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Dipladenia

Vediamo come coltivare e prendersi cura della Dipladenia, uno dei rampicanti sempreverdi più amati per il suo fogliame e le sue fioritura variopinte e abbondanti.

Displadenia, coltivazione
D. sanderii
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IN QUESTO ARTICOLO PARLEREMO DI:

CLASSIFICAZIONE BOTANICA E ORIGINE DELLA SPECIE

Come esistono nomi per identificare ogni creature viventi e ogni cosa non viventi anche le piante hanno dei nomi. I nomi gli sono stati attribuiti in base a una convenzione internazionale, introdotta nel 1753 da Carlo Linneo. In base a questo la nostra pianta appartiene al genere Dipladenia della famiglia delle Apocynaceae. Esistono all'interno del genere diverse specie che troverai più avanti nella lettura.

Sono tutte piante sempreverdi originarie della giungla sud americana dove raggiungono anche i 10 m di altezza.

CARATTERISTICHE GENERALI DELLA PIANTA

Le Dipladenia sono piante rampicanti sempreverdi a portamento erbaceo o arbustivo. In considerazione di questo fatto non sono molte le specie adatte a essere allevate in appartamento a meno che non si disponga di notevole spazio a disposizione.

Sono molto apprezzate per il loro fogliame caratterizzato da foglie opposte, lisce e di colore verde più o meno intenso e di consistenza spesso coriacea e per i fiori imbutiformi di colore bianco, rosa o rosso a seconda della specie che sbocciano abbondanti durante tutto il periodo estivo e parte autunnale, lievemente profumati.

Sono spesso usate per decorare pergolati , archi o graticci.

PRINCIPALI SPECIE

Esistono numerose specie usate a scopo ornamentale tra le quali ricordiamo:

DIPLADENIA BOLIVIENSIS (MANDEVILLA BOLIVIENSIS)

La Dipladenia boliviensis è una specie rampicante che come dice il nome stesso è originaria soprattutto della Bolivia ma anche dell'Ecuador. Presenta un fusto legnoso molto ramificato e con foglie con apici affusolati, lucide e di un bel colore verde intenso lunghe 5-10 cm.

Displadenia boliviensis

Da metà estate produce fiori bianchi riuniti in infiorescenze, caratterizzati da una gola di colore aranciato-giallo, profumati, ma non particolarmente grandi infatti non superano i 5 cm di lunghezza.

DIPLADENIA SANDERI (MANDEVILLA SANDERI)

Displadenia sanderi

La Dipladenia sanderi è originaria del Brasile e presenta foglie ovali, appuntite, di colore verde brillante nella pagina superiore e verde scuro in quella inferiore, coriacee e lucide. I fiori sono di colore rosa più o meno intenso e lunghi fino a 7 cm.

DIPLADENIA SPLENDENS (MANDEVILLA SPLENDENS)

La Dipladenia splendens è una specie rampicante molto vigorosa che presenta i fusti più giovani ricoperti da una leggera peluria. Le foglie sono ovali di colore verde molto intenso, grandi (sono lunghe fino a 20 cm e larghe 10 cm). I fiori sono di colore bianco o rosso a seconda della varietà e ogni singolo fiore dura dai 3 ai 4 giorni.

DIPLADENIA LAXA (MANDEVILLA SUAVEOLENS o MANDEVILLA TWEEDIANA)

La Dipladenia laxa è un rampicante vigoroso con un fusto legnoso. Le foglie sono ovalate, lucide, di colore verde intenso nella pagina superiore e rosso-grigio verde in quella inferiore, lunghe 5-10 cm con gli apici appuntiti. Fiorisce dall'estate all'autunno producendo fiori tubolari, riuniti in infiorescenze a racemo, di colore bianco, larghi 5-9 cm.

E' comunemente conosciuta come gelsomino del Cile.

COME COLTIVARE LA PIANTA

In considerazione del fatto che si tratta di una pianta rampicante, ha necessità di sostegni per avere un portamento ordinato. E' sufficiente una canna o un intreccio di fili di ferro ai quali ancorarla e permetterle in questo modo di poter esprimere tutta la sua bellezza.

TEMPERATURA DI COLTIVAZIONE

Le temperature ottimali di coltivazione non devono scendere al di sotto dei 12°C durante il periodo invernale mentre non ha grossi problemi per le temperature massime (21°C sono le temperature estive ottimali).

Nel periodo invernale entra in riposo vegetativo pertanto è importante assicurarle temperature intorno ai 13°C durante tale periodo pena la non fioritura l'anno successivo.

UMIDITÀ AMBIENTALE

Un aspetto importante, dato che sono piante originarie della giungla, è che hanno necessità di ambienti umidi pertanto occorre assicurare una buona umidità ambientale.

ESPOSIZIONE E LUCE

Amano la luce e l'aria ma è da evitare il sole diretto e le correnti d'aria.

ANNAFFIATURA

Il terreno deve rimanere costantemente umido durante tutto il periodo attivo di crescita, vale a dire durante la primavera e l'estate (non inzuppato). Durante l'autunno e l'inverno si annaffia il tanto da mantenere il terreno appena umido.

Tanto quanto le annaffiature è importante l'umidità ambientale che dovrà essere mantenuta sia con frequenti nebulizzazioni alla chioma sia sistemando il vaso in un sottovaso contenente argilla espansa (o altro materiale) dove sarà presente dell'acqua che evaporando assicurerà un ambiente umido (fate attenzione che il fondo del vaso non sia a contatto con l'acqua).

TIPO DI TERRENO DA USARE E COME RINVASARE

Il rinvaso si effettua ogni due anni, all'inizio della primavera.

Usate un terriccio a base di terreno fertile, torba e sabbia grossolana e abbiate cura di sistemare sul fondo del vaso uno spesso strato di pezzi di coccio in modo da garantire un perfetto drenaggio dell'acqua di annaffiatura.

CONCIMAZIONE

A partire dalla primavera e per tutta l'estate usate un concime liquido diluito nell'acqua di irrigazione, diminuendo leggermente le dosi rispetto a quanto riportato nella confezione. E' preferibile usare un fertilizzante completo vale a dire che oltre a contenere azoto, potassio e fosforo abbia anche gli elementi minori altrettanto importanti per la crescita della pianta quali il magnesio, il manganese, il ferro, il boro, il rame, lo zinco, il molibdeno.

Sono gradite anche piccole dosi di .

FIORITURA

Fiorisce abbondantemente durante l'estate ed è importante durante questo periodo avere temperature non inferiori ai 18°C.

COME POTARE LA PIANTA

Per queste piante è necessario fare una vera e propria in autunno, quando è finita la fioritura tagliando drasticamente tutti i nuovi rami dell'anno a 5 cm dalla base. Questa operazione è importante in quanto si stimola la pianta a produrre nuovi rami l'anno successivo e quindi ad avere un portamento più rigoglioso e compatto.

MOLTIPLICAZIONE

Si moltiplicano per talea.

MOLTIPLICAZIONE PER TALEA

In primavera, dai rami dell'anno, si prelevano delle talee lunghe circa 7 cm con taglio obliquo che garantirà sia una maggiore superficie per la radicazione sia eviterà che l'acqua si accumuli su questa superficie. Abbiate l'accortezza di usare una lama ben affilata, pulita e disinfettata in quanto da una parte è importante non avere tessuti sfilacciati, dall'altra si eviterà di trasmettere eventuali malattie parassitarie.

Dopo aver eliminato dalla talea le foglie che si trovano più in basso si spolvera la superficie con ormoni rizogeni vale a dire ormoni che favoriscono l'emissione delle radici e si sistema in un vaso (o in una cassetta da moltiplicazione) dove avrete preventivamente preparato una miscela di terriccio formato da torba e sabbia grossolana in parti uguali.

Dopo aver piantato la talea si inumidisce abbondantemente il terreno facendo attenzione a non bagnare la talea ma solo il terreno.

Moltiplicazione per talea: taglio della talea sotto il nodo
Moltiplicazione per talea - eliminazione foglie poste più  in basso
Moltiplicazione per talea: spolverare la parte basale con della polvere rizogena per favorire la radicazione
Moltiplicazione per talea: busta messa a cappuccio nel vaso per mantenere una temperatura costante e evitare l'eccessiva perdita di umidità

Una volta che il vaso è pronto, si chiude il tutto con un foglio di plastica trasparente o con un sacchetto, sempre trasparente, messo a cappuccio (qualora non si disponga di una cassetta da moltiplicazione) che si terrà lontano dalla talea sistemando dei bastonici verticalmente (vedere foto al lato). Sistemate il vaso così preparato in una zona della casa dove è possibile avere delle temperature intorno di 24-27°C e non troppo illuminato. Ogni giorno, per pochi minuti, togliete la plastica sia per controllare l'umidità del terreno sia per togliere la condensa che sicuramente si sarà formata sulla plastica.

Vi renderete conto che la talea ha radicato perchè vedrete che inizieranno a comparire nuovi germogli. Non appena ciò avviene, togliete la plastica definitivamente, aspettate che la talea si sia irrobustita e dopo di che potete sistemarla nel vaso definitivo e trattarla come se fosse adulta.

PARASSITI E MALATTIE E COME CURARLI

Le principali patologie che possiamo riscontrate sono:

Le foglie rimangono pendenti

Questo sintomo, che possiamo osservare soprattutto durante l'inverno, è indice di una temperatura troppo bassa.
Rimedi: spostare subito la pianta in un luogo più caldo.

e foglie presentano delle macchie brune

Macchie brune sulle foglie potrebbero significare o che è stata annaffiata poco o è stata esposta al sole diretto.
Rimedi: fate un'analisi su come avete allevato la pianta e regolatevi di conseguenza.

Le foglie ingialliscono e sono ricoperte da piccoli puntini scuri

Questo sintomo, associato alla presenza di sottili ragnatele soprattutto nella pagina inferiore delle foglie, indica che è in corso un'infestazione dovuta al , un acaro che può diventare molto dannoso se non si interviene tempestivamente.

Acari sulla pianta: parassita e danno

Rimedi: il rimedio principe è quello di aumentare l'umidità intorno alla pianta in quanto è l'aria secca che favorisce la sua proliferazione. Se l'infezione è però particolarmente grave occorre intervenire con acaricidi specifici reperibili nei centri specializzati in giardinaggio.

Presenza di chiazze bianche e cotonose

Questo sintomo indica molto chiaramente che siamo in presenza della cotonosa (o farinosa). Si tratta di insetti molto dannosi localizzati soprattutto all'ascella delle foglie e sulla pagina inferiore che devono essere eliminati rapidamente.

Cocciniglia farinosa

Rimedi: possono essere rimossi usando un batuffolo di cotone intriso di alcool denaturato oppure se l'infestazione è troppo estesa usare un insetticida specifico reperibile nei centri specializzati in giardinaggio.

ETIMOLOGIA DEL NOME DIPLADENIA

Il nome Dipladenia deriva dal greco diplos «doppio» e aden «ghiandola» a causa della presenza di due ghiandole nell’ovario mentre il nome Mandevilla è stato dato in onore di John Henry Mandeville (1773–1861), console britannico a Buenos Aires e grande botanico che introdusse la Mandevilla in Europa.

CURIOSITÀ SULLA PIANTA

Il contatto con la linfa può causare irritazioni cutanee pertanto la pianta va maneggiata con attenzione.

TESTI CHE USIAMO PER SCRIVERE I NOSTRI ARTICOLI

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