TAGGHJATE
Tutela, salvaguardia e valorizzazione
(lettera aperta)
Tutela, salvaguardia e valorizzazione
(lettera aperta)
TAGGHJATE: Agavi
Ill.mi Sigg. Sindaco, Vicesindaco e Assessori,
tra qualche giorno su tutto il territorio nazionale si svolgeranno le giornate FAI d'Autunno 2019. Il Fondo Ambiente Italiano, come sua tradizione, con l'ausilio anche di giovani volontari, aprirà al pubblico i suoi siti di interesse ambientale, storico, artistico e culturale; saranno centinai di luoghi straordinari di solito non accessibili al pubblico. Con la complementare iniziativa annuale relative alle giornate FAI di Primavera l'offerta conoscitiva e di valorizzazione dell'istituzione si amplia e completa. Ben così.
In terra sarda annualmente si svolge un'altra importante manifestazione denominata "Monumenti aperti", nata a Cagliari nel 1997 per iniziativa dell'associazionismo civile e culturale con l'obiettivo di fare recuperare ai cittadini le proprie tradizioni civili, far conoscere ai giovani il passato della propria città e rafforzare il senso della collettività. Le guide sono per la maggior parte studenti delle scuole medie e superiori. Dal 2014 aderiscono anche alcuni comuni del Piemonte. I monumenti che vengono aperti al pubblico sono beni monumentali, palazzi storici, presìdi della cultura, chiese, architetture industriali e zone archeologiche. Insomma, una grande festa primaverile della cultura che si tiene in tutta la Sardegna.
Ma, quello che più mi sorprende è l'avvenuto recupero e valorizzazione di vecchie cave di tufo da parte del piccolo Comune di Riola Sardo (OR) laddove la caparbia volontà delle amministrazioni locali da almeno un buon decennio ha inaugurato il cosiddetto "Parco dei suoni". Un progetto unico nel su genere e rinomatissimo che richiama un pubblico anche di particolare raffinatezza. Ma, sinceramente, pur nell'audacia della sua ideazione-realizzazione (vedasi) non ha nulla acchè fare con le nostre Tagghjate – almeno con gli ultimi 900 mt che di queste è possibile apprezzare perchè "fortuitamente" ancora risparmiati... - laddove la naturalezza del dedalo della rete tratturiale di lavoro unìta ai superbi scorci prospettici delle varie mesole residue nonchè alla forte testimonianza antropico-professionale (grotte, incisioni, scritte, ...) e allo spontaneo riappropriarsi della vegetazione necessitano solamente di un minimo intervento ideativo-realizzativo-progettuale non invasivo (sostenibilità ambientale).
Quelle di Riola Sardo sono cave prossime al mare (scogliera) erano/sono ampissimi spazi cinti, all'orizzonte, da timidi pareti-tagghjate di pochi metri di altezza e, comunque, tutte segnate dalla passata lavorazione estrattiva "a macchina" – le Nostre, al contrario, vantano anche l'unicità dell'estrazione completamente "manuale".
Ma non mi dilungo oltre.
TAGGHJATE: Ippocampo (maneggio)
A ricondurre il pensiero al nostro territorio sangiorgese un profondo senso di amarezza e sconforto mi avvolge. E' l'amarezza di tanti amorevoli sforzi profusi nel diffondere il valore Tagghjate, un personale diretto coinvolgimento sociale e culturale protrattosi ininterrottamente per circa quarant'anni a favore di una auspicabile salvaguardia, recupero e valorizzazione di esse - vedasi, in Notturno alle Tagghjate nonchè, Il contesto territoriale delle Tagghjate (Parte prima) ed ancora Il contesto territoriale delle Tagghjate (Parte seconda) -. Ora, se l'obiettivo primario originario di portare a conoscenza dell'opinione pubblica la loro esistenza e il relativo valoriale è stato raggiunto – anche se occorre reiterare continuamente tale azione sociale per passare il testimone di una tale memoria-consapevolezza storica alle nuove generazioni - non è più possibile assistere al relativo completo oblìo in termini di fattiva progettualità e realizzazione di quanto auspicato. I tempi sono ormai più che maturi per addivenire ad un'azione concreta che consegni alla pubblica fruizione tale bene. Nel mio "Notturno alle Tagghjate" (nella sua veste completa depositata agli atti amministrativi di questo Ente locale) proponevo un intervento ad impatto ambientale nullo anche mediante adeguate e specifiche realizzazioni di carpenteria lignea specializzata (vedasi). Naturalmente, la questione "messa in sicurezza" del sito resta di capitale preventiva importanza e, comunque, senza l'abbattimento di quanto di elemento architettonico (architettura protoindustriale) e naturalistico sia rimasto/pervenuto.
Se l'impegno economico e finanziario del nostro Ente locale non può supportare un tale onere – del quale nel medesimo "Notturno alle Tagghjate", e successivi interventi, se ne contemplava l'eventuale ipotesi fornendo alcune umili direttive anche in termini di "progettualità europea"- ritengo possa, invece, benissimo – una volta approntata la fase ideativo-progettuale – operarsi in lotti di "stato di avanzamento lavori". Si offrirebbe così, la possibilità di una fruizione più immediate delle Nostre man mano che esse verrebbero approntate per la parte realizzata.
Fermo temporaneamente qui le mie riflessioni aggiungendo solamente che il grande e significativo complesso ippico realizzato qualche anno fa all'interno delle Tagghjate ha di fatto cancellato le zone denominate "Tagghjate crànne", "Lu Fuggiòni", ecc.). Ora, saranno i residuati citati 900 mt di itinerario interno delle Tagghjate – tratturi, mesole, grotte, incisioni ecc., estendentisi dal vicino complesso sportivo architettonico della esistente piscina coperta fino alle adiacenze del menzionato centro ippico, - costituiranno il vero banco di prova di un inalienabile imperativo di impegno sociale nell'abito della auspicata salvaguardia, tutela e valorizzazione delle Nostre. Non è sbancando il cuore interno delle T. che si fa sostenibilità e memoria storica, non è mantenendo a mo' di facciate barocche alcune pareti-tagghjate di perimetro che si fa conservazione.
Senza alcuna pretesa di condanna pubblica questa mia vuole umilmente collocarsi nell'ambito di una ulteriore riflessione e di un sollecito al fare, per una concreta azione di governo locale non più derogabile perchè è la comunità sangiorgese tutta che nella sua identità lo chiede.
Senza alcuna finalità di lucro metto a disposizione della medesima comunità la mia intera esperienza professionale e culturale acchè la nostra Sangiorgio possa sperare in una possibilità altra che il suo attuale stato di assopimento sociale, di paese dormitorio ormai da troppi lunghissimi anni dominato da una anonima ingiustificata speculazione fondiario-edilizia che nulla aveva e ha da spartire con l' "Ei fu" piccolo tessuto sociale e territoriale di circa 5000 anime della fine degli anni '60 del secolo scorso; "piccolo è bello!!!".
Altri articoli che potrebbero interessarti sullo stesso argomento
- Le tagghjate, cosa sono, il loro contesto territoriale e proposte per la loro valorizzazione
- Proposta di un progetto per la valorizzazione turistica, culturale e ambientale delle tagghjate
- Metamorfosi dell'immaginario delle rovine dal parco delle Tagghjate al comprensorio del Belvedere
- Istanza adozione progetto tagghjate