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I dinosauri, quelle terribili lucertole

I dinosauri
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PARLIAMO DI DINOSAURI

Nessun essere vivente nel passato ha suscitato tanto interesse come i Dinosauri, dal greco "terribili lucertole", i cui primi resti furono scoperti nel 1600. Questi mostruosi Rettili, forse per le grandi dimensioni raggiunte da molti suoi esemplari, per l’aspetto di alcune specie e per la loro improvvisa scomparsa con la fine del Mesozoico, fin dall’inizio degli studi hanno acceso la fantasia dei paleontologi, come dimostrano persino i nomi che furono dati ai vari generi, come: Lucertola che scuote la terra (Seismosauro), Lucertola pesante (Barosauro), Doppia Trave (Diplodocus), Lucertola mostruosa (Pelorosauro), Lucertola del tuono (Brontosauro), Lucertola balena (Cetiosauro), Serpente dal grande dente (Macrodontophion) etc., quasi assimilabili ai nomi dei leggendari capi dei Pellirosse, privilegio che non è stato mai riservato ad altri gruppi di animali.

Pterosauro

Va precisato che altri Rettili mostruosi per l’aspetto e dimensioni, oltre ai Dinosauri, sono vissuti non solo sulle terre emerse, ma anche nei mari (Ittiosauri) e nei cieli (Pterosauri) per l’intera Era del Mesozoico. Molto spesso questi eccezionali esemplari, con superficiale semplificazione, sono "contrabbandati" come Dinosauri nelle ricostruzioni più o meno fantascientifiche per rotocalchi e film, traendo in inganno lettori e spettatori.

I Dinosauri erano esclusivamente animali terrestri non essendo riusciti nella loro evoluzione ad adattarsi a vivere nelle acque, pur essendo capaci di galleggiare e simulare il nuoto muovendo le gambe, come fanno tuttora altri animali terrestri.

Così pure non sono arrivati a librarsi nell’aria, anche se i rari ritrovamenti di resti di un rettile, molto piccolo, dalla testa e altre parti scheletriche simili a quelle dei Dinosauri, e dotato di piume sugli arti superiori (Archaeropteryx), hanno fatto ipotizzare da qualcuno che questo genere potrebbe dimostrare la discendenza degli Uccelli dai Dinosauri.

In assenza di nuove scoperte di resti inequivocabili, onde poter ricostruire tutto l’iter evolutivo dai Dinosauri agli Uccelli, il caso resta un’affascinante ipotesi di studio. Non è da escludere che qualche convergenza tra la struttura ossea di alcuni Dinosauri e gli Uccelli, in particolare la presenza al loro interno di cavità, non possa rappresentare altro che un tentativo non riuscito di conquistare i cieli, o forse un espediente per alleggerire il peso e acquisire così maggiore agilità, per inseguire le prede o sfuggire ai predatori.

D’altronde tutto lo studio della Paleontologia è costellata da situazioni analoghe, per la mancanza di anelli di congiunzione nella catena evolutiva, non solo tra i grandi gruppi, come può esserlo quello tra Rettili e Uccelli, ma anche all’interno più ristretto di numerosi ordini.

Basti pensare alle diatribe in corso nel campo della Paleoantropologia, per stabilire le relazioni intercorse tra gli Ominidi e, in particolare, per stabilire da quale Ominide è disceso l’Uomo moderno. Forse un giorno quando gli studi non si baseranno solo su elementi morfologici, ma avranno l’ausilio di approfonditi studi della paleontologia molecolare (DNA), si potrà comprendere meglio quell’affascinante e in gran parte sconosciuto fenomeno dell’Evoluzione. Il cammino della Paleontologia molecolare sarà lungo e difficile, ma già nella Paleoantropologia ha cominciato a dare buoni risultati.

In realtà da chi ebbero origine e chi erano questi Dinosauri? Che cosa agevolò la loro crescita così smisurata? Quali ambienti videro il loro dominio?

COMPARSA E AMBIENTE DEI DINOSAURI

Apparvero alla fine del Trias, su quell’unico Continente detto Pangea (v. su Elicriso il Capitolo sulla Deriva dei Continenti), in uno scenario caratterizzato da clima prevalentemente arido nelle zone equatoriali, mentre verso i poli, ove data l’elevata temperatura erano scomparsi totalmente i ghiacciai, si era instaurato un clima relativamente umido, che facilitò lo sviluppo di una flora di grandi dimensioni come Araucarie, Sequoie, Pini, Cipressi, Felci, e la comparsa delle prime piante a fiore, che si diffusero largamente nel Cretaceo e, successivamente, nel Terziario.

La frantumazione in placche della Pangea e relativa Deriva dei Continenti in tutte le direzioni, ha avuto una funzione basilare nell’evoluzione della fauna e flora in tutti i tempi.

Con la formazione dei primi bracci di mari, che andavano penetrando nella terra emersa e allargando in modo da formare gli embrioni degli attuali oceani, vi furono cambiamenti del clima, decisivi per lo sviluppo di tutto il complesso di animali e piante, con immaginabili conseguenze, data la loro interdipendenza

Ambienti nei quali vivevano i dinosauri
Ambienti nei quali vivevano i dinosauri

Resti di Dinosauri sono stati rinvenuti in tutti i Continenti, in particolare nell’America del Nord, forse perché le ricerche in quest’area sono state più intense. Per quanto riguarda l’Italia per molto tempo si è ritenuto che i Dinosauri non avessero abitato le nostre regioni, in quanto, durante il Mesozoico, l’Italia era prevalentemente sommersa dalle acque. Ma da alcuni decenni si è cominciato con il rinvenire delle orme, successivamente dei resti fossili e nidi di uova e, poi, scheletri quasi completi.

COME ERANO FATTI I DINOSAURI? ERANO VERAMENTE TUTTI CATTIVI?

Una grande distinzione va fatta tra Saurischi e Ornitischi: carnivori ed erbivori i primi, mentre esclusivamente erbivori i secondi. La suddivisione dei due gruppi si basa principalmente sulla struttura dell’osso pubico e del bacino: i Saurischi li avevano simili agli attuali Coccodrilli, mentre gli Ornitischi ricordano piuttosto gli Uccelli.

Dinosauri Saurischi

I primi Dinosauri, appartenenti ai Saurischi, ebbero origine da Rettili carnivori di piccole dimensioni, che ben presto raggiunsero grandi proporzioni rispetto ai progenitori e si diffusero su vaste aeree. Tra gli esemplari più rappresentativi dei primi Dinosauri triassici si cita il Coelophysis, bipede carnivoro dalle limitate dimensioni. Gli Ornitischi comparvero più tardi, nel Giura

I Dinosauri erano ovipari, come i Coccodrilli e gli Uccelli, a essi strettamente legati, tanto che molti li considerano forme intermedie tra i due gruppi.

Non si hanno elementi per supporre che vi siano state specie vivipare. Lo testimoniano i numerosi nidi di uova delle dimensioni di 50-60 cm ritrovati in spazi relativamente ristretti, fa supporre che i dinosauri vivevano in gruppi, quasi a costituire delle famiglie, come tuttora fanno tanti animali, per facilitare la difesa da parte di predatori, specie per proteggere la prole.

Uova di dinosauro

Non è da escludere che esemplari carnivori vivessero e si spostassero isolati, con lo svantaggio però di essere più facilmente aggrediti..

E’ opinione generale che gli erbivori superassero in numero di gran lunga i carnivori, come d’altra parte si verifica anche ai nostri giorni, ad es. in Africa, ove mandrie allo stato brado di erbivori sono più numerose dei predatori carnivori

Dinosauro

I Dinosauri, erano originariamente bipedi, ma in seguito, per l’enorme peso raggiunto da alcuni generi, sia erbivori sia carnivori, si trasformarono in quadrupedi. Le possibilità di crescita nelle dimensioni riscontrate in alcuni generi, in particolare tra gli erbivori, erano legate alla lussureggiante vegetazione del periodo, che rappresentava una disponibilità eccezionale di cibo.

Contemporaneamente lo sviluppo in altezza delle piante quasi spinse per alcune specie all’allungamento del collo, controbilanciato da quello della coda, in modo da permettere all’animale di raggiungere le cime più alte degli alberi.

Un po’ come quello che è accaduto tra i mammiferi viventi, in epoche più recenti, come Giraffe ed Elefanti, con lo sviluppo del collo o della proboscide, ma in ben altre proporzioni.

Dovendo gli erbivori " triturare enormi quantitativi di cibo" il loro apparato dentario era fornito da centinaia di denti, con al disotto un numero considerevole di denti, pronti a entrare in funzione a mano a mano che quelli soprastanti andavano consumandosi

A testimonianza della ferocia che dovevano affrontare gli erbivori, è lo sviluppo sul corpo di corna, rostri e placche, dotate di aculei, di grande spessore, da conferire all’esemplare un aspetto sempre più mostruoso, come è ben visibile a esempio nel genere Triceratops.

Triceratops

Nei predatori carnivori ovviamente si ebbe uno sviluppo delle zanne e degli artigli per aumentare la loro potenza aggressiva, e contemporaneamente dei mezzi di difesa. Ovviamente la ferocia era un’esclusiva dei carnivori esercitata non solo verso gli erbivori, ma anche verso i loro simili, in quanto alcuni generi esercitavano il " cannibalismo ".

I DINOSAURI ERANO A SANGUE FREDDO O CALDO?

Fino a pochi decenni fa la maggioranza dei paleontologi riteneva che i Dinosauri, dovevano avere il sangue freddo, come gli attuali Rettili, ma alcuni studiosi hanno fatto notare che animali di quella mole, con un metabolismo complesso e dotati di agilità, dovevano essere molto più simili ai mammiferi e uccelli che non ai Rettili. D’altronde non è stato mai dimostrato che i Dinosauri avessero peli o piume a protezione dal freddo, che permettessero loro di mantenere la temperatura del corpo entro limiti costanti, in occasione di forti abbassamenti della temperatura.

Inoltre alcuni generi erano dotati di placche verticali, poste lungo il dorso, ma data la loro posizione si mette in dubbio che avessero solo uno scopo difensivo, mentre, per la presenza al loro interno di vascolarizzazioni, s’ipotizza che esse avessero una funzione termoregolatrice del sangue.

Per i sostenitori di un sistema endotermico vi sono argomentazioni sostanzialmente valide per quanto riguarda i carnivori, che, essendo bipedi, dotati di molta agilità e possedendo un cervello più sviluppato, rispetto agli erbivori, che consentiva loro di elaborare tecniche di caccia più avanzate, necessitavano di una circolazione corporea a sangue caldo, tipica degli animali endotermici.

Mentre per i quadrupedi erbivori, lenti nei loro movimenti per un corpo in generale di grande mole, che consente una scarsa dispersione della temperatura corporea, e non avendo bisogno di grandi riserve di energie per il loro metabolismo, erano probabilmente a sangue freddo.

Pertanto il quesito non ha trovato ancora una spiegazione. Per ora molti studiosi sono propensi a ritenere che i Dinosauri fossero dotati di un sistema circolatorio intermedio tra quello tipico degli animali a sangue caldo e quello tipico di quelli a sangue caldo, onde assicurare loro le condizioni più favorevoli. Tanto per aumentare i misteri che circondano questo gruppo di rettili.

ECATOMBE DEI DINOSAURI E NON SOLO

Con il Cretaceo, cioè con il periodo che chiude l’Era Mesozoica, si ebbe la scomparsa di moltissimi gruppi di animali, specie quelli che avevano raggiunto notevoli dimensioni. Sopravvissero quasi esclusivamente piccoli mammiferi, parte della fauna ittica, uccelli e pochi rettili come coccodrilli, serpenti e tartarughe, i quali furono loro a essere i protagonisti dell’Era Terziaria unitamente alle piante con fiori.

Questa scomparsa repentina di tanti gruppi di animali non fu un’esclusiva della fine del Mesozoico, ma si era verificata più volte nella storia della Terra, come quella alla fine del Paleozoico, quando spari il 90% di tutta la fauna. Si valuta che dalla comparsa della vita sul pianeta Terra le specie sopravvissute fino ai giorni nostri siano solo il 99%.

Questo non deve meravigliare, perché non è altro che uno degli aspetti del continuo divenire della Natura: come i singoli individui degli esseri viventi hanno un loro ciclo vitale, dalla nascita alla morte, così i grandi gruppi della fauna e della flora hanno una loro durata, durante la quale il ciclo evolutivo ha sempre avuto un iter, talora complesso, conclusosi con l’estinzione dei suoi esemplari. Si tenga sempre presente che queste estinzioni si svolgono nell’arco di diversi milioni di anni, in quanto in geologia la concezione del tempo non ha nulla a che fare con quella che ha l’uomo nel valutare eventi della sua vita.

Quello che deve sorprendere invece è la presenza tuttora di forme comparse centinaia di milioni fa, che può considerarsi un’anomalia tra la storia di tutti gli esseri viventi. Il caso limite è senza dubbio rappresentato da alcune forme di batteri, in parte uguali a quelli viventi, che testimoniarono gli inizi della vita nell’Universo 3-4 miliardi fa, rinvenuti nelle rocce e nelle meteoriti.

Colonie batteriche
Colonie batteriche
Nautilus
Nautilus

Quindi è sproporzionato tanto clamore intorno ai Dinosauri, per la loro repentina scomparsa, non essendo stati i soli ad affrontare tale evento. Basti pensare al vasto gruppo delle Ammoniti, coetanee dei Dinosauri, che dopo aver dominato i mari dell’epoca, sia per la loro diffusione sia per le dimensioni, sono improvvisamente scomparse con la fine del Mesozoico, nonostante che le specie allora fossero oltre 5.000. Unico genere sopravvissuto dal Paleozoico a oggi è il Nautilus, rappresentato da poche specie limitate a ristrette aree dei mari dell’estremo oriente.

QUALI SONO LE CAUSE DELLA SCOMPARSA DEI DINOSAURI

Non si conoscono con precisione il meccanismo che provoca le grandi e piccole scomparse contemporanee di tante forme di vita, da rappresentare una vera decimazione della fauna e della flora. La cosa più probabile è la concomitanza di più cause di natura biologica e ambientale, sulle quali si sono formulate tante ipotesi.

Tutti gli animali hanno subito e subiscono un’evoluzione lenta, ma costante, che ha portato al creazione di nuove specie, tra loro collegate, come i rami di un albero (filum), con conseguente proliferazione di numerosi generi, famiglie, etc, che, per la mancanza di anelli di congiunzione nella linea evolutiva, non sempre è facile risalire alle specie originarie.

Il motore che mette in moto questo meccanismo è complesso e non sempre chiaro, ma alla base vi è un’interazione di fattori biologici e ambientali. Quelli biologici sono rappresentati dalle mutazioni molecolari della cellula, che possono verificarsi spontaneamente oppure scatenate da interventi esterni, talora ambientali o fattori di natura chimico-fisica, come d es. particolari composti chimici e presenza di raggi cosmici, raggi X, raggi ultravioletti etc. Questi agenti mutageni hanno la principale funzione di accelerare il processo delle mutazioni spontanee e, secondo alcuni studiosi, avrebbero svolto un ruolo fondamentale nella comparsa della vita nell’Universo.

Questa capacità di ricorrere alla mutazione del proprio DNA, permette alle specie di adattarsi a nuove condizioni ambientali, tanto da apportare modifiche alla struttura anatomica per soddisfare nuove esigenze fisiologiche.

Ma ciò non può verificarsi se la specie ha raggiunto una certa " stanchezza biologica", ossia non ha più la possibilità di generare mutazioni spontanee del suo sistema biologico e pertanto, non potendo reagire a nuove sollecitazioni da parte di agenti mutageni, è destinata all’estinzione, in tempi più o meno brevi.

Il ciclo evolutivo, così schematicamente illustrato, ha interessato, senza eccezioni, tutti animali e piante. Forse i Dinosauri sono stati sottoposti ad appariscenti processi evolutivi, data un’eccezionale predisposizione biologica in concomitanza di eventi ambientali di notevole portata, come la deriva dei continenti e altri fattori anche di natura astronomica.

La conseguenza è stata la differenziazione in circa 450 specie, inizialmente carnivore, per originare successivamente le specie erbivore, che attraverso progressive mutazioni sono arrivate ad alte specializzazioni (es. considerevoli dimensioni e quindi necessità di forti quantitativi di cibo), che hanno loro impedito di assecondare con l’adattamento pronunciate mutazioni ambientali.

Basti pensare, per i mastodontici erbivori dei più recenti Dinosauri cosa possa aver rappresentato un riscaldamento del clima tale da creare un ambiente di siccità, causa della riduzione di vaste aree dalla lussureggiante vegetazione. Alcune forme sono riuscite a emigrare verso zone dal clima meno ingrato, ma i grandi esemplari ovviamente sono stati costretti a soccombere.

Dinosauro
Dinosauro

Per i carnivori, dipendendo il loro nutrimento dalla diffusione degli erbivori, ovviamente hanno subito la stessa sorte, essendo per loro sempre più difficile procurarsi le prede. Contemporaneamente anche loro non avevano in se le capacità evolutive che avevano avuto le loro forme ancestrali, pertanto non potevano evolversi verso specie adatte alle nuove condizioni di vita.

E’ la fine dell’Era Mesozoica, caratterizzata da un’ecatombe di tante specie di animali e piante, che lasciò in vita le forme più consone alle condizioni ambientali dell’epoca, e, in particolare, a quelle forme che avevano la potenzialità di evolversi verso altre specie, che esploderanno nel Terziario e che saranno protagoniste per oltre 60 milioni di anni, culminanti con l’apparizione e sviluppo degli Ominidi, evento che ci riguarda più da vicino.

FONTI BIBLIOGRAFICHE

Le fonti bibliografiche le puoi trovare a .

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