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Roseto degli Abruzzi: un mare di bellezza e il Mercurio volante in una villa liberty

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Una villa discreta e possente, dei primi del ‘900, è il sancta sanctorum, lo scrigno delle meraviglie che con marcato puro gusto liberty, custodisce mobilio di pregio, vetrate artistiche rilegate a piombo, colorate con tipici disegni floreali, controfinestre lignee con vetri dai colori vivaci, volte affrescate, quadri alle pareti, con scuri paesaggi o visi sconosciuti che esprimono carattere, sottolineati da importanti cornici. E libri, tanti libri centenari, oltre a raccolte di vecchi rotocalchi. Tutto trasuda cultura. Ovunque lo sguardo si diriga, non può che posarsi su antiche ceramiche castellane in forma di piatti, vasi, quadri e poi tanti oggetti preziosi, anche di stampo francese, a volte affastellati con falsa noncuranza. Fra tutti, all’inizio di una maestosa scalinata che affaccia su un’ampia finestra rettangolare, con vetri policromi geometrici, sulla quale appoggia, all’esterno, un’imponente e ben visibile pianta rampicante fiorita, fa sfoggio di sé una raffinatissima copia del Mercurio volante di Giambologna, che reca sulla mano con il dito proteso verso il cielo -simbolo dell’origine divina del sapere- un ciuffo di lampadine, che illuminano lo scalone e l’ampio ingresso.

roseto degli abruzzi: un mare di bellezza e il mercurio volante in una villa liberty

Non è dato sapere se si tratti di un originale del Giambologna, ma data la finitura così raffinata, le dimensioni uguali agli originali conosciuti, presenti all’ingresso dei giardini dell’Accademia di Francia di Roma, così come quello del museo nazionale del Bargello di Firenze; dal momento che tanti oggetti preziosi lo contornano e considerato il fatto che Giambologna aveva fuso un gran numero di queste figure, non meraviglierebbe che si trattasse di uno degli originali.

Il “Mercurio volante” è una scultura in bronzo del manierista fiammingo Jean de Boulogne -detto appunto Giambologna- attivo a Firenze fino ai primi anni del 1600, collaborando con le più importanti famiglie e i Papi di allora, oltre che scultore ufficiale della famiglia Medici. Il dio ha l’aspetto di un adolescente dal corpo sottile e la figura, così tipicamente manierista, non comunica sforzo, nello slancio verso l’alto. Ne sono state concepite più versioni, fino ad arrivare a quella proposta alla famiglia Medici, che ne ordinarono una copia, da donare all’Imperatore Massimiliano II d’Asburgo. Mercurio è poggiato con il piede sinistro sul vento generato dalla bocca di Zefiro, mentre sembra che stia per spiccare il volo, grazie alle ali sulle caviglie, la gamba destra è flessa indietro, come il braccio sinistro che regge il caduceo -simbolo di prosperità e pace, poi diventato emblema dell’Ordine dei medici- mentre in testa indossa il tipico elmetto alato.

Di fatto, chi nel passato ha costruito la villa, aveva disponibilità finanziarie ma soprattutto coltivava il culto del Bello e si è circondato di quanto di più immaginifico potesse in quegli anni trovarsi in circolazione. Un antico pianoforte verticale nero, in un angolo del corridoio dello scalone, al piano di sopra, sembra ancora accompagnare con le sue note. Così si immaginano gli antichi fasti, dame dagli abiti lunghi con capelli raccolti e uomini dai baffi curati, pur in una cittadina di provincia, che per un periodo neanche così breve, è sembrata essere al centro del mondo, con la ferrovia appena costruita, un mare che all’alba e al tramonto ha -tutt’oggi- una luce magica, introvabile altrove, le innumerevoli piante di rose e magnifiche ville patrizie, oggi in parte sostituite da anonimi palazzoni a più piani, senza riguardo, senza rispetto, dell’antico e della memoria, quella di tutti, la memoria collettiva.

Proprio per questo, quel che la villa contiene appare ancora più prezioso, intatto com’è lo scenario di alcune stanze, in una fotografia d’altri tempi. Anche se, inevitabilmente, la villa ha subito negli anni dei rifacimenti e piccole ristrutturazioni nella parte abitata ancora adesso, pur conservando immutato, e questo è il miracolo, tutto il fascino antico e pregiato. Una chicca, una rarità, in un mare di bellezza.

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