Eccomi qui di nuovo a questo appuntamento di Ecomobility per portare il mio modesto contributo al movimento per la promozione dell'uso delle energie rinnovabili, per arrestare il processo di degradazione del pianeta e trovare la soluzione finale per il fabbisogno energetico dell'umanità.
Non si tratterà di un seminario ad alto contenuto tecnico; sarà piuttosto uno sfogo contro un gruppo di pochi che continuano a distruggere il nostro ambiente bruciando combustibile fossile e contro l'indifferenza con cui la maggior parte dell'umanità si rivolge al rinnovabile.
Non è il caso qui di abbandonarsi a molte considerazioni filosofiche e umanistiche ma mi permetto ancora una volta di farne una piccola, piccola:
L'energia è alla base del nostro universo e noi esistiamo grazie ad essa. La vita si è sviluppata grazie all'azione dell'energia sulla materia. L'energia è vita.
Normalmente nel passato mi sono rivolto agli sfruttatori dell'energia fossile con gentilezza cercando di convincerli che l'energia solare diretta o differita a breve termine sotto forma eolica o idrica è la soluzione primaria del problema energetico dell'umanità.
Ora penso che si debba dire a questa gente con franchezza che non si può più credere alla loro buona fede: essi sanno benissimo che l'energia rinnovabile è ottima, è tanta, ed è semplicemente tutto e solamente quello che l'umanità necessita per una vita felice per ognuno dei suoi membri, senza discriminazione di genere, di razza o di credo religioso.
Qualcuno dirà: “non tutte le risorse", solo le risorse energetiche. No: tutte le risorse tra cui il petrolio che non è una risorsa energetica. Per via della sua versatilità esso è infatti la più preziosa delle materie prime a disposizione dell'umanità, siano esse patrimoni naturali, minerali, metalli, terre fertili, foreste, patrimonio faunistico, etc. Il suo appropriamento ed annichilamento come semplice combustibile è un delitto contro l'umanità. È l'offesa ad una "morale universale".
Ho usato la parola "morale", quasi un tabù nella nostra epoca di egoismo ed edonismo sfrenato e di abuso delle religioni da parte di certi elementi disgregatori delle strutture sociali per proteggere gli 1 interessi materiali propri di gruppi quali, appunto, quelli del cartello dell'energia fossile.
Avendo sfiorato questo tabù devo quindi, per non spaventare chi deluso dalle religioni o non credente e che non ama più sentir parlare di etica, di morale, di doveri, eccetera darò qui la definizione di "morale" che io normalmente uso in questo tipo di seminari. È una definizione che dovrebbe andare bene per tutti coloro che, religiosi, agnostici o atei che siano credono nell'Umanità e nel suo sviluppo futuro:
“Qualunque azione compiuta nell’interesse della Comunità Umana è morale. Qualunque azione compiuta nell’interesse di singoli o gruppi di singoli a scapito del benessere dell’Umanità è immorale”.
Alla luce di questo “postulato” possiamo dire che lo sperpero di una preziosa materia prima come il petrolio come sorgente di energia è immorale.
Ed è certamente ancora più immorale per il fatto che, mentre è sempre più evidente che ci sia un'enorme disponibilità di energia pulita, si continui, addirittura si aumenti, l' inquinamento termico e chimico dell'ambiente mediante l'uso inconsulto dell'energia fossile.
È immorale perché le conseguenze di questa azione ricadono sull'intera Umanità mentre il beneficio è destinato a pochi gruppi di potere politico-finanziario.
Nonostante questa premessa così negativa ed altre considerazioni simili che andrò presentando nel seguito, preannuncio che terminerò con un filo di ottimismo mostrando che, grazie all'azione di pionieri dell'energia rinnovabile, ci sono chiare avvisaglie di un futuro promettente anche se ancora lontano.
Una precisazione: sebbene qui, parlando di emissioni, metterò l'accento sui gas ad effetto serra è chiaro che il dovere morale di evitare o di ridurre le emissioni si estende a tutto ciò che “viene emesso” durante i processi industriali, compresi quindi tutti i prodotti chimici e nucleari che inquinano l'ambiente in cui viviamo.
Vorrei inoltre mettere in evidenza che, sebbene io per spontanea inclinazione parli spesso di energia solare ed eolica la mia considerazione vale anche per ogni forma di energia rinnovabile: geotermica, idrica, delle maree, delle onde, etc.
Chi lo dice? Il segretario generale delle Nazioni Unite, nel suo intervento alla Terza Conferenza mondiale sul Clima a Ginevra. Ha poi ammonito la comunità internazionale: “Ci stiamo dirigendo verso l’abisso ad alta velocità”. Ban Ki Moon ha evidenziato che“Non possiamo permetterci il lusso di progressi limitati. Abbiamo bisogno di rapidi progressi per fronteggiare i nuovi problemi che sono addebitabili alle mutazioni climatiche”.1
Finalmente si comincia ad accettare che il grido di molti scienziati non è un atteggiamento da catastrofisti ma una realtà. La continua organizzazione di meeting internazionali, come quello che ha portato al protocollo di Kyoto, e che hanno mostrato l'interesse e la partecipazione alle loro conclusioni di quasi la totalità delle nazioni del mondo, conferma questo nuovo atteggiamento. Anche l'ultimo incontro in ordine di tempo, quello di Copenaghen, sebbene a prima vista sembrasse un fallimento, ha mostrato come quello del clima stia diventando una preoccupazione universale. Proprio a Copenaghen nazioni ricche e povere si sono sedute allo stesso tavolo e ben 90 di esse hanno presentato la promessa di ridurre le loro emissioni di gas ad effetto serra (nel seguito brevemente indicati come GHG dall'inglese Greenhouse Gases)2. Ci sono ancora defezioni importanti come quella degli Stati Uniti dove la lobby petrolifera e dell'industria frena le lodevoli iniziative del presente governo.
Ma anche tra gli oltranzisti, nonostante la veemenza delle loro campagne mediatiche nei confronti dell'energia rinnovabile sembra che una presa di coscienza si faccia strada.
Si noti che l'enunciato che segue viene dall'IEA (International Energy Agency) e dalla OECD (Organisation for Economic Co-operation and Development)"3: “Le prospettive energetiche del mondo attuale sono semplicemente insostenibili. Nonostante tutti i discorsi sui cambiamenti climatici, negli ultimi anni la domanda di energia ha continuato ad aumentare e con essa le emissioni globali di CO2. Allo stesso tempo, i paesi importatori sono sempre più preoccupati per la loro sicurezza energetica proprio quando i prezzi del petrolio, del gas e del carbone raggiungono livelli record.".
Se la IEA, che io ho sempre sospettato di essere una lobby dell'energia fossile, fa una simile dichiarazione è perché la situazione è veramente grave.
Un'altra conferma indiretta che la situazione è grave viene dai cartelli del fossile: mentre continuano un'enorme propaganda di disinformazione contro gli ambientalisti ed a sfavore del rinnovabile per mantenere l'utilizzazione delle loro sorgenti di energia si sono messi a lavorare con convinzione alla cattura e sequestro della CO2. Lo fanno anche se sanno che ciò comporta un aumento dei loro costi di produzione.
La loro propaganda contro la teoria del riscaldamento globale dovuto ai gas serra, però, non si arresta nonostante l'evidenza del fenomeno. Essi approfittano di ogni minima occasione per metterla in discredito. Giocano per esempio sull'equivoco e contano sul fatto che la massa dei non addetti ai lavori fa fatica a vedere al di là di un fenomeno a breve termine (come il recente periodo di freddo intenso) la reale situazione a lungo termine (riscaldamento globale medio sempre più misurabile) . Le loro tattiche sono sottili e una volta trovato un minimo appiglio lo trasformano in una crociata.
L'estate scorsa, per esempio, il professor Mojib Latif, un collaboratore molto importante dell'IPCC (Intergovernamental Panel on Climate Change ), in un simposio sul danneggiamento del clima4 annunciò che, sebbene il riscaldamento globale del clima continui ad aumentare per cause antropogeniche in maniera evidente, non si possono escludere periodi in cui la temperatura possa anche scendere a causa di fenomeni climatici periodici. In particolare citò come esempio quello dell'oscillazione decennale del Nord Atlantico ed ha mostrato la trasparenza in figura 1.
Note