Proprietà dell'elicriso
L'elicriso, un simbolo della macchia mediterranea il cui uso non solo è diventato importante nei profumi e nei prodotti della cura della persona, ma soprattutto è diventato il gigante buono della fitoterapia mediterranea.
IN QUESTO ARTICOLO PARLEREMO DI:
- Descrizione della pianta
- Specie più conosciute di elicriso
- Cosmopolicità dell'elicriso ed ecotipi
- Coltivazione dell'elicriso
- Benefici dell'elicriso in fitoterapia
- Uso in cucina
- Altri usi dell'elicriso
- Come si ottiene l'olio essenziale di elicriso
- Parti utilizzate della pianta
- Modalità d'uso
- Ma quanto elicriso si può raccogliere?
- Controindicazioni nell'uso dell'elicriso
- Etimologia del nome elicriso
- Curiosità sulla pianta
- Cenni storici
DESCRIZIONE DELLA PIANTA
L'elicriso, appartiene al genere Helichrysum della famiglia delle Asteraceae (ex Compositae) ed è una pianta arbustiva, tipica della macchia mediterranea, alla quale conferisce il profumo caratteristico. Cresce nelle zone asciutte e pietrose dal livello del mare fino a più di 2.000 metri di altitudine s.l.m.
E' originaria di diversi luoghi del mondo. In particolare la ritroviamo spontanea in tutto il bacino del Mediterraneo, in Sudafrica e in Australia, tutte zone non correlate tra loro ma che probabilmente hanno avuto un qualche antenato in comune, oramai estinto.
E' una pianta perenne che ha la particolarità di essere completamente ricoperta da una fitta peluria biancastra che emana un aroma caratteristico. I fusti sono alti fino a 30 cm ramificati alla base con foglie piccole, lineari, pelose che conferiscono alla pianta una tonalità grigia fino alla comparsa dei fiori, dei capolini gialli presenti da giugno e per tutta l'estate.
E' molto utilizzata non solo in profumeria e nella cura del corpo ma i suoi estratti sono diventati un toccasana nella fitoterapia mondiale.
SPECIE PIU' CONOSCIUTE DI ELICRISO
L'elicriso oltre a essere una pianta straordinaria da un punto di vista fitosanitario è anche una splendida pianta ornamentale conosciuta già dal 1600. Il genere comprende più di 500 specie ma quelle che ritroviamo nei vivai sono soprattutto di origine non europee e poche europee:
- Helichrysum bracteatum dall'Australia;
- Helichrysum bellidioides dalla Nuova Zelanda;
- Helichrysum petiolatum dal Sud Africa.
- Helichrysum stoechas dai Balcani;
- Helichrysum arenarium dall'Europa dell'est;
- Helichrysum italicum, meno presente sul mercato ornamentale ma il più utilizzato con tutte le sue sottospecie, varietà e ibridi nel mondo fitoterapico. Le piante a uso commerciale per la lavorazione industriale e farmaceutica derivano da diversi ecotipi selvatici o coltivati un po' da tutta Italia (zone costiere adriatiche, estuario del Po e tutta l'Italia meridionale). La Sardegna e la Corsica sono le principali regioni dove si ricava la maggior parte dell'elicriso italicum.
COSMOPOLICITA' DELL'ELICRISO ED ECOTIPI
L'elicriso ha una grande adattabilità ai diversi ambienti infatti lo ritroviamo sia in riva al mare che in montagna, su terreno sabbioso piuttosto che calcareo, acido o pietroso. Questo fa si che esistano molti ecotipi e varietà di elicriso. Questo fatto comporta che esistono diversi profili chimici dovuti appunto ai diversi ecotipi e che non è possibile trovare una equivalenza farmacologica. A esempio è stato visto che alte concentrazioni di una certa sostanza (arzanolo) si ritroviano solo negli ecotipi delle zone tirreniche settentrionali dove si trova l'Helichrysum italicum subspecie microphyllum mentre lo stesso ecotipo però delle zone tirreniche meridionali e adriatiche, ne contiene scarsa quantità.
COLTIVAZIONE DELL'ELICRISO
La coltivazione dell'elicriso è molto semplice. Può essere coltivato come pianta ornamentale, come pianta da orto o come pianta terapeutica e può essere coltivato in vaso o in piena terra. Vediamo nei dettagli:
Esposizione: pieno sole. Se la zona dove lo coltivi ha un clima caldo tutto l'anno, puoi avere l'elicriso fiorito tutto l'anno.
Terreno: l'elicriso in natura cresce ovunque e con qualunque tipo di terreno.
Temperatura: l'elicriso è una pianta del sole pertanto i climi caldi e temperati sono il suo habitat ideale. Durante l'inverno va protetta dal freddo con pacciamature (foglie secche, corteccia di piano o tessuto-non tessuto) per mantenere più alta la temperatura della terra e quindi delle radici.
Annaffiatura: la pianta, una volta adulta e coltivata in piena terra, non necessita di costanti annaffiature in quanto è resistente alla siccità mentre da giovane è opportuno annaffiare con regolarità facendo attenzione ai ristagni idrici che non sono tollerati. Se coltivata in vaso è opportuno annaffiarla ogni qual volta il terreno risulta secco, aspettando che il terreno si secchi prima di procedere con la successiva irrigazione. Un suo grande nemico è l'eccesso di acqua che fa marcire le radici.
Concimazione: l'elicriso è una pianta povera per cui le concimazioni devono essere poche e rade. Se però vuoi avere una maggiore fioritura allora puoi concimarla, una volta all'anno usando un concime per piante da fiore all'inizio della primavera. Se il terreno dove viene piantato è povero, allora puoi aggiungere al momento dell'impianto o del rinvaso, del concime organico.
Potatura: la pianta non si pota. Si eliminano solo i rami secchi o danneggiati.
Moltiplicazione: la moltiplicazione avviene per semina diretta nel terreno o per talea. Le talee vanno messe a radicare a fine estate e trapiantate in terra o in vaso all'inizio della primavera successiva. I semi si interrano all'inizio della primavera su un substrato arricchito con sabbia in modo che sia molto ben drenante. Appena le giovani piantine sono alte circa 15 cm possono essere prelevate e trasferite in vaso o nel luogo definitivo.
Rinvaso: il rinvaso per le piante coltivate in vaso va fatto ogni 2/3 anni.
Malattie: le eccessive annaffiature provocano i marciumi delle radici. L'umidità fa insorgere rapidamente il mal bianco. Se però si mantengono le condizioni normali di allevamento, difficilmente si ammala.
BENEFICI DELL'ELICRISO IN FITOTERAPIA
Ai giorni nostri l'elicriso è usato non solo in profumeria per il suo profumo straordinario ma anche per il suo olio essenziale in medicina e aromaterapia.
Le proprietà dell'olio essenziale di elicriso sono diverse: sbiadire o ridurre le cicatrici e anche nel trattamento delle ferite sanguinanti: disinfettante della ferita e favorire la cicatrizzazione e allevia il dolore.
L'elicriso viene inoltre regolarmente usato per la gestione dei problemi respiratori e digestivi: è un toccasana per le condizioni infiammatorie e infettive delle vie aeree, tra cui tosse, bronchite, tracheite e laringite.
L'olio essenziale di elicriso in combinazione con l'olio essenziale di lavanda (Lavandula angustifolia) e con l' olio essenziale dell'albero del tè (Melaleuca alternifolia) è usato per lenire le condizioni cutanee associate alla chemioterapia (sindrome mano-piede in oncologia malattia associata all'uso di farmaci antitumorali).
Sempre in combinazione con gli agenti anti-VEGF (fattore di crescita endoteliale vascolare) o anti-EGF (fattore di crescita epidermico) viene utilizzato per gestire l'acne indotta dalla chemioterapia.
Inoltre ci sono diversi prodotti in commercio a base di elicriso che lo identificano come fonte della giovinezza perchè si afferma che abbia proprietà anti-invecchiamento. A questo proposito però c'è da dire che non ci sono ancora dati clinici a supporto di questo.
L'elicriso inoltre è usato come colagogo vale a dire come medicamento che stimola l'escrezione della bile dalla cistifellea.
Famosa è anche la tisana del Quirinale (chiamata così perchè usata da diversi presidenti della repubblica) una miscela di elicriso, lavanda e finocchio potente digestivo.
In medicina veterinaria, la pianta è usata per curare la tosse degli asini e i disturbi articolari dei cavalli e degli asini.
USO IN CUCINA
L'elicriso viene usato anche in cucina. Nei paesi del Mediterraneo le sue foglie sono usate come il rosmarino per insaporire piatti e insalate e per fare liquori dai suoi fiori, soprattutto in Sardegna.
Spesso si trova il "miele di elicriso". Ora l'elicriso non è una pianta nettarifera per cui da esso le api non fanno il miele però visitando i fiori, si ricoprono di polline e resine della pianta che portano nell'alveare e che quindi ritroviamo nel miele (fatto con nettare di altri fiori) ma che conserva comunque l'aroma dell'elicriso.
L'elicriso è anche molto usato, soprattutto in Sardegna per la preparazione di liquori ottenuti dall' Helichrysum italicum sottospecie microphillum:
- Chrysos un amaro ottenuto dall'infusione in alcool dei fiori di elicriso della sottospecie;
- Abbastu è un amaro artigianale sardo o ottenuto dall'infusione in alcool dell'elicriso;
- Anima Sarda liquore a base di elicriso;
- Caru Elicriso è un liquore artigianale di Caru di Orgosolo.
In Sardegna si usa la pianta intera per bruciare le setole dei maiali macellati, per conferire aroma al lardo.
ALTRI USI DELL'ELICRISO
Data la particolarità di conservare il colore e la fragranza una volta essiccato, i fiori di elicriso sono usati per fare pot-pourri colorati e profumati. Inoltre sono anche usati per profumare la biancheria e gli ambienti. Se metti un rametto di elicriso dentro casa, emana una frangranza che ricorda la macchia mediterranea. Personalmente tengo un rametto di elicriso in macchina: ogni volta che entro mi sembra di stare in riva al mare.
In profumeria è impiegato nella fabbricazione dei profumi. Per esempio il profumo Eau Noire di Dior contiene elicriso così come Smeralda della linea Acqua di Sardegna (n.d.r. che uso da diversi anni).
COME SI OTTIENE L'OLIO ESSENZIALE DI ELICRISO
L'olio di elicriso si ottiene dalla distillazione a vapore dei capolini e ha una resa molto bassa: difficilmente supera lo 0,1% della biomassa fresca di partenza. Per questa ragione l'olio essenziale di elicriso ha un costo molto alto, il più alto tra gli oli essenziali (in commercio si trovano confezioni da 5 ml a 40,00-50,00 euro). Pertanto i produttori di elicriso, date le bassissime rese, preferiscono produrre da loro l'olio essenziale e venderlo direttamente piuttosto che commercializzare l'intera pianta.
L'olio essenziale è prodotto esclusivamente dai capolini, mentre il resto della pianta non viene estirpato.
Parti utilizzate della pianta
PARTI UTILIZZATE DELLA PIANTA
Dell'elicriso si utilizzano esclusivamente le sommità fiorite raccolte all'inizio della fioritura mentre le altre parti della pianta non vengono estirpate, per fortuna. Hanno la particolarità che anche essicati, conservano a lungo sia il colore che l'aroma.
COME SI USA
L'elicriso si può usare sia per uso interno che esterno:
Uso interno
- come infuso, decotto nei casi di bronchite e tosse o per i dolori reumatici e le varici;
- come tintura madre agisce sul tratto respiratorio e digestivo come antinfiammatorio.
Uso esterno
- decotto per fare impacchi per le pelli irritate e infiammate, i geloni, le emorroidi, le ferite, psoriasi ed eczema. Gli impacchi inoltre sono ottimi per riattivare la circolazione sanguigna quindi molto efficaci nel caso di mani e piedi freddi.
Uso dell'olio essenziale
L'olio essenziale può essere usato sia per uso interno che per uso esterno e può essere usato in tutti i casi sopra citati.
MA QUANTO ELICRISO SI PUO' RACCOGLIERE?
Purtroppo oggi c'è un enorme divario tra la domanda e la disponibilità dell'elicriso tirrenico. Le raccolte selvagge che sono state fatte negli anni passati hanno fortemente indebolito la sua popolazione, sia in Sardegna che in Corsica. Occorre che le autorità intervengano con progetti di raccolta ecosostenibile per evitare la forniture di materiale vegetale a basso costo raccolto selvaggiamente depauperando la popolazione.
Per esempio in Sardegna la Gentiana lutea è a rischio di estinzione per la raccolta indiscriminata che ne è stata fatta in quanto i principi attivi contenuti nella sua radice a fittone si trovano importanti sostanze ottime per la preparazione di amari digestivi e tisane medicamentose. Se si pensa che la pianta impiega dieci anni per arrivare alla maturità e che la raccolta porta all'estirpazione di tutta la pianta, va da se come questa specie è a rischio di estinzione in Sardegna. Per evitare un destino simile per l'elicriso, si dovrebbero fare dei programmi di raccolta ecosostenibile assieme a una educazione anche dei consumatori, sulla fragilità della catena di approvvigionamento della pianta.
CONTROINDICAZIONI NELL'USO DELL'ELICRISO
Non ci sono controindicazioni o avvertenze particolari riguardo al suo uso. Evitarne comunque l'utilizzo in caso di ipersensibilità accertata verso uno o più dei suoi componenti.
ETIMOLOGIA DEL NOME ELICRISO
ll nome elicriso deriva dal greco helios «sole» e krysos «oro» in riferimento al colore giallo dei capolini, particolarmente attraente in pieno sole e anche persistente nella pianta una volta secca.
CURIOSITÀ SULLA PIANTA
L'elicriso è anche conosciuto con tanti altri nomi soprattutto l'H. italicum e: semprevivo o perpetuino in Italia, probabilmente dovuto al fatto che conserva il colore dei fiori molto a lungo assieme al suo profumo; immortelle in francese; eterno in inglese; siempreviva in spagnolo, tutti nomi dati per ricordare le sue proprietà di mantenere i capolini di colore giallo anche con la pianta secca oltre che il suo straordinario profumo. Non si sa con esattezza da cosa questo dipenda, un fenomeno unico nel suo genere.
CENNI STORICI
L'elicriso per le sue proprietà medicinali è conosciuto fin dai tempi più antichi. Da Teofrasto, a Dioscoride, a Plinio il vecchio. Anche gli antichi romani e gli egizi lo usavano per le sue proprietà terapeutiche che sono arrivate sino ai giorni nostri. E' merito però di Leonardo Santini aver ripreso le vecchie conoscenze e, partendo da esse, aver approfondito lo studio su questa pianta dando valenza scientifica al suo uso. Da allora gli studi su questa pianta miracolosa proseguono.