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Amanita muscaria

L'Amanota muscaria è conosciuto come il fungo usato, fin dai tempi più antichi nei riti sciamanici, per provocare allucinazioni vediamo le sue caratteristiche e proprietà.

Amanita muscaria
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Questo articolo contiene informazioni che possono generare situazioni di pericolo e di danno in quanto tratta di sostanze allucinogene. I dati presenti hanno solo un fine informativo, non esortativo e in alcun caso medico.

IN QUESTO ARTICOLO PARLEREMO DI:

CLASSIFICAZIONE BOTANICA

La Amanita muscaria è un fungo conosciuto anche come Agaricus muscarius o Agaricus pseudo aurantiacus il cui nome volgare è ovulo malefico, ovolaccio, cocc fals, fungo dei pazzi, moscaria o fly agaric (per gli inglesi). Appartiene alla classe dei basidiomiceti e alla famiglia delle Amanitaceae che comprende più di 10.000 specie con oltre un centinaio di generi. Nell'ordine delle Agaricales, il genere Amanita è sicuramente quello più studiato e conosciuto.

CARATTERISTICHE GENERALI DELL'AMANITA MUSCARIA

L'Amanita muscaria è tra i funghi più diffusi e conosciuti questo dovuto anche al fatto che la sua presenza non passa inosservata data la vivacità dei suoi colori. E' molto bello da vedersi potendo infatti trovare delle specie che possono raggiungere anche i 25 cm di altezza.
Amanita muscaria

Il cappello (il corpo fruttifero del fungo) si presenta carnoso e allo stadio giovanile è chiuso e a forma emisferica che, una volta maturo, si apre assumendo la classica forma a fungo che tutti conosciamo. Al tatto rimane viscido di colore rosso molto vivo o aranciato o giallastro ricoperto normalmente da delle piccole vescicole di solito bianche o tendenti al giallino che altro non sono che brandelli del velo (una sorta di protezione che si forma quando si sta sviluppando il fungo) di colore bianco che rimangono aderenti alla parte superiore del cappello.

Altri frammenti di velo li vediamo nella parte alta del gambo a formare una sorta di collare.

Il cappello è sorretto da un gambo, tipicamente cilindrico, per lo più pieno (cavo nella parte centrale) che rimane ingrossato nella parte bassa a formare una sorta di bulbo formando dei cerchi concentrici di colore bianco.

Amanita muscaria

Nella parte bassa presenta numerose lamelle, molto fitte, bianche o leggermente giallastre che sviluppano l'imenio, la parte fertile del fungo dalla quale si formano le spore (i "semi" dei funghi per intendersi).

Lamelle di Amanita muscaria

Se si taglia il fungo si nota che all'interno la polpa è bianca appena sotto la cuticola del cappello mentre più sotto rimane di colore giallastro con odore e sapore insignificanti.

Le spore sono bianche e il loro numero è quasi incalcolabile nell'ordine dei miliardi nel corso di un anno.

Ci sono diverse varietà che differiscono tra loro per il diverso colore del cappello variando dal giallo più o meno intenso all'arancione.
Amanita muscaria formosa
Amanita muscaria varietà formosa
Amanita muscaria alba
Amanita muscaria varietà alba

E' facile trovarla sia d'estate che in autunno nei boschi di conifere e di latifoglie anche se ha un gran numero di piante ospiti che vanno dal pino, al pioppo, all'abete, alla betulla.

COME L'AMANITA MUSCARIA SI É DIFFUSA TRA I POPOLI DEL MONDO

La storia si base sulle analisi linguistiche dei diversi popoli, soprattutto asiatici. Ha infatti una lunga reputazione come fungo usato nei riti sciamanici per provocare allucinazioni.

Stretto di Bering
Nelle zone del nord est della Siberia
sono stati ritrovati numerosi geroglifici che risalgono al 1000-2000 a.C. con figure di uomini con i funghi messi a cappello. Si tratta della zona abitata dal popolo Chukchi (che abitano la penisola dei Chukchi all’estremità nordorientale dell'Asia tra il Pacifico e il Mare Artico dove lo stretto di Bering la separa dall’Alaska) che ancora usano la Amanita muscaria come inebriante.

Nel Rig Veda
(un antico testo sacro indù scritto in sanscrito) che risale al 500 a.C. si parla spesso di un inebriante chiamato soma che lo studioso Gordon Wasson nel 1968 ha attribuito alla Amanita muscaria. Confermato anche successivamente da numerosi studiosi anche se alcuni affermano che si tratti della .

Recita uno degli inni: «Abbiamo bevuto soma, siamo diventati immortali, abbiamo raggiunto la luce, abbiamo trovato la divinità. Che cosa può fare ora, il nemico per farci del male e che danni possono tramare i mortali? Si espande, Soma oh! La nostra vita per vivere. Queste splendide acque concedono molto, per vivere. Come il fuoco si accende fregando così le acque si accendano! Questo ci aiuterà a trascendere la nostra visione e a aumentare il nostro benessere!».

Per tutte queste ragioni si ritiene oggi che questo fungo sia la prima pianta psicoattiva più antica che sia stata usata dall'uomo.

Sono numerosi i popoli che ancora oggi hanno tramandato e usano l' Amanita muscaria:

  • i chikchi, i Lapponi (che attualmente occupa principalmente le terre a nord del Circolo Polare Artico);
  • i Koriak (o Coriachi, di stirpe mongola che vivono nell’ estremo Nord della Kamchatka, ancora oggi popolata da gruppi di nomadi, cacciatori e allevatori) e altre popolazioni che gravitano nella zona dello stretto di Bering e della Siberia centrale vicino ai fiumi Ob e Yenisei. In pratica in tutto il vasto territorio della Siberia dove esiste la figura dello sciamano, si consuma ancora oggi questo fungo sia per le pratiche magiche che a scopo curativo;
  • anche nel continente americano ci sono notizie di due popolazioni, i Chippewa e i Dogrib, al confine tra gli Stati Uniti e il Canada nella zona dei grandi laghi, che usano questo fungo nei loro rituali sciamanici.
Artide

Si pensa che la diffusione dell'uso di questo fungo sia dovuto alla migrazione in tempi preistorici di popolazioni indoeuropee verso l'America dal Kazachistan alle steppe asiatiche, al nord della Germania e alle isole britanniche arrivando fino alla Francia e all'Italia portando tra l'altro con se anche la conoscenza dell'uso del ferro e del bronzo.

I popoli americani del Messico e del centro America associavano questo fungo con le forze sovrannaturali che controllavano il tempo anche se non c'è documentazione che li associ a pratiche magiche.

Nella lingua maya-quiché degli indigeni guatemaltechi la Amanita muscaria era chiamata Kakulya (nome preispanico del dio dei lampi) mentre i maya di lingua tzetzal del Messico lo chiamavano yuy chauk «fungo dei lampi». Non si sa da cosa sia derivato questo fatto anche se con il tempo venne associato a divinità più benefiche.

Secondo alcuni studiosi sembra che l'Amanita muscaria fosse usata dai vichinki prima delle loro scorrerie conferendo loro forza e aggressività. Questo è stato dedotto dal fatto che un passaggio della mitologia nordica racconta come Odino fu perseguitato dai demoni e che dalla bocca di Sleipnir, il cavallo con sei zampe cadeva una schiuma rossa che si trasformava in funghi.

imperatrice Caterina di Russia
Imperatrice Caterina di Russia

Altri che usavano l'A. muscaria erano i pescatori di salmoni clandestini scozzesi per dare maggiore resistenza. Bevevano una bibita a base di A. muscaria e wisky conosciuto come Cathy (usato anche oggi) in onore dell'imperatrice Caterina di Russia che apprezzava molto questa bibita.

Con il tempo l'uso di questo fungo si perse e gli antropologi attribuiscono questo sia ai grandi cambiamenti sociali e culturali avvenuti nel Neolitico sia all'avvento del cristianesimo che ha combattuto da sempre l'uso delle sostanze psicoattive considerate riti pagani. Praticamente solo quando l'Amanita muscaria venne assunta al ruolo di "pianta allucinogena" divenne un fungo velenoso.

PRINCIPI ATTIVI CONTENUTI NELL'AMANITA MUSCARIA

Da questo fungo sono state isolate diverse sostanze:

Vanadio, (un elemento chimico con numero atomico 23 e simbolo "V" è un elemento raro, tenero e duttile) che fino a oggi non è stato isolato in nessun altro rappresentante del regno vegetale; per lo più si trova nei minerali composto con altri elementi.

Muscarina, un alcaloide, scoperto nel 1869. Quando fu scoperta si pensava che fosse lei la responsabile delle proprietà allucinogene del fungo. In realtà successivamente si è scoperto che la sua azione è del tutto secondaria, ma è responsabile dei sintomi di nausea, vomito e visione offuscata. Tra l'altro è presente in quantità minime di circa 2,5 mg/kg.

Atropina, un tropan-alcaloide, presente in diverse piante.

Bufotenina che è un principio attivo velenoso che principalmente viene secreto da alcune ghiandole cutanee dei rospi (specie Bufo bufo).

Ma le principali sostanze, isolate in laboratorio e responsabili degli effetti allucinogeni sono:

  • l'acido ibotenico non attraversa il sangue del cervello tal quale ma viene trasformato in parte in Muscimolo mentre la restante parte viene eliminata. L'azione viene quindi svolta dal muscimolo che funziona come antirecettore GABA (gaba antagonista). Si è visto che è particolarmente attivo nel cervelletto, nella corteccia cerebrale e nell'ippocampo;
  • il muscimolo, viene espulso tal quale dalle urine, senza essere metabolizzato e questo spiega l'usanza testimoniata da vari scritti, di bere l'urina di chi ha mangiato questi funghi (per poter avere l'effetto allucinogeno) in quanto il muscimolo passa attraverso i reni senza essere modificato per cui l'urina avrebbe lo stesso effetto dell'Amanita senza però gli effetti negativi di nausea e vomito provocati dalla muscarina che non si ritrova nelle urine quindi in qualche modo viene metabolizzata. L'uso di bere l'urina a noi occidentali fa inorridire ma per i popoli nativi americani e orientali era una cosa normale usarla come disinfettante e medicinale. Pertanto non deve apparire strano il fatto che bevessero l'urina di chi aveva ingerito l' Amanita muscaria;
  • il muscazone in minor misura.

L'acido ibotenico diventa comunque naturalmente con il tempo muscimolo, un composto più stabile. Questo fatto è legato alla tradizione per la quale gli indigeni siberiani lasciano seccare al sole o al fuoco il fungo in modo che i suoi effetti siano più potenti. Utilizzavano inoltre i funghi di dimensioni più piccole e con molte "macchiette bianche" in quanto si diceva che erano più potenti di quelli più grandi e di colore sbiadito

E' stato accertato che la quantità di queste sostanze psicoattive è molto variabile a seconda del luogo di provenienza dell'Amanita. Ecco perchè gli effetti del fungo non sono sempre uguali.

COME SI USAVA L'AMANITA MUSCARIA

Tradizionalmente il fungo venivano usato secco in quanto fresco provocava il vomito. Il suo effetto inizio circa 2-3 ore dopo l'assunzione e dura circa 6-8 ore.

La bibliografia su questo fungo è molto vasta. In ogni caso molti studiosi affermano che se viene mangiato tal quale, senza adeguata preparazione, è mortale, viceversa se trattato in maniera adeguata, considerando che le sue tossine sono solubili in acqua, può essere assunto senza problemi come avviene tutt'oggi in Giappone e in alcune zone nel sud della Francia e della Spagna dove consumano il fungo per i suoi effetti psicoattivi.

Si sconsiglia vivamente ogni tentativo di emulazione degli esempi sopra descritti, non essendone stati testati gli effetti collaterali: la maggioranza dei testi micologici ne sconsigliano qualsiasi tipo di utilizzo alimentare.

DOSI USATE

E' impossibile dare indicazioni certe sulle dosi minime che possono essere tossiche in quanto varia da fungo a fungo e dalla zone dove è cresciuto. Solo un'esame chimico può dire la percentuale di principio attivo presente.

Si sa che koryak come i chukchis erano soliti far seccare questi funghi in mazzi di tre che era considerata la dose media. Una volta asciugati e resi friabili li prendevano con un po' di acqua. Oppure venivano masticati direttamente.

PROPRIETA' FARMACO-TOSSICOLOGICHE

L’Amanita muscaria è usata a scopo voluttuario per le sue proprietà allucinogene.

A livello fisico ha effetti stimolanti nei confronti del sistema parasimpatico provocando sudorazione, contrazione delle pupille, diminuzione del battito cardiaco e aumento della peristalsi intestinale, nausea, disorientamento. Le allucinazioni prodotte dal fungo sono sia di tipo uditivo che visivo.

A bassi dosaggi provoca una sensazione di ebbrezza, maggiore forza fisica con alterazione della vista vedendo gli oggetti di dimensioni diverse dal reale. Chi ha studiato gli effetti che provocano questi funghi ha appurato che i suoi effetti sono molto soggettivi e variano parecchio da persona a persona.

EFFETTI COLLATERALI

L’Amanita muscaria può indurre un avvelenamento caratterizzato dagli stessi sintomi indotti da piante quali Atropa belladonna e Datura stramonium. Le prime manifestazioni portano a vertigini, sonnolenza, difficoltà nel mantenere l’equilibrio e nel coordinare i movimenti, euforia e ansia e allucinazioni. Nei casi gravi tremori o convulsioni tonico-cloniche con perdita della coscienza, perdita dei riflessi e coma.

INTERAZIONI FARMACOLOGICHE

In letteratura scientifica non sono riportate interazioni farmacologiche.

LEGISLAZIONE ITALIANA E INTERNAZIONALE CIRCA IL POSSESSO E L'USO DELL'AMANITA MUSCARIA

In Italia nè l’acido ibotenico, nè il muscimolo o il muscazone nè l’intero fungo o parti di esso sono inseriti nelle tabelle contenenti le sostanze stupefacenti o psicotrope sottoposte alla vigilanza e al controllo di cui all’articolo 14 del Decreto del Presidente della Repubblica 309/90 e successive modifiche. In molti paesi europei (Svezia, Norvegia, Olanda, Fin- landia, Danimarca, Inghilterra) l’Amanita muscaria può essere legalmente comprata, venduta e posseduta.

E' considerata legale in quasi tutti gli stati in quanto non è annoverata tra le sostanze psicoattive per cui può essere tranquillamente coltivata, venduta e posseduta. Un'eccezione è lo stato della Louisiana, negli Stati Uniti dove l’utilizzo di questo fungo non è legale se riferito all’uomo mentre è permesso il possesso e la coltivazione per scopi rigorosamente estetici, paesaggistici e decorativi.

ETIMOLOGIA DEL NOME AMANITA MUSCARIA

Il nome Amanita coniato da Persoon Christian Hendrik può derivare dal nome greco amanitai «senza dettagli» o da Amanus un monte dell'antica provincia romana in Cilia a sud dell'attuale Turchia.

Il nome muscaria deriverebbe dal latino muscarius «pertinente alle mosche» per il fatto che il suo succo mescolato al latte (o pezzetti di fungo lasciati a macerare) ha delle ottime proprietà moschicida (le mosche attirate dal latte lo bevono e muoino).

Amanita muscaria

L'AMANITA ASSOCIATA ALLA MAGIA E ALLE FAVOLE

Alcuni studiosi hanno fatto osservare che questo fungo, considerato velenoso, "oggetto del maligno" sia in realtà sempre associato con immagini belle, soprattutto nei paesi mediterranei. A esempio, avete mai fatto caso come mai i bambini quando disegnano un fungo lo disegnano con il cappello rosso e i puntini bianchi? Oppure, avete fatto caso che le case degli gnomi e della fate sono sempre rappresentate con il cappello rosso e i puntini bianchi? In pratica è associato a figure magiche, quindi si può ricollegare alle sue origini sciamaniche che sono rimaste sopite ma pur presenti, nella cultura attuale.

Alice che incontra il bruco nella fiaba Alice nel paese delle meraviglie
Nella favola originale Alice nel paese delle meraviglie
di Lewis Caroll illustrata Sir John Tenniel, quando Alice incontra il bruco, nel capitolo V, Alice si trova davanti un gigantesco fungo sulla cui sommità si trova un bruco con una pipa, quella tipica per fumare l', che ascolta le lamentele di Alice per essere troppo piccola di statura e il bruco alla fine le dice: «Un lato ti farà diventare più alta e l'altro ti farà diventare più bassa» e Alice risponde: «Un lato di che cosa? E l'altro lato di che cosa?» «Del fungo», disse il Bruco, come se Alice lo avesse interrogato ad alta voce e subito scomparve. Questo può essere tranquillamente ricollegato al fatto che uno degli effetti dell'Amanita muscaria è quello di vedere le cose di dimensioni diverse da quello che in realtà sono (o molto grandi o molto piccole). E mangiando il fungo Alice cambia le sue dimensioni.

BIBLIOGRAFIA

Trovapiante