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Muffa grigia o Botrytis cinerea: cos'è, come vive e come combatterla

Muffa grigia o Botrytis cinerea: cos'è, come vive e come combatterla
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IN QUESTO ARTICOLO PARLEREMO DI:

CLASSIFICAZIONE SCIENTIFICA

Dominio
:
Eukaryota

Regno
:
Fungi

Divisione
:
Ascomycota

Sottodivisione
:
Pezizomycotina

Classe
:
Leotiomycetes

Ordine
:
Helotiales

Famiglia
:
Sclerotiniaceae

Specie (nella forma sessuata)
:
Botrytis cinerea

Specie (nella forma sessuata)
:
Sclerotinia fuckeliana

CARATTERISTICHE GENERALI

La Botrytis cinerea, conosciuta comunemente come botrite, è un fungo molto dannoso che colonizza tutti i tessuti delle piante, rilasciando degli enzimi che distruggono le cellule vegetali, fino alla completa macerazione dei tessuti con conseguente morte della pianta.

Si tratta di un fungo cosmopolita, ubiquitario che si sviluppa nei tessuti epigei di più di duecento specie di piante (la vite è quella più attaccata tra le piante fruttifere mentre tra le piante ornamentali colpisce di frequente il ciclamino, la rosa, il crisantemo e tra le orticole il pomodoro e la fragola) ma che si adatta anche alla vita . Tutti questi fattori fanno si che diventi sempre molto virulento e spesso molto difficile da combattere. Colpisce tutte le parti aeree delle piante, soprattuto quello più ricche di acqua e se le condizioni sono favorevoli in quanto a umidità e temperatura (alte entrambe) forma anche la caratteristica muffa grigia che altro non è che i rami conidiofori e i conidi (vedi paragrafo seguente).

Il nome latino cinerea  «fatta di cenere» si riferisce al colore grigio cenere assunto della muffa da cui appunto il nome "muffa grigia".

Botrytis cinerea su foglia
Botrytis cinerea su foglia
botrytis_fiore.jpg
Botrytis cinerea su fiore

COME SI PROPAGA

A partire dall’autunno e sino all'inverno inoltrato, il fungo forma gli sclerozi (insieme di ife avvolte e ramificate tra loro), che assumono la forma di piccole sfere nerastre, ben visibili a occhio nudo, sulla superficie dei tessuti e anche più internamente ai tessuti. Sia il micelio annidato nella corteccia, che gli sclerozi, sono le forme svernanti del parassita. In primavera gli sclerozi sviluppano il micelio che forma rami conidiofori dai quali si sviluppano i conidi vale a dire cellule rotondeggianti che formeranno le ife responsabili del propagarsi del fungo. I conidi con i conidiofori formano la classica muffa grigia che conferisce il tipico aspetto grigiastro alle colonie. I conidi prodotti dal fungo vengono poi diffusi dal vento e dalla pioggia e in questo modo si propaga la malattia.

CONDIZIONI PEDOCLIMATICHE FAVOREVOLI AL LORO SVILUPPO

Le condizioni climatiche ottimali per il suo sviluppo sono elevata umidità ambientale (90%) e alte temperature (ottimali per il suo sviluppo sono tra i 16 e i 24°C). Primavere calde, piovose e umide sono pertanto ideali per il propagarsi del fungo.

SINTOMI SULLE PIANTE IN SEGUITO A UNA INFESTAZIONE

Tutte le parti della pianta possono essere colpite: germogli, boccioli, frutti e fusto dove il parassita penetra attraverso ferite aperte.

Sulle foglie l'infezione si manifesta con macchie clorotiche che generalmente coprono una porzione della superficie fogliare, vicino al margine compreso tra due nervature. Con il passare del tempo la parte colpita secca e assume una colorazione brunastra e si ricopre di efflorescenze fungine (la classica muffa grigia). Nei fiori causa un rapido avvizzimento e il successivo disseccamento. I danni maggiori sono però causati sui frutti perché ricchi di acqua. Sui frutti si formano dapprima delle macchie brunastre, quindi un marciume molle su cui si sviluppa la muffa grigia che porta all'avvizzimento del frutto. Sul fusto invece compaiono delle macchie, prima chiare poi sempre più scure, che si allargano progressivamente e poi sviluppano la tipica muffa grigia.

In caso di attacchi molto forti la pianta inizia a seccarsi e poi muore.

Botrytis cinerea su fragola
Botrytis cinerea su fragola
Botrytis cinerea su uva
Botrytis cinerea su acini d'uva

LOTTA BIOLOGICA E CHIMICA

Il metodo di lotta principale nei confronti del fungo è soprattutto preventivo. E' importante infatti:

  • diradare le parti verdi in modo da mantenere un buon arieggiamento intorno alla pianta;
  • limitare l'umidità ambientale;
  • eseguire concimazioni equilibrate non eccedendo con l'azoto in quanto rende la vegetazioni più rigogliosa e turgida, tutti fattori che favoriscono lo sviluppo del fungo;
  • mantenere la pianta in buono stato di salute ed evitare di lasciare ferite aperte attraverso le quali il fungo si insedia nei tessuti.

La prima cosa da fare, una volta che compare l'infezione, è eliminare le parti colpite e attenuare l'umidità per esempio aumentando l'aerazione e riducendo le annaffiature. Buona pratica è annaffiare le piante non a pioggia, vale a dire bagnando tutta la pianta, ma versando l'acqua solo nel terreno.

Se l'infezione è molto grave o comunque prevedibile, si può intervenire con specifici prodotti antibotritici (dicarbossimidi, vinclozolina, procimidone, iprodione, diclozolinate) o a più ampio spettro come i ftalimmidi (folpet), anilidi (diclofluanide) e nitrili (clortalonil) con calendari di lotta programmati.

In agricoltura biologica possono essere usati prodotti a base di rame, solfiti alcalini e prodotti a base di Bacillus subtiliss, Trichoderma harzianum e Ulocladium oudemansii. Questi ultimi due sono funghi antagonisti della muffa grigia sia dal punto di vista nutrizionale che di ingombro fisico e possono risultare efficaci in caso di una non eccessiva invasione del patogeno.

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