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Papavero da oppio
(Papaver somniferum)

Il papavero da oppio è una pianta allucinogena dalla quale si ricava l'oppio e da esso diversi allucinogeni quali principalmente la morfina e l'eroina.

Papavero da oppio
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Questo articolo contiene informazioni che possono generare situazioni di pericolo e di danno in quanto tratta di sostanze allucinogene. I dati presenti hanno solo un fine informativo, non esortativo e in alcun caso medico.

IN QUESTO ARTICOLO PARLEREMO DI:

CLASSIFICAZIONE BOTANICA E ORIGINE DELLA PIANTA

Il genere Papaver che comprende la specie Papaver somniferum appartiene alla famiglia delle Papaveraceae e all'ordine delle Malvales ed è originario della Turchia anche se oramai è una specie diffusa in tutto il mondo nelle zone a clima temperato.

CARATTERISTICHE GENERALI DELLA PIANTA

Il Papaver somniferum, conosciuto come papavero da oppio, è una pianta erbacea, a ciclo annuale La radice è un fittone. Il fusto è diritto, poco ramificato e non supera il metro e mezzo di altezza. Le foglie sono semplici, isolate, prive di stipole, divise o laciniate. I fiori sono terminali, isolati, ermafroditi che però hanno la particolarità (come tutte le Papaveraceae) di essere sprovviste di nettare per cui l'impollinazione è di tipo entomogamo vale a dire che avviene per mezzo di insetti pronubi pollinofagi che vengono attirati dai colori vivaci dei fiori e non dal nettare. I fiori sono grandi fino a 10 cm di diametro e formati da due sepali che cadono quando i petali si schiudono staccandosi dalla base e da quattro petali con colori che variano dal bianco, al rosato, al lillà, al rossastro con una macchia violacea alla base nella varietà album.

Papavero da oppio, Papaver somniferum

I frutti del papavero sono delle capsule dove i semi cadono solo in seguito a forti scosse di vento perchè i pori sono posti nella parte superiore della capsula che non si piega a maturazione.La forma è generalmente emisferica, depressa nella parte superiore.

Le pareti delle capsule sono ricche di latice che nel Papaver somniferum è bianco e contiene numerosi alcaloidi dai quali si ottiene l'oppio.

I semi sono numerosi e privi di alcaloidi.

Capsula, ovvero il frutto del papavero da oppio
Semi del papavero da oppio

La varietà che viene utilizzata per estrarre l'oppio è il papavero bianco (Papaver somniferum var. album Mill.) mentre le altre varietà a semi scuri, sono coltivate per i semi o come piante ornamentali.

Le varietà che ritroviamo spontanee in Italia sono principalmente il Papaver somniferum var. setigerum e il Papaver rhoeas (conosciuto come rosolaccio) entrambi con basse percentuali di alcaloidi.

Papaver rhoeas, conosciuto come rosolaccio
Papaver rhoeas
Papaver somniferum setigerum
Papaver somniferum setigerum

Il papavero bianco (Papaver somniferum var. album) non si trova allo stato spontaneo.

PRODOTTI CHE SI OTTENGONO DAL PAPAVER SOMNIFERUM

Dal papavero da oppio si estrae l'OPPIO. In base alle definizioni dell'O.M.S. si definiscono:

  • oppioidi tutti gli alcaloidi derivati dal papavero da oppio, i suoi derivati sintetici e i composti sintetizzati nell'organismo che interagiscono con gli stessi recettori specifici del cervello che hanno la capacità di alleviare il dolore e dare una sensazione di benessere;
  • oppiacei tutto il gruppo di alcaloidi derivati dal papavero da oppio (papaver sumniferum) che hanno la capacità di alleviare il dolore, indurre euforia e, in dosi elevate, stupore come e depressione respiratoria. Il termine non include i prodotti di sintesi.

Gli alcaloidi dell'oppio e i suoi derivati semisintetici sono: la morfina, la diacetilmorfina (diamorfina, eroina), la hidromorfina, la codeina e la oxicodona.

Gli oppioidi sintetici sono il metadone, la petidina (meperidina) e la pentazocina.

I composti endogeni (neuropeptidi cerebrali naturali che vengono prodotti dal nostro organismo) con azione oppiacea sono le endorfine e le encefaline.

OPPIO

Si ottiene dalle capsule ancora verdi immature del Papaver somniferum. Una volta che le capsule sono ben sviluppate si fa una leggera incisione orizzontale o verticale in genere dopo circa due settimane dalla caduta dei petali e si fa fuoriuscire il latice. Si aspetta qualche ora per dare il tempo alle gocce di latice di diventare brune e a quel punto sono pronte per essere raccolte.

Latice che fuorisce dal frutto del papavero da oppio (Papaver somniferum)
Latice che fuorisce dal frutto del papavero da oppio (Papaver somniferum)

La raccolta avviene mediante raschiamento dalla capsula e le gocce raccolte si riuniscono assieme. I pani così ottenuto rimangono di colore scuro, bruno, e più o meno duri a seconda del metodo di confezionamento e della zona di origine. Una volta secco rimane duro e friabile.

Raccolta del latice del papavero da oppio mediante raschiamento dalla capsula
Pane ottenuto dal latice del papavero da oppio

Può essere ingerito o fumato. Nei paesi occidentali si scalda una pallina di oppio su della carta stagnola e si inala il fumo. Tradizionalmente viene fumato in apposite pipe dopo averlo adeguatamente preparato. Può essere anche ingerito masticando le palline oppure mischiandolo agli alimenti o alle bevande.

Pipa con la quale si fuma il latice l'oppio

Ogni capsula del Papaver somniferum può contenere dai 20 ai 50 milligrammi di oppio di sapore molto amaro e di colore verde scuro- bruno all’interno.

Il contenuto di morfina nell'oppio può variare dal 3 al 25 % con valori medi che si avvicinano al 10%.

Dall'oppio si ottengono diversi derivati alcaloidi e i più importanti sono:

  • MORFINA

    La morfina è un alcaloide che si trova maggiormente nei pericarpi di Papaver somniferum e viene prodotta a partire dall'oppio. Viene utilizzata in medicina come potente analgesico per il trattamento del dolore acuto e cronico. La morfina per le sue elevate proprietà analgesiche è il prodotto maggiormente utilizzato in campo medico nella terapia del dolore. La morfina è circa il 9-16% in peso dell'oppio.
  • CODEINA

    La codeina è un alcaloide con effetto sedativi e viene ottenuta prevalentemente tramite metilazione della morfina. La codeina nelle dosi terapeutiche non è tossica e ha un effetto dieci volte meno potente della morfina. La codeina è circa lo 0,8 -2,5 in peso % dell'oppio.
  • EROINA

    L'eroina (diacetilmorfina) è una sostanza semisintetica (ottenuta in parte in laboratorio) che si ottiene dalla morfina estratta dall'oppio mediante trattamento con anidride acetica (acetilazione), questa reazione chimica rende la molecola maggiormente liposolubile, il che rende l'eroina, rispetto alla morfina, più facilmente penetrabile a livello cerebrale. La reazione chimica per ottenere l'eroina è molto semplice e non sono necessari laboratori o strutture particolari e questo rende molto difficile il controllo di questa droga da parte degli organi preposti. Si presenta come una polvere finissima di colore bianco, bruno o rossastro, a seconda della purezza. Può avere odore di acido acetico. L'eroina è solubile in acqua e si inietta direttamente in vena. Può anche essere inalata.

EFFETTI DELL'OPPIO E DEI SUOI DERIVATI

L'OPPIO
rispetto ai suoi derivati, ha un effetto molto diverso a esempio rispetto alla morfina pura dovuto al fatto che agisce in concomitanza con tutti gli altri alcaloidi presenti.

Tutti i derivati ma in particolare l'oppio puro ha la particolarità di provocare una piacevole sensazione di euforia, di benessere, di distacco dalla realtà, una ridotta sensibilità al dolore, all'ansia e allo stress. Agisce sul sistema nervoso centrale con meccanismi del tutto simili alle endorfine, presenti e prodotte naturalmente nel nostro organismo. Utilizzano infatti gli stessi recettori e hanno un effetto benefico del tutto simile.

E' una sostanza che provoca dipendenza, per cui una volta che svanisce l'effetto si hanno crisi di astinenza diventando dei veri e propri tossicodipendenti e l'astinenza provoca irrequietezza, insonnia, tremori e dolori vari per arrivare all'apatia, alla perdita di iniziativa e interessi, scarso appetito, dimagrimento. Una dose elevata provoca un sonno pesante, ma una vera overdose può provocare la morte.

LA MORFINA
è estremamente efficace per combattere il dolore fisico ed è deprimente nei confronti del sistema respiratorio e quindi della tosse.

Formula chimica della morfina

Come agisce: la morfina deprime i centri situati nel cervello, preposti al controllo della quantità di anidride carbonica nell'organismo. Quando la quantità di anidride carbonica sale oltre una certa soglia da questi centri viene dato "l'ordine" di aumentare la respirazione per smaltire la quantità di anidride carbonica in eccesso nel sangue. Poichè la morfina agisce su questo meccanismo, se questo recettori vengono inibiti non si ha un aumento della respirazione e quindi non si ha lo smaltimento dell'anidride carbonica.

Infatti i sintomi di overdose sono sonnolenza, difficoltà respiratoria con conseguente riduzione, rallentamento dei battiti cardiaci, abbassamento della pressione arteriosa e della temperatura corporea e se non si interviene tempestivamente sopraggiunge la morte per paralisi respiratoria.

Un sintomo caratteristico di overdose è il restringimento della pupilla "a capocchia di spillo" ed è fondamentale un rapidissimo intervento medico.

C'è da dire inoltre che la morfina aumenta sensibilmente la resistenza al dolore agendo sul sistema nervoso modificando la biochimica della trasmissione degli impulsi nervosi preposti alla trasmissione del dolore quindi è un eccellente antidolorifico associato al fatto che generando euforia, dà una sensazione di benessere.

La morfina viene normalmente somministrata per via endovenosa anche se può anche essere anche ingerita (ma in questo caso nel occorre una quantità maggiore per raggiungere gli stessi effetti) o presa per via sottocutanea e intramuscolare (ha l'inconveniente che può provocare irritazione dei tessuti).

L'EROINA
(chimicamente chiamata anche diacetilmorfina) è una sostanza semisintetica che si ottiene dalla morfina per reazione con l'anidride acetica molto più potente e pericolosa sia della morfina che dell'oppio.

I suoi effetti sono simili a quelli degli altri derivati solo in maniera più amplificata. La sensazione di benessere fisico e psichico è enorme e ha un effetto potente come sedativo e analgesico solo che non viene utilizzata in tal senso perchè basta usarla pochissime volte che si crea dipendenza così come anche le dosi letali sono molto più basse e quindi il rischio di overdose è maggiore.

I sintomi da astinenza sono simili a quelli della morfina solo molto più violenti: coliche addominali, vomito, diarrea, inappetenza, brividi violenti, pallore, rifiuto del cibo e impossibilità a dormire. Se la situazione si aggrava si hanno angoscia profonda e grave difficoltà respiratoria. Se si riesce a resistere, questi sintomi si attenuano col tempo molto lentamente e per scomparire nel giro di tre/quattro settimane. E' spesso necessario somministrare droghe sostitutive (quali a esempio il metadone), che vengono gradualmente ridotte fino all’eliminazione della dipendenza fisica.

Anche l’eroina si assume generalmente per via endovenosa anche se può essere anche "sniffata" e "fumata".

STORIA DEL PAPAVER SOMNIFERUM

Le origini dell'oppio

L'uso di questa pianta si perde nella notte dei tempi. Pare che già i Sumeri 5000 anni fa, lo utilizzavano chiamandolo pianta della gioia.

Capsule di Papaver sumniferum

Era noto agli antichi egizi che utilizzavano l'oppio come calmante.

Ippocrate (circa 460 - 377 a.C) nel IV secolo a.C., lo consigliava come rimedio per diverse malattie. Ma già da allora, alcuni studiosi iniziavano a capire come funzionava infatti Erasistrato di Chio (nato nel 330 a.C.), anatomista greco tra i fondatori della grande scuola medica di Alessandria d'Egitto avvertiva dei pericoli insiti nel consumo dell'oppio.

In Italia e quindi in Europa iniziò a diffondersi solo quando Roma conquistò la Grecia (146 a.C.).

Che questa droga nell'antichità fosse importante lo dimostra anche il fatto che era entrato a far pare della famosissima Teriaca (dal greco therios) un antichissimo rimedio polifunzionale che per ben 18 secoli veniva preparato e usato come rimedio per ogni male la cui invenzione si fa risalire a Mitridate, re di Ponto(132–63 a.C.). Si racconta che la ricetta sia stata ritrovata tra le cose di Mitridate da Pompeo e da qui il nome di Elettuario di Mitridate (l'elettuario è un preparato farmaceutico semidenso formato da miscugli di farmaci impastati con miele e sciroppi). Fu però Andromaco il Vecchio, medico di Nerone (37 – 68 d.C.), che perfezionò la ricetta che si ampliò con il tempo con l'aggiunta di nuove erbe e sostanze (in tutto alla fine erano 74) tra cui anche l'oppio che doveva provenire rigorosamente da Tebe, in quanto considerato di qualità superiore rispetto a quello Turco.

Galeno
Galeno, affresco del XIII sec. - cripta del duomo di Anagni (FR Lazio)

Lo stesso Galeno ( (131 – 201 d.C.), il più grande medico dell'antichità, lo usava ripetutamente per i sintomi di avvelenamento, cefalee, problemi di vista, epilessia, febbre, sordità e lebbra e sembra che con questa pozione abbia curato l'imperatore romano Marco Aurelio (121 – 180 d.C.) sino a farlo divenire oppiomane, come testimoniano i resoconti clinici compilati dal medico.

Avicenna
Avicenna
Paracelso
Paracelso

Dopo la caduta dell'impero romano ci sono state tramandate poche notizie sul suo consumo in Europa, mentre si sa che nella farmacologia araba, Avicenna (980 – 1037, medico, filosofo, matematico e fisico persiano, una delle figure più note nel mondo islamico della sua epoca, diventato famoso in Europa grazie alla Scuola Medica Salernitana) introdusse l'uso di questa droga nel suo paese.

Paracelso (Philippus Aureolus Theophrastus Bombastus von Hohenheim detto Paracelsus o Paracelso, 1493 – 1541) alchimista, astrologo e medico svizzero, una delle figure più rappresentative del Rinascimento italiano, elaborò, a partire dall'oppio, il farmaco divenuto molto famoso con il nome di laudano, un narcotico con gli effetti degli oppiacei oggi non più usato.

E si arriva al Medioevo

Con il passare degli anni in Europa il suo uso iniziava a diventare molto comune tanto che nella seconda metà del Medioevo l'Inquisizione giunse al punto di vietarne l'uso anche come medicinale. Mentre nello stesso periodo in Turchia e in Egitto l'uso di questa droga diventava sempre più diffuso a livello popolare.

Thomas Dover (1660-1742), nel 1710 elaborò un preparato contro la gotta a base d'oppio, liquirizia, salnitro e ipecacuana: la famosa Polvere di Dover che divenne uno dei farmaci più usati della sua epoca per curare la gotta.

Nei paesi asiatici e in particolare in Cina si iniziò a usare in maniera importante verso il 1100 a.C., a causa di alcuni cibi preparati a base di oppio e il consumo andava via via aumentando fino a quando si ebbe una svolta significativa quando nel 1644 l'imperatore Tsung Chen vietò l'uso del tabacco, diventato una piaga sociale. A questa proibizione i cinesi lasciarono il tabacco ma iniziarono a fumare oppio puro che si diffuse a tal punto che nel 1729, l'imperatore Yung Chiang emanò una legge che ne proibiva l'uso e lo spaccio, leggi che furono totalmente ignorate.

E' importante sottolineare che chi venne maggiormente leso da questa legge in realtà fu l'impero britannico in quanto era il solo importatore dell'oppio dalle Indie in Cina. Ricordiamo che siamo negli anni della colonizzazione inglese delle Indie, la famosa Compagnia delle Indie Orientali britannica. In quegli anni accadeva che in Inghilterra aumentasse in maniera spropositata la richiesta di tè che era importato dalla Cina. Questo particolare è messo in rilievo in quando di estrema importanza perchè, poichè i cinesi non importavano più alcun prodotto inglese, gli inglesi iniziarono a importare clandestinamente l'oppio in Cina, spostando la bilancia commerciale a favore dell'oppio rispetto al tè (i cinesi si facevano pagare molto caro il loro tè).

Trattato di Nanchino
Trattato di Nanchino

Prima guerra dell'oppio

Si arriva quindi al 1840 quando, con il pretesto della distruzione di un imponente carico di oppio inglese da parte delle autorità cinesi, si scatenò la prima guerra dell'oppio fra Cina e Inghilterra che si concluse due anni dopo con la resa della Cina con il trattato di Nanchino, che stabiliva la cessione di Hong Kong alla Gran Bretagna, l'apertura dei porti cinesi al commercio internazionale e il pagamento da parte della Cina di una ingente somma di denaro anche a risarcimento del carico distrutto nel 1840.

Seconda guerra dell'oppio

Nel 1856 scoppiava la seconda guerra dell'oppio tra Cina e Inghilterra, che però nel frattempo si era alleata agli USA e alla Francia che ebbe come conclusione la resa della Cina con la legalizzazione del commercio di questa droga.

E' stato calcolato che nel 1890, il mercato cinese avesse al suo attivo 120 milioni di fumatori abituali e 10 milioni di oppiomani su una popolazione di 380 milioni di persone.

I cinesi però nel frattempo, per ridurre le importazioni iniziarono a coltivare il Papaver somniferum arrivando in questo modo agli inizi del 1900 a produrre circa 35.000 tonnellate di oppio, circa i 90% della produzione mondiale.

Va da se che da quel periodo l'uso di questa droga si era diffuso in tutto il mondo. La stessa America aveva al suo attivo, un americano su 100 dipendente dall'oppio.

Papavero da oppio

Le prima leggi per il controllo dell'oppio per il suo commercio e consumo

Si iniziò così in tutti i paesi del mondo un duro controllo: l'America fu la prima nel 1905 che con il Pure Food and Drug Act regolamentò la vendita dei preparati a base d'oppio, obbligando i fabbricanti a specificare la composizione dei prodotti sulle confezioni impedendo quindi il libero mercato e la vendita di preparati fai da te. Nel 1909 ne venne poi vietato l'uso e l'importazione se non per uso strettamente medico-scientifico. Nel gennaio 1912, all'Aja veniva ratificata la convenzione internazionale sull'oppio con la quale l'uso di questa sostanza e degli oppiacei era possibile solo sotto stretto controllo medico, rendendone obbligatoria la prescrizione. E via via tutte le nazioni emanavano leggi contro il suo uso e la vendita.

Nonostante ciò il commercio proliferava e sempre maggiori persone si avvicinavano a questa droga.

In Cina nel 1941 il generale Chiang Kai Shek ordinava la distruzione di tutte le coltivazioni di questa pianta anche se questo non fermò la produzione clandestina a testimonianza del fatto che nel 1946 i fumatori di oppio erano circa 40 milioni

Da allora il commercio e il consumo non si è arrestato e nonostante le politiche di tutti i paesi del mondo ne vietano l'uso, la produzione e commercio illegale, il numero delle persone che fanno uso di queste sostanze è in costante crescita.

La scoperta dell'aspirina e dell'eroina

Perdonerete se mi dilungo ancora un poco ma voglio soffermarmi su un particolare che ha cambiato il corso della storia del nostro pianeta.
Felix Hoffmann, scopritore dell'aspirina e dell'eroina
Felix Hoffmann, scopritore dell'aspirina e dell'eroina
Aspirina
Aspirina
Eroina
Eroina
Papavero da oppio

Vi devo parlare di un perfetto sconosciuto ai più, un certo Felix Hoffmann, un tedesco nato in Germania e precisamente a Ludwigsburg, il 21 gennaio 1868.

Felix Hoffmann (foto a sinistra) era un chimico che aveva trovato lavoro presso un'azienda che all'epoca era poco più di un piccolo negozio di preparazioni galeniche ma che ai nostri giorni è un colosso multinazionale: la Bayer. Hoffmann viveva in un periodo in cui non esistevano medicine di sintesi come ci sono oggi, non esisteva neanche la penicillina (scoperta da Fleming nel 1928) e si faceva affidamento quasi esclusivamente sui preparati naturali.

Ciò che esisteva era la morfina (la morfina fu isolata per la prima volta nel 1804 da Armand Séquin che la chiamò così in onore di Morfeo, il dio del sonno e dei sogni mentre un anno più tardi, nel 1805 Friedrich Wilhelm Sertürner, uno speziale tedesco di soli vent'anni mise a punto un metodo economico per isolare e produrre la morfina dall'oppio) per cui Hoffmann ebbe l'intuito di riprendere un
esperimento di C.R. Wright
un ricercatore inglese, che nel 1874 pensò di realizzare un antidolorifico più blando della morfina provando a farla reagire con dell'anidride acetica (reazione oggi chiamata acetilazione della morfina). I risultati che ottenne li considerò però deludenti per cui abbandonò la ricerca.

Ventritrè anni dopo Hoffmann pensò di riprendere l'idea e nonostante il parere contrario dei suoi superiori riprovò la stessa preparazione di Wright, ma mettendo l'acido salicilico al posto della morfina. Il risultato fu una sostanza solida biancastra, che si sbriciolava al contatto e che testata sugli animali che avevano la febbre si dimostrò efficacissima.

Con successive sperimentazioni notò poi che era efficace anche contro i dolori lievi, come antinfiammatorio, come anticoagulante e fluidificante sul sangue. Era il mese di agosto del'anno 1897 e Hoffmann aveva appena inventato l'ASPIRINA.

Hoffmann però, pur contento del risultato ottenuto non si fermò qui. Infatti la grossa necessità della sua epoca era trovare qualcosa che fosse efficace nei confronti di patologie molto gravi quali la tubercolosi e le gravi malattie respiratorie in genere, molto diffuse a quell'epoca. L'unica sostanza di una certa potenza era sempre la morfina così, ripensando sempre al lavoro di Wrightm, ripetè l'acetilazione della morfina e ottenne una nuova molecola di sintesi (erano passate solo due settimane dalla scoperta dell'aspirina). In un primo momento sembrava che i risultati ottenuti fossero buoni e anche le successive sperimentazioni avevano dato esito positivo sia nelle malattie pneumologiche che neurologiche, per via delle proprietà sedative sul centro del respiro che furono interpretate frettolosamente, come migliorata efficienza respiratoria.

L'uso di questa sostanza iniziò così su larga scala per curare dapprima le diverse patologie polmonari ma successivamente ogni tipo di male, in quanto le persone che l'assumevano dicevano che avevano delle sensazioni di benessere, di pace, mai provate. Nel giro di poco tempo la sua diffusione tra la popolazione divenne irrefrenabile e fu così che si iniziò a notare che le persone che la consumavano diventavano dipendenti.

Addirittura in Cina iniziò a sostituire l'oppio. In Europa si diffuse allo stesso modo così come in medio oriente.

Insomma Felix Hoffmann, acetilando la morfina aveva sintetizzato una nuova molecola che chimicamente si chiama diacetilmorfina ma che commercialmente aveva il nome di EROINA chiamata così dalla Bayer dalla parola tedesca heroisch «energico, eroico» perchè, secondo la Bayer, questo nome ne rappresentava tutte le sue caratteristiche ed era... "priva di controindicazioni"!

(Una piccola annotazione: sono andata a curiosare nel sito della Bayer.com per cercare informazioni su Felix Hoffmann. Gli viene dedicata una pagina, ma come scopritore solo dell'aspirina.)

Heinrich Dreser, l'allora farmacologo della Bayer, iniziò così la sperimentazione della nuova molecola sintetizzata e dai suoi esperimenti sugli animali dedusse che migliorasse le funzioni respiratorie e calmasse la tosse (erroneamente interpretò la riduzione degli atti respiratori come un miglioramento della profondità e della qualità degli stessi). Iniziarono così gli studi e le sperimentazioni sugli essere umani tanto che nel 1910 gli studi clinici eseguiti con l’eroina riguardavano circa 10.000 pazienti e quasi tutti la giudicavano più che positiva e quasi nessuno parlava di dipendenza. Con il passare degli anni l'uso dell'eroina venne esteso anche ad altre patologie quali a esempio l’angina pectoris, l’insufficienza miocardica, l’aneurisma aortico, il cancro dello stomaco, l’influenza, la sclerosi multipla, varie malattie ginecologiche, il parto ecc. Veniva utilizzata anche per deprimere l'appetito sessuale in quanto si era osservato che i pazienti trattati con l'eroina lamentavano impotenza.

Oggi l'eroina come farmaco è legalmente autorizzato (e sotto stretto controllo medico), solo in Inghilterra (dove viene anche usato per la disintossicazione), Belgio, Canada, Irlanda, Malta e Svizzera.

PAESI MAGGIORI PRODUTTORI DI OPPIO

Secondo il rapporto dell’Ufficio delle Nazioni Unite contro la droga e il crimine (2008), per il 2007 l'Afghanistan ha prodotto da solo il 93% dell'oppio mondiale, seguito da Myanmar e Messico.

Cartina geografica dei paesi maggiori produttori di papavero da oppio

La produzione dell'oppio nel 2007 è aumentata del 34% rispetto al 2006 raggiungendo le 8.870 t, grazie all'incremento della produzione afgana stimata intorno alle 8.200 t con un conseguente aumento della produzione di eroina raggiungendo un livello record nel 2007 pari a per un totale di 733 t.

In pratica allo stato attuale l'Afghanistan può praticamente considerarsi l'esclusivo fornitore mondiale.

Antonio Maria Costa, Direttore dell'Unodc (Ufficio delle Nazioni Unite contro la Droga e il Crimine) afferma "escludendo la Cina nel XIX secolo, nessun altro paese ha mai prodotto narcotici a un tale livello". L'estensione delle terre utilizzate per coltivare il Papaver somniferum in Afghanistan è infatti attualmente maggiore di tutta la coltura della coca in America latina, Colombia, Perù e Bolivia messe insieme.

Le vie attraverso le quali giunge in Europa sono fondamentalmente due: la "rotta dei Balcani" (e le sue ramificazioni che transitano attraverso il Pakistan, l’Iran e la Turchia) e la «via settentrionale» utilizzata con maggiore frequenza attraverso l’Asia centrale e la Federazione russa.

All’interno dell’Unione europea hanno un ruolo importante come centri di distribuzione secondari l'Inghilterra, i Paesi Bassi e il Belgio.

Il problema è molto grave "Dobbiamo coinvolgere l'Afghanistan, principale produttore mondiale di oppio", ha dichiarato l'eurodeputato italiano Giusto Catania per cercare di combattere efficacemente questa droga.

ETIMOLOGIA DEL NOME PAPAVER SOMNIFERUM

Il termine Papaver somniferum deriva da Somnus il dio greco protettore del sonno per gli effetti rilassanti mentre la parola oppio deriva dal greco opos «succo o lattice».

BIBLIOGRAFIA

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