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La forza dei piccoli grandi passi: la transumanza ieri e oggi

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Gli usi attuali e lo stato di conservazione dei tratturi

In Italia, Abruzzo, Molise e Puglia, ma con tracce anche in Campania e Basilicata, il sistema dei tratturi aveva, nel momento del suo massimo sviluppo, una consistenza di circa 3000 km di tracciato (Iazzetti, 1999). Nello specifico della transumanza tra Abruzzo e Puglia, i tratturi raggiunsero la larghezza di 111,60 m, i tratturelli l’ampiezza compresa tra i 32 ed i 38 metri, i bracci tra 12 e 18 metri. Si trattava di strade particolari; disposti come i meridiani (tratturi) ed i paralleli (bracci e tratturelli), essi formarono una rete viaria a maglie strette che copriva in modo equilibrato il territorio interessato (Cialdea, 2007b). In particolare, i seminativi rappresentano l’uso predominante sui tratturi “Cortile-Centocelle”, “L’Aquila-Foggia”, mentre sui tratturi “Sant’Andrea- Biferno”, “Ururi- Serracapriola”, accanto ai seminativi è rilevante anche la presenza delle colture arboree. I tratturi “Celano- Foggia” e “Pescasseroli- Candela” e “Castel di Sangro- Lucera” risultano essere caratterizzati dalla presenza di usi più compatibili con la funzione originaria dei percorsi, quali i prati, i pascoli permanenti, le operazioni di decespugliamento e la fruizione a scopi turistici. All’opposto, gli usi a maggior impatto paesistico, quali le strade pubbliche, i fabbricati e gli accessi privati sono presenti prevalentemente sul tratturo “Castel di Sangro- Lucera”, mentre gli attraversamenti in sotterraneo di condotte e gli attraversamenti di linee aeree riguardano rispettivamente i tratturi “L’Aquila-Foggia” e “Sant’Andrea- Biferno”. Sul tratturo “Celano-Foggia” è significativa la presenza dei depositi di materiale da costruzione.

Tra gli orientamenti strategici della politica di sviluppo rurale dell’Unione Europea, risulta fondamentale il miglioramento dell’ambiente e del paesaggio rurale ed all’interno di tale obiettivo, si collocano le misure previste per la protezione dei paesaggi culturali. Le zone rurali hanno un ruolo fondamentale oggi e sono chiamate ad affrontare una sfida non secondaria in termini di scelta dei programmi di sviluppo che sosterranno le attività che riguardano il turismo e le attività ricreative in ambito rurale, di creazione di progetti che stimolano l’ insediamento abitativo e lavorativo ed infine di realizzazione di un serbatoio di risorse naturali e ad elevata valenza paesaggistica. È in questo senso che va contestualizzata l’analisi del ruolo dei tratturi come fattore di caratterizzazione dei territori interessati ed a tal fine lo studio mette a punto una metodologia di lettura delle interconnessioni tra i fattori antropici e quelli territoriali (paesaggio e natura), per definire un apporto utile alla pianificazione paesaggistica. Politiche di lungo periodo coerenti con tali obiettivi devono basarsi sulla tutela e promozione delle peculiarità culturali e naturali, elementi in grado di sintetizzare i fattori della politica agricola tradizionale con i più recenti sviluppi concettuali della politica di sviluppo rurale (European Commission, 2013).

I sentieri percorsi dalle greggi hanno ricevuto una tutela significativa soltanto a partire dalla metà degli anni ‘70. La conservazione dei tratturi, in assenza di una adeguata pianificazione paesaggistica risulta condizionata dalle dinamiche sociali e produttive che hanno caratterizzato le zone in cui gli stessi si collocano. All’opposto, nei territori in cui prevalgono i prati e pascoli ed a bassa densità demografica si ha una situazione di conservazione di biocompatibilità Le politiche di gestione debbono essere finalizzate alla conservazione di quanto rimasto nel tempo e, contestualmente forme d’utilizzo caratterizzate dal legame storico e compatibili con la tradizione della transumanza. A esempio, il collegamento dei percorsi con il movimento delle greenways può permettere la fruizione a fini turistici con ampi benefici per i territori interessanti.

I tratturi, da sempre soggetti a leggi di tutela in quanto destinati ad uso pubblico, sono sempre stati amministrati con regime pubblicistico che è proprio dei beni demaniali.

Essi sono quindi inalienabili e imprescrittibili, sfuggono, cioè, sotto ogni aspetto alla usucapione e alla prescrizione. Neanche la cessazione della loro destinazione, foss'anche per desuetudine, può intaccare la loro integrità se non interviene un atto di sclassificazione, vale a dire un passaggio dall'elenco dei beni demaniali a quello dei beni patrimoniali (proprietà privata) dello Stato. Eventuali usi diversi e temporanei, mai modificativi dello stato dei fatti, vengono assentiti solo con atto di concessione amministrativa, atto monocratico, unilaterale, che impegna solo il concessionario. In epoca più recente, sotto il nuovo Regno d'Italia, l'amministrazione dei tratturi, anche delle parti ricadenti nelle regioni cointeressate, Abruzzi e Molise, rimase sempre a Foggia in capo alla Direzione di Reintegra dei Regi Tratturi del Regno d'Italia, poi passò al Commissariato per la Reintegra dei Tratturi alle dirette dipendenze di un dicastero ministeriale. E infine, per effetto del D.P.R. 616/77, le funzioni amministrative inerenti i tratturi vennero conferite alle Regioni competenti per territorio.

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