TUNISIA
La terra dove la cultura si interseca con le oasi
testi
di Antonietta Peroni
foto di Giovanni Camici
Abbiamo chiesto informazioni a un ragazzo e lui si è offerto ad accompagnarci, a
piedi l’abbiamo raggiunta, camminando una mezz’ora sotto il sole bollente.
Stesso scenario della precedente e stessi studenti! Lasciato questo posto, siamo
tornati sulla strada principale alla
ricerca di un mezzo di fortuna che ci portasse fino a Chebika,
il ragazzo abita lì, quindi ci siamo affidati a lui. L’attesa è stata molto
lunga, passavano soltanto jeep dei viaggi organizzati oppure auto già con
passeggeri, per fortuna a un certo punto è passato un pick-up carico d’acqua e
di arance e ci ha fatto salire. Per un po’ io ho viaggiato sulla parte esterna,
sentivo il vento che mi accarezzava i capelli, percorrere la strada in discesa e
piena di curve in queste condizioni era molto emozionante mentre lo scenario
all’orizzonte, meraviglioso. Poi l’autista mi ha fatto accomodare accanto a lui,
mi ha offerto del caffè, ha voluto sapere la nostra provenienza, lui ha un
fratello che lavora in Sicilia, il nostro itinerario e le impressioni sui posti
visitati e sugli abitanti.
Dopo venti minuti siamo arrivati a Chebika, abbiamo ringraziato il nostro
autista di fortuna e salutato il ragazzo che abita qui, ma lui ha insistito a
volerci accompagnare fino alla cascata.
Chebika - Oasi di montagna
Chebika - Oasi di montagna
Chebika - Oasi di montagna
Camminando attraverso dei piccoli e
tortuosi sentieri tra le palme, s’incontrano ruscelli per poi arrivare alla
cascata di acqua
che forma dei piccoli laghetti. Il colore del laghetto è impressionante, acqua
di un verde intenso, mentre io mi rilassavo e fotografavo, Giovanni si è fatto
un bagno rinfrescante e rigenerante, per le donne è un po’ più difficile fare il
bagno, bisogna essere coperte. Confesso che in quel momento l’ho “invidiato” un
po’!
Chebika - Oasi di montagna
Chebika - Oasi di montagna
Chebika - Oasi di montagna
Chebika - Oasi di montagna
Chebika - Oasi di montagna
Dopo esserci goduti questo posto e dopo aver visitato alcune case berbere, siamo
tornati indietro insieme al ragazzo, per ringraziarlo gli volevamo offrire da
bere, un gelato, ma non ha voluto nulla, ci ha accompagnati sulla strada
principale e qui ci siamo messi in attesa di un mezzo di fortuna fino a Tozeur,
gli autobus oggi non ci sono poiché è festa.
Abbiamo fatto un pezzo di strada a piede sotto il sole bollente, dall’altra
parte della strada un ragazzo ci ha salutato e chiedendoci di quale nazionalità
fossimo, carinamente ci ha detto “mettetevi all’ombra!”, ma qui l’ombra non
esiste neanche a pagarla oro! Un anziano signore che abita su questa strada, ci
ha fatto accomodare all’ombra di una palma del suo giardino, ci ha fatto
rinfrescare le mani e il viso, ci voleva offrire del cous cous e da bere, ci ha
detto di stare lì, che ci avrebbe pensato lui a fermare qualcuno che andasse a
Tozeur. Ha fermato tante vetture, ma nessuno andava lì, per fortuna dopo un’ora
d’attesa due operai tornavano a
Tozeur. Il viaggio di ritorno è stato tranquillo,
neanche questi signori hanno voluto accettare qualcosa da parte nostra come
ringraziamento. Rilassamento nel centro della città, mentre eravamo lì è passato
il pullman con gli studenti di Metlaoui che ci hanno riconosciuto e si sono
affrettati a salutarci. Cenetta e poi in stanza, per oggi siamo sfiniti.
Troverete altre fotografie del mio viaggio nelle pagine:
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