Stelle di mare, vita e abitudini
Le stelle di mare sono sicuramente i rappresentanti più conosciuti del grande phylum degli Echinodermata.
IN QUESTO ARTICOLO PARLEREMO DI:
- Classificazione scientifica
- Habitat e distribuzione geografica
- Carattere, comportamento e vita sociale
- Caratteristiche fisiche delle stelle marine
- Abitudini alimentari
- Come si riproducono e come crescono i piccoli
- Da chi sono predate
- Stato di conservazione della popolazione
- Importanza sociale ed economica del ghepardo
- Curiosità
CLASSIFICAZIONE SCIENTIFICA
Le stelle marine, sceintificamente appartengono alla alla classe Asteroidea; Superclasse Asterozoa; subphylum Eleutherozoa; phylum Echinodermata e al regno Animalia.
HABITAT E DISTRIBUZIONE GEOGRAFICA
Nella classe Asteroidea ritroviamo quel vastissimo gruppo di animali, molto familiari a tutti, comunumente conosciuti come stelle marine o stelle di mare.
Si tratta di circa 1500 specie che vivono soprattutto nei fondali sabbiosi, fangosi e rocciosi, soprattutto lungo le coste.
Ad eccezioni di pochi esemplari che vivono nelle acque salmastre, le stelle di mare sono animali che vivono nelle acque marine di tutto il mondo.
Non si può parlare di vita sociale nelle stelle di mare. Una forma di interazione intraspecie può essere considerata l'emissione dei feromoni da parte degli adulti per attirare le larve e farle stabilire nelle loro immediate vicinanze anche se non si può in alcun caso parlare di cure parentali.
Crossaster papposus (Nota 1)
Ctenodiscus crispatus (Nota 1)
CARATTERISTICHE FISICHE DELLE STELLE MARINE
Essendo un gruppo così vasto anche la morfologia è estremamente vasta. Ritroviamo infatti stelle di mare che vanno da poco meno di 2 cm a 1 m di lunghezza anche se la maggior parte degli esemplari sono di 12-24 cm.
I colori sono molto variabili infatti ritroviamo stelle di mare di colore rosso, arancione, verde, blu, viola e combinazioni di diversi colori.
La caratteristica delle stelle di mare è che hanno un corpo centrale dal quale si sviluppano in genere 5 braccia anche se possono arrivare ad averne fino a 40, di lunghezza variabili da molto brevi a molto lunghe (in alcuni esemplari sono talmente ridotte da sembrare dei cuscinetti).
Nella parte inferiore del disco centrale (quella a contatto con il terreno) si trova la bocca dalla quale partono una serie di canali che arrivano alle parti estreme delle braccia. Nella parte superiore del disco si trovano invece l'ano e il madreporite (che è un'apertura dell'apparato acquifero posta in posizione opposta alla bocca nella parte alta del disco chiamata anche piastra madreporica che corrisponde anche a una delle piastre genitali) attraverso il quale il liquido del sistema acquifero comunica con l'esterno e si irradia fino alle 5 o più punte estreme delle braccia.
Lungo le braccia delle stelle di mare sono situati i pedicelli ambulacrali che sono gli organi adesivi, tattili e di locomozione che sporgono all'esterno con una ventosa terminale e delle vescicole che consentono la locomozione.
Lo scheletro interno è formato da ossicini calcarei.
Lungo le braccia si trovano le ramificazioni dell’apparato digerente; del semplice sistema nervoso, che non è centralizzato; del sistema che distribuisce le sostanze nutritive e il sistema riproduttivo.
Nelle stelle di mare i sensi del tatto, dell’olfatto e del gusto sono ben sviluppati. Inoltre la maggior parte delle specie è fornita di macchie fotosensibili alle estremità delle braccia, grazie alle quali risponde agli stimoli luminosi.
La superficie esterna può essere liscia, ricoperta di spine, tubercoli o creste.
Pycnopodia helianthoides (Nota 1)
Dipsacaster boreali (Nota 1)
ABITUDINI ALIMENTARI
Le stelle di mare sono considerate dei veri e propri predatori ad alto livello. Si nutrono di prede che si muovono lentamente nell'acqua quali gasteropodi, bivalvi, crostacei, anellidi e altri invertebrati. In pratica afferrano la preda a poi rovesciano lo stomaco al di fuori del corpo per farlo aderire sugli animali predati, secernano gli enzimi necessari alla digestione e poi aspirano la sostanza decomposta.
Riescono ad aprire senza grossi problemi le valve dei bivalvi ai quali aderiscono con le ventose poste nelle braccia (sui pedicelli), nutrendosi poi dell'animale che si trova all'interno.
Molte stelle di mare si nutrono del plancton che aderisce al corpo che fanno arrivare alla bocca attraverso un sistema di ciglia poste in tutto il corpo.
Ceramaster patagonicus (Nota 1)
Leptasterias coei (Nota 1)
COME SI RIPRODUCONO E COME CRESCONO I PICCOLI
Le stelle marine sono animali che presentano sessi separati (anche se esistono pochi casi di ermafroditismo): sia gli spermatozoi che le uova vengono deposti in acqua dove si fecondano.
In alcune specie le uova fecondate sono protette dalla madre sul fondo del mare.
Dalle uova nasce una larva chiamata bipinnaria che ha la particolarità d'avere una simmetria bilaterale (a differenza di quella della forma adulta che è simmetria pentaraggiata). La bipinnaria nuota liberamente e si nutre di plancton.
Dopo un certo lasso di tempo si ha la larva bipinnaria che si trasforma in una seconda forma larvale chiamata brachiolaria con cinque piccole braccia (comincia a rassomigliare alla forma adulta). Anche questa forma larvale di stella di mare nuota liberamente nell’acqua fino a quando si ferma sul fondo marino, perde le braccia e subisce la metamorfosi finale diventando una stella di mare adulta con le 5 (o più) braccia definitive.
Sembra che le larve siano attirate da feromoni emessi dagli adulti che le permettono di non disperdersi ma di rimanere vicine al genitore anche non fornisce cure parentali.
Lethasterias nanimensis (Nota 1)
Pteraster tesselatu (Nota 1)
DA CHI SONO PREDATE
Le larve sono considerate plancton e quindi come tali hanno numerosissimi predatori mentre le stelle di mare adulte non hanno in pratica nemici naturali in quanto considerate poco appetibili e poco nutrienti a eccezione del Hyperoodon ampullatus un cetaceo che le include nella sua dieta.
STATO DI CONSERVAZIONE DELLA POPOLAZIONE
Le diverse specie di stelle di mare non sono minacciate di estinzione.
Le stelle di mare sono dei veri e propri predatori e in alcuni casi sono considerate dannose in quanto a esempio danneggiano i letti delle ostriche oppure possono essere talmente numerose da danneggiare le barriere coralline (a esempio la specie Acanthaster planci, foto al lato) o le colonie di molluschi bivalvi in genere.
Acanthaster planci
CURIOSITÀ
I membri appartenenti alla classe Asteroidea sono strettamente imparentati con gli Ophiuroidea, avendo ritrovato antenati comuni con cinque braccia legate a un disco centrale (sinapomorfia).
Le stelle di mare hanno la capacità di rigenerare parti del corpo mancanti, come le braccia, e in alcune specie rappresenta anche un sistema di riproduzione asessuata: un individuo intero si rigenera a partire da un singolo pezzo del genitore.
Bibliografia
I testi che usiamo per scrivere i nostri articoli sugli animali li puoi trovare a questa pagina.
Note
(1) Original photograph courtesy of Alaska Fisheries Science Center (NOAA)