Preparati famosi a base di rosmarino
Sono tante le leggente e le "ricette" a base di rosmarino nate nel corso dei secoli a scopo terapeutico. In questo articolo ne proponiamo alcune tra le più famose.
IN QUESTO ARTICOLO PARLEREMO DI:
- Acqua della regina d'Ungheria
- Aceto dei quattro ladroni
- Acqua di San Giovanni
- Ricetta di Giuseppe Donzelli per il cuore e i nervi
L'uso della pianta di rosmarino fin dall'antichità è stato da sempre legato alle sue positive proprietà terapeutiche. Per le sue proprietà si sono attribuite virtù magiche tanto che nel medioevo si aveva l'abitudine di realizzare oggetti di ogni tipo con il legno del rosmarino da usare come talismano tra i quali i pettini che avrebbero impedito la calvizie. Sono numerosissime le leggende e le "ricette" proposte a base di questa pianta nel corso dei secoli. Ne proponiamo alcune tra le più famose.
ACQUA DELLA REGINA D'UNGHERIA
Una preparazione divenuta molto famosa è l'Acqua della Regina d'Ungheria che diceva:
«Io donna Isabella, regina d'Ungheria, di anni 72, inferma nelle membra e affetta di gotta, ho adoperato per un anno intero la presente ricetta donatami da un eremita mai da me conosciuto, la quale produsse su di me un così salutare effetto che sono guarita e ho riacquistato le forze, sino al punto da sembrare bella a qualcuno. Il re di Polonia mi voleva sposare ma io rifiutai per amore di Gesù Cristo. Ho creduto che la ricetta mi fosse stata donata da un angelo. Prendete l'acqua distillata, quattro volte trenta once (1 oncia = 28,35 gr n.d.r.), 20 once di fiori di rosmarino, ponete tutto in un vaso ben chiuso, per lo spazio di 50 ore: poi distillate con un alambicco a bagnomaria. Prendete una volta alla settimana una dramma (1 dramma = 3,545 grammi n.d.r.) di questa pozione con qualche altro liquore o bevanda o anche con carne. Lavate con esso il viso ogni mattina e stropicciate con essa le membra malate. Questo rimedio rinnova le forze, solleva lo spirito, pulisce le midolla, dà nuova lena, restituisce la vista e la conserva per lungo tempo; è eccellente per lo stomaco e il petto» cfr . G.De Vitofranceschi, Le virtù medicinali del rosmarino, SugarCo Milano 1983.
ACETO DEI QUATTRO LADRONI
Ancora famoso è l'Aceto dei quattro ladroni da un'antica leggenda francese che narra la storia dei quattro ladri che nel 1630, quando la peste colpì tutta l'Europa, saccheggiavano le case degli appestati senza mai contrarre la malattia. Quando furono finalmente presi e condannati a morte svelarono la ricetta dietro la promessa d'avere salva la vita (non appena l'ebbero rivelata, vennero uccisi): si cospargevano il corpo con un aceto da loro inventato formato dagli oli essenziali di salvia, rosmarino, timo, menta, ginepro, cannella e lavanda (le piante potevano variare a seconda della zona di origine della storia), tutte piante note per le loro proprietà antisettiche e antibatteriche. Nacque così l'aceto dei quattro ladroni che veniva molto usato coma antibiotico naturale in caso di infezioni ed epidemie.
ACQUA DI SAN GIOVANNI
Nota a molti è l'acqua di San Giovanni che consiste in una serie di rituali da compiere in concomitanza della festa di San Giovanni, il 24 giugno che corrisponde al solstizio d'estate. Vuole la tradizione che si debbano raccogliere una serie di erbe (ginestra, iperico, artemisia, verbena, timo, rosmarino, salvia, basilico, maggiorana, lavanda, rosa, ecc. La composizione delle erbe varia da regione a regione) il giorno prima del 24 e che siano lasciate in acqua, fuori di casa durante la notte del 24. La mattina dopo ci si deve lavare con quest'acqua e poi buttarla via in quanto si dice che porti benefici alla pelle e come protezione per le malattie.
RICETTA DI GIUSEPPE DONZELLI PER IL CUORE E I NERVI
Ancora ritroviamo nel libro Teatro farmaceutico di Giuseppe Donzelli (medico, chimico e filosofo napoletano vissuto nel 1600) la seguente ricetta: «Piglia di fiori di rosmarino libre una, zucchero libbre tre. Si cuoce lo zucchero a cottura di manuschristi e si lascia raffreddare, e poi vi si mescola li fiori sani e si fanno cuocere poco perchè così facendo li si resta il loro colore natio. Conforta il cerebro humido, giova al cuore e corrobora le membra nervose».
Fonti bibliografiche
I testi che usiamo per scrivere i nostri articoli sulle piante li puoi trovare a questa pagina.