Le piante velenose

Le piante velenose: quali sono, come riconoscerle e loro caratteristiche

COSA SONO LE PIANTE VELENOSE

In natura ci sono molte piante che per diverse ragioni, sono velenose per l'uomo e per gli animali a causa di particolari sostenze chimiche contenute e pertanto vanno trattate con grande cautela in quanto possono provocare irritazioni cutanee oppure se ingerite, provocare veri e propri casi di avvelenamento.

Nei secoli infatti le piante sono state catalogate in "piante buone" e "piante cattive" cioè piante utili all'uomo come alimento, come medicamento o perché utlizzate per realizzare manufatti e piante invece che, in varia misura, erano apportatrici di morte o comunque dannose all'uomo e agli animali. Questa distinzione peró é del tutto arbitraria in quanto una pianta produce determinate sostanze solo ed esclusivamente per il proprio metabolismo e non certo nell'ottica di danneggiare qualcosa o qualcuno. Pertanto, nell'ignoranza, è preferibile considerare tutte le piante dannose mantenendo nei loro confronti una certa diffidenza la dove non si hanno notizie certe sulle loro caratteristiche. Infatti il desiderio sempre piú vivo di un riavvicinamento alla terra e alla natura non deve farci scordare che questo puó portare dei rischi se non si ha il dovuto rispetto verso un mondo alle volte sconosciuto.

A esempio, sono avvenuti incidenti mortali a causa di braccialetti e collane realizzati con semi di ricino o con semi dell'abro (Abrus precatorius) entrambi tossici. E che dire a esempio dell'aconito nepello spesso confuso con le comuni rape o le castagne degli ippocastani che si ritrovano spesso nei parchi che se mangiate fresche possono intossicare sia gli uomini che gli animali a causa dell'alto contenuto in saponine...

LE PRINCIPALI PIANTE VELENOSE

Con questo elenco di specie vegetali, pur senza essere esaurienti, diamo indicazione delle principali piante che piú frequentemente si trovano nei nostri giardini e nelle nostra case o che troviamo durante le nostre passeggiate in campagna che sono nocive per l'uomo e per i nostri amati amici animali e che pertanto dobbiamo trattare con doverosa accortezza.

Aconito (Aconitum napellus)

scritto dalla redazione

L'aconito napello è una pianta erbacea della famiglia delle Ranuncolaceae considerata una delle piante piú tossiche della flora italiana molto presente nelle zone montane delle Alpi. Dell'aconito è pericolosissima tutta la pianta per la presenza di acanotina e altri alcaloidi localizzati soprattutto nelle radici a forma di piccola rapa con la quale alle volte purtroppo é confusa... L'aconito è una pianta molto presente nella nostra flora ed è una delle piante piú velenose che abbiamo. Era molto usata nell'antichità proprio per uccidere le persone senza lasciare traccia grazie al suo alcoloide, l'aconitina. Dopo solo trenta minuti dalla sua assunzione provoca formicolio, intorpidimento, prurito del cavo orale, poi devolezza muscolare, insufficienza respiratoria, e fibrillazione cardiaca.Per una persona adulta sono sufficienti circa 4 gr di radice e non esistono antidoti. L'assorbimento dell'aconitina puó avvenire anche per contatto in quanto è assorbito facilmente dalla pelle. Attenzione ai bambini che puó causare danni anche solo toccare il fiore... Continua »

Agrifoglio (Ilex aquifolium)

scritto dalla redazione

Questa splendida pianta molto popolare e conosciuta anche come pungitopo, è la pianta ornamentale per eccellenza dei periodi invernali grazie alle sue foglie coriacee e lucide che si rinnovano scalarmente (tanto da far sembrare la pianta dal fogliame persistente) e alle sue bellissime bacche rosse presenti per tutto l'inverno. Occorre peró fare attenzione ai suoi frutti perché tossici in quanto contengono saponine che possono provocare, già con l'ingestione di 2/3 bacche, a disturbi gastro intestinali quali nausea, vomito, diarrea e se ingeriti in grosse quantità, anche alla morte... Continua »

Anemone (Hepatica nobilis)

scritto dalla redazione

L'erba trinità nota come anemone epatica è una piccola pianta che fiorisce a partire dal mese di febbraio, prima dell'emissione delle foglie. La pianta è tossica in tutte le sue parti specialmente allo stato fresco per la presenza di un glicoside, la ranuncolina, presente in tutta la pianta. La sua azione tossica si svolge sia se viene ingerita (l'estratto di trenta piante é letale per un uomo adulto) sia per contatto che per inalazione... Continua »

Amarillis (Amaryllis belladonna)

scritto dalla redazione

Le amarillide sono delle bellissime piante bulbose alte circa 30 cm, formate da un bulbo sotteraneo dal quale nascono le foglie con al centro un ricco stelo fiorale che porta numerosi fiori gradevolmente profumati e di vario colore. Al di là del suo aspetto delicato occorre peró usare cautela nel maneggiarla in quanto tutte le parti della pianta sono tossiche, soprattutto i bulbi, a causa della presenza di alcaloidi che contengono la bellemarina, un alcaloide tra i piú tossici che ci siano. L'intossicazione si manifesta con paralisi muscolare e dei centri respiratori. Occorre pertanto fare molta attenzione a non ingerire alcuna sua parte e quando si maneggia la pianta, è sempre opportuno usare i guanti... Continua »

Belladonna (Atropa belladonna)

scritto dalla redazione

La belladonna è una pianta erbacea perenne rizomatosa di grandi dimensioni (puó raggiungere infatti anche il metro e mezzo di altezza) che cresce spontanea ai margini dei boschi dall'Europa al Pakistan.
In Italia si trova nei boschi delle Alpi e degli Appennini ed è conosciuta come �erbe delle streghe� ed è stata associata da sempre ai riti satanici perchè la sua intossicazione causa allucinazioni e disordini psicomotori come danze, urla, movimenti convulsi, sensazioni di levitazione tanto che si ipotizza che il sabba delle streghe fosse dovuto all'assunzione di questa pianta. A seguire a queste manifestazioni si ha pupille dilatate, secchezza delle fauci, rossore cutaneo, disturbi cardiocircolatori e infine sopraggiunge la paralisi respiratoria.
Prima degli anestetici di sintesi veniva utilizzata in chirurgia come anestetico.
Tutte le parti della pianta contengono alcaloidi molto tossici quali atropina, scopolamina, iosciamina. Gli alcaloidi sono sintetizzati nelle radici e poi traslocati nel resto della pianta. I frutti e i semi ne contengono in maggiore quantità Sono sufficienti pochi grammi (quindi poche bacche ingerite) per uccidere una persona.
Contrariamente a quanto avviene per altre piante, l'essiccazione della pianta aumenta la sua tossicità in quanto diverse sostanze quali a esempio la iosciamina viene trasformata in atropina.... Continua »

Cicuta maggiore (Conium maculatum)

scritto dalla redazione

La cicuta maggiore è una pianta erbacea a ciclo biennale originaria dell'Europa, che si puó trovare fino a 1800 metri di altitudine. É conosciuta semplicemente come cicuta, passata alla storia come la bevanda bevuta da Socrate per togliersi la vita. É una delle piante piú tossiche che ci siano e circa la metà degli avvelenamenti è mortale in tutte le sue parti.
La cicuta contiene diversi alcaloidi quali la coniina e la gamma-coniceina molto tossici. Gli avvelenamenti sono dovuti soprattutto perché la pianta viene confusa con il sedano, il prezzemolo o l'angelica, tutte piante commestibili.
I sintomi sono quelli tipici causati da neurotossine: salivazione, tremore muscolare, spasmi, infine morte per collasso respiratorio. Bastano 15 minuti dall'ingestione per iniziare ad avere i primi sintomi.
Gli alcaloidi sono presenti in dosaggi differenti a seconda del periodo vegetativo della pianta: durante la crescita attiva (primavera - estate) prevale la gamma-coniceina e la pianta risulta piú tossica, mentre durante il riposo vegetativo (il periodo autunno - invernale) sono piú tossici i semi con la coniina.
Una dose letale in un uomo adulto è: pochi frutti (quelli immaturi sono piú tossici) o a una decina di foglie. In genere peró l'avvelenamento è indiretto dovuto al fatto che gli uccelli come la quaglia sono ghiotte dei suoi frutti o le lumache che mangiano le foglie. Se li mangiamo, possiamo ingerire gli alcaloidi in quanto si accumulano nel loro organismo senza a loro causare danno.
Non esiste un antidoto.... Continua »

Digitale (Digitalis purpurea)

scritto dalla redazione

La digitale purpurea é una pianta erbacea biennale che puó superare il metro di altezza. Si trova frequentemente nelle zone collinari, ai margini dei boschi e nelle radure.
Tutte le parti della pianta (soprattutto le foglie) contengono numerosi glicosidi molto tossici che agiscono sul cuore usati anche in medicina per ottenere farmaci ad azione cardiaca a dosi molto basse inferiori a mezzo mg al giorno (dose già vicina a quella tossica). Una singola foglia di digitale contiene fino a 20 mg di glicosidi cardiaci e puó uccidere un uomo adulto.
I sintomi dell'avvelenamento sono vomito, diarrea, seguiti da sonnolenza, confusione mentale, disturbi visivi, il cuore rallenta il suo battito fino ad avere un collasso cardio- circolatorio.
In ogni caso l'avvelenamento da digitale è abbastanza raro perchè se si ingerisce una qualunque parte della pianta, il vomito che sopraggiunge fa espellere quanto ingerito prima che vengano assorbiti dall'intestino... Continua »

Tasso (Taxus baccata)

scritto dalla redazione

L'albero del tasso è una delle piante velenose tra le piú conosciute tanto che il suo stesso nome tasso, deriva dal latino toxon usato per coniare il termine tossicologia.
Tutte le parti della pianta sono tocciche eccetto l'arillo che è la parte rossa carnosa che avvolge i semi
É la tassina, un miscuglio di diversi alcaloidi terpenici a rendere la pianta tossica. Anche gli animali domestici ne sono sensibile a eccezione delle capre. Per l'uomo bastano poche foglie per causarne la morte... Continua »

Oleandro (Taxus baccata)

scritto dalla redazione

L'oleandro, la tipica pianta del clima mediterraneo, sempre presente lungo le nostre coste con le sue foglie lanceolate di consistenza coriacea e coni suoi attrenti fiori di colore variabile dal bianco al rosa al rosso.
Tutta le parti della piante contengono glucosidi tossici. Non è frequente peró intossicarsi con l'oleandro perchè il primo sintomo che induce è il vomito grazie al quale vengono espulse le parti ingerite. Inoltre le diverse parti della pianta hanno un sapore amaro che ne scoraggia l'ingestione.
Il principio tossico è l'oleandrina, un glucoside molto stabile che non viene degradato dal terreno o con il compostaggio della pianta. In ogni caso non viene assorbito dalle piante per cui non si corrono rischi.... Continua »

Stramonio (Datura stramonium)

scritto dalla redazione

Si tratta di una pianta erbacea annuale con radice a fittone che puó raggiungere anche i due metri di altezza. Le foglie sono di grandi dimensioni e i fiori hanno la particolarità che si aprono di notte emanando un forte profumo. Il frutto è una capsula. Della pianta vengono utilizzati i semi o i fiori, talvolta utilizzati assieme alle foglie.
Dello stramonio tutte le parti della pianta contengono gli alcaloidi giusquiamina e scopolamina, molto velenosi.
I sintomi dell'avvelenamento sono simili a quelli della belladonna e si rischia la morte se ingerita in grandi quantità.
Lo stramonio è conosciuto come erba del diavolo o erba delle streghe per le sue proprietà narcotiche, sedative e allucinogene. In molte tribú del Nordamerica è ancor oggi usata dagli sciamani a scopo terapeutico sia nei rituali magico-spirituali. Contiene, infatti, gli alcaloidi allucinogeni scopolamina e atropina. Attenzione peró a non ingerire alcuna quantità di questa pianta in quanto la dose attiva di alcaloidi allucinogeni è molto vicina alla dose tossica... Continua »

Ricino (Ricinus communis)

scritto dalla redazione

Il ricino è una pianta molto diffusa in tutte le zone calde del mondo ed è apprezzata sia per le sue proprietà medicinali che come pianta ornamentale grazie alle sue foglie molto decorative e per le infiorescenze colorate e appariscenti. In realtà peró occorre prestare attenzione quando si ha a che fare con questa pianta in quanto i suoi semi sono velenosi in quanto contengono ricina e ricinina se ingeriti e nei confronti dei quali non esiste antidoto. Dieci semi sono letali per un uomo adulto.
I semi sono grandi e hanno un involucro molto duro e devono essere masticati per rilasciare il veleno. I sintomi sono: vomito e diarrea (spesso con presenza di sangue) e successivamente delirio e convulsioni e alla fine puó portare al coma e alla morte. Non esiste un antidoto... Continua »