Le tagghjate
In tutte le nostre Città e in tutti i nostri Paesi esistono siti ove i nostri vecchi e i nostri antenati hanno svolto la loro attività, talora con immani fatiche, per ricavarne di che vivere, in condizioni più vicine alla schiavitù che non a un dignitoso lavoro.
Tipiche tra questi siti sono le cave per l'estrazione di materiale edilizio, che veniva effettuata con la sola forza delle braccia, per mezzo di utensili primitivi, non essendo state ancora inventate le macchine per scavare, tagliare e levigare blocchi anche di grosse dimensioni.
Tagghjate: vista notturna (Nota 1)
Fino a pochi anni fa le vecchie cave abbandonate venivano... rivalutate come discariche pubbliche, con tutte le conseguenze facilmente immaginabili per quanto riguarda l'inquinamento del sottosuolo, in particolare delle falde acquifere.
Ma il delitto più grave è l'abbandono di siti che dovrebbero rappresentare l'orgoglio delle popolazioni di tanti paesi, per non perdere la memoria di coloro che con abilità e tanti sacrifici, hanno saputo valorizzare il territorio e creare una base economica, a vantaggio delle generazioni che li hanno seguiti.
Chissa quante vite e quanti invalidi è il prezzo che hanno pagato! Cerchiamo di dimostrare la nostra riconoscenza trasformando quei siti in dignitosi parchi commemorativi ove i cittadini possano trascorrere qualche ora di serenità.
Tra quelle iniziative in via di realizzazione, siamo lieti di segnalare ai nostri lettori quanto è stato fatto dal Comune di S.Giorgio Jonico, a pochi chilometri da Taranto, per valorizzare una vasta area a suo tempo adibita a cave di "tufo giallo", materiale costituito da calcareniti, con cui sono state costruite le case dei paesi limitrofi, note localmente con il nome dialettale "LE TAGGHJATE".
Tagghjate: Ntàcche (Nota 2)
Tagghjate - Grotta 1950
(veduta panoramica interna dal basso) Nota 3
E' un sito che ci ha particolarmente colpiti, non solo per come e quanto sia stato realizzato, ma per la vastità dell'area che è in programma di valorizzare per farne anche un parco archeologico e naturalistico, ricuperando al pubblico diffusi reperti preistorici, artistici, esemplari botanici e faunistici, collegando i vari siti con itinerari, percorrendo i quali si potrà, attraverso dettagliate ed accurate illustrazioni, rivivere il passato ed immedimarsi nel presente.
Ma un altro aspetto interessante delle Tagghiate è la naturale predisposizione per allestire spettacoli e manifestzioni culturali, sia diurne che notturne.
Da anni si svolge la rappresentazione dei Misteri della Passione in una suggestiva atmosfera notturna, che si snoda tra pareti e scali della cava, quasi a rievocare i sacrifici e la passione di quanti vi hanno profuse le loro energie e la loro vita.
Quanto dovesse essere faticoso il lavoro è facilmente immaginabile. Basta solo vedere come gli scavatori dovessero calarsi ed inerpicarsi su e giù per le ripide pareti, dopo aver praticato piccole nicchie nel tufo, aiutandosi con la sola forza fisica delle braccie e gambe.
Risalire le ripide pareti, spesso con pessime condizioni climatiche, dopo una lunga ed estenuante giornata di lavoro, doveva rendere ancora più amaro e duro il pane che erano riusciti a guadagnarsi.
«A seguito degli interventi di recupero e riqualificazione operati dal Comune di
San Giorgio Jonico in collaborazione con il GAL CSAJ srl (Gruppo d'Azione Locale
Consorzio per lo Sviluppo dell'Arco Jonico) e grazie ai finanziamenti erogati dalla
Comunità Europea, nell'ambito del progetto Leader II, si è realizzata la prima fase
delle "Tagghjate", una grande cava abbandonata a cielo aperto di materiale calcarenitico,
utilizzato da tempo immemorabile per la costruzione di edifici.
L'estrazione avveniva a mano, con il lavoro di operai detti "zuccatori" i quali
tagliavano, uno a uno i conci di pietra, che erano poi trasportati a dorso di mulo.
Il taglio della pietra avveniva, procedendo dall'alto in basso, seguendo la vena
del materiale migliore e lasciando in piedi guglie, pinnacoli e "vele" di pietra,
tra i quali cresce una vegetazione spontanea del tipo "macchia mediterranea."
Abbandonate per lungo tempo a se stesse, le Tagghjate erano purtroppo divenute luogo
di discarica abusiva di ogni tipo di rifiuti.
L'amministrazione Comunale ha inteso recuperarle trasformandole in un parco pubblico
ed ha così restituito alla libera fruizione dei cittadini spazi naturali ricchi
di suggestione e di colori, che, specie al tramonto, si proiettano sulle pareti
rocciose in mille sfumature di rosso, di giallo e di verde sullo sfondo di un cielo
meravigliosamente azzurro.
Gli interventi posti in essere sino ad ora si sono concentrati nella bonifica dell'area
e nella sistemazione del fondo (appianamento di buche e sconnessioni); nella sistemazione
di gazebi negli spazi più ampi, delimitando e mettendo in sicurezza, percorsi per
pedoni ed una pista per mountain bike.
L'apposizione di cartelli e leggii di legno con didascalie che illustrano la flora
e le caratteristiche dei luoghi, completeranno i percorsi arricchendoli dfinformazioni
culturali e didattiche.
Chiunque sia interessato ad avere maggiori informazioni può rivolgersi direttamente
al Comune di San Giorgio Jonico (Tel. 099-5915111- Fax 099-5915258), potendo richiedere
l'album fotografico con 70 foto "Le Tagghjate" eseguite da Ciro Nigro.
Il Sindaco di San Giorgio Jonico
Avv. Danilo Leo»
Il progetto del Comune di S. Giorgio Jonico, una volta completato, prevede di attrezzare degli itinerari che, attraversando l'intera area, facilitino gli spostamenti dei turisti e che permettano di visitare luoghi di interessi archeologici, storici, sociali, boschi e parchi con riserve, usufruendo delle zone di sosta e ristoro, come quelle presenti all'ingresso delle Tagghjate.
Il progetto delle Tagghjate di S.Giorgio Jonico va inquadrato in un programma culturale-turistico molto più vasto previsto dal Consorzio del GAL C.S.A.J.T., che abbraccia i siti dei Comuni di Palagiano e Massafra.
Scavare all'interno della roccia, inseguendo i filoni di tufo della migliore qualità, là dove una volta dominava il mare poco profondo, per creare così grotte, sfruttando l'esperienza e l'intuito dell'uomo.
Note
1) Integrazione postuma a cura della redazione di Elicriso
2) «Fori paralleli quadrangolari, ergonomicamente cadenzati, di ausilio ad
una eventuale arrampicata di lavoro sulle nude ed irte pareti tufacee».
Integrazione postuma a cura del prof. G.nni Carafa
3) Integrazione postuma a cura del prof. G.nni Carafa
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