Capodoglio (Physeter macrocephalus)
IN QUESTO ARTICOLO PARLEREMO DI:
- Classificazione scientifica
- Dati generali
- Habitat e distribuzione geografica
- Caratteristiche fisiche
- Carattere, comportamento e vita sociale
- Comunicazione e percezione
- Abitudini alimentari
- Riproduzione e crescita dei piccoli
- Cosa minaccia il capodoglio
- Stato della popolazione
- Curiosità
- Etimologia del nome capodoglio
- Il capodoglio e il libro Moby dick e la balena bianca
CLASSIFICAZIONE SCIENTIFICA
Il capodoglio scientificamente è la specie Physeter macrocephalus, appartiene alla famiglia Physeteridae, all'ordine Cetacea, alla classe Mammalia, subphylum Vertebrata, phylum Chordata e al regno Animalia.
DATI GENERALI
- Lunghezza del corpo: femmina 11 m; maschio 15 - 18 m
- Peso: femmina 13-14 t; maschio 35-45 t
- Durata della vita: 70 anni
- Maturità sessuale: femmina 7-13 anni di età (8-9 metri di lunghezza); maschio: 10 o più anni di età (10-12 m di lunghezza)
HABITAT E DISTRIBUZIONE GEOGRAFICA
Il capodoglio, Physeter macrocephalus della famiglia Physeteridae appartiene all'ordine degli odontoceti vale a dire dei cetacei provvisti di denti (come le orche), contrariamente a quando avviene a esempio nella balena azzurra o nella balena megattera che invece appartengono all'ordine dei misticeti.
E' il cetaceo odontoceta più grande che esista sulla terra e si trova in tutti i mari e gli oceani del mondo. Possiamo affermare che il suo habitat è il mare aperto vale a dire tutte le acque dove le profondità arrivano e oltrepassano i 1000 m di profondità e che non siano coperte dai ghiacci: dall'equatore alle latitudini più alte anche se si è osservato che è presente con maggiore frequenza nella scarpata continentale (il ripido gradino che esiste tra la piattaforma continentale e il mare profondo) o nelle acque più profonde. Lo si ritrova anche nei mari chiusi quali a esempio il Mar Mediterraneo, il Mare di Okhotsk, il Golfo di California e il Golfo del Messico. Sembra che solo i maschi, da soli o in gruppo si spingano a latitudini più elevate mentre le femmine e i giovani rimangono nelle acque più calde delle zone tropicali e subtropicali tutto l'anno (acque con temperature intorno o superiori ai 15°C) a latitudini inferiore a 40°.
Sono animali che vivono in gruppi anche consistenti formati per lo più da femmine con i piccoli.
I gruppi possono raggiungere anche le 50 unità ma in genere sono formati da non più di 12 individui. In genere i maschi adulti si spostano o in gruppi di soli maschi oppure, meno frequentemente, da soli unendosi alle femmine solo per brevi periodi, per accoppiarsi.
CARATTERISTICHE FISICHE
La prima particolarità del capodoglio è il grande dimorfismo sessuale in quanto il maschio adulto è circa 3 volte superiore alla femmina adulta sia come lunghezza che come peso.
Il capodoglio rispetto ad altri cetacei è facilmente riconoscibile in quanto caratterizzato da una testa squadrata, grande 1/3 la lunghezza del corpo.
E' presente un unico sfiatatoio a forma di S e si trova nella parte anteriore della testa, verso sinistra.
La pelle appare rugosa e raggrinzita ed è di colore grigio o nero, variamente striata di una tonalità più chiara; intorno alla bocca, soprattutto in prossimità degli angoli è di colore chiaro. Anche la parte ventrale del corpo può essere di colore più chiaro.
Il capodoglio è praticamente sprovvisto di pinna dorsale in quanto è piccola, grossa e corta. Le pinne pettorali sono lunghe al massimo 2 m e larghe 1 m; la pinna caudale è larga fino a 4 m e consente al capodoglio di raggiungere una velocità fino a 20 km/h anche se normalmente viaggia a 5-10 km/h.
Presenta una mandibola mobile relativamente piccola e sottile provvista di 18-25 denti su ogni lato lunghi dai 3 agli 8 cm, mentre nella mascella sono più piccoli e atti a far incastrare i denti posti nella mandibola.
Una particolarità che esiste solo nel capodoglio è la presenza di un organo dello spermaceti (nel cranio in una specie di depressione) che nella sua parte inferiore è formato da una massa fibrosa ed elastica ricca di olio sovrastata da un altro serbatoio pieno dello spermaceti vero e proprio che altro non è che una sostanza oleosa (in quantità pari da 1 a 5 t per individui) incolore e trasparente.
A cosa serva esattamente questo organo non si sa; si ipotizza che abbia un ruolo importante nell'idrostatica del capodoglio o nell'apertura e chiusura dello sfiatatoio durante le immersioni o nel sistema di ecolocalizzazione.
Un'altra particolarità esclusiva del capodoglio è la cosiddetta ambra grigia, sostanza che viene prodotta nell'intestino sembra dai resti dei cefalopodi ingeriti. Se ne possono trovare fino a 60 kg per capodoglio. Quando è fresca ha un aroma intenso e sgradevole ma se esposta all'aria ha un aroma dolce e muschiato. Per queste sue caratteristiche è molto ricercata in profumeria e vista la scarsità delle sue risorse ha un valore molto elevato.
I capodogli sono tra i cetacei che più di ogni altro si spingono in profondità, fino a 1000 m avendo una capacità polmonare che gli consente di rimanere in immersione fino a un'ora (la media è 20-50 minuti a una profondità di 300-600 m). Una volta riemersi da questa lunga immersione devono rimanere in superficie per almeno 12-15 minuti, respirando regolarmente per ripristinare le riserve di ossigeno. Va da se che a queste profondità non arrivando la luce del sole, c'è il buio più assoluto e i capodogli per vedere sfruttano le loro capacità di ecolocalizzazione.
COMUNICAZIONE E PERCEZIONE
Il capodoglio comunica con i suoi simili (comunicazione intraspecifica) attraverso l'emissione di suoni molto particolari che rassomigliano più a un codice morse che a una vera e propria modulazione sonora, come avviene invece a esempio nelle balene megattere e sembrerebbe che ogni animale abbia una sua frequenza particolare che permetterebbe a ciascuno individuo di farsi riconoscere. Questi suoni sono udibile ad almeno 10 km di distanza dal luogo di emissione e questo permetterebbe ai diversi gruppi di tenersi in contatto tra loro.
ABITUDINI ALIMENTARI
La principale fonte alimentare del capodoglio sono i calamari e in particolare i calamari giganti che va a ricercare nelle acque profonde (anche 1000 m) ma si nutre anche di razze, polpi e pesci.
Mediamente un capodoglio adulto consuma intorno a 900 kg di cibo al giorno.
In considerazione del fatto che il capodoglio caccia in genere a elevate profondità, per poter localizzare la preda usa la ecolocalizzazione, un sistema simile al sonar, che produce suoni che colpiscono la preda e ritornano indietro facendo capire al capodoglio che cosa ha di fronte. Alcuni studiosi ipotizzano (ma non è stato dimostrato) che i capodoglio emettono dei suoni di una tale intensità da stordire i pesci e i molluschi in modo da favorirne la successiva cattura.
RIPRODUZIONE E CRESCITA DEI PICCOLI
Le femmine, diventano sessualmente mature quando raggiungono gli 8-9 m di lunghezza che corrispondono all'incirca a 7-13 anni di età mentre i maschi quando raggiungono una lunghezza di 10-12 m che corrisponde all'incirca a 10-12 anni di età.
I maschi non sembra che abbiano un ruolo effettivo nell'allevamento e nella cura dei piccoli.
La gestazione dura circa 14-16 mesi al termine della quale nasce un solo cucciolo che pesa circa 1 tonnellata ed è lungo dai 3 ai 5 m. I piccoli rimangono con la madre fino al raggiungimento di due anni di età.
COSA MINACCIA IL CAPODOGLIO
Se si esclude l'uomo, non esistono predatori naturali per il capodoglio. Solo le orche possono attaccare i piccoli se riescono a isolarli dal gruppo e dalla madre.
STATO DELLA POPOLAZIONE
Il capodoglio è classificata nella Red list dell'IUNC tra gli animali vulnerabili all'estinzione in natura: VULNERABLE (VU).
Ora, in passato, i capodoglio sono stati sottoposti a una caccia quanto mai spietata: nel corso dell'ottocento venivano cacciati per gli spermaceti (usato come lubrificante), per l'ambra grigia (usata in profumeria) e per l'olio, il grasso e la carne in genere. A partire dagli inizi del 1900 la sua caccia è diventata ancora più intensa grazie al norvegese, Sven Foyn che nel 1868 inventò il cannone lancia arpione che associato con le barche a vapore, aveva facilitato la caccia di questi cetacei. Il 1950 fu un anno particolarmente intenso tanto che si registrarono 25.000 uccisioni in una sola stagione di caccia.
Solo nel 1966 la IWC (Commissione internazionale per la caccia alle balene ) ha iniziato a proteggere le balene e solo nel 1986 ha fissato a zero i limiti di cattura commerciale anche se Islanda, Norvegia e Federazione russa non hanno aderito e continuano a dare la caccia a questi animali e il Giappone continua la caccia a scopo di ricerca scientifica.
Oggi le cause che mettono a rischio la vita di questi cetacei sono diverse: le catture realizzate con lo scopo di ricerca scientifica; le catture fatte incidentalmente con le reti da pesca; l'ostilità dei pescatori in quanto molti di questi cetacei rubano il pesce dalle reti; l'inquinamento acustico che sembra disturbi i capodoglio; le collisioni con le navi soprattutto nel Mediterraneo e delle isole Canarie.
Un altro aspetto importante che spesso viene trascurato è che quanto muore un esemplare, maschio o femmina che sia, essendo animali sociali, si rompe l'equilibrio del gruppo dove l'animale viveva, con gravi conseguenza sulla sua coesione e stabilità.
La specie Physeter macrocephalus è elencata nell'Appendice I della CITES (Convenzione sul commercio internazionale di specie di fauna e flora minacciate d'estinzione, nota come "Convenzione di Washington" nella quale sono comprese le specie minacciate di estinzione e il commercio è consentito solo in casi eccezionali) e nell'Appendice I del CMS (Convenzione sulla conservazione delle specie migratrici della fauna selvatica, nota come "Convenzione di Bonn", che riporta le specie migratrici che sono state classificate in pericolo di estinzione in tutto o in una parte significativa del loro aerale e nei confronti delle quali i singoli stati devono adottare adeguate misure per la tutela e la conservazione o il ripristino degli habitat in cui vivono, attenuando anche gli ostacoli alla loro migrazione).
Un aspetto che fa ben sperare sulla sopravvivenza di questa specie è che la loro principale fonte di cibo, i calamari di profondità, non sono minacciati nè dalla pesca umana nè dall'inquinamento, in quanto vivono in acque talmente profonde che sia la pesca che l'inquinamento per il momento non li possono raggiungere.
CURIOSITÀ
In inglese il capodoglio è noto come sperm whale a ricordare la sostanza prodotta dall'organo dello spermaceti chiamato così perchè in origine si pensava che fosse sperma.
ETIMOLOGIA DEL NOME CAPODOGLIO
Il nome "capodoglio" vuol dire "capo d'olio" per via dell'organo dello sparceti.
IL CAPODOGLIO E IL LIBRO MOBY DICK E LA BALENA BIANCA
Il capodoglio è stato protagonista di uno dei più grandi romanzi della narrativa mondiale, scritto nel 1851 da Herman Melville dal titolo Moby Dick, la balena bianca. La storia viene narrata da Ismaele, un giovane marinaio che si imbarca sulla baleniera Pequod per viaggiare intorno al mondo. La nave è comandata dal capitano Achab che è perseguitato da un’ossessione: vendicarsi di Moby Dick, una balena bianca che alcuni anni prima gli aveva divorato una gamba, lasciandogli numerose ferite nel corpo e nell’anima che lo avevano portato quasi alla pazzia e a un odio talmente grande e profondo che aveva coinvolto anche il suo equipaggio. Dopo varie peripezie Achab riesce a trovare la balena bianca e intraprende con lei una lotta epica che porterà alla morte del capitano Achab, di tutto il suo equipaggio (eccetto Ismaele) e alla distruzione della nave.
Di questa storia sono stati realizzati diversi films: nel 1926 per la Warner Bros con la regia di Millard Webb e nel 1930 con quella di Lloyd Bacon ma la versione del 1956 per la regia di John Huston che vedeva come attori Gregory Peck nel ruolo del capitano Ahab è quella che è stata più famosa (riportiamo a seguire le sequenze finali del film).
Bibliografia
I testi che usiamo per scrivere i nostri articoli sugli animali li puoi trovare a questa pagina.