Dove mettere le scorie nucleari italiane
Le scorie nucleari italiane sono stoccate in Francia e nel Regno Unito. Nel 2025 devono rientrare in Italia. Dove le metteremo? Cercheremo di rispondere a questa domanda.

DA DOVE DERIVANO LE SCORIE NUCLEARI ITALIANE?
In Italia avevamo 4 centrali nucleari fino al 1987 e precisamente nella Provincia di Vercelli (Comune di Trino); nella Provincia di Piacenza (Comune di Caorso); nella Provincia di Caserta (Comune di Garigliano e Sessa Aurunca); nella Provincia di Latina (Comune di Latina).
In seguito allo scoppio della centrale nucleare di Chernobyl del 1986, in Italia ci fu un referendum che sancì diversi punti: non si potevano più aprire centrali nucleari in luoghi dove i singoli Comuni italiani non fossero d'accordo; non si poteva più dare alcun contributo ai Comuni che davano il loro consenso alla costruzione di una centrale nucleare nel proprio Comune; si vietava all'Enel di partecipare alla costruzione di centrali nucleari all'estero. Ora, nonostante il referendum non fosse diretto alla chiusura delle quattro centrali, in realtà via via queste centrali vennero comunque chiuse, memori di quello che era accaduto a Chernobyl.
A quel punto iniziò la fase di smantellamento delle centrali (una fase che in termini tecnici si chiama decommissioning) e soprattutto di pensare come e dove mettere i "rifiuti" radioattivi presenti nelle centrali. Infatti si trattava di 235 tonnellate di scorie radioattive: una discreta quantità. Questo materiale nucleare esausto era ancora radioattivo e da esso si poteva recuperare un combustibile da utilizzare, lasciando solo una minima parte di scarti radioattivi (stimati intorno al 5% del totale) dopo aver subito determinate lavorazioni.
Il trattamento di queste scorie radioattive non poteva essere fatto in Italia dato che non esistevano (ed esistono) dei centri idonei, pertanto nel 2001 questo materiale venne affidato una parte al Regno Unito e nel 2006 la restante parte alla Francia che disponevano delle strutture atte alla sua lavorazione. Ovviamente questo aveva/ha un costo: circa 1, 2 miliardi di euro a oggi (2024).
Negli accordi però presi con questi due paesi , tutto il materiale residuo doveva rientrare in Italia nel 2025. ma, con la solita celerità che contraddistingue il nostro paese, a oggi, nel 2024, si pone il problema di... dove lo mettiamo dato che nessuna struttura è stata predisposta per il loro accoglimento?
POSSIBILI SOLUZIONI PER LO STOCCAGGIO DELLE SCORIE RADIOATTIVE
Queste scorie che devono rientrare in Italia possono seguire due vie:
- possono essere stoccate in uno dei 20 depositi temporanei di rifiuti radioattivi già presenti in Italia (presenti nei siti degli impianti nucleari disattivati che ospitano scorie a molto bassa e bassa radioattività) anche se, per ospitare tali materiali, questi depositi necessitano di essere ristrutturati in modo da essere messi in maggiore sicurezza e atti a ospitare scorie con tassi di radioattività media e alta (quali sono quelli derivati dalle centrali nucleari dismesse). Si tratta di depositi che a oggi accolgono i rifiuti radioattivi degli ospedali, dei centri di ricerca, dei centri di gestione di rifiuti industriali, tutti a molto basso o basso tenore di radioattività. Ma sarebbe comunque una soluzione temporanea e non idonea se non previa ristrutturazione degli impianti;
- essere stoccate in un unico deposito nazionale (da costruire) in una delle 51 aree idonee individuate (vedi paragrafo che segue). Il progetto esiste da anni ma il problema è: nessuno dei siti individuati li vuole a casa propria. Per cui: dove mettere questi scarti radioattivi?

QUALI SONO LE AREE IDONEE SELEZIONATE DOVE METTERE LE SCORIE NUCLEARI ITALIANE
Nel sito del Ministero per l'ambiente è possibile trovare l'elenco delle aree potenziali dove si dovrebbe costruire un deposito per le scorie nucleari italiane. Si chiama CNAI (Carta Nazionale delle Aree Idonee) e il loro scopo è stoccare in modo definitivo i rifiuti radioattivi con media e bassa radioattività.
Queste aree sono state individuate dal SOGIN, la società dello Stato italiano responsabile dello smantellamento degli impianti nucleari italiani e della gestione e messa in sicurezza dei rifiuti radioattivi. Le aree individuate sono 51, suddivise tra 6 regioni. Ecco quali sono secondo quanto riportato dal Ministero dell'Ambiente e della Sicurezza Energetica:
- Piemonte (5 siti): la zona è in Provincia di Alessandria (nei Comuni di Bosco Marengo, Novi Ligure, Alessandria, Oviglio, Quargnento, Castelnuovo Bormida, Sezzadio, Fubine Monferrato, Quargnento);
- Lazio (con 21 siti idonei), Provincia di Viterbo (nei Comune di Montalto di Castro, Canino, Cellere, Ischia di Castro, Soriano nel Cimino, Vasanello, Vignanello, Corchiano, Gallese, Tarquinia, Tuscania, Arlena di Castro, Piansano, Tessennano);
- Puglia (con 1 sito idoneo) nella Provincia di Bari (nel Comune di Gravina in Puglia);
- Puglia e Basilicata (con 4 siti idonei) nelle province di Bari, Matera e Taranto (Comuni di Altamura, Matera e Laterza);
- Sardegna (8 siti) nelle provincie di Oristano (Comuni di Albagiara, Assolo, Usellus) e della Provincia del Sud Sardegna (con i Comuni di Mandas, Siurgius Donigala, Segariu, Villamar, Setzu, Tuili, Turri, Ussaramanna, Nurri, Ortacesus, Guasila)
- Sicilia (2 siti idonei) nella Provincia di Trapani (nei Comuni di Calatafimi, Segesta e Trapani)
- Basilicata (10 siti idonei) nella Provincia di Matera (nei Comuni di Montalbano Jonico, Matera, Bernalda, Montescaglioso), nella Provincia di Matera e Potenza (nei Comuni di Genzano di Lucania, Irsina).
Occorre però tenere presente che un Comune può anche auto candidarsi, anche se non è inserito in questa lista.
E' importante sottolineare che il fatto che una zona sia stata identificata come potenziale per lo stoccaggio, non necessariamente sarà quella, questo perché, per la sua realizzazione occorre che la regione accetti la sua realizzazione... e non so quante Regioni/Comuni potranno essere favorevoli ad avere dietro casa un deposito di materiale radioattivo!
IN DEFINITIVA, DOVE FINIRANNO LE SCORIE RADIOATTIVE ITALIANE?
Consideriamo che i depositi temporanei dovrebbero essere messi in sicurezza e questo di certo non si può fare in circa un anno. Costruire sempre in un anno un deposito ex novo che possa contenere le scorie nucleari italiane, è fantascienza. Pertanto, dove finiranno le nostre scorie stoccate? La soluzione più probabile è: stipulare un nuovo accordo commerciale con Francia e Regno Unito (e chissà a quale costo) perché continuino loro a trattenere le nostre scorie radioattive!
- Nucleare, pubblicato l’elenco delle 51 aree idonee alla localizzazione del Deposito nazionale
- Sogin, nucleare e ambiente
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