L'articolo è stato redatto da Dario Toffolon, un grande appassionato di piante
uno spettacolo della natura che ha ispirato decorazioni e pitture in Cina, suo paese d'origine ma anche in Europa a seguito della sua introduzione. è il più tardivo di tutti gli arisaema (che crescono da marzo a maggio, secondo il clima dell'ambiente in cui sono coltivati).
originario del Nepal e dell'India, è un altro grande arisaema (c.ca 60-80 cm di altezza). cresce in maggio e la sua spettacolare fioritura non passa certo inosservata. la sua foglia è trilobata e molto ampia e sembra quasi un ombrello atto a proteggere il fiore sottostante. richiede assolutamente riparo dal sole altrimenti la pianta deperisce rapidamente.
ama suoli umidi e ricchi di humus, ma perfettamente drenanti, altrimenti il suo lungo rizoma si decomporrà in pochi giorni senza che vi sia più alcuna possibilità d'intervento. è una pianta abbastanza facile da crescere, una volta ambientata, ma non altrettanto da acclimatare: conviene acquistare diversi rizomi perché almeno la metà di loro potrebbe non reggere l'impianto e decomporsi inspiegabilmente (nonostante i tuberi siano stati verificati come perfettamente sani all'acquisto). infatti, gli altri rizomi piantati nei medesimi luoghi o nelle strette vicinanze non daranno il ben che minimo segno di sofferenza e, se non toccati, ricresceranno per anni (è anche questa una pianta molto prolifica ma l'apparato fogliare non supera il mese di luglio-metà agosto).
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specie asiatica, è il più alto fra gli arisaema (arriva anche a superare il metro) e il fiore si erige sopra le foglie (a differenza della maggior parte degli arisaema "alti"). il colore del fiore è estremamente variabile contemplando il rosa, marrone, giallo e verde con un disegno maculato più o meno fitto e intenso. il suo aspetto ricorda proprio quello di un cobra eretto in procinto di attaccare. anch'esso cresce tra aprile, maggio e giugno e le sue belle foglie lobate sono persistenti fino alla fine di agosto. tollera il sole nelle ore del mattino e della sera ma soffre se colpito dai raggi solari nelle ore più calde del giorno.
proveniente dal Nord America, ha una gamma assai variabile di colorazioni nella spata che vanno dal verde al rosso con striature chiare. anche questa meraviglia cresce tra aprile e maggio e l'apparato fogliare resiste fino ad agosto inoltrato. prolifico e resistente raggiunge una altezza tra i 30-60 cm.
proveniente dall'Himalaya, raggiunge il 30 cm di altezza. la pianta si sviluppa nel mese di maggio inoltrato.
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di origine del Nepal, raggiunge e supera spesso gli 80 cm di altezza. ma è la dimensione della foglia (che supera talvolta i 50-60 cm di diametro) a colpire maggiormente. cresce tra aprile e maggio e l'apparato fogliare può perdurare tutta l'estate, se in zona ombrosa. molto prolifico, riceve spesso anche polline dagli altri arisaema, con cui si incrocia.
anch'esso proveniente dall'Himalaya, raggiunge spesso gli 80-90 cm di altezza. fiorisce in maggio e si ibrida facilmente con altri arisaema. l'apparato vegetativo dura per tutto il periodo estivo. è l'arisaema che tollera maggiormente l'esposizione al sole, anche se è meglio che nelle ore più calde si trovi ombreggiato.
i suoi frutti sono certamente quelli maggiormente carichi di acini, contenenti ciascuno alcuni semi. è possibile raccogliere gli acini maturi (vedere foto seguente), conservarli al FREDDO (se si tengono in casa è adatto il frigorifero) dopo averli "sbucciati" e ripuliti dalla polpa (attenzione contiene acido ossalico altamente tossico: usare i guanti!).
personalmente preferisco affidarmi (con successo) alla natura, favorendo uno sviluppo casuale delle piantine con la dispersione degli acini nelle zone in cui desidero farle crescere: muffe, freddo, funghi, insetti a primavera che compaiono dopo le ultime gelate, disgregano gli acini (immangiabili persino per gli uccelli, quindi non è da temere una loro diffusione incontrollata) e permettono ad alcuni semi di germinare. la natura fa tutto il resto e io, nelle zone di disseminazione (che per altro delimito con tavole di legno per evitare che anche solo il vento o l'acqua piovana possano portare via i piccoli semi), puntualmente vedo crescere a primavera le piantine. molte non sopravivranno al primo anno. solo le più resistenti che supereranno l'inverno del secondo anno potranno o esser lasciate nella zona di semina (se poco affollata) o trapiantate.
se si tiene conto che gli arisaema si incrociano con estrema facilità (anche in natura, costituendo un maggior ostacolo alla loro classificazione, tutt’ora in corso) si comprenderà quanto sia perciò facile ottenere la fruttificazione e di conseguenza numerosi semi.
ben lavati, vanno lasciati asciugare all’aria per un giorno e messi in piccoli sacchetti di plastica chiusi, su carta assorbente appena inumidita. il tutto verrà posto in frigorifero nello scomparto delle verdure. i primi germogli si svilupperanno a primavera (nel frigorifero: è il loro orologio biologico che li fa crescere) per cui sarà necessario, di tanto in tanto, monitorare i contenitori. una volta emesse le prime radichette vanno immediatamente piantati in una miscela di torba, perlite e sabbia per cactus, coprendoli con appena un millimetro di composto e inumidendo con uno spruzzatore. è molto importante un buon drenaggio perché la morte per marcescenze e muffe è elevata.
i germogli cresceranno per qualche mese, secondo la specie, e andranno in dormienza producendo un piccolissimo bulbillo. le cure per non perdere questi “neonati” non sono trascurabili ma se si ha pazienza nell’arco di 3-4 anni massimo avverrà la prima fioritura.
in natura singole specie costituiscono popolazioni anche numerose e la possibilità di incrociarsi con altre è minore che in un giardino, dove innumerevoli ibridi naturali vengono a formarsi, quasi impossibili da classificare o identificare anche a causa della notevole mutevolezza dei singoli caratteri delle specie naturali (colori e maculazioni delle infiorescenze, foglie con dentellature o variegate, etc.).
personalmente abbandono al loro destino la maggioranza dei semi, che si disperdono con gli acini della frutta nel pacciame (che durante la fermentazione invernale consuma la polpa e lascia nudi i semi) e raccolgo le piantine che negli anni si sviluppano, piantandole di volta in volta in luoghi più appropriati per la loro crescita. lo stesso procedimento lo adotto per i loro cugini Sauromatum, Arum e Amorphophallus, tutte araceae straordinarie per l’apparato fogliare e le incredibili e bizzarre infiorescenze. sono quindi in numero assai limitato a diventare piante adulte ma ho la certezza che siano resistenti e adatte a sopravvivere nell’ambiente in cui sono nate e cresciute.
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