I Ciclopi erano dei giganti provvisti di un solo occhio posto al centro della fronte. Erano figli, alcuni di Urano e di Gea, altri di Poseidone e Anfitrite e di altri.
Di alcuni di essi si conosce il nome: Bronte, Sterope, Arge, Piracmone e il più famoso Polifemo. Subito dopo la loro nascita furono gettati dal padre Urano nel Tartaro perchè temeva che lo volessero privare del suo dominio dell'universo, ma poco dopo furono liberati dalla madre.
Secondo Omero (Odissea, IX, 134-147) i ciclopi erano invece dei giganti rozzi e incivili.
«(...) E de' Ciclopi altieri,
Che vivon senza leggi, a vista fummo,
Questi, lasciando ai numi ogni pensiero,
Ne' ramo o seme por, nè soglion gleba
Col vomere spezzar; ma il tutto viene
Non seminato, non piantato o arato:
L'orzo, il frumento e la gioconda vite,
Che si carga di grosse uve, a cui Giove
Con pioggia tempestiva educa e cresce,
Leggi non han, non radunanze, in cui
Si consulti tra lor: de' monti eccelsi
Dimoran per le cime, o in antri cavi;
Su la moglie ciascun regna e sui figli;
Ne' l'uno all'altro tanto o quanto guarda».
« (...) Quelli afferar l'acuto palo e in mezzo
Dell'occhio il conficcaron; e io al di sopra
Levandomi su i piè movealo in giro.
E come allor che tavola di nave
Il trapano appuntato investe e fora ....
L'occhio intorno al troncon cigola e frigge.
Urlò il Ciclope si tremendo mise,
E tanto l'antro rimbombò, che noi
Qua e là ci spargemmo impauriti».