Home => Piante e fiori => Piante carnivore => Genlisea

Genlinsea

Piante carnivore: genlisea
Tu sei in: home piante carnivore genlisea

IN QUESTO ARTICOLO PARLEREMO DI:

DESCRIZIONE DELLA PIANTA

Le Genlinsea sono piante carnivore che catturano le loro prede mediante meccanismi di ASCIDI O SIMILI derivanti dalla modificazione di alcune foglie.

Il lembo delle foglie modificate perde, in tutto o in parte, la sua forma per diventare una trappola che assume la funzione di catturare le piccole prede animali.

Le prede vengono attirate in vario modo (con i colori, con il nettare, ecc) e restano intrappolate nell'ascidio. A quel punto si attivano dei dispositivi atti a dissolverle e ad assorbirne gli elementi che ne derivano.

In genere gli ascidi sono ripieni d'acqua ed il dispositivo che determina la morte e la decomposizione della preda ha un'importanza secondaria (tipico esempio e' la Sarracenia e la Darlingtonia) in quanto molto spesso sia la morte che la decomposizione delle prede avviene ad opera della microflora batterica normalmente presente in queste strutture e non grazie ad enzimi secreti dalla pianta ma per la secrezione di acidi da parte dei batteri acido-resistenti che esse contengono.

Nelle tipiche piante carnivore non si ha una simbiosi con i batteri e la digestione della preda, che e' sempre extracellulare, si ha grazie alla secrezione di enzimi proteolitici animali (pepsine, tripsine) associate per lo piu' alla secrezione di acidi (acido formico).

In alcune piante carnivore la secrezione degli acidi e degli enzimi e' continua mentre in altre la secrezione si ha solo sotto lo stimolo della presenza della preda.

Le piante appartenenti al genere GENLISEA (famiglia Lentibulariaceae) sono chiamate anche "pianta cavaturaccioli".

La particolarità della genlisea sono le foglie modificate a "Y" che permettono l'entrata della preda ma non la sua fuoriuscita grazie a dei peli modificati che sono orientati verso l'interno che permettono alla preda di muoversi solo in una direzione.

Piante carnivore: genlisea

Attraverso una sorta di percorso a spirale le prede sono costrette a raggiungere il braccio inferiore della Y dove saranno digerite.

Si pensa che la preda sia anche catturata grazie all'acqua presente nella trappola esercitando una sorta di risucchio simile a quello dell'Utricolaria.

ESIGENZE COLTURALI

Si tratta di una piccola pianta di poche esigenze.

  • esposizione e luce: ama la luce ma meglio evitare l'esposizione al sole diretto nelle ore più calde della giornata;
  • temperatura: intorno ai 18 e i 35°C. Non scendere sotto i 15°C perchè la pianta potrebbe morire;
  • terreno: usare dei terreni poveri. Un miscuglio di torba acida di sfagno e di sabbia non calcarea o perlite è perfetto;
  • annaffiatura e umidità ambientale: dato che il terreno deve restare sempre molto umido, annaffiare di conseguenza usando acqua demineralizzata o piovana;
  • concimazione: non sono necessarie. Si procura da se ciò che le serve catturando le sue prede;
  • avversità: afidi e cocciniglia possono colpire la pianta. Date le dimensioni della pianta usare solo un batuffolo di cotone impregnato di alcool passato delicatamente sulla pianta. Anche la muffa grigia spesso la colpisce soprattutto se c'è freddo e scarsa circolazione dell’aria. Si consiglia di eliminare le foglie danneggiate e migliorare la circolazione dell'aria intorno alla pianta.

FONTI BIBLIOGRAFICHE

I testi che usiamo per scrivere i nostri articoli sulle piante li puoi trovare a .

Trovapiante