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Viaggio a Gibilterra

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Siamo un gruppettino così composto: Romano, Mimma sua moglie, io sua sorella, proveniente da Velletri per partecipare al viaggio, e tre cani e mezzo. Il mezzo sta per la cucciola Paloma, che, essendo piccola, deve essere accudita e non può essere lasciata a casa insieme al resto dell’"orda selvaggia" di chihuahua.

Paloma viaggia, quindi, con sua madre Tequila ed i due vips della situazione: Pepito e Bonita, in onore dei quali è stato organizzato questo viaggio da Siena a Gibilterra, trasformando noi tre umani di " una certa età" in spericolati ed impavidi camperos.

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Tequila
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Paloma
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Bonita
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Pepito detto Pepi

Tre viaggiatori infaticabili, determinati e avventurosi, storditi dall’orgoglio per i successi o appassiti dalla delusione per gli insuccessi dei propri chihuahua, infelici per i distacchi, commossi dagli abbandoni, ammaliati dalle luci, i colori, i profumi, il calore delle terre attraversate od illanguiditi dai ricordi, i tanti ricordi di momenti lontani, che improvvise atmosfere fanno rifiorire struggenti nel cuore.

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Mimma
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Romano
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Alba
Martedì 27 agosto 2002 alle 9,15 inizia l’avventura con partenza da Siena alla volta di Gibilterra: viaggio tranquillo, sosta a Savona, shower (acquazzone) nei pressi di S. Tropez.

Le passeggiatine sanitarie dei cani vedono per la prima volta al guinzaglio Paloma, recalcitrante ed imbizzarrita dal nuovo " legame", ma sempre tenera ed innocente, Pepi, il capobranco, equilibrato e saggio come sempre, Tequila e Bonita rassegnate, ma ansiose.

Di nuovo shower ad Aix-en-Provence, smarriti in quel di Marseille, giro turistico forzato, ma meritevole e poi dritti a Martigue.

Dopo aver percorso 787, arriviamo verso le 20 a Port de Bouc (Golf de Fos), ove pernottiamo dopo aver da bravi italiani affogato la stanchezza e lo stress in una zuppiera fumante di spaghetti al sugo.

Mercoledì 29: passiamo per Arles e attraversiamo le Rhône e le petit Rhône.

A metà pomeriggio fine del tormentone: per la gioia di Mimma rifornimento di gas e svuotamento di pozzo nero in un’area di servizio attrezzata… Eureka! Puliti, odorosi e "gasati" alla conquista de la España.

Primo pernottamento in Spagna al camping Francas, acquartierati vicinissimi alla spiaggia, dove si svolgeranno i caroselli liberatori, notturni e mattutini, della squadriglia di perros.

In riva al mare Tequila si scioglie in grida di gioia, la cachorra è un po' interdetta al suo primo contatto con la sabbia, Bonita è un po' contrariata (leggi incazzata nera) con Tequila e appena le giunge a tiro le dice il fatto suo, cioè la morde. Pepito, da persona seria, equilibrata ed affidabile quale è, sovrintende alle varie situazioni e s’impone con la sua calma, ma determinata, autorevolezza.

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Io ho svolazzato in vestaglia di seta e camicia da notte, bianche, sulla spiaggia ed in mezzo a tende, roulotte, panni stesi e sacchetti di plastica sventolanti al vento, sentendomi un po' (tanto) cretina. Ma le "pipipopi" dei cani urgevano, anche se invero, alla fin fine, non mi hanno dato tutta quella gran soddisfazione, che i pezzi di scottex ed i sacchetti per le deiezioni canine, di cui Mimma mi aveva riempito le mani, avrebbero potuto indurre ad aspettarsi. Infatti, ho restituito tutto il materiale intatto.

Mimma, tanto per cambiare, metteva a posto e puliva il camper, dirigendo le operazioni, Romano faceva dei piccoli sopralluoghi alla ricerca di acqua e bidones de basura (cassonetti della spazzatura). Tutti e due (lui ed io) obbedivamo agli ordini: senza reclamare io, con qualche tentativo d’insubordinazione, subito sedato, lui.

Tutti e tre, con gli occhi carichi del turchino del mare e della luce caliente del sol español, riprendiamo el viaje.

Tappe spedite di avvicinamento a Gibilterra, al terzo giorno, lasciata la Cataloña, entriamo en la Murcia - Région de Medio Ambiente, famosa per la cria de los toros negros.

Sarà per i tori neri (che non abbiamo visto), sarà per le vacche bionde (che abbiamo visto numerose), sarà per l’odore di letame che aleggia gentile nell'aria, ma a me questa Région de la España me parece una Région de Cambronne!

Immersi nell’Andalusia rapidamente raggiungiamo il confine inglese di Gibilterra. Alla domanda della Polizia si tenemos cachorros, noi tutti, orgogliosi (e cretini) contestamos que si, nosotros tenemos una cachorriña muy bonita, blanca y negra: ahì està!

Ah, ahì està…. bueno vosotros no podéis pasar la frontera: la ley is law, sorry! Grande desesperaciòn!

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Mimma resta in ostaggio al confine con il camper, la cachorra ed i tre cani, Romano ed io andiamo in missione a cercare soccorso. Cerca che ti cerca, mettiamo a punto con uno del personale addetto alla mostra una operazione ad alto rischio: tipo contrabbando di coca.

Fingiamo, furbi ed innocenti, di ritornare in Spagna con il pacco di coca (leggi cachorra), dicendo che abbiamo trovato a chi lasciare il "pacco" per il week end.

Le guardie di frontiera, che ormai ci avevano segnalato come sovversivi, e forse pushers, ci aiutano con sorridente benevolenza a fare I' inversione ad U ed a tornarcene da dove eravamo venuti.

Noi invece, subdoli ed ipocriti, ma di provata esperienza teatrale, ci appostiamo al vicino parcheggio del Mac Donald's (" ¿ Para comer o beber?" contesta el guardian. "¡No, solo para esperar un señor!" "¡Entonces no es posible aparcarse!" "¡... entonces nosotros comemos y bebemos! "). Uffa !!!! In realtà noi siamo appostati in attesa di un certo señor/mister X.

El señor/mister X è in arrivo in macchina da una città vicina, con altre persone diretti all Mostra de los perros. Come arriva gli consegniamo il pacco di coca (leggi cachorra /puppy), lui lo passa furtivamente ad un amico, l’amico lo mette disinvoltamente sotto una coperta e sgommano verso Gibraltar, con il pacco di cocaina che trema come una foglia.

Finalmente comemos y bebemos per far piacere al guardian. Dobbiamo far passare mezz'ora per non farla troppo sporca, ma il nuestro corazòn palpita insieme al pacco di cocaina lasciato in mani straniere. Quando ci giunge la telefonata liberatoria che il pacco è giunto a destinazione e sta bene, ci fiondiamo sul camper, ci ripresentiamo alla frontiera, innocenti e mondati, con grandi sorrisi alla policia (sempre la stessa).

E raggiungiamo finalmente l'area dell'esposizione: il pacco di coca, pecheño e palpitante, ci aspetta sempre avvolto nella sua copertina, dentro una scatola. ¡Que sustol. Tutta l'azione di contrabbando è stata architettata hablando en Español y Inglés. Che forti! Esausti per l’avventura ci concediamo al giusto riposo degli eroi stanchi, abbracciati ai nostri cani.

L’indomani, mattinata di gloria per Bonita: ci siamo, stamani spopoliamo tutti con la mejora chihuahua hembra de la Italia. Empezamos con Pepito. Grande felicidad: Pepito es el mejor macho y sera el mejor de su raza. La felicità per la prima vittoria ci dà alla testa. A Mimma prende una specie di delirante effervescenza: si improvvisa giudice de todos los cachorros cerca de nosotros. Misura teste, controlla schiene, valuta posture, sentenzia giudizi che io, secondo lei, dovrei tradurre con la massima precisione, en Español. Sono sull'orlo di una crisi isterica, lo sgomento mi attanaglia la gola; quando poi riesco a balbettare qualche vocabolo, che miracolosamente affiora dal buio totale in cui era sprofondata la mia mente, gli spagnoli hanno già capito tutto, grazie ai gesti eloquenti di Mimma. Romano è come travolto dalla situazione: ci occupiamo di tutto eccetto che della gara... che intanto va avanti per conto suo!

Quando la segretaria del ring quasi strattona Mimma para presentar su perro al judicio del mejor de raza, ci risvegliamo tutti come da un sortilegio. «... ..Mi hembra, my bitch, mia cagna Bonita…!». «Lo siento mucho, señora - sorry, madame, nosotros hemos ya llamado su numero, pero ninguno ha contestado».

«La señora estaba un poqhito distraida». The judge/il giudice: «Sorry, madame, your bitch was excellent. What a pityl». ¡Que lastima!

Annichilimento generale che prelude ad un fragoroso scoppio di pianto (che riusciamo con forza d'animo a controllare): Pepito vince anche el mejor de raza, ma la delusione per Bonita è cocente, quasi inconsolabile.

¡Hoy vencimos! Oggi vinciamo! Il giorno dopo domenica 1 settembre siamo pronti alla nuova tenzone: Bonita in gran forma e Pepito anche, noi siamo seri, composti… e concentrati!

Ma il giudice è cambiato, questa volta è una signora, che preferisce alle grazie di Bonita, quelle di una femmina di un allevamento locale ed al vigore di Pepito, quello di un maschio sempre dello stesso allevamento.

Si sono battuti con onore, ma senza speranza ed è toccato loro un glorioso secondo posto.

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Mastichiamo amaro, molto amaro e smaltiamo la delusione andando a fraternizzare con i macachi della Rocca, che, fortuna loro, non partecipano a nessun Dog Show, ma mantengono saldamente il primato, i Primati, del possesso della Rocca.

Los monos/the apes sono incredibili: concedono agli umani di mischiarsi a loro, ma è come se non li vedessero, vivono la vita per cui sono stati preposti, senza curarsi dei primati evoluti che pagano per vederli, dimentichi o ignari di stare guardando, come in una proiezione all'incontrario, l'inizio della propria storia evolutiva.

A distanza ravvicinata, ho scambiato con una di loro un malinconico sguardo fraterno.

Il giorno dopo, lunedì 2 settembre, partiamo alle 9: ci aspettano sei giorni di turismo puro senza gare, ansie, amarezze….o distrazioni.

Lasciamo Gibilterra per raggiungere Rhonda attraverso una strada secondaria, che ci porta verso gloriose montagne, con massicci costoni di roccia tagliati verticalmente, che sprofondano a strapiombo verso un corso d’acqua. In epoche lontanissime erano tutt'uno con le alte cime delle montagne del vicino Marocco, tanto che Rhonda mantiene parte della stessa vegetazione del Marocco.

E’ una cittadina graziosa con la sua brava Plaza de Toros, i monumenti a due toreri (tutti e due Ordoñez di cognome, evidentemente figli d'arte) e le sue case bianche, come tutta l'Andalusia, che offre ai suoi "pellegrini" la visione dei propri paesini candidi adagiati sul declivio di una collina, sdraiati nella conca di una valle, esposti a mezza costa o addirittura, come a Guadix - città troglodita, scavati in parte nel tufo, da cui fuoriesce solo la facciata immacolata delle case, che si staglia vezzosa ed abbagliante contro l'ocra della montagna.

Dopo Rhonda, Siviglia, città mitica dell'Andalusia, immaginata e vagheggiata attraverso musiche, balli, letture e racconti. Città di sole e di sangue, di sensualità e di morte, di cui gli abiti eccelsi, i cipigli, il batter di tacchi e di nacchere, alleggeriti dal soave sventolare degli abanicos, ne sono la rappresentazione.

Giro in battello sul placido, maestoso Guadalquivir.

Ci si può innamorare di un fiume? Chissà?! Da bambina ho sicuramente amato l’Arno, a Pisa. Poi quest’amore deve essermi rimasto dentro, quasi dimenticato. Riaffiorò quando incontrai il Nilo (veramente azzurro) magico e fiabesco ed è riesploso quando ho incontrato il Guadalquivir delle stelle a Cordoba.

L'armonia aleggia sulla città, leggera e discreta, si manifesta nei suoi grandi viali verdi e fioriti, nelle sue ampie strade, pulite ed ordinate, nell'acqua, spontanea o canalizzata, che è alla base di tanta bellezza.

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Il Guadalquivir delle stelle, generoso protettore, ospita, sui suoi isolotti di canne e vegetazione, delle garzaie di aironi e garzette bianche. Sembra un miracolo vedere tanti uccelli nidificanti presso il Ponte Romano, il più antico della città, praticamente ai piedi della moschea-cattedrale, un edificio che ritengo unico al mondo, di una bellezza che lascia sbalorditi.

Da Siviglia avevamo fatto tappa a Cordoba, parcheggiandoci lungo il Guadalquivir e, a notte, volevamo vedere le stelle riflesse nel suo cuore, ma l'esperienza e la ragione ci hanno spinto a cercare sicurezza in un camping attrezzato e protetto.

Addio Cordoba amore, addio Guadalquivir delle stelle. Il vederti ha realizzato un sogno lontano, il mio sogno di bambina alimentato da una vecchia canzone che diceva: " Stelle di Spagna dai mille riflessi d'or, luci d'incanto dal fascino tentator. ..". "Ecco" mi promettevo "quando sarò grande andrò in Spagna…".

Chissà quale fascinazione inconscia mi suscitava quella musica e quanto tempo, prima di poter verificare se quell’incantamento corrispondeva al vero!

Al decimo giorno riprendiamo il camino passando per Baena, paesino delizioso disteso come in una culla, fra le colline che costeggiano la strada che da Cordoba conduce a Granada.

E finalmente l’Alhambra e Granada: ambedue di una bellezza che porta alle lacrime. L'Alhambra è la valle dell'Eden, è il paradiso perduto, ma subito riconosciuto, è l’ascesi del cuore, è lo smarrirsi della mente, è l’appagamento dell'estetica. La luce, i colori, l’acqua (sempre l’acqua da protagonista con i suoi suoni freschi e scintillanti) ti rapiscono, ti gonfiano il cuore ed insieme t’insegnano a respirare il ricordo di atmosfere lontane, di armonie sconosciute alla nostra cultura, di concezioni differenti.

E ai piedi dell'Alhambra, Granada: sublime, bianca, radiosa.

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Andalucia sei una terra d’amore, anche se non dimentico che dietro a tutto questo bianco (la parola "alba" ricorre spessissimo o come prefisso o come suffisso), a tutta questa luce, a tutto questo sole, c'è il rosso del sangue della Plaza de Toros ed il nero della morte delle corride.

Adiòs Granada, tierra encantada de sangre y de sol. Traigo con migo un libro de tu maximo poeta: F. Garcia Lorca.

¡Granada, melograno del mi coraz6n!

Si attraversa la Sierra Nevada per arrivare al mare, la Sierra è imponente, severa, le sue catene si appoggiano l’una contro l’altra e si offrono alla vista occupando tutto l’orizzonte, fino al cielo, in una prospettiva di linee ondulate ed arrotondate. Quello che la differenzia dalle nostre montagne sono le sue linee morbide, anche se austere, ed il colore caldo delle sue rocce di un marrone dorato soffuso d’ombre viola, che si sfuma nella caligine dell’orizzonte.
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"Si Dios quiere" ha dicho el marroquì de las carteras "nosotros volveremos a Marbella!" Si Dios quiere! Malinconicamente ineluttabile. Dios, il destino, il caso, il karma, il fato, il futuro, tutto, eccetto che la nostra volontà. Solo i forti, solo gli eccelsi piegano il destino al proprio volere... but not for me.

Marbella è deliziosa con il suo casco antiguo, su calles llenas de flores y su Plaza de los naranjos (y su millionarios). A Sotogrande troviamo la exposición canina ambientata in un campo da polo verdissimo, con padiglioni bianchi appuntiti, tipo moresco.

Dormiamo all’interno dell’esposizione, pronti alla vittoria dell’indomani.

Ma la concorrenza colpirà ancora: Pepi e Bonita subiranno l’affronto del secondo e terzo posto e questa volta non ci saranno macachi consolatori a lanciarci sguardi fraterni.

Never say never. Estamos de nuevo a Granada. Rivediamo i suoi colori, il suo cielo, le sue montagne dorate, il languore sensuale con cui si adagia nella sua cuenca, come una bella odalisca velata di bianco. Naturalmente parlo del su casco antiguo, perché la parte moderna è uguale a tutte le città moderne.

Ma non siamo tornati a Granada per questo, siamo qui perché è stata venduta la cachorriña e domani mattina la consegneremo a un criador español que la quiere mucho... ..y la paga tanto!

La cena al restaurant de la Reina Isabelle Camping es muy bonita, como la otra vez, asì como la sangrìa...! Pero como me aparece muy más amarga! Que pena, la ultima noche de Paloma con nosotros!

Adiòs Paloma, mi amor, dulce pequeña rosada. ¿Donde estas ahora y como estas? ¡Buena suerte, mi amor, buena suerte! Che il destino ti sia benevolo, good luck, my darling, I'll never forget you! Dejamos en España un poco de nuestro corazòn!

Los tajos de Sorbas: suggestive. EI desierto de Tabernas: aspro, crudo, lunare, arcaico.

In camicia da notte in riva al mare sulla sabbia, sotto un cielo pesante di stelle... ricordi Alfredo una notte stellata, lontana, in riva al mare, sulla spiaggia! Con dentro di noi una giovinezza che si apriva timida al futuro e sopra di noi un cielo senza luna, ma carico di stelle.

Avevamo tutta la vita in attesa e noi l’aspettavamo con impazienza, confidando che sarebbe stata stellata come quel cielo, luminosa come quelle stelle, misteriosa come quella volta nera e profonda che ci sovrastava.

Era il 6 agosto del ’59.

E’ passato quasi mezzo secolo e con esso la vita, ma stanotte quelle stelle le guardo con gli stessi occhi di allora, come se tutto dovesse ancora accadere, come se il mare dovesse iniziare ora a raccontare la nostra storia e la brezza leggera la dipanasse gentile e la sparpagliasse, soffusa in una dimensione senza tempo.

"Sarà... è stato... fu...". Poco conta.

La storia della nostra vita si ricompatta in una palla di vento, che rotola nelle profondità di un cielo carico di stelle, ma sconosciuto, senza lasciare traccia di noi, se non quella di essere appartenuti, comunque, a tutto l'universo.

Alle 19,30, bagno nelle acque tiepide del Mediterraneo (a Garrucha) con il sole ancora caldo all'orizzonte. Poi doccia rigeneratrice… Con la paura di non poter far la doccia per chissà quanto tempo, finirà che torneremo a casa scorticati, perché in realtà troviamo sempre i campings attrezzati e facciamo la doccia tutti i giorni, quando è festa grande ci laviamo anche i capelli.

C’è da dire che capita spesso che qualcuno torni esaltato da una bella doccia calda ed un altro, incazzato, da una bella doccia gelata. Di solito capita a Mimma, che, nonostante affermi che a lei le docce piacciono fredde, una volta era fuori di se dalla rabbia, perché non aveva capito il marchingegno che le permetteva di avere l'acqua calda ed era giunta al convincimento che tutti i campeggi ce l'avessero con lei.

Oggi invece è toccato a Romano, che, spinto dai nostri entusiasmi, non ha pensato neanche per un momento di seguirci in mare, ma non ha potuto esimersi da una bella doccia corroborante. Quando è tornato, era un po' sullo smoscio "… sarà, ma la mia era gelata!... .". Noi, appagate dalle nostre esperienze positive, non gli abbiamo dato molto peso: si vede che le docce degli uomini non funzionavano bene.

I tormentoni quotidiani sono tre: riempirsi di acqua e vuotarsi di acque, cioè riempirsi di acqua potabile e vuotarsi di acque chiare ed acque nere. Non c'è pace finché le tre missioni non si sono compiute.

La più travolgente, ed anche la più pericolosa, è sempre la terza, perché non ci sono aree di servizio attrezzate. Ci appostiamo, quindi, come cospiratori nei luoghi più immondi, fingiamo indifferenza e quando siamo certi che nessuno ci spii…. via con la manichetta del pozzo nero, scambiandoci reciproche informazioni e rassicurazioni sullo stato delle cose: ..." com’è?" "è chiara?"... "basta?"..."ancora?". Poi annaffiamo il tutto con le acque chiare, dopo di ché pieni di sopra (acqua potabile fatta precedentemente in luoghi idilliaci) e vuoti di sotto, abbandoniamo di corsa il luogo immondo, lasciandolo ancora più immondo, ma concimato.

A quel punto cominciamo a goderci il viaggio... fino al giorno dopo.

Fra noi e i cani possiamo vantarci di aver concimato buona parte dell’Andalucia: forse è grazie ai camperos che la Spagna del sud è così lussureggiante di vegetazione e di fiori.

Prima di addormentarmi: !Buenas noches, Paloma cachorrita, no llorar y olvide nos !

Stamane al risveglio sole nascente dal mare, sullo sfondo di un cielo pulito, nitido, chiaro e dorato.

Strada costiera verso Águilas e panorama di rocce e di mare di una bellezza azzurrata, evanescente, in una luce che si faceva sempre più imperiosa.

Risaliamo nella Murcia e l’olezzo è sempre quello di Cambronne, bello, corposo e definito. Ore 12,40 encontrado agua potable: llenos de sobre, vacios de bajo, finalmente en paz.

Alcoy, anch' esso paese di Cambronne. Lasciate ogni speranza oh voi che entrate, che tanto da lì più non uscite! Labirintico come Dedalo, l’abbiamo conosciuto in tutto il suo splendore, per tre volte abbiamo fatto lo stesso giro senza riuscire a venirne fuori.

Immaginavamo già la trasmissione televisiva in Italia "Chi l'ha visto?…". Tre vecchi con un cane a testa (un maschio e due femmine) smarriti in un posto non ben precisato dell'est della Spagna, tra mari e monti. Viaggiavano in camper. Chi ne avesse una traccia 1o comunichi a Siena o a Velletri... Li rivorremmo a casa per Natale! ".

Grazie ad Alcoy ci siamo giocati Valencia. E avanti verso Tarragona. A Sant Carles de la Rápita dormiamo in un camping in riva al mare.

Fraternizziamo con il proprietario, il cui padre viareggino sposò una spagnola, trasferendosi qua, mentre i suoi zii, palombari a Viareggio, perirono tutti in un grave incidente.

Dal finestrino della mia cuccetta ammiro ancora lo stesso cielo stellato, incombente, di ieri.

Riprendiamo il viaggio ed è il sedicesimo giorno. Passiamo sull'Ebre, che scivola placido verso il suo estuario, scintillante di sole, e raggiungiamo Barcelona. Nessuna emozione: bella, grande città popolosa, ma non coinvolgente, dove finalmente, però, abbiamo mangiato un'ottima paella al ristorante " 7 portas", fondato nel 1836.

E' la prima volta che facciamo una fila lunga metri per entrare in un ristorante e dopo che siamo entrati noi, la fila era lunga il doppio. Il servizio funziona ininterrottamente da las horas 13 a la hora 1 della mandrugada, quindi si può mangiare a qualunque ora e questo spiega perché la gente sta in fila tranquillamente, senza tema di perdere il turno.

Internamente sulle panche ci sono targhette con scritto il nome di qualche personaggio famoso, che era uso sedersi in quella posizione: Mimma era al posto di Salvador Dalì, io di un altro famoso, ma per me sconosciuto, Romano semplicemente seduto su di una sedia.

Ultima notte in Spagna a Girona, in un camping molto bello, ordinato e attrezzato… ma così lontano dallo splendore dell’Andalusia!

Ora capisco perché Garcia Lorca, el más grande poeta andaluz, ha scritto delle poesie così traboccanti di luce, di colori, di sensazioni estreme, in una lingua solare che le esprime nella maniera più efficace e rappresentativa.

Andalucia, tierra de sangre y de sol, yo te traigo en mi corazón, con tus casas blancas, tu ciel azul, tus sierras y tu mar .

¡Adiós España, mañana la Francia y después la Italia y mi casa! !Adiós Paloma, cachorrita linda!

Depongo il dizionario di Spagnolo, che per tutto il viaggio ho tenuto stretto in mano come tenevano stretta la Bibbia i primi pellegrini sbarcati in America dal Mayflower.

Di tutte le decisioni che dovevo maturare in questo viaggio, una è presa: ritornerò a frequentare il corso di Spagnolo, non voglio perdere quel poco di dimestichezza con la lingua, che mi sono guadagnata, non voglio disperdere questa mia piccola ricchezza di conoscenza, che mi concede qualche volta unas pequeñas satisfacciónes. Principalmente non voglio perdere il ricordo della luz andalusa.

Alle 11,10 del diciassettesimo giorno passiamo il confine con la Francia. ¡Hasta la proxima España! Pranzo al bordo di una spiaggia bellissima, con una sabbia di cipria e promontorio al termine, che ricordano la Feniglia ed Ansedonia di tanti anni fa, il tutto nei pressi di Sète.

E’ ormai il diciottesimo ed ultimo giorno: venerdì 13 settembre 2002.

Finito il quaderno, finito il viaggio!

Il tempo è nublado e i cani da ieri sera sono un po' smosci: che sentano la fine dell'avventura ed il ritorno in grembo all’"orda selvaggia" che li attende a casa? Loro i vips, i campioni, l’élite della combriccola?

Ore 10,32 passiamo il confine con l'Italia.

Siamo a casa: ritorno agli amori, alla famiglia, alla propria storia.

Viaggiare è come essere in una bolla d'aria che galleggia fra passato e futuro, senza essere nemmeno presente. E' un "cambio di sentido" che non porta da nessuna parte. E' un'evasione dal tempo attraverso la conquista dello spazio, uno spazio che ti porta lontano dalla tua quotidianeità, dalla tua ritualità, dalle tue presunte certezze giornaliere. Diventi solo occhi per vedere, orecchie per intendere, mente per capire, riflettere, imparare, rielaborare, acquisire e ricordare.

Recuerda! Sì, ricorda, un momento di leggerezza, un'evasione dal tuo percorso, un’assenza dal tuo presente, che pure è continuato a scorrere nel luogo e nelle persone con cui vivi la tua storia.

Recuerda! La bolla d'aria ha finito di galleggiare, si è aperta e ti ha riconsegnato alla tua vita, con una ricchezza in più, che vorrai dividere con chi ami.

¡ RECUERDA !

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