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Classificazione delle orchidee


Classificazione delle orchidee
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IN QUESTO ARTICOLO PARLEREMO DI:

Le orchidee, pur appartenendo a un'unica grande famiglia botanica, quella delle Orchidaceae, comprendono un grande numero di generi, specie e varietà sia coltivate che spontanee che rendono questo famiglia sicuramente una fra le più ricche del regno vegetale contendendosi il primo posto solo con le Asteraceae (le piante che comunemente sono chiamate "margherite" per capirci).

Le Orchidee sono piante che hanno organi riproduttivi visibili e in base a questo abbiamo una

CLASSIFICAZIONE SCIENTIFICA

per la quale le orchidee appartengono al:
Regno
:
Plantae

Clado
: Angiosperme
Clado
: Monocotiledoni
Ordine
:
Asparagales

Famiglia
:
Orchidaceae

Per quanto riguarda il Genere ne esistono circa 775 mentre le Specie sono circa 19.500. Gli ibridi sono innumerevoli (circa 100.000)

Sono diffuse un po' ovunque ma per la maggior parte sono originarie delle zone umide della fascia intertropicale.

In Italia abbiamo circa 85 specie spontanee di orchidee, distribuite nelle zone umide sia di montagna che in prossimità delle coste, molte delle quali estremamente rare e in via di estinzione e come tali protette dalla raccolta indiscriminata. Le specie, le più diverse tra loro, raggiungono il massimo della differenziazione ecologica con adattamenti ai più diversi ambienti e con produzioni floreali tra le più belle del regno vegetale.

La classificazione delle orchidee è molto complessa soprattutto a causa delle innumerevoli ibridazioni tra specie e anche tra generi diversi che rendono incerta la classificazione botanica. Basti pensare che negli ultimi 150 anni sono stati prodotti oltre 110.000 ibridi (chiamati grexes o grex). Per fortuna hanno dei caratteri generali abbastanza uniformi se considerati su un piano di organizzazione floreale e offrono pertanto un rarissimo esempio di una infinità di forme, colori, adattamenti, che convergono tutti in un unica tipologia floreale.

Per gli ibridi di orchidea, prima del 1962, la loro accettazione e classificazione era regolata dall'autorità internazionale di registro, dal 1962 in poi è regolata dalla R.H.S. Royal Horticultural Society (fondata nel 1804 in Inghilterra da sir Joseph Banks e John Wedgwood). Oltre 3.000 nuovi ibridi si aggiungono ogni anno.

Cymbidium pumilum

Per semplificare la vita a chi ama le orchidee e desidera conoscerle un po' di più, adottiamo una classificazione molto più semplice e che nella pratica di tutti i giorni è molto più utile vale a dire adottiamo la

CLASSIFICAZIONE BIOLOGICA

secondo la quale le orchidee vengono suddivise in:

EPIFITE: sono orchidee che posseggono solo radici aeree e crescono fissate agli alberi che utilizzano come supporto.

Le radici sono pendenti e hanno la caratteristica di avere una sorta di cuffia nella parte terminale e sono ricoperte da un tessuto spugnoso detto velamen che, dotato di clorofilla, fotosintetizza e assorbe il vapore acqueo dall'atmosfera.

Il fusto è eretto e può avere una lunghezza anche di 10 m (come nel caso della Vanilla fragrans). Ha forme tipiche anche ingrossamenti tuberizzati che contengono mucillagini atte a trattenere l'acqua e gli elementi nutritivi di riserva e in questo caso è chiamato pseudobulbo.

Portamento simpodiale delle orchidee
simpodiale
Portamento monopodiale delle orchidee
monopodiale

Il fusto dell'orchidea può avere un andamento monopodiale cioè con una sola radice (piede) che si allunga verso l'alto e con un rizoma o simpodiale cioè con più radici (piedi) laterali di 1° ordine che si accrescono in modo da eguagliare la radice principale.

I fiori possono essere solitari o riuniti in infiorescenze a spiga, a pannocchia o a racemo.

Le orchidee epifite ricevono l'umidità e le sostanza nutritive dall'aria e dall'humus che si raccoglie nella corteccia degli alberi.

Sono orchidee tipiche delle zone tropicali e pertanto il loro habitat ideale è umidità e temperature elevate. I generi più conosciuti e coltivati di orchidee epifite sono: Cymbidium, Cattleya, Vanda, Odontoglossum.

Esistono poi anche le orchidee SEMI EPIFITE, piante che vivono sui rami e sui tronchi di altre piante.

Esistono anche orchidee LITOFITE, vale a dire che vivono sulle rocce coperte da un sottile strato di frammenti vegetali, muschi e licheni. Esempi classici sono la Phalaenopsis, Dendrobium, Vanda, ecc. mentre a esempio la Cattleya, può essere epifita o semi epifita.

Abbiamo anche le orchidee SCANDENTI: sono orchidee radicate al suolo e mediante fusti volatili si attaccano a substrati diversi e hanno radici di tipo aereo. Un esempio classico è la Vanilla (foto sotto).

Orchidee scandenti
Orchidee scandenti

Non dimentichiamo poi le orchidee TERRESTRI: sono le orchidee diffuse nei climi temperati che crescono nel terreno e le radici sono ben salde nella terra dal quale traggono gli elementi nutritivi. Sono tipici esempi Cymbidium, Cypripedium, Bletilla, Paphilopedilum.

Nelle orchidee terrestri ci sono delle formazioni chiamate tubercoli formate dalla saldatura di alcune radici, di colore nero quando hanno alimentato il germoglio dell'anno e bianche che forniranno le sostanze a quello dell'anno futuro.

Orchidee terrestri
Orchidee terrestri: Cypripedium
Orchidee terrestri
Orchidee terrestri: Bletilla

ORCHIDEE CHE VIVONO PARASSITICAMENTE: sono le orchidee sfornite di clorofilla che conducono una vita eterotrofa (nutrendosi di materiale organico presente nell'ambiente) come i funghi, a spese dell'humus o dei materiali del terreno. Alcune posseggono radici infettate da funghi, altre come la Corallorhiza (foto sotto) sono prive di radici e il loro ruolo viene assunto dalle ramificazioni del rizoma di aspetto corallino.

Orchidee scandenti
Orchidee parassite: Corallorhiza

E ora gustiamo questo straordinario video del Missouri botanical garden orchid show 2016 con la sua grande varietà di orchidee.

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