaal del Sudafrica. Presenta foglie lobate, provviste di una fitta peluria sulla pagina inferiore e disposte a rosetta.

Mazzo di gerbere bianche

A partire dal mese di maggio e per tutta l'estate compaiono dei lunghi steli fiorali alla cui sommità si formano i fiori, semplici o doppi, i cui petali sono molto colorati. Possiamo infatti ritrovare varietà di colore bianco, rosso, giallo, arancio e rosa.

Gerbera jamesonii a fiori doppi
Gerbera jamesonii a fiori doppi
Gerbera jamesonii fiori semplici
Gerbera jamesonii a fiori semplici

COME COLTIVARE LA PIANTA

La Gerbera non è una pianta particolarmente esigente, si adatta infatti abbastanza bene alle diverse situazioni pedo-climatiche. Può essere coltivata all'aperto là dove le temperature non siano troppo rigide durante il periodo invernale.

ESPOSIZIONE E LUCE

Le gerbere vanno poste in luoghi molto luminosi, ma non al sole diretto e molto ben aerati. Nel suo paese d'origine è infatti una pianta che cresce con la luce soffusa tra le rocce e gli alberi. Mai in pieno campo.

Non amano le correnti di aria fredda.

TEMPERATURA DI COLTIVAZIONE

Le temperature ottimali notturne sono intorno ai 15°C mentre quella diurna è di 20-25°C. Tollerano molto bene le alte temperature estive purchè il terreno abbia un giusto grado di umidità. Durante il periodo invernale è importante che le temperature non scendano sotto i 5°C.

E' molto importante la temperatura del terreno il cui valore ottimale è di circa 16-20°C. Infatti una buona temperatura del terreno stimola la formazione di un buon apparato radicale con la formazione di numerosi peli radicali e a loro volta le radici stimolano la produzione di foglie e quindi dei fiori (la pianta deve avere emesso almeno 10-15 foglie perchè vada a fiore). Se la temperatura del terreno è bassa il capolino rimane piccolo, lo stelo corto e quindi la fioritura modesta. Infatti con una temperatura del terreno di 8-10°C la pianta smette di crescere. Non muore ma rimane in stato vegetativo e in questo stato può sopportare anche temperature del terreno di 0°C.

ANNAFFIATURA E UMIDITÀ AMBIENTALE

Si annaffia regolarmente in modo che il terreno rimanga sempre umido, non fradicio, in maniera regolare da maggio fino a ottobre. Una irrigazione costante è fondamentale specialmente quando la pianta è in fiore.

Attenzione ai ristagni idrici che non sono in alcun modo tollerati.

TIPO DI TERRENO DA USARE E COME RINVASARE

Preferiscono dei terreni ricchi di sostanza organica, leggeri, che favoriscano il rapido sgrondo delle acqua in eccesso e va fatto in primavera.

Attenzione al momento del rinvaso a non interrare il colletto della pianta per evitare l'insorgenza di malattie fungine.

CONCIMAZIONE

Per concimare si usa un fertilizzante liquido opportunamente diluito nell'acqua d'irrigazione ogni 15 gg dal momento in cui iniziano a formarsi i germogli e per tutta la fioritura. Usate un concime che abbia un titolo più elevato in potassio e fosforo in quanto favoriscono la fioritura. Pertanto, quando comprate un concime, accertatevi che oltre ad avere azoto, fosforo e potassio e che tra questi il potassio e il fosforo siano in maggiore quantità che abbia anche i microelementi, vale a dire quei composti di cui la pianta ha bisogno in minima quantità (ma ne ha pur sempre bisogno) quali il magnesio (Mg), il ferro (Fe), il manganese (Mn), il rame (Cu), lo zinco (Zn), il boro (B), il molibdeno (Mo), tutti importanti per una corretta ed equilibrata crescita della pianta.

Fare molta attenzione alla quantità di azoto che viene apportata in quanto se elevata, favorirà un maggiore sviluppo delle foglie a discapito dei fiori. In pratica, se si desidera avere un maggior numero di fiori, è bene utilizzare delle dosi dimezzate di azoto rispetto al fosforo e al potassio.

FIORITURA

Nella maggior parte delle specie la fioritura si ha con l'inizio della primavera fino all'autunno inoltrato.

Mazzo di fiori di gerbere colorate

COME POTARE LA PIANTA

E' una pianta che normalmente non si pota, si asportano semplicemente le foglie e i fiori che via via seccano, eliminandoli alla base del picciolo perchè i monconi dei piccioli lasciati sulla pianta, sono fonte di attacchi fungini (Botrytis spp.). Inoltre eliminando le foglie vecchie si assicura una migliore circolazione dell'aria e il passaggio della luce.

Usate sempre attrezzi puliti e disinfettati (alla fiamma o con varechina o con alcool) per evitare di infettare i tessuti.

MOLTIPLICAZIONE

Le Gerbera si moltiplicano per seme, per divisione della pianta o per microtalea.

Nel scegliere la tecnica di propagazione della pianta occorre che teniate presente le seguenti considerazioni:
  1. la moltiplicazione per seme ha con se lo svantaggio che, subentrando la variabilità genetica, non sarete sicuri di avere una gerbera uguale alla piante madre, pertanto qualora desiderate avere un esemplare preciso è bene non utilizzare questa tecnica;
  2. la moltiplicazione per divisione del cespo non è molto usata nella pratica vivaistica perchè dà origine a poche piante e non dà la certezza che il prodotto ottenuto sia sano;
  3. la moltiplicazione per microtalea non è adatta a essere effettuata in ambiente domestico.

In ogni caso, qualora vogliate provare a moltiplicarla, vi indichiamo come fare.

MOLTIPLICAZIONE PER SEMI

Se si prevede di fare la semina in vaso o in semenzaio, i semi vanno seminati all'inizio della primavera (marzo) in una composta formata da torba e sabbia in parti uguali. Dato che i semi sono piccoli interrateli spingendoli sotto il terreno usando un pezzo di legno piatto oppure versate sopra del nuovo terriccio.

Sistemate il vassoio con i semi all'ombra, a una temperatura intorno ai 20-25°C e mantenete il terreno costantemente umido (usate uno spruzzatore per inumidirlo) fino al momento della germinazione.

Moltiplicazione per seme: 
disposizione dei semi nel terreno
Moltiplicazione per seme: uso di un nebulizzatore per inumidire il terreno
Moltiplicazione per seme: uso di un foglio di plastica trasparente per evitare che il terreno si secchi troppo rapidamente e per mantenere una umidità costante

Il vassoio va ricoperto con un foglio di plastica trasparente o con una lastra di vetro per assicurare una buona temperatura ed evitare un disseccamento troppo rapido del terreno. Rimuovete il foglio di plastica ogni giorno per controllare l'umidità del terriccio e togliere la condensa dalla plastica.

Una volta che i semi hanno germogliato (in genere dopo 2 settimane), si toglie il telo di plastica e si sposta la cassetta in una posizione più luminosa (non sole diretto).

Eliminate le piantine meno vigorose per garantire più spazio a quelle più robuste. Una volta che le piantine saranno sufficientemente grandi da essere manipolate si trapiantano in vasi singoli come se fossero piante adulte e si sistemano al riparo della luce diretta del sole fino a quando non saranno cresciute.

Se si fa il trapianto all'aperto delle piantine fatte crescere in semenzaio, il trapianto va fatto a giugno con una densità di 6/8 piante/m2.

MOLTIPLICAZIONE PER DIVISIONE DEL CESPO

In primavera una pianta viene mandata a riposo sospendendo le irrigazioni. Quindi con un coltello si divide il rizoma in diverse porzioni ciascuna provvista di almeno quattro foglie. Quindi si spolverano le superfici di taglio con un fungicida ad ampio spettro, si ripuliscono e accorciano le radici in modo da poterli mettere in vasi singoli.

PARASSITI E MALATTIE E COME CURARLI

La pianta appare avvizzita

Se osservate questa sintomatologia vuol dire che è stata annaffiata poco.
Rimedi: se il terreno appare secco immergete la pianta con tutto il vaso in acqua tiepida per circa mezz'ora dopo di che lasciate sgrondare tutta l'acqua in eccesso. Per il futuro regolate meglio le irrigazioni.

La pianta appare collassata, con un portamento aperto

Se osservate questa sintomatologia dove anche i piccioli fogliari perdono turgore e si adagiano sul terreno lasciando la parte centrale come vuota, siete in presenza di un attacco di Phytophtora spp. un fungo molto dannoso. Infatti se osservate bene troverete nella parte basale dei piccioli e degli steli fiorali una necrosi, degli imbrunimenti con tessuti in fase degenerativa. Le cause che provocano questo attacco sono dovute a un ambiente troppo umido ed eccessive irrigazioni.
Rimedi: la lotta è innanzitutto preventiva adottando le pratiche colturali atte a mantenere un ambiente asciutto intorno alla pianta in quanto il fungo è favorito dall'alta umidità. E' importante mantenere le piante distanziate tra loro in modo da favorire una buona circolazione dell'aria. Se l'attacco è particolarmente avanzato, utilizzare degli antiparassitari specifici antiperonosporici reperibili da un buon vivaista.

Presenza di una patina biancastra su tutte le parti verdi

Questo sintomo è indice della probabile presenza del cosiddetto mal bianco causato da diverse specie di funghi, che si manifesta inizialmente con una muffa biancastra. In conseguenza dell'attacco le foglie ingialliscono e cadono.

Mal bianco causato da diverse specie di funghi

Rimedi: se presa in tempo la malattia non è letale ed è sufficiente eliminare le parti colpite. Se l'attacco però è particolarmente grave, utilizzare degli antiparassitari specifici.

Presenza di piccoli insetti sulla pianta

Piccoli insetti mobili di colore bianco, giallino o verde sono sicuramente afidi o come comunemente sono chiamati .

Afidi delle piante

Rimedi: occorre intervenire subito con antiparassitari specifici.

CURIOSITÀ SULLA PIANTA

La gerbera fu introdotta in Italia da un floricolture tedesco intorno al 1925-1930. Queste prime piante importate avevano però i fiori molto piccoli e non avevano avuto infatti grande successo. Solo nel 1950 iniziò a diffondersi in quanto furono introdotte nuove cultivar a capolino grande dalla Francia, dall'Olanda e dalla Germania.

ETIMOLOGIA DEL NOME GERBERA

Fu l'olandese Jan Frederic Gronovius nel 1735, che chiamò il genere Gerbera in onore del medico e botanico tedesco Traugott Gerber (1710 - 1743) che fu sistematizzato successivamente da Carlo Linneo el 1738. Non si sanno i motivi per i quali questo genere (è uno dei fiori recisi più importanti al mondo) gli fu dedicato e non si sa molto sulla vita di quest'uomo.

LA GERBERA VISTA CON GLI OCCHI DI UN'ARTISTA

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