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La transumanza: un valore socioculturale da tutelare

La transumanza: un valore socioculturale da tutelare
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Il valore sociale, economico, storico e ambientale della pastorizia che coinvolge in Italia ancora 142.000 allevamenti nonostante il fatto che nell'ultimo decennio il "gregge Italia" sia diminuito è da salvaguardare.

La transumanza: un valore socioculturale da tutelare
La transumanza: un valore socioculturale da tutelare

Il migrare dei popoli con i propri animali è parte della storia anche recente.

La ricerca di nuovi pascoli e di ambienti più accoglienti hanno spinto milioni di uomini e le loro famiglie a trasferimenti epici tra mille difficoltà. Un viaggio nel viaggio che coinvolge tutti i sensi attraverso territori che ci offrono paesaggi straordinari, con i profumi dei pascoli e dei boschi, con i sapori dei prodotti pastorali, tra i suoni della natura.

La manutenzione delle antiche vie tratturali, grazie a progetti europei, la ristrutturazione del patrimonio edilizio abbandonato, la segnaletica dei percorsi ed i prodotti della transumanza sono le condizioni indispensabili del nuovo viaggio.

La transumanza: un valore socioculturale da tutelare

Dopo l’Unità d’Italia con il definitivo affrancamento del Tavoliere e le bonifiche per l’uso agricolo, la transumanza si affievolisce fino a scomparire con l’abbandono dei tratturi quando le greggi cominciano ad essere trasportate su gomma e rotaie.

Nell’Abruzzo pastorale, a maggio, mese nel quale gli uomini tornavano, avevano luogo soprattutto fiere di bestiame come quella de l’Aquila nel piazzale di Collemaggio. L’abbazia di S. Clemente a Casauria di Popoli (PE) del XII sec. fu un punto di riferimento sociale ed economico per la zona interessata dal passaggio di questo tratturo.

Gli storici tratturi abruzzesi o Tratturi regi erano:

  • Tratturo Magno L’Aquila-Foggia;
  • Tratturo Marsicano Celano-Foggia;
  • Tratturo Sangritano Pescasseroli-Foggia;
  • Tratturo Centurelle-Montesecco (Serramonacesca, Fara filorum petri);
  • Tratturo Castel di Sangro-Lucera

L’unico modo per sfruttare il verde dei pascoli di alta quota è quello di trasferire le greggi in inverno nelle pianure del Tavoliere di Puglia, riarse e aride d’estate, ma nella brutta stagione coperte da estese ed amene praterie, un mare d’erba infinito che ammaliò ed attrasse visceralmente Federico II di Svevia, lo Stupor Mundi!

I pastori transumanti, come sottolinea il dossier di candidatura presentato dall'Italia insieme a Grecia e Austria all'Unesco, hanno una conoscenza approfondita dell'ambiente, dell'equilibrio ecologico tra uomo e natura e dei cambiamenti climatici: è infatti uno dei metodi di allevamento più sostenibili ed efficienti.

Oggi la transumanza è praticata soprattutto tra Molise, Abruzzo, Puglia, Lazio, Campania, e al Nord tra Italia e Austria nell'Alto Adige, in Lombardia, Valle d'Aosta, Sardegna e Veneto.

La transumanza è stata proclamata patrimonio culturale immateriale dell'umanità nel 2019!!!

I Gal (Gruppi Azione Locali) abruzzesi e molisani insieme ad alcuni Gal austriaci e greci si sono fatti promotori di un progetto presentato all’UNESCO nel pacchetto Pac 2007-2013 PSR Asse 4 Approccio Leader.

La candidatura della Transumanza, che ha visto l'Italia capofila di una alleanza con Grecia e Austria, è stata avanzata nel 2017 per tutelare una pratica ancora oggi diffusa sia nel Centro e Sud Italia, dove sono localizzati i Regi tratturi, partendo da Amatrice e Ceccano nel Lazio ad Anversa degli Abruzzi e Pescocostanzo in Abruzzo, da Frosolone in Molise al Gargano in Puglia.

Il riconoscimento dell'UNESCO tutela un'attività a elevato valore ecologico e sociale poiché si concentra nelle zone svantaggiate e garantisce la salvaguardia di ben 38 razze a vantaggio della biodiversità del territorio, dalla rustica pecora sarda alla pecora Sopravissana dall'ottima lana, dalla Brogna con testa e gli arti privi di lana alla pecora Comisana con la caratteristica testa rossa, dalla gigantesca Bergamasca fino a quella Massese dall'insolito manto nero che rappresentano un patrimonio di biodiversità il cui futuro è minacciato da un concreto rischio di estinzione.

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