Acari: chi sono, come vivono e come combatterli
IN QUESTO ARTICOLO PARLEREMO DI:
- Classificazione scientifica
- Caratteristiche generali
- Come si riproducono
- Condizioni pedoclimatiche favorevoli al loro sviluppo
- Sintomi sulle piante in seguito a una infestazione
- Lotta chimica
- Lotta biologica nei confronti degli acari
- Testi che usiamo per scrivere i nostri articoli
CLASSIFICAZIONE SCIENTIFICA
CARATTERISTICHE GENERALI
Gli Acari sono degli artropodi (dal greco artros «articolazione» e pos «piedi», animali invertebrati col corpo protetto da un dermoscheletro di natura chitinosa, diviso in segmenti e con appendici articolate) di piccolissime dimensioni (da pochi micron a qualche millimetro), forniti di quattro paia di zampe allo stato adulto.
Appartengono alla classe degli aracnidi (Arachnida) e pertanto non sono degli insetti (che al contrario appartengono alla classe Insecta e sono provvisti di soli tre paia di zampe allo stato adulto), come erroneamente si pensa.
Molte specie di Acari sono parassiti di animali (come a esempio l'acaro della scabbia) e di vegetali, che pungono con le appendici boccali, dette CHELICERI che unendosi e allungandosi formano un vero e proprio stiletto, svuotando poi le cellule del loro contenuto.
Come conseguenza si formano soprattutto sulle foglie e sulle gemme, delle malformazioni e delle galle, nonchè ingrossamenti anomali dei peli provocati da sostanze emesse dall'acaro.
COME SI RIPRODUCONO
Negli acari i sessi sono separati e la maggioranza delle specie sono ovipare ma ci sono anche casi di viviparia e di ovoviviparia in certi acari zoofagi.
Le uova sono in genere bianche, opache, lisce o con sculture ma esistono anche casi di uova variamente colorate di rosso, arancio o verde.
Il ciclo è molto semplice: dall'uovo nasce la larva con sei zampe (tranne alcuni casi in cui ne troviamo 2) e al massimo con tre stadi intermedi (pupe, ninfe o neanidi) per arrivare all'adulto.
CONDIZIONI PEDOCLIMATICHE FAVOREVOLI AL LORO SVILUPPO
I cicli e le popolazioni di acari sono fortemente influenzate dai fattori climatici: sono favoriti dalle alte temperature; umidità relativa intorno al 60% (umidità più alta per diversi giorni deprime le popolazioni per la morte nel periodo della muta, rallentamento nell'ovideposizione e minore longevità); durante la stagione estiva sono fototropici positivi mentre durante l'inverno sono fototropici negativi (le femmine svernanti).
C'è da tenere presente che gli Acari fitofagi hanno un tegumento sottile per cui sono poco protetti dalle condizioni climatiche conseguentemente si assiste spesso a vere e proprie migrazioni sulla pianta alla ricerca di microclimi più favorevoli (gemme o altri anfratti protetti) oppure in alcune specie la creazione di galle (malformazioni che creano nella pianta) dove proteggersi oppure ancora entrano in diapausa vale a dire in uno stadio particolare in cui entrano in quiescenza fino a quando le condizioni non saranno ritornate ottimali.
SINTOMI SULLE PIANTE IN SEGUITO A UNA INFESTAZIONE
I sintomi più evidenti del loro attacco sono costituiti da clorosi e avvizzimento delle foglie; alcuni di essi, i tetranichidi o "ragnetti", producono una tela biancastra che forma una massa farinosa o fioccosa come protezione delle uova, in genere sulla pagina inferiore delle foglie. I danni sono provocati dalla sottrazione della linfa e in conseguenza delle punture di suzione, si hanno decolorazioni nella pagina superiore delle foglie che alla fine cadono.
LOTTA CHIMICA
I fitofarmaci utilizzati nella lotta contro gli acari dannosi, detti appunto acaricidi, possono agire per contatto, per ingestione, per asfissia e possono agire nei diversi stadi del loro sviluppo: uova, stadi giovanili, adulti. Prodotti con differenti obiettivi possono essere dati insieme (es. ovicida + adulticida oppure larvicida + adulticida etc.) per avere un più ampio spettro d’azione. Per le piante ornamentali è consigliabile usare questi prodotti a triplice azione.
Contro gli acari fitofagi i prodotti ad azione per contatto sono poco efficaci, soprattutto sulle colture arboree, dove è difficile coprire l’intera superficie; risultano più efficaci i prodotti citotropici. Per gli acari delle derrate, presenti in ambienti chiusi, si utilizzano prodotti che agiscono per asfissia.
LOTTA BIOLOGICA NEI CONFRONTI DEGLI ACARI
Se l'infestazione non è grave possono essere tenuti sotto controllo mantenendo un elevato grado di umidità intorno alla pianta che sfavorisce il loroo sviluppo in quanto prosperano nei climi caldi e secchi.
Possono essere usati con successo anche il sapone di marsiglia (spruzzato macerato nell'acqua in getti molto polverizzati in modo da ricoprire completamente la superficie della pianta) e lo zolfo (utilizzato con buoni risultati contro gli eriofidi, meno efficace contro tetranichidi e tenuipalpidi. Agisce per asfissia, in seguito sublimazione dello zolfo. Diventa fitotossico solo se applicato in periodi con alte temperatura.
Si possono usare anche diversi altri antiparassitari naturali che puoi trovare a questa pagina.
Alcune specie di acari sono utili in quanto parassiti di altri acari e di insetti dannosi e come tali possono essere utilizzati nella lotta biologica a difesa delle piante. Abbiamo infatti l'acaro fitoseide Phytoseiulus persimilis molto usato nella lotta contro il ragnetto rosso (Tetranychus urticae) per cui va usato solo in sua presenza. Normalmente è distribuito sotto forma di adulti all’interno di confezioni con 2.000 individui. Si può spargere direttamente sulla vegetazione o lasciare nei aperti appesi sulle piante. Si consiglia di effettuare le introduzioni fin dalle prime comparse di ragnetto rosso. Anche l'Amblyseius californicus è un acaro predatore di numerosi acari fitofagi. Rispetto al precendente è più indicato per mantenere l'equilibrio preda/predatore nel medio-lungo periodo, perchè l'acaro riesce a sopravvivere molto a lungo anche con poche prede, cibandosi in alternativa di polline. Può essere quindi utilizzato anche come preventivo.
Esistono poi numerosi insetti predatori che a differenza degli acari fitoseidi, che intervengono quando le infestazioni di acari fitofagi sono già in atto e una volta terminata la predazione (cioè quando sono finiti), volano via a cercare altre piante ricche di acari di cui nutrirsi. Tali predatori sono: tisanotteri eolotripidi (es. Aeolothrips spp.) e fleotripidi (es. Haplothrips spp.); gli eterotteri antocoridi (es. Orius spp.); i neurotteri crisopidi (es. Chrysoperla carnea stephens); i coleotteri coccinellidi (es. Stethorus punctillum weise) e altri. I coleotteri coccinellidi del genere Scymnus sono in tutti gli stadi attivi predatori di acari adulti e delle uova. Più che impedire l’infestazione di acari, sono in grado di riportare la popolazione entro limiti non dannosi.
TESTI CHE USIAMO PER SCRIVERE I NOSTRI ARTICOLI
I testi che usiamo per scrivere i nostri articoli sulle piante li puoi trovare a questa pagina.