Strelitzia
La Strelitzia o uccello del Paradiso, questo capolavoro della natura, è considerata così pregiata tanto che presso alcune tribù del sud Africa viene usata solo per adornare la capanna del capo o dello stregone.
IN QUESTO ARTICOLO PARLEREMO DI:
- Classificazione botanica
- Origine e diffusione della pianta
- Caratteristiche generali della pianta
- Principali specie
- Rusticità della pianta
- Quanto vive una pianta di Strelitzia
- Quanto cresce la Strelitzia
- Tecnica colturale
- Etimologia del nome Strelitzia
- Storia della Strelitzia
- Curiosità sulla pianta
- La Strelitzia e le api
- Usi della pianta
- Tossicità della pianta
- Testi che usiamo per scrivere i nostri articoli
- Bibliografia online
CLASSIFICAZIONE BOTANICA E ORIGINE DELLA PIANTA
ORIGINE E DIFFUSIONE DELLA PIANTA
Il genere Strelitzia comprende diverse specie rinvenute sulle rive dei corsi d'acqua nelle radure aperte della macchia dell'Africa meridionale. Oggi è presente in tutto il mondo nei climi subtropicali.
CARATTERISTICHE GENERALI DELLA PIANTA
La Strelitzia sono piante molto apprezzate per la loro incredibile bellezza.
Si tratta di una pianta erbacea, perenne, con portamento cespuglioso, acaule, con grosse radici carnose e fascicolate che se coltivata all'aperto, si sviluppano nel terreno per un metro di profondità.
Descriviamo nel dettaglio la Strelitzia reginae in quanto è la specie più diffusa, usata e conosciuta.
Le foglie sono ovali, ellittiche, provviste di nervatura mediana molto marcata, molto grandi, larghe anche 20 cm e lunghe fino a 50 cm, coriacee, coperte da pruina nella pagina inferiore, con i margini ondulati e le nervature marcate e sono portate da dei piccioli lunghi 100-150 cm.
Le infiorescenze, portate da lunghi steli, più lunghi di quelli fogliari di forma cilindrica ed eretti, sono formate da una spata coriacea verde leggermente variegata di rosso, che in età giovanile è situata in posizione eretta e da adulta si dispone a 90°.
All'interno della spata si trovano dai 5 agli 8 fiori, ognuno formato da tre tepali (nelle piante in cui non esiste la distinzione tra calice e corolla gli elementi che costituiscono il fiore sono detti tepali) che nella Strelitzia reginae sono di colore arancione e formano il calice: due situati da un lato e l'altro dalla parte opposta. La corolla è formata da tre tepali azzurri di cui quello superiore corto a forma di cappuccio e i due inferiori uniti insieme a formare una sorta di alabarda. Possiede cinque stami, completamente nascosti, e un unico stilo filiforme lungo circa 10 cm con ovario infero.
Il frutto è una capsula triloculare in cui si formano i semi tondeggianti, neri, con arillo (parte esterna del seme) colorato di arancione e piumoso.
PRINCIPALI SPECIE COLTIVATE A SCOPO ORNAMENTALE
Il genere Strelitzia comprende diverse specie tra le quali ricordiamo:
STRELITZIA REGINAE
La Strelitzia reginae è sicuramente la più conosciuta e coltivata.
Nota 1
Le sue infiorescenze assumono colorazioni giallo-arancio e i fiori, in numero di 5 o 6 vengono aperti in sequenza. Le foglie sono lunghe di forma ellittica. Il suo portamento è cespuglioso.
STRELITZIA ALBA o AUGUSTA
La Strelitzia alba o Strelitzia augusta, originaria del sud Africa, presenta le foglie più allungate e strette rispetto alla Strelitzia reginae e possono raggiungere parecchi metri di altezza. I fiori sono bianchi racchiusi da una spata di un bel verde cupo tendente al porpora.
E' una pianta maestosa che può raggiungere anche i dieci metri di altezza.
STRELITZIA JUNCEA
La Strelitzia juncea, originaria anche lei del sud Africa, ha la particolarità d'avere le foglie aghiformi ed erette che si sviluppano anche per due metri di altezza.
Il suo fiore è molto simile a quello della Strelitzia reginae. Fino a poco tempo fa veniva considerata una varietà della Strelitzia parvifolia ma nel 1974, è stata elevata al rango di specie a se stante in quanto presenta caratteristiche genetiche proprie.
STRELITZIA NICOLAI
La Strelitzia nicolaj originaria del sud America, è una pianta imponente con fusti legnosi che si ramificano dalla base del terreno e può raggiungere anche gli otto metri d'altezza.
Le foglie sono molto grandi, di un bel verde brillante lunghe fino a tre metri e larghe anche 1,5 metri. I fiori sono di colore azzurro, bianco o lillà con la spata di colore blu molto scuro.
RUSTICITÀ DELLA PIANTA
La Strelitzia non è una pianta rustica ma delicata in quanto richiede alcune accortezze per avere successo nella sua coltivazione.
QUANTO VIVE UNA PIANTA DI STRELITZIA
Le Strelitzia sono piante molto longeve. Si hanno segnalazioni di strelitzie di età superiore ai 100 anni. Pertanto, se la trattiamo bene, ci regalerà per tanti anni, la sua grazia e la sua bellezza.
QUANTO CRESCE LA STRELITZIA
Le Strelitzia se le condizioni di crescita sono ottimali può crescere da 1 a 3 metri l'anno con foglie lunghe anche mezzo metro. Tenete conto però che condizioni devono essere veramente ottimali in quanto a terreno, concimazione, annaffiature e umidità ambientale ed esposizione
TECNICA COLTURALE
La Strelitzia nonostante il suo aspetto imponente che incute quasi timore è, sorprendentemente, non particolarmente difficile da coltivare e resiste anche a condizioni ambientali non ottimali.
COLTIVAZIONE IN VASO
La coltivazione dentro casa in vaso della Strelitzia non è consigliata in quanto è un ambiente troppo secco e la pianta soffrirebbe molto in queste condizioni.
COLTIVAZIONE IN PIENA TERRA
La coltivazione in piena terra in giardino è possibile solo nelle zone dove le temperature non scendano mai sotto i 5°C perchè la pianta non li sopporterebbe. E' preferibile coltivarla in vaso, tenerla in giardino per tutta la bella stagione e solo quando le temperature si abbassano, portarle in un luogo protetto, molto luminoso e garantendole un'ottima umidità ambientale.
TEMPERATURA DI COLTIVAZIONE
Le temperature di coltivazione sono tra i 13°C e i 21 °C. Mai sotto i 5°C. Può essere coltivata all'aperto nelle regioni a clima particolarmente mite dove le temperature non scendono sotto i 5°C diversamente, durante la stagione invernale va portata in un luogo riparato.
ESPOSIZIONE E LUCE
Fondamentale per la Strelitzia è la luce. Deve essere la più intensa possibile e può essere posizionata anche in pieno sole ma non al sole delle ore centrali della giornata estive.
La Strelitzia ama l'aria pertanto è importante che l'ambiente nel quale si trova sia spesso aerato ma senza creare delle correnti d'aria, specialmente fredde.
RIPOSO VEGETATICO DELLA STRELITZIA
Contrariamente a quanto avviene con le altre piante, la Strelitzia entra in riposo vegetativo a giugno-luglio. Questo è fondamentale conoscerlo per sapere come deve essere curata la pianta soprattutto le annaffiature che dovranno essere regolari nel periodo compreso tra agosto e maggio mentre durante il riposo vegetativo, bisogna ridurle drasticamente le annaffiature, annaffiare ogni tanto.
PULIZIA DELLE FOGLIE
E' importante pulire regolarmente le foglie con un panno morbido e umido e non utilizzare mai lucidanti fogliari perchè ostruiscono gli stomi della pianta impedendole lo svolgimento delle normali funzioni fisiologiche (respirazione e traspirazione).
ANNAFFIATURA E UMIDITÀ AMBIENTALE
La Strelitzia va annaffiata molto generosamente e regolarmente tra i mesi di agosto e maggio. A giugno - luglio, quando la pianta entra in riposo vegetativo le annaffiature devono essere sporadiche.
ll terreno non si deve mai asciugare ma restare sempre umidito, in tutte le stagioni dell'anno.
La pianta ama gli ambienti umidi pertanto beneficia di nebulizzazioni alle foglie ma facendo attenzione a non bagnare i fiori. Attenzione a non bagnare mai i fiori.
TIPO DI TERRENO DA USARE E COME RINVASARE
La Strelitzia si rinvasa ogni anno all'inizio della primavera, e fino a che non ha raggiunto i cinque anni d'età. Si utilizza un vaso di dimensioni leggermente più grandi del precedente fino a quando si raggiunge la dimensione del vaso di 30 cm di diametro.
Dopo i cinque anni, vale a dire quando la pianta è considerata matura e ha iniziato a fiorire, non va più rinvasata nè disturbata in alcun modo pena la sospensione della fioritura. Si asportano i primi centimetri di terriccio (2-3 cm) e si sostituiscono con del terriccio nuovo, in primavera, quando la pianta non è in fiore.
Per il rinvaso e per la sostituzione del terriccio utilizzate un buon terriccio fertile, a base di letame maturo al quale aggiungerete un po' di sabbia grossolana per favorire il drenaggio dell'acqua di irrigazione. Le strelitzie infatti mal sopportano i ristagni idrici. A tal scopo ponete sul fondo del vaso dei pezzetti di coccio che favoriscono lo sgrondo delle acque in eccesso.
Raccomando sempre di usare dei vasi di terracotta che favoriscono la respirazione della terra.
CONCIMAZIONE
Da ottobre e fino a maggio bisogna concimare una volta al mese con un concime liquido somministrato assieme all'acqua di irrigazione.
Per quanto riguarda il tipo di concime da somministrare, per la Strelitzia è stato calcolato che quando la pianta è giovane, vale a dire ha meno di cinque anni (quindi non ha ancora fiorito), l'apporto degli elementi nutritivi deve essere maggiormente concentrato sul Potassio e sull'Azoto e in proporzione, in quantità dimezzata per il Fosforo.
Quando la pianta supera i cinque anni, l'apporto di potassio deve essere più che doppio rispetto all'azoto e in minima quantità il fosforo. In ogni caso abbiate cura di non trascurare i microelementi quali il manganese (Mn) che influenza la formazione della clorofilla, il rame (Cu) che agisce sugli enzimi della respirazione e il il boro (B) che agisce sullo sviluppo degli apici vegetativi, tutti importanti, anche se in minima quantità per una corretta ed equilibrata crescita di questa pianta.
Una/due volta all'anno fate un trattamento con chelati di ferro per correggere il calcaree del terreno e rendere quindi il ferro disponibile per la pianta.
FIORITURA
La Strelitzia fiorisce dall'autunno fino alla primavera inoltrata e non prima di aver raggiunto i cinque anni d'età.
INPOLLINAZIONE E FRUTTIFICAZIONE DELLA STRELITZIA
La Strelitzia, come tutte le piante, per fruttificare deve essere impollinata. Per questa pianta è un piccolo uccello che se occupa che purtroppo non è presente nei nostri climi pertanto, se vogliamo ottenere i suoi frutti, dobbiamo impollinarla noi, artificialmente.
COME POTARE LA PIANTA
Di solito la Strelitzia non si pota. Vanno semplicemente eliminate le foglie che via via disseccano per evitare che diventino veicolo di malattie parassitarie.
Abbiate cura che l'attrezzo che usate per il taglio sia pulito e disinfettato (preferibilmente alla fiamma) per evitare di infettare i tessuti.
MOLTIPLICAZIONE
La moltiplicazione della Strelizia può avvenire per seme (in questo caso dovrete aspettare almeno cinque anni prima di vedere i fiori) oppure più semplicemente e velocemente per divisione della pianta.
DIVISIONE DELLA PIANTA
Nel mese di giugno, si toglie la pianta dal vaso e con un coltello affilato pulito e disinfettato si divide in due la massa delle radici. Si trattano le superficie tagliate con un fungicida in polvere a base di zolfo e si piantano le singole porzioni in vasi separati. Si posizionano i vasi in un luogo caldo e luminoso ma non al sole diretto e si tiene il terriccio appena umido.
Occorrerà circa un mese e mezzo prima che le singole piante attecchiscano. Dopo tale periodo iniziare a trattare le neo piante come le piante adulte.
PARASSITI E MALATTIE E COME CURARLI
La pianta presenta un aspetto malandato, un accrescimento stentato e le foglie prima quelle esterne e poi quelle interne ingialliscono e poi avvizziscono
Successivamente ai primi sintomi il colletto della pianta risulta imbrunito. Se togliete la pianta dal vaso, le radici
appaiono rammollite e imbrunite. Tutti questi sono i classici
sintomi da marciume radicale e basale causato da un fungo la
Phytophtora spp. che si sviluppa soprattutto in seguito a
eccessive annaffiature.
Rimedi: per prima cosa occorre togliere la pianta dal vaso ed eliminare tutte le parti danneggiate. Dopo di che le parti tagliate vanno trattate con un fungicida in polvere ad ampio spettro. Quindi si fa asciugare per bene la terra, si rimette la pianta nel vaso e si aspetta almeno una settimana prima di annaffiare per dare il tempo, alle superfici di taglio, di cicatrizzarsi. Per il futuro, regolare meglio le irrigazioni.
Le infiorescenze appena uscite dalla spata presentano delle macchie brune, leggermente depresse di forma irregolare in corrispondenza delle quali si ha formazione di una sostanza gommosa
se osservate questa sintomatologia siete in presenza di una
fusariosi, causata da un fungo, il Fusarium spp.
Rimedi: la lotta contro questo fungo si basa, oltre con una
riduzione dell'umidità ambientale, grazie alla quale questo fungo prolifica, anche con il trattamento con fungicidi specifici.
Macchie necrotiche sulle foglie e comprarsa di una muffa grigia
queste sintomatologie sono in genere il sintomo della presenza della muffa grigia, un fungo, la Botrytis spp.
Rimedi: eliminare subito le parti infette e trattare con uno specifico anticrittogamico. I rimedi nei confronti della Botrytis sono innanzitutto preventivi, in quanto questo fungo è favorito dall'umidità dell'aria e dalle eccessive annaffiature.
Sia gli afidi che la cocciniglia farinosa possono invadere la pianta
Si può provare a eliminarli usando in batuffolo di cotone inbevuto di alcool soprattutto per la cocciniglia, mentre per gli afidi si può intervenire efficacemente usando degli antiparassitari naturali meno dannosi per il nostro ambiente.
Foglie che iniziano a ingiallire, appaiono macchiettate di giallo e marrone
Se le foglie iniziano a ingiallire e successivamente a queste manifestazioni si accartocciano, assumono un aspetto quasi polverulento e cadono. Osservando attentamente si notano anche delle sottili ragnatele soprattutto nella pagina inferiore delle foglie. Con questa sintomatologia siamo molto probalbilmente in presenza di un attacco di ragnetto rosso, un acaro molto fastidioso e dannoso.
Rimedi: aumentare la frequenza delle nebulizzazioni alla chioma (la mancanza di umidità favorisce la loro prolificazione) ed eventualmente, solo nel caso di infestazioni particolarmente gravi, usare un insetticida specifico. Se la pianta non è particolarmente grande, si può anche provare a pulire le foglie per eliminare meccanicamente il parassita usando un batuffolo di cotone bagnato e insaponato. Dopo di che la pianta va risciacquata molto bene per eliminare tutto il sapone.
ETIMOLOGIA DEL NOME STRELITZIA
Il nome della Strelitzia reginae è dedicato e alla vedova di re Giorgio III, la regina Carlotta Sofia di Meclemburg-Strelitz da cui deriva sia il nome del genere che della specie.
STORIA DELLA STRELITZIA
La Strelitzia è stata introdotta in Europa da Banks alla fine del 1700, curatore dell'Orto botanico di Kew Gardens (Royal Botanic Gardens di Kew) di Londra,
In Italia fu introdotta per la prima volta nei giardini di villa Hambury nel 1912, creati da Thomas Hanbury (un londinese innamorato della costa ligure) e che si estendono, sul promontorio della Mortola, vicino alla frazione di Latte di Ventimiglia. Per molti anni rimase una pianta confinata a pochi amatori e agli orti botanici. Poi si andò via via diffondendo dapprima in Sicilia, dove si iniziò a coltivarla in piena terra e successivamente le aziende floricole la scoprirono e iniziarono la sua coltivazione a livello industriale (specialmente in Liguria) assumendo una posizione di primissimo piano nell'industria dei fiori recisi diventando preziosa quanto le orchidee.
CURIOSITÀ SULLA PIANTA
La Strelitzia reginae è anche conosciuta come uccello del paradiso e nella sua zona d'origine, il Sudafrica, è così pregiata che presso alcune tribù viene usata solo per adornare la capanna del capo o dello stregone.
E' stata dipinta da molti pittori. Famoso è il quadro dell'artista Man Ray (Filadelfia, 1890 – Parigi, 1976), Incompreso (foto sotto).
E' il fiore ufficiale della città di Los Angeles.
Incompreso dell'artista Man Ray
LA STRELITZIA E LE API
La pianta è un'importante fonte di nettare per le api e tutti gli insetti bottinatori.
USI DELLA PIANTA
La Strelitzia viene usata come pianta ornamentale presente in quasi tutti i giardini a clima tropicale ed è usata come fiore reciso dal fioristi per i bouquet di fiori.
TOSSICITÀ DELLA PIANTA
La tossicità associata a questa pianta non è ben descritta, ma è generalmente considerata una pianta minimamente tossica per cani, gatti e cavalli se fiori, foglie e steli di queste piante sono ingeriti. I sintomi riportati sono generalmente limitati a lievi disturbi gastrointestinali (vomito, diarrea, riduzione dell'appetito), tuttavia ci sono anche segnalazioni meno comuni di letargia e atassia (instabilità dei piedi).
TESTI CHE USIAMO PER SCRIVERE I NOSTRI ARTICOLI
I testi che usiamo per scrivere i nostri articoli sulle piante li puoi trovare a questa pagina.
BIBLIOGRAFIA ONLINE
- Bird of Paradise, Strelitzia reginae by University of Wisconsin- Madison - Horticulture Division of Extension;
- Birds of Paradise, by Australian Animal Poisons Helpline.