Il genere Paphiopedilum, comprende circa cinquanta specie di orchidee originarie dell'Asia tropicale, della Malesia, Sumatra e isole vicine.
Il nome Paphiopedilum deriva dal greco Paphie la dea di Paphos Afrodite e pedilon che vuol dire «sandalo», vale a dire «il sandalo di Afrodite» o «scarpette di Venere» a causa della forma del fiore.
Sono piante TERRESTRI e molto raramente EPIFITE. Sono orchidee a sviluppo SIMPODIALE con uno stelo rizomatoso strisciante più o meno sotterraneo e sono sprovviste di pseudobulbi.
La bellezza delle orchidee Paphiopedilum è dovuta non solo ai fiori ma anche alle foglie, coriacee e persistenti che si originano direttamente dal rizoma, spesso variamente screziate che la rendono molto decorativa anche senza fiori.
Lo stelo fiorale produce un solo fiore, più raramente due o più, eretto che si erge dal centro della confluenza delle foglie.
I fiori delle Paphiopedilum sono grandi e molto colorati e i sepali sono apparentemente due perchè gli inferiori sono saldati insieme a formare il voluminoso labello. Il sepalo superiore è molto grande ed è sempre il più colorito e vistoso. Due petali si trovano disposti più o meno orizzontalmente e spesso sono molto lunghi.
Le orchidee Paphiopedilum facilmente riconoscibili sia per il loro particolarissimo labello a forma di borsa sia per il grande sepalo dorsale. Il labello, possiede una corta colonna situata al centro del labello.
I fiori durano molto, anche due mesi, sia sulla pianta che come fiore reciso.
Gli ibridi possono fiorire anche due volte l'anno.
Coltivare i Paphiopedilum non è particolarmente difficile richiedono però molte cure e attenzione per cui se siete pronti a questo... buon lavoro.
Le Paphiopedilum in genere necessitano di temperature variabili a seconda della specie. In base a questa affermazione i Paphiopedilum si possono dividere in due grandi gruppi:
Queste specie hanno delle esigenze climatiche abbastanza limitate, vale a dire possono essere tranquillamente coltivate in ambienti freschi. Praticamente d'inverno temperature di giorno tra i 10-15°C e di notte tra i 7-10°C; d'estate temperature di giorno tra i 15-18°C e di notte tra i 8-15°C.
In questo gruppo ritroviamo: Paphiopedilum Leeanum, Paphiopedilum insigne, Paphiopedilum spicerianum, Paphiopedilum venustum, Paphiopedilum villosum, Paphiopedilum charlesworthii, ecc.
In questo gruppo ritroviamo: Paphiopedilum concolor, Paphiopedilum bellatulum, Paphiopedilum Maudiae, Paphiopedilum argus, Paphiopedilum armeniacum, Paphiopedilum callosum, Paphiopedilum fairrieanum, Paphiopedilum gratrixianum, Paphiopedilum haynaldianum, Paphiopedilum liemianum, Paphiopedilum lowii, Paphiopedilum malipoense, Paphiopedilum robinsonii, ecc.
Appartengono a questo gruppo: Paphiopedilum stonei, Paphiopedilum rothschildianum, Paphiopedilum praestans, Paphiopedilum javanicum, Paphiopedilum glanduliferum, ecc.
Da quanto detto emerge che i diversi gruppi, pur avendo esigenze climatiche diverse, hanno tutti necessità di una differenza di temperatura tra il giorno e la notte, fondamentale per questa orchidea. In ogni caso tenete conto che sono tutte specie facilmente adattabili. Se non riuscite a individuare la specie esatta di Paphiopedilum che avete acquistato o che vi hanno regalato non allarmatevi. Basta usare il buon senso e orientarsi su temperature medie, avendo l'accortezza di cercare di avere lo squilibrio termico tra il giorno e la notte.
Richiedono una buona ventilazione senza correnti d'aria.Le esigenze di luce delle diverse specie di orchidea Paphiopedilum sono abbastanza variabili tra loro anche se non commettiamo grossi errori nel considerare che in generale non sono piante particolarmente esigenti in fatto di luce anzi è opportuno che la luce sia moderata.
(Per maggiori chiarimenti sulla luce consulta l'articolo: «Esigenze di luce delle orchidee»).
La Paphiopedilum non avendo pseudobulbi richiede annaffiature regolari durante tutto l'arco dell'anno facendo in modo che il substrato di coltivazione sia umido, non troppo bagnato specialmente d'inverno quando la ventilazione è scarsa.
Ovviamente maggiore è la temperatura, più frequenti dovranno essere le annaffiature. In linea di massima, possiamo affermare che d'estate mediamente le Paphiopedilum vanno annaffiate ogni due giorni, nei restanti periodi, una volta alla settimana. Un metodo empirico per sapere quando innaffiare potrebbe essere quello di soppesare il vaso. Se è leggero allora bisogna annaffiare, viceversa se è pesante.
E' opportuno che le annaffiature vengano sempre effettuate nelle prime ore della giornata perchè se si sono bagnate le foglie, in questo modo hanno il tempo di asciugarsi prima della notte. A maggior ragione questo discorso si applica alle nebulizzazioni. I ristagni d'acqua nelle foglie possono portare a pericolose marcescenze.
Le orchidee Paphiopedilum non sono particolarmente esigenti in fatto di concimi essendo delle piante terrestri ricavano il loro nutrimento dal terreno di coltivazione al contrario delle orchidee epifite che devono preoccuparsi di sviluppare un eccellente apparato radicale che deve assorbire il nutrimento dall'aria e da agenti esterni al substrato di supporto.
Pertanto se avete usato un buon terriccio, così come indicato nel paragrafo
Rinvaso le concimazioni andranno fatte a partire dalla primavera, da marzo fino a giugno usando una formula bilanciata 30:10:10 (30 parti di
azoto, 10 parti di fosforo e 10 parti di potassio) che stimolerà la crescita della pianta; mentre in autunno, da settembre e per metà novembre una formula bilanciata 20:20:20 o anche 18:18:18.
Per gli altri periodi sospendete le concimazioni.
Le dosi dovranno essere molto basse, per i motivi citati sopra, pertanto è consigliabile usare 0,3 gr per litro di acqua, non di più.
(Per maggiori chiarimenti sulle concimazioni puoi consultare l'articolo:
«Concimazione delle orchidee») .
Le Paphiopedilum, essendo delle orchidee terrestri, richiede molta cura nella scelta del substrato di coltivazione in quanto è da esso che trarranno il nutrimento. Un substrato tipo può essere formato da un muscuglio di bark (40%), torba di sfagno molto filamentosa che non trattiene troppo l'acqua (40%), agriperlite o pomice (10%) e sabbia grossolana (10%) che garantirà un substrato che farà respirare le radici e tratterrà la giusta umidità.
Prima di procedere al rinvaso, lavare per bene il bark lasciandolo in immersione per alcuni giorni in modo da eliminare la polvere e togliere le impurità presenti che vanno a finire sul fondo del recipiente. In questo modo si assicura anche una sua perfetta idratazione.
Per quanto riguarda le dimensioni del vaso è sempre opportuno non esagerare. In particolare le Paphiopedilum non amano i vasi grandi. Sono sufficienti non più di 2-3 cm di spazio libero tra la pianta e il vaso. Appena rinvasata sistemate anche dei tutori per tenerla ferma fino a quando le radici non si saranno assestate.Le Paphiopedilum hanno epoche di fioriture differenti a seconda della specie ma in linea generale possiamo affermare che le loro fioriture durano molto a lungo. La foto sotto mostra un bocciolo.
Per quanto riguarda le malattie della Paphiopedilum si rimanda a quanto scritto al capitolo «Malattie e cure delle orchidee», anche se sono orchidee che raramente sono attaccate dai parassiti (sia insetti che funghi).
Il Paphiopedilum argus (foto sotto) deve il suo nome al fatto che la sua intensa punteggiatura rossa abbia ricor, orrido mostro dai cento occhi della mitologia greca chiamato dai greci Panoptes «che vede tutto».
Vedi: « Le orchidee - Il linguaggio dei fiori e delle piante».
Note
1. GNU Free Documentation License