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Ciclopi

Ciclopi nella fucina di Efesto
Ciclopi nella fucina di Efesto - Rilievo antico
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I Ciclopi erano dei giganti provvisti di un solo occhio posto al centro della fronte. Erano figli, alcuni di e di , altri di e Anfitrite e di altri.

Di alcuni di essi si conosce il nome: Bronte, Sterope, Arge, Piracmone e il più famoso Polifemo. Subito dopo la loro nascita furono gettati dal padre Urano nel Tartaro perchè temeva che lo volessero privare del suo dominio dell'universo, ma poco dopo furono liberati dalla madre.

Statua di Polifemo presso il museo del Louvre a Parigi
Ciclope Polifemo
Palazzo del Louvre - Parigi

Lavorarono con nelle sue officine alle pendici del monte Etna e nell'isola di Lemno e contribuirono a costruire l'elmo di che aveva la particolarità di rendere invisibili quando veniva indossato; il tridente di che aveva il potere di agitare o calmare le acque del mare e tante altre. Ma la loro principale attività era quella di creare le folgori di
Furono tutti uccisi da per vendicare la morte del figlio avvenuta per mano di Zeus.

Secondo Omero (Odissea, IX, 134-147) i ciclopi erano invece dei giganti rozzi e incivili.

«(...) E de' Ciclopi altieri,
Che vivon senza leggi, a vista fummo,
Questi, lasciando ai numi ogni pensiero,
Ne' ramo o seme por, nè soglion gleba
Col vomere spezzar; ma il tutto viene
Non seminato, non piantato o arato:
L'orzo, il frumento e la gioconda vite,
Che si carga di grosse uve, a cui Giove
Con pioggia tempestiva educa e cresce,
Leggi non han, non radunanze, in cui
Si consulti tra lor: de' monti eccelsi
Dimoran per le cime, o in antri cavi;
Su la moglie ciascun regna e sui figli;
Ne' l'uno all'altro tanto o quanto guarda».

Ciclope Polifemo, Palazzo Farnese - Roma
Ciclope Polifemo
Palazzo Farnese - Roma

Sicuramente il più famoso era il ciclope Polifemo, figlio di Poseidone e della ninfa Toosa che venne accecato da Ulisse come ci racconta Omero nell'Odissea (Odissea IX)

« (...) Quelli afferar l'acuto palo e in mezzo
Dell'occhio il conficcaron; e io al di sopra
Levandomi su i piè movealo in giro.
E come allor che tavola di nave
Il trapano appuntato investe e fora ....
L'occhio intorno al troncon cigola e frigge.
Urlò il Ciclope si tremendo mise,
E tanto l'antro rimbombò, che noi
Qua e là ci spargemmo impauriti».

Accecamento del ciclope Polifemo
Accecamento del ciclope Polifemo
Villa di Tiberio - Sperlogna (Roma)

Fonti bibliografiche

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