PARLIAMO DEI VECCHI SITI GEOLOGICI PER CONSERVARNE LA MEMORIA
Le tagghjate
Proposta di progetto di intervento di valorizzazione-promozione turistica del bene culturale e ambientale costituito dal complesso di cave di tufo dismesse denominato col termine dialettale di "Tagghjate", situato nel territorio di San Giorgio Jonico (Taranto), a valle del versante ovest del Monte Belvedere estendentesi lungo la S.P. nr.109 San Giorgio Jonico-Pulsano.
OGGETTO: Operatore artistico Prof. Giovanni CARAFA.
Proposta di "progetto" di intervento di valorizzazione-promozione turistica del
bene culturale e ambientale costituito dal complesso di cave di tufo dismesse
denominato col termine dialettale di "Tagghjate", situato nel territorio di San
Giorgio Jonico (Taranto), a valle del versante ovest del Monte Belvedere
estendentesi lungo la S.P. nr.109 San Giorgio Jonico-Pulsano.
Il
sottoscritto Operatore artistico prof. CARAFA Giovanni, nato a San Giorgio
Jonico (Taranto) il (...)/1956, residente e domiciliato in Oristano alla Via
(...) (Vedasi, "Scheda biografica" allegata)
PROPONE
IL SEGUENTE PROGETTO
PREMESSA
Le evidenze
La comunità di San Giorgio Jonico (provincia di Taranto) da
remota memoria conserva sul suo territorio una indelebile traccia d'identità
storico-economico-sociale costituita dalle cave in oggetto derivanti
dall'intensa attività estrattiva di conci tufacei a suo tempo destinati
principalmente a sopperire alle esigenze edili di espansione del vicino
capoluogo.
La consegna storica
La dismissione delle dette cave in oggetto, alla
fine degli anni '50 del secolo scorso le ha man mano sempre più connotate di una
suggestiva e pregnante testimonianza storica di una cultura materiale
(archeologia protoindustriale) acquistante, ora, anche una evidente valenza
estetico-paesaggistica e naturalistica nella coalescenza venutasi a creare tra
gli arditi aspetti propriamente tecnico-formali (di artificio) e quelli di
natura (parziale riappropriazione da parte di una rigogliosa vegetazione
spontanea). Proprio perchè dismesse, così come sono state consegnate alla nostra
attuale coscienza, le Tagghjate (questo il generico gergo indicante quella
particolare area del territorio sangiorgese in cui si registra una sistematica e
marcata presenza di tale attività estrattiva) oggi non assolvendo più
all'originaria funzione si prestano ai più disparati territori interpretativi
non anche a quello immaginifico, nelle sue variegate significazioni simboliche e
forse anche mitiche. Quindi, lettura estetica del paesaggio, quest'ultimo inteso
nella sua più estesa corretta accezione plurisignica propria della maturata
coscienza contemporanea.
Tagghjate: Ante (incisione)
Le Testimonianze di interesse
Le testimonianze di
interesse artistico e culturale rivolte alle Tagghjate sangiorgesi da parte di
varie eminenti e sensibili personalità hanno visto nell'opera pittorica ed
incisoria matura degli anni '60 e '70 dell'artista grottagliese Emanuele De
Giorgio (che pare risulti essere spesso appositamente venuto nel nostro
territorio per dipingere en plein air le dette cave) un vero e proprio segno
d'identità sociale che da realtà locale ha assunto via via connotazioni di un
leitmotiv di un'onnipresente specifico habitat regionale sapientemente divenuto
nelle mani del Nostro espressione fedele di un fermento sincero, autentico e di
alto spessore valoriale della situazione culturale meridionale dell'epoca. La
rigorosa giovanile formazione urbinate dell'artista, il suo ivi contatto con
personalità dell'arte e della cultura giammai interrotto, personalità che in
seguito si riveleranno un humus vitale nel panorama artistico nazionale, fornirà
un valido significativo "specifico" contributo anche al processo di
sprovincializzazione dell'arte di terra jonica (1), se non del più generale
tessuto del sud Italia. Solamente il suo caparbio amorevole e irrefrenabile
attaccamento alle proprie origini, al proprio territorio, il suo ivi permanere
stabilmente, ha frenato la possibilità che la propria opera assurgesse anche ad
opportunità altre di notorietà nazionale.
Tagghjate: Antro Grotta Mitragliata (particolare)
L'iniziativa personale e gli intenti
Specificatamente alla tematica valoriale del patrimonio Tagghjate l'interesse
artistico-culturale del sottoscritto-proponente annovera, documentato (Vedasi,
scheda "Curriculum tematico" allegata), un percorso attentivo e operativo senza
soluzione di continuità a decorrere dalla seconda metà degli anni '80 fino al
successivo '92. Dopo un'iderogabile intermezzo di vita, ma non alienazione dallo
spirito che ha sempre caparbiamente sorretto con amore l'attenzione verso le
Nostre, l'attività di ricerca, riflessione, sollecitazione e divulgazione, anche
se in forma inizialmente indiretta, è, poi, ripresa, a partire dalla seconda
metà di questo decennio appena trascorso, per riproporsi in prima persona
nell'intervento ultimo, ma non esautivo, cui alla nota di riflessione
"Metamorfosi dell'immaginario delle rovine dal parco delle Tagghjate al
comprensorio del Belvedere" del 29 giugno u.s. partecipata agli ill.mi sigg.
Sindaci di San Giorgio Jonico, Roccaforzata e Faggiano nonchè agli Enti
Associativi che istituzionalmente più direttamente operano in termini di
promozione del comprensorio territoriale (GAL - Colline Joniche, Unione di
Comuni di Montedoro), quindi, agli organi di informazione sociale (stampa).
Questa lunga estensione temporale di divulgazione e sollecitazione rivolta per
lo più alle specifiche istanze d'identità e qualità della vita associativa
proprie dell'attuale comunita sangiorgese sul portato valoriale del suo
territorio, segnatamente delle Tagghjate e auspicabilmente anche nelle più
estese considerazioni sul Monte Belvedere (nella sua accezione di
"comprensorio"), potendosi ora ritenere didascalicamente accettabilmente aver
assolto agli iniziali intenti spontaneistici di suggestione, sentimento e stati
d'animo come modalità di approccio conoscitivo alla specifica problematica -
senza nulla togliere ad ulteriori possibili qualificati interventi
interpretativi di lettura scientifica multidisciplinare in termini di paesaggio
"(innanzitutto configurabile) come dato geo-antropologico, come realtà
socio-urbanistica, come coscienza ecologica, come motivo pedagogico,(che) si
carica, cioè, di connotazioni culturali" (2) – urge, ora, un "atto" di forte
amministrazione politica da parte dell'ente locale istituzionalmente più
direttamente coinvolto e delle Associazioni delle diverse categorie sociali,
professionali e imprenditoriali anche private aventi tra i propri fondamenti
statutari, istituzionali, la promozione del territorio. Un atto che "anche se
pur minimo", deve, comunque, connotarsi di estrema concretezza e fiducia
nell'azione di valorizzazione e tutela del territorio.
Tagghjate: Dilavaggi (particolare)
E' questo l'intento della
presente proposta di progetto.
Bisogna scongiurare l'oblio della memoria
identitaria della comunità sangiorgese, ma ciò sarà possibile solamente con
l'espressione tangibile di un reale atto di volontà inteso al recupero,
valorizzazione, tutela e fruizione anche del proprio patrimonio
estetico-culturale-ambientale qui testimoniato dalle Tagghjate.
Dunque, non
faraonici intenti progettuali difficilmente realizzabili, vista anche l'attuale
particolare congiuntura economico-finanziaria di lungo raggio. Però, è bene
rammentarlo, di finalità a lungo termine (comprensorio) bisognerà comunque
parlare perchè ogni intervento sul territorio possa risultare condiviso dalle
popolazioni locali ed essere progettualmente strutturalmente, corente ed
unitario. Pur nell'ambito di una possibile progettualità condivisa tra diversi
soggetti, l'ente locale dovrà attendere, sovrintendere a funzioni di garante del
mantenimento delle istanze sociali proprie delle comunità interessate.
Lo scarto
semantico
In riferimento alle amate Tagghjate, ancora, da qualche tempo
purtroppo è anche dato riscontrare un malcostume, un vezzo nella diffusione di
testi scritti e materiale iconico (fotografico) ad iniziativa
spontaneistico-privata, un fare avallato principalmente dalle estese possibilità
offerte dal circuito della comunicazione web. Vengono fornite descrizioni
estemporanee, non del tutto esatte e, comunque, a contenuto largamente
nostalgico, disinformando l'ignaro destinatario, distraendolo in futili
edonismi, facendogli perdere il vero portato culturale di tale patrimonio.
E' di
tutto questo - ed di altro ancora che per il momento può pure essere omesso
perchè ritenuto non di stretta immediatezza – che ora più che mai urge farsi
interpreti attivi.
L'imput progettuale: le iniziative istituzionali territoriali
regionali
Da qualche anno la Regione Puglia (mediante il programma promosso
dall'Assessorato regionale al Mediterraneo, Cultura, Turismo e organizzato da
Puglia Promozione, l'Agenzia regionale del Turismo) ha attivato la cura di
iniziative a favore della promozione del proprio territorio. In particolare
nella stagione estiva la vocazione turistica regionale è esaltata da un'intensa
salutare concorrenza tra Enti locali, Associazioni, ecc.. Sorge spontaneamente
una domanda "... e, perchè no, se anche la nostra amata Sangiorgio possa
proporsi col suo abito migliore (le Tagghjate) a concorrere nella fruizione dei
benefici offerti-derivanti dal circuito istituzionale delle iniziative regionale
denomiate OPEN DAY". Un'operazione, questa, di estrema concretezza progettuale
che per Sangiorgio non avrebbe nulla da invidiare ad altre realtà territoriali
regionali di già consolidata e provata efficienza organizzativa e
conoscenza-trasmissione di contenuti etnici, naturalistici e culturali. L'OPEN
DAY - tutte iniziative notturne, gratuite, guidate e aperte al pubblico - al
giovedì prevede proposte del territorio locale afferenti l'etnogastronomia; al
venerdi visite d'accesso ai siti di particolare pregio naturalistico e
paesaggistico e, finalmente, al sabato, il tutto dedicato ad un fitto calendario
di "visite" alla scoperta di particolari beni culturali solitamente non
immediatamente disponibili.