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Rinvaso delle orchidee: come e quando farlo


Rinvaso delle orchidee: come e quando farlo
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IN QUESTO ARTICOLO PARLEREMO DI:

IN QUALI CASI SI DEVE RINVASARE UN'ORCHIDEA

Di solito si pensa che appena si acquista una pianta, e in particolare un'orchidea, vada subito rinvasata perchè osservando il terriccio si vedono tante "cose strane" nel vaso, pezzi di corteccia, di gommapiuma, di polistirolo, ecc. e si pensa che il fioraio abbia voluto risparmiare sul terriccio: niente di più sbagliato.

Solo in tre casi l'orchidea va rinvasata:

  1. quando la pianta è cresciuta troppo e quindi il vaso è diventato troppo piccolo per ospitare la pianta;
  2. quando il substrato sta marcendo o è comunque deteriorato e rimane sempre troppo umido o tutto appiccicato;
  3. quando è infestato da parassiti o da muffe.

Quando si verificano uno di questi casi allora si deve procedere al rinvaso.

E' opportuno, prima di fare qualunque operazione sull'orchidea (e su tutte le piante più in generale) che, se non usate guanti, le mani siano ben pulite prima di procedere.

IN CHE PERIODO SI RINVASA UN'ORCHIDEA

Se si procede al rinvaso a causa di un vaso troppo piccolo, si consiglia di procedere al rinvaso dopo la fioritura, all'inizio della nuova stagione vegetativa, quando iniziano a comparire le prime radici (e che siano lunghe almeno 2-3 cm).

Rinvaso delle orchidee: come e quando farlo

COME PREPARARE L'ORCHIDEA AL RINVASO

Per prima cosa, il substrato che contiene l'orchidea va bagnato per bene per rendere le radici più elastiche, farle staccare dal substrato ed evitare quindi le rotture.

Le radici vanno ripulite di tutto il materiale che attaccato e quelle morte vanno asportate con delle cesoie che avremo prima disinfettato per bene con alcool o varechina o preferibilmente alla fiamma.

Se le radici al momento della svasatura aderiscono troppo tenacemente al vaso, è opportuno immergere il vaso per circa 30 minuti in acqua appena tiepida. Se questa tecnica non dovesse funzionare, allora tagliate il vaso. Non forzate le radici che potrebbero danneggiarsi.

Rinvaso a radici nude

Procedete con grande cautela e cercate di disturbare il meno possibile le radici e attenzione a eliminare solo quelle morte. Le superfici di taglio vanno trattate con polveri fungicide ad ampio spettro che troverete da un buon vivaista.

Il rinvaso è anche il momento per una eventuale divisione della pianta di orchidea.

SCELTA DEL TERRENO

I materiali da utilizzare per il rinvaso delle orchidee possono essere diversi a seconda delle specie e della tecnica di coltivazione (si rimanda alle ) ma tutti devono avere la stessa caratteristica: non devono rimanere inzuppati d'acqua  e devono asciugarsi abbastanza rapidamente in modo da non creare un ambiente asfittico a livello radicale.

In commercio si trovano dei terricci già pronti formati per esempio da bark e torba; altri formati da corteccia, perlite e fibra di cocco; oppure da torba, fibra di cocco e corteccia di pino e così via. Vanno tutti abbastanza bene ma tieni conto che la miscela la puoi fare da te mescolando da te i diversi tipi di terreno.

I terreni fondamentalmente possono essere di due tipi:

  • materiali di origine vegetale;
  • materiali di origine minerale.

Materiali di origine vegetale

I materiali di origine vegetale che possono essere usati per il rinvaso delle orchidee sono:

SFAGNO


Ci saremo imbattuti in loro molte volte quando, facendo delle passeggiate, abbiamo messo il piede in una massa spugnosa, tra i giunchi o in un acquitrino. Sono muschi che non possiedono radici, ma solo dei filamenti (rizoidi) di colore bruno-rossastro, un corto fusticino e delle foglioline di colore verde molto pallido. Gli sfagni si solito provengono dalle zone di Varese e hanno la caratteristica di trattenere fino a 10 volte il loro peso in acqua. Lo sfagno si trova sotto forma di fibre lunghe o corte, vive o morte. Il migliore è sicuramente lo sfagno vivo che continuerà a crescere nel vaso. Tra le varie specie di sfagno da usare per il rinvaso delle orchidee abbiamo:(Sphagnum palustre, Sphagnum squarrosum, Sphagnum acutifolium, Sphagnum cimbifolium.
Torba di sfagno
Torba di sfagno (nota 1)
Osmunda
Osmunda (nota 1)

TORBA DI SFAGNO


Si tratta dei muschi che sono morti e che si depositano sul fondo degli acquitrini e delle paludi. Ha una elevata capacità di trattenere l'acqua ancora più dello sfagno ma si degrada molto più rapidamente. Non viene usata da sola come substrato per le orchidee in quanto rimane troppo compatta e densa.

OSMUNDA


La famosa fibra di Osmunda altro non sono che le radici dell'Osmunda regalis una felce di grandi dimensioni, alta 1-2 metri, originaria dell'Italia, provvista di rizoma e radici carnose. Attualmente è una specie protetta per cui non può essere raccolta in natura ma un tempo era molto usata come substrato da rinvaso anche se aveva il difetto di essere un vettore di diverse patologie.

FOGLIE DI FAGGIO


Le foglie di faggio vengono prima fermentate e durante la fermentazione si aggiunge del nitrato di ammonio e una volta pronte, vengono macinate. Risultano un substrato leggero che consente un buon arieggiamento e capace di cedere una moderata quantità di Azoto. Ha lo svantaggio di non essere strutturalmente stabile per cui dura dai 7 mesi ai 10 mesi.

BARK


Il bark è formato dalla corteccia di abete rosso (Picea abies) e di Pseudotsuga douglasii, originaria del Nord America. Entrambe le cortecce vengono frantumate in piccolissime porzioni da pochi millimetri e immerse in acqua per 24 ore prima dell'uso. Mantengono inalterate le loro caratteristiche per circa quattro anni, dopo di che iniziano a deteriorarsi e il ph aumenta fino a 6, quindi devono essere sostituite.
Bark
Bark

Il bark va mescolato con polistirolo espanso in modo da aerare il composto. E' il substrato più conosciuto ed economico per rinvasare le orchidee. Si presenta ruvido e si trova sul mercato in tre misure diverse: minuta, usata per i semenzai e per le orchidee con le radici sottili (tipo a esempio l'Odontoglossum); media o mezzana utilizzata per le orchidee di dimensioni medie; grossa, per le orchidee che raggiungono buone dimensioni tipo Phalenopsis, Vanda, Cattleya.

LANA DI ROCCIA


La lana di roccia deriva da un miscuglio di rocce (basalti, rocce eruttive, diabasi) trattate ad alta temperature (2000°C) in tal modo avviene quello che tecnicamente si chiama "estrusione" vale a dire si formano dei fili molto sottili. Questo materiale viene compresso e aggiunto di resine per formare delle lastre o cubi di diversa grandezza circondati da fogli di polietilene. E' un materiale molto leggero che non contiene elementi nutritivi.

CORTECCIA DI SUGHERO


La corteccia di sughero viene ridotta in frantumi alla quale si aggiungono dei pezzi di spugna per trattenere l'acqua.

CARBONE DI LEGNA


Il carbone di legna ha la capacità di trattenere i sali minerali pertanto se si usa prevalentemente acqua ricca di sali, è preferibile non usarlo.

CORTECCE VARIE


Le corteccie possono essere di Sequoia, di Palma, di Felci arboree come la Cyathea che sono usate per formare le cosiddette "zattere" che sono appese nelle serre.

TERRA DI BRUGHIERA


La terra di brughiera deriva dalla decomposizione, avvenuta nei secoli, su un substrato sabbioso di Calluna vulgaris, Erica gracilis e Molina cerulea. E' di colore grigio, morbida al tatto e con un ph tra 4,5 e 6. Ha un mediocre contenuto di sostanza organica ma una elevata capacità di trattenere l'acqua.

Materiali di origine minerale

I materiali di origine minerale che possono essere usati per il rinvaso delle orchidee sono:

POMICE


La pomice è una roccia vulcanica formata da silicato di alluminio con piccole parti di Sodio e Potassio e tracce di calcio, magnesio, ferro. Si tratta di materiale che normalmente non è sterilizzato in quanto non è sottoposto a nessun trattamento. Ha un colore grigio bianco, è porosa e molto leggera. Si usa per migliorare il drenaggio;

ARGILLA ESPANSA


L'argilla espansa deriva da argilla-roccia che si è formata in ambiente marino nell'eocene e nel cretaceo. Viene prelevata da cave, è priva di sostanza organica, e dopo vari trattamenti soprattutto ad altissime temperature si ottengono le classiche palline che conosciamo di colore rosa/bruno all'esterno e grigie all'interno.
Argilla espansa
Argilla espansa

Ha la particolarità dì avere una bassa conducibilità termica per cui è utile per evitare sbalzi di temperatura all'interno del substrato. Ha un'elevata capacità per l'aria per cui si usa sul fondo dei vasi come materiale drenante. E' sterile, non ha capacità di scambio ionico e ha un ph neutro;

PERLITE


La perlite deriva da una roccia vulcanica silicea. Viene trattate ad altissime temperature che la rendono di aspetto granuloso - spugnoso. E' sterile e ha un ph neutro.
Perlite
Perlite

Ha la capacità di assorbire l'acqua 3-4 volte il suo peso e ha una bassa capacità di scambio ionico. Dura diversi anni, ma quando assume la colorazione gialla vuol dire che si è deteriorata e va sostituita;

POLISTIROLO ESPANSO


Il polistirolo espanso si ottiene sottoponendo al alte temperature il petrolio, che si dilata. Si presenta sotto forma di piccoli granuli bianchi, con ridottissima capacità di trattenere l'acqua, non possiede capacità di scambio ionico per cui anche se ha un ph altissimo (circa 9) non ha importanza nel suo uso perchè non interagisce con il substrato. Ha una elevata capacità d'aria per cui viene usato per migliorare l'aerazione di un terreno. E' un prodotto sterile.

VERMICULITE


La vermiculite è un silicato idrato di alluminio, ferro e magnesio proveniente dai giacimenti degli Stati Uniti e del Sud Africa. Nel processo di lavorazione è sfaldato in lamelle e riscaldato a temperature superiori a 1000°C. Dopo questo trattamento si trasforma in tanti particelle simili alla spugna. Esiste di diverse pezzature che vanno da 1 a 6 mm. La sua caratteristica è che trattiene l'acqua fino a 5 volte il suo peso e ha una elevata capacità di scambio cationico, simile alla torba, dalla quale differisce perchè ha una più elevata quantità di elementi minerali per cui necessita di minori fertilizzazioni. E' un prodotto sterile con un ph intorno a 6-8. Più che in orchicoltura viene più usato per la radicazione delle talee e per la radicazione dei semi, mischiato alla torba.

COME TRATTARE IL TERRENO APPENA COMPRATO

Qualunque sia il substrato che userete per il rinvaso questo dovrà essere preventivamente lasciato in ammollo in acqua per almeno 24 ore in modo da eliminare tutta la polvere, le impurità (che si depositeranno nel fondo del vaso) e anche per idratarlo. Va poi lasciato asciugare e solo a quel punto può essere usato per il rinvaso.

SCELTA DEL VASO

In commercio esistono un'infinità di contenitori per il rinvaso delle piante e in particolare delle orchidee. Il primo consiglio che posso dare a questo proposito è di non pensare a quanto un certo vaso possa stare bene sul tavolo del soggiorno... dovete pensare a cosa è meglio per l'orchidea, non a cosa è meglio per voi.

Se la pianta andrà allevata in vaso, consiglio di usare vasi di plastica trasparente in quanto consentono alle radici di rimanere esposte alla luce, aspetto questo importante in quanto molto specie svolgono attività fotosintetica anche a livello radicale.

Se dal vostro vivaista di fiducia avete scelto un vaso di una determinata dimensione, bene, rimettetelo a posto e prendetelo più piccolo in quanto l'occhio è sempre troppo grande nella scelta del vaso rispetto alle reali esigenze della pianta.

Il vaso prima di essere utilizzato va lavato per bene con acqua e sapone e poi disinfettato con alcool o con varechina.

Il generale l' orchidea è una pianta che non ama i ristagni idrici è pertanto opportuno che il vaso favorisca il rapido sgrondo delle acqua di annaffiatura pertanto assicuratevi che abbia un numero adeguato di fori di drenaggio (diversamente munitevi di attrezzi idonei per aumentarli).

Radici orchidea

COME SISTEMARE L'ORCHIDEA NEL VASO

A questo punto prendete il contenitore, sistemate sul fondo i pezzi più grossi (per un migliore drenaggio) del substrato e poi mettete dentro la vostra orchidea a radici nude e sistemate il substrato in modo che penetri per bene tra le varie radici facendo attenzione a non comprimerlo troppo e che sia distribuito in maniera uniforme tra le radici. Alla fine, battete con le mani l'esterno del vaso per assicurare un più corretto assestamento del terriccio.

COSA FARE DOPO AVER MESSO L'ORCHIDEA NEL VASO

Dopo che l'orchidea è a dimora, qualora siano stati fatti dei tagli alle radici non si deve irrigare immediatamente ma bisogna lasciarla a secco e al riparo dalla luce diretta e dagli sbalzi di temperatura per circa sette giorni questo per consentire alle ferite di cicatrizzarsi. Quindi molto gradatamente vanno riprese le annaffiature. Una volta che l'attività radicale avrà ripreso, riprendete a somministrare anche il concime.

Se invece non è stata tagliata alcuna radice o eliminata alcuna parte danneggiata allora potete procedere subito dopo il rinvaso alla prima annaffiatura immergendo in acqua il vaso fino a quando il substrato è completamente fradicio lasciando poi sgrondare tutta l'acqua in eccesso.

TESTI CHE USIAMO PER SCRIVERE I NOSTRI ARTICOLI

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Note

1. Foto tratta dal sito

Trovapiante