Home => Clima e ambiente => Altopiano del Tibet ed i cambiamenti climatici

L'altopiano del Tibet e i cambiamenti climatici: il più devastante disastro annunciato

L'altopiano del Tibet e i cambiamenti climatici
Nota 1
Tu sei in: home clima e ambiente l'altopiano del tibet e i cambiamenti climatici

L'Altopiano del Tibet (Qinghai-Tibet) Il terzo polo del mondo, così definito perchè possiede la massa ghiacciata più grande del pianeta dopo quella dell'Artico e dell'Antartico, si trova in Asia e si estende principalmente nella Regione Autonoma del Tibet, nella provincia del Qinghai in Cina e in minor misura nella provincia del Sichuan e nella Regione autonoma dello Xinjiang entrambe in Cina. L'Altopiano, che ha una superficie poco più grande dell'Europa occidentale (2,5 milioni di km2), si trova mediamente tra i 4000-5000 metri di altitudine sul livello del mare (da qui l'appellativo di «Tetto del mondo») ed è circondato da numerose catene montuose dove ritroviamo i monti più alti del pianeta quali l'Everest, il K2 e il Kanchenjunga. i soli ghiacciai himalayani coprono circa tre milioni di ettari pari al 17% della copertura montagnosa del pianeta, contro il 2,2% nelle Alpi svizzere.

L'altopiano del Tibet e i cambiamenti climatici
Altopiano del Tibet visto dal satellite scattata nel dicembre 2002 - Nota 2

Questo vasto territorio, abitato da pochi milioni di persone in gran parte nomadi, può essere considerato l'indice di come sta avanzando, a livello mondiale, il cambiamento climatico; un indice molto superiore e con ripercussione molto più gravi rispetto a quello che sta succedendo nell'Artico e nell'Antartico e vediamo di capire il perchè.

I ghiacciai himalayani da soli sono il cuore dell'ecosistema asiatico e mondiale più in generale: essi sono il serbatoio d'acqua dolce di tutta l'Asia meridionale e orientale. Infatti, grazie al loro normale scioglimento nei mesi caldi, riforniscono d'acqua i grandi giganti della natura: il fiume Gange e Indo in India (che alimentano il settore agricolo indiano e pakistano); il Fiume Giallo (Huang He), chiamato la culla della civiltà cinese, il secondo fiume più importante della Cina dopo il Fiume Azzurro (Chang Jiang) che da solo irriga più della metà delle risaie cinesi; il Brahmaputra che attraversa la Cina, l'India e il Bangladesh dove si ricongiunge con il Gange; il Salween che attraversa la Cina, la Tailandia e la Birmania; il Mekong nel Laos, Cambogia e Vietnam; tutta acqua che serve per la sopravvivenza di più di tre miliardi di persone!

Fiume Giallo - Cina
Fiume Giallo (Huang He) - Nota 3
Fiume Azzurro - Cina
Fiume Azzurro (Chang jiang) - Nota 3

Non è sbagliato quello che Lonnie Thompson, professore di Scienze geologiche della Ohio State University chiamando questi ghiacciai «La banca asiatica dell'acqua dolce» anche in considerazione del fatto che da soli, reggono un ecosistema unico del pianeta, rappresentando la vita non solo per miliardi di persone ma anche di animali e vegetali, una biodiversità unica del nostro pianeta che è retta dal costante e lento sciogliersi del ghiaccio, che va a rifornire i corsi d'acqua e il successivo reintegro, con la formazione di nuovi ghiacciai.

Purtroppo però tutti gli scienziati sono oramai concordi nell'affermare che negli ultimi cinquant'anni questo equilibrio si è spezzato in quanto la quantità di ghiaccio che si scioglie, non è equamente compensata dalla quantità che si riforma, soprattutto nei versanti meridionali e orientali dell'Altopiano. Infatti, afferma sempre Lonnie Thompson, i ghiacciai sull'Altopiano tibetano stanno perdendo massa dalla superficie verso il basso. La coltre di ghiaccio in questa porzione del pianoro si è ridotto più del 6% dal 1970 e il danno è ancora maggiore in Tagikistan e nell'India del Nord, con il 35% e il 20% in meno rispettivamente, nel corso degli ultimi cinquant'anni.

Contrariamente a quello che si può pensare, questa «torre d'acqua» (così vengono chiamati i ghiacciai dagli abitanti dell'Asia), che l'uomo conosce da quando esiste la storia, si sta dimostrando essere estremamente vulnerabile ai disastri combinati dall'uomo e in particolare ai cambiamenti climatici e all'inquinamento. E' ormai infatti dimostrato che l'Altopiano del Tibet si sta riscaldando molto più velocemente rispetto a quanto avviene nelle altre parti del mondo tanto che secondo i dati dell'IPCC (Intergovernmental Panel on Climate Change) se non si pone rimedio, questi ghiacciai andranno a scomparire. Secondo : « Il clima sul Plateau tibetano sta cambiando rapidamente e nel corso degli ultimi tre decenni, le grandi aree a quota 4000 metri si sono riscaldate di 0,3°C per decennio (...), che è il doppio del tasso di osservato nel riscaldamento globale».

L'altopiano del Tibet e i cambiamenti climatici
Nota 4 2002 - Nota 2

E proseguono affermando che questo fatto non può essere in correlazione solo con il riscaldamento globale ma devono esserci delle altre cause che provocano questo stato di cose.

Ciò che accade nei ghiacciai himalayani è in stretta correlazione con quanto accade nell'Altopiano del Tibet vale a dire la sua desertificazione che non fa altro che accelerare il cambiamento climatico della zona in quanto l'altopiano, non essendo più in grado di assorbire l'umidità dell'aria, aumenta la sua capacità di irradiare calore. Questo fatto ha con se delle gravissime conseguenze perchè questo ulteriore aumento di temperatura contribuisce a un più rapido scioglimento dei ghiacciai a una velocità 2-3 volte superiore al normale. Inoltre, le montagne dell'Himalaya che circondano l'altopiano, formano una sorta di camino per il vapore acqueo che si forma, che viene convogliato nella stratosfera dove si mescola con le polveri inquinanti - principalmente "Carbonio Organico" (OC) e "Black carbon" (BC) -, comunemente chiamate fuliggine, presenti nell'aria e provenienti dalle zone vicine (soprattutto dall'India), formando delle dense nubi scure cariche di polveri che cadono con i fiocchi di neve e contribuiscono ad assorbire maggiormente la radiazione solare e quindi riscaldano maggiormente l'aria alle pendici dei ghiacciai aumentando il normale scioglimento e quindi la velocità di disintegrazione dei ghiacciai.

L'altopiano del Tibet e i cambiamenti climatici
Nota 4

Nell'Altopiano tibetano, in particolare nel versante settentrionale, la temperatura più calda è evidente come sono evidenti le sue conseguenze: i ghiacciai si ritirano a quote più elevate; le praterie e le zone umide si stanno deteriorando e il permafrost (è il terreno congelato, che si estende dalla superficie fino a diversi metri di profondità) si scongela con il conseguente deterioramento dei prati e dei pascoli un tempo rigogliosi, trasformando il terreno in dune di sabbia o comunque degradati. Migliaia di laghi si sono prosciugati. Circa 1/6 dell'altopiano è ormai deserto.

Qin Dahe sostiene che il permafrost svolge un ruolo fondamentale nel proteggere l'ambiente ecologico e i cicli idrologici ma che negli ultimi 50 anni sta subendo delle sostanziali variazioni e quindi si sta distruggendo l'equilibrio ecologico che porterà la desertificazione e numerosi altri problemi.

Infatti continua dicendo che se la copertura vegetale diminuisce nell'altopiano, conseguentemente l'assorbimento della radiazione solare cambierà e con se anche l'intensità dei monsoni estivi asiatici e questo porterà siccità e intensificherà le inondazioni nel sud della Cina e la siccità nel nord.

L'altopiano del Tibet e i cambiamenti climatici
Villaggio di TuotuoHeyan, situata nella regione centro-settentrionale dell'altopiano del Tibet, lungo il percorso della ferrovia Qinghai-Xizang a un'altitudine di 4.500 metri (Nota 5)

Così come anche tutte le infrastrutture presenti nell'Altopiano tibetano quali la ferrovia, l'autostrada e le strutture in generale potranno deformarsi in futuro come conseguenza dello scioglimento del permafrost sul quale sono costruite.

Nel versante meridionale invece sta avvenendo un altro fenomeno, opposto. E' sotto gli occhi di tutti il fatto che il numero dei laghi montani himalayani stia aumentando. La maggior parte di questi laghi si era formata solo dalla seconda metà del XX secolo a causa del riscaldamento globale che ha sciolto i ghiacciai e quindi l'acqua ha defluito o nei sistemi acquatici esistenti o creandone dei nuovi. Entrambi i fenomeni avranno e hanno un impatto negativo sulla vita delle popolazioni che vivono nelle valli sia in termini di vite umane, a causa delle inondazioni, che in termini di danni indiretti provocati a strade, villaggi, terreni agricoli e infrastrutture in generale. Nelle montagne del Pakistan e del Bhutan si osservano migliaia di nuovi laghi glaciali, molti dei quali instabili che potrebbero esondare con facilità e sommergere i villaggi nelle valli sottostanti.

L'altopiano del Tibet e i cambiamenti climatici
Foto permafrost fotografato a nord-est di Spitsbergen Norvegia (Nota 6)

La natura per numerosi aspetti è imprevedibile, basti pensare ai terremoti, soprattutto in Cina che l'hanno provata lungamente in questi ultimi anni. Ma se da una parte essi sono imprevedibili, quello che accade nell'Altopiano tibetano è sotto gli occhi di tutti. La natura ci sta mandando dei segnali forti e precisi: per quanto tempo ancora ci rifiuteremo di ascoltarla?

Oltre questo, che già di per se sarebbe più che sufficiente per iniziare a guardare la situazione con occhi diversi, gli scienziati sono molto preoccupati sulle conseguenze a lungo termine dello scioglimento dei ghiacciai infatti se da una parte nel breve termine si avrà un aumento delle disponibilità di acqua dolce, in quanto viene fornita più acqua ai sistemi fluviali (tralasciando allagamenti e inondazioni) dall'altra non può esistere una sostenibilità a lungo termine di questa situazione perchè i grandi fiumi asiatici, se le temperature continueranno a salire, rischieranno di diventare fiumi stagionali, con tutto quello che ne consegue.

«L'altopiano Qinghai-Tibet è tra le regioni più colpite dal riscaldamento globale», ha detto Qui Dahe "A sua volta, questo avrà un effetto nocivo sul clima globale e sul sostentamento delle popolazioni asiatiche". Egli ha sottolineato che la temperatura nella regione autonoma del Tibet è aumentato in media di 0,32 gradi ogni 10 anni dal 1961 al 2008. Tale tasso di riscaldamento è stato molto più veloce rispetto alla media in tutta la Cina, dove la temperatura è cresciuta tra il 0,05 e 0,08°C. La temperatura media del Tibet nel mese di luglio è stata la più alta dal 1951 e la pioggia nella parte occidentale e meridionale del Tibet è diminuita dal 30% all' 80% rispetto agli stessi periodi degli anni precedenti.

L'altopiano del Tibet e i cambiamenti climatici
Fotografia di una ferrovia costruita su permafrost vicino Strelna in Alaska danneggiata dal disgelo del permafrost (Nota 7)

Queste affermazioni sono state supportate anche da Yao Tandong, uno dei massimi glaciologi cinesi e direttore del Qinghai-Tibet Research Institute del CAS, che ha detto che nell'altopiano c'è più caldo ora che in qualunque momento nel corso degli ultimi 2.000 anni".

Gli scienziati affermano che la differenza tra ciò che sta causando il cambiamento climatico ai poli e quello che accade nell'altopiano tibetano è che mentre per l'Artico e l'Antartico, occorreranno decenni prima che la fusione dei ghiacciai innalzino il livello del mare minacciando le zone costiere del mondo (senza parlare dei danni all'ecosistema polare), sull'altopiano tibetano i risultati della politica mondiale del consumo usa e getta e dello sfruttamento indiscriminato, hanno già cominciato a influenzare il modo di vita di milioni di tibetani e sono già oggi minacciati centinaia di milioni di vite a valle dell'Altopiano.

Sull'Altopiano oramai la vita delle popolazioni nomadi così come era stata tramandata e vissuta da generazioni non esiste più.

L'altopiano del Tibet e i cambiamenti climatici
Nota 4

Tralasciando l'aspetto politico, è l'aspetto sociologico che è stato minato, infatti con la distruzione dei pascoli, i tibetani, popolo nomade per eccellenza, che ha sempre vissuto di pastorizia, sono stati costretti a migrare, lasciando le loro case e vendendo il loro bestiame in quanto gli animali, nel loro normale ciclo di vita, brucavano l'erba durante la stagione estiva mentre durante i mesi invernali, sopravvivevano grazie al grasso accumulato durante la bella stagione.

Se questo ciclo viene spezzato e gli animali trovano solo lande desolate con pochi fili d'erba, non sopravvivono e con essi la popolazione.

Anche a chi, non è un uno scienziato non riesce difficile comprendere, usando il semplice buonsenso, le conseguenze di questa situazione: sull'Altopiano tibetano ci sono le sorgenti dei più grandi fiumi asiatici; in Asia vivono circa 4 miliardi di persone, circa il 60% della popolazione mondiale. Se le sorgenti non riforniranno più questi grandi fiumi non ci sarà più acqua per bere, per l'agricoltura, per l'industria, per la biodiversità, per la vita. in modo da capire meglio, con delle semplici immagini, che cosa sta succedendo.

E' fondamentale che si inizi a parlare anche della desertificazione ormai avanzata dell'Altopiano del Tibet quando parliamo di riscaldamento globale in modo da prendere coscienza,del profondo impatto che ha e avrà la situazione tibetana sull'ecologia di tutto il pianeta; per continuare ad avere un pianeta come quello nel quale la civiltà si è sviluppata e per il quale la vita sulla terra si è adattata.

Note

  1. Immagine tratta da Atlante Geografico De Agostini - Istituto Geografico De Agostini Novara, 1998
  2. Original photograph courtesy Jeff Schmaltz, MODIS Rapid Response Team, NASA/GSFC
  3. Original photograph courtesy International Space Station NASA
  4. Original photograph courtesy NASA
  5. Original photograph courtesy NASA, Earth System Science, photo Richard Armstrong
  6. Original photograph courtesy Earth Observatory, NASA
  7. Original photograph courtesy US Geological Survey

Fonti bibliografiche

Trovapiante