Sono diversi gli animali che ritroviamo nel phylum Echinodermata, alcuni molto noti, altri sconosciuti ai più. Quelli che più comunemente sono diffusi e che un po' tutti conosciamo sono le stelle marine (Asteroidea), i ricci di mare e i dollari della sabbia (Echinoidea), le oloturie o cetrioli di mare (Holothuroidea), le ofiurie (Ophiuroidea) ed i gigli di mare (Crinoidea).
Il nome echinodermi deriva dal greco e precisamente da echinos «riccio» e derma «pelle» per mettere in evidenza come spesso la loro epidermide è ricoperta da varie formazioni quali aculei o altre protuberanze.
Le circa 7000 specie di animali che ritroviamo in questo phylum sono molto importanti nell'ambito dell'ecosistema marino e delle quali si ritrovano numerosissimi fossili databili al periodo mesozoico, cenozoico e paleozoico.
Sono animali esclusivamente marini e sinora non è stata trovata alcuna prova fossile che la loro vita, in una qualche era passata, sia avvenuta anche sulla terra ferma o in acqua dolce.
Nell'ambito marino occupano tutti gli habitat, nessuno escluso, rappresentando una parte importante della biomassa. Sono stati ritrovati anche alle massime profondità marine finora esplorate.
Ritroviamo animali dalle forme più bizzarre e con caratteristiche del tutto uniche nel regno animale. Sono comunque facilmente identificabili se si considerano alcune caratteristiche peculiari:
Il fatto di avere un endoscheletro formato da calcite rende questi animali importanti nell'ecosistema marino in quanto contribuiscono alla formazione dei depositi di calcite.
Gli echinodermi sono animali a sessi separati (salvo qualche rara eccezione) e non presentano in genere dimorfismo sessuale.
La loro dieta è diversa: alcuni echinodermi sono infatti considerati dei veri e propri predatori cacciando attivamente le loro prede (ad esempio le stelle di mare sono delle temibili predatrici); altre si nutrono delle particelle organiche disciolte nell'acqua; altre di alghe.