Le proprietà, l'uso, la storia e le leggende sul guaranà
Il guaranà è uno degli ingredienti che compongono la deliziosa identità brasiliana. Il guaranazeiro, è la cultura nazionale che contiene una gamma impressionante di stimolanti con una marea di benefici per il nostro corpo e dalla storia incredibile.
IN QUESTO ARTICOLO PARLEREMO DI:
- Cosa è il guaranà e sue caratteristiche
- Proprietà e usi
- Come vengono lavorati i semi di guaranà dalle tribù indigene
- Ricetta brasiliana per la preparazione di una bibita energetica
- Le leggende sul guaranà nella tradizione popolare
- Situazione economica e commerciale del guaranà
- Notizie sugli indiani Sataré-Mawé
COS'É IL GIARANÀ E SUE CARATTERISTICHE
Il guaranà (nome scientifico della pianta Paullinia cupana), comunemente chiamato guaranazeiro e uarana, è un vitigno originario dell'Amazzonia. Lo troviamo coltivato in sei stati brasiliani: Amazonas, Acri, Bahia, Mato Grosso, Pará e Rondônia per un totale di circa 14.000. Soprattutto lo ritroviamo negli stati di Bahia e Amazonas.
Il guaranà, nella sua forma selvatica, è una pianta che si arrampica sugli alberi raggiungendo i 10 metri di altezza. Se invece è coltivato in aree aperte, diventa un cespuglio. I suoi frutti a grappolo, sono di colore rosso vivo che si aprono quanto maturi. A quel punto si vede una pellicola bianca che circonda il seme nero simile a una piccola castagna. La sua forma, unica nel suo genere, sembra un occhio umano e questo ha alimentato numerose leggende indigene sulla sua origine.
Il seme di guaranà, la cui polpa è usata per le sue proprietà medicamentose, è stato consumato dagli indiani Sataré-Mawé chiamati semplicemente Mawés per molti secoli, ben prima dell'arrivo degli europei in Brasile. É sempre stato considerato un elisir di lunga vita dato che tra le altre cose, curava le malattie e dava forza al corpo e alla mente.
PROPRIETÀ E USI
Furono gli indiani Mawés secondo l'Instituto Socioambiental (ISA), a diffondere la coltivazione del guaranà e come lavorare i suoi semi e grazie a loro il guaraná è conosciuto e consumato in tutto il mondo. Infatti il guaranà è usato da molto tempo come medicina energetica e non solo. Le sue proprietà includono stimolante dell'appetito, analgesico, antidiarroico, energetico e stimolante. Viene anche usato per trattare la depressione, le disfunzioni sessuali, il mal di testa, lo stress e altro ancora.
Il guaranà contiene caffeina, proteine , zuccheri, amido, tannino, potassio , fosforo , ferro , calcio , tiamina e vitamina A e grazie a queste sostanze è usato anche come tonico cardiovascolare e per combattere febbre, coliche, emicrania e nevralgie. Il consumo di guaranà aumenta il dispendio calorico giornaliero e diminuisce l'appetito, per mantenere stabili i livelli di glucosio nel sangue, combattendo così l'obesità. È ricco di catechina che è una sostanza che combatte i radicali liberi, avendo un effetto antiossidante, prevenendo l'invecchiamento. É anche uno stimolante: aumenta la resistenza mentale e muscolare riducendo l'affaticamento motorio e psichico producendo maggiore velocità e chiarezza di pensiero.
Oggi viene utilizzato nell'industria farmaceutica e cosmetica, nonché nella produzione di bibite, sciroppi, barrette, polvere e succhi.
COME VENGONO LAVORATI I SEMI DI GUARANÀ DALLE TRIBU' INDIGENE
lI metodo che usavano e usano le tribù indigene per la preparazione della pasta di guaranà è collaudato da tempo: dai frutti semi aperti si prendono i semi che vengono liberati dalle impurità immergendoli in acqua calda. Dopo di che sono asciugati e tostati a fuoco lento lo stesso giorno della raccolta. Fatto questo vengono pestati e ridotti in polvere alla quale si aggiunge dell'acqua. La pasta si lavora fino a che si ottiene un impasto omogeneo che viene poi affumicato. Alla pasta in genere si da la forma di panetto che alla fine si lascia al sole ad asciugare. A quel punto è pronto e si conserva. Questo impasto si chiama pane al guaranà. Viene usato di volta in volta grattugiando la pasta secondo le necessità. Alcune tribù addizionano anche farine di manioca, lasciano fermentare la pasta e lavorandola successivamente, riducendola alla fine in un panetto per essere usato al bisogno.
Gli indigeni usano l'osso della lingua dell'arapaima (un genere di grandi pesci dalla lingua ossea originari del bacino dell'Amazzonia), ruvido come carta vetrata.
RICETTA BRASILIANA PER LA PREPARAZIONE DI UNA BIBITA ENERGERGETICA
In Brasile è molto facile imbattersi per strada nei venditori di polvere di guaranà o del frutto. Due ricette molto usate sono:
Preparazione del tè
Si diluiscono 4 cucchiaini di guaranà in 500 ml di acqua bollente e si lasciano riposare per 15 minuti. Si bevono da 2 a 3 bicchieri al giorno.
Preparato con la polvere di guaranà
La polvere di guaranà può essere miscelata con succhi, acqua, yogurt ecc.. La quantità consigliata per gli adulti è da 0,5 gr a 5,0 gr al giorno, a seconda delle indicazioni del medico o dell'erborista.
LE LEGGENDE SUL GUARANÀ NELLA TRADIZIONE POPOLARE
Sono diverse le leggende che narrano la storia di questa bellissima e inquietante pianta ma tutte alla fine possono essere ricondotte a questa storia che ha origine nella regione settentrionale del Brasile ed è quella più diffusa nel folklore locale.
Si narra che una coppia indiana della tribù indiana Mawés, visse per molti anni senza figli e desideravo tanto averne uno. Un giorno chiedono a Tupã, il re degli dei, di aiutarli a realizzare questo loro profondo desiderio. Il dio Tupã sapendo che la coppia era molto devota decise di mandargli un bel bambino. E fu così che dopo nove mesi nacque un bellissimo fanciullo. Con il passare degli anni il ragazzo diventava forte, bello e trasmetteva felicità a tutti quelli che lo incontravano. Era molto caro a tutti nel villaggio, tanto che tutti pensavano che sarebbe diventato da adulto un grande capo guerriero e gli attribuivano tutti gli eventi positivi che accadevano nel villaggio.
La fama del ragazzo arrivò però alle orecchie del dio delle tenebre e del male Jurupari, che inizio a provare una grande invidia. Un giorno pertanto, mentre il ragazzo era nella foresta a raccogliere bacche come di consueto, si trasformò in un serpente velenoso per ucciderlo. Il dio Tupã a quel punto scagliò un tuono assordante sul villaggio dove vivevano i genitori per avvertirli del pericolo. I genitori capito il pericolo corsero alla ricerca del ragazzo ma purtroppo quanto arrivarono lo trovarono morto perchè nel frattempo il serpente lo aveva ucciso. Una grande disperazione e una profonda tristezza percorse tutta la tribù. Nessuno poteva smettere di piangere. A quel punto il dio Tupã disse: «Staccate gli occhi del ragazzo e piantateli su un terreno solido, annaffiatelo con lacrime per 4 lune e lì nascerà la pianta della vita che darà forza ai piccoli e vigore ai vecchi». E così fecero. Gli indiani piantarono gli occhi del piccolo indiano e dopo quattro lune videro nascere una piantina che gli indiani ancora non conoscevano. Era il guaranazeiro. Ecco perché i frutti del guaranà sono semi neri circondati da una pellicola bianca, molto simile all'occhio umano.
SITUAZIONE ECONOMICA E COMMERCIALE DEL GUARANÀ
Il guaranà fu scoperto dagli europei nel 17° secolo e da quel momento iniziarono le ricerche su questo incredibile frutto che proseguono tutt'ora. Tuttavia, prima di allora, il guaranà era già utilizzato dagli indiani. La tribù indigena Mawés, che viveva nella regione di Mawé in Amazzonia, ha imparato a coltivarlo da secoli. Sono essi i responsabili della creazione della cultura del guaraná, che prevede tecniche di semina e di lavorazione dei semi che sono utilizzate ancora oggi. Per il popolo Mawés, il frutto del guaranà è sacro e divino tanto che affermano di essere tutti «figli del guaranà».
Il Brasile è l'unico produttore al mondo di guaranà, producendo circa 3.200 tonnellate nel 2017. La produzione è attualmente concentrata a Bahia (circa il 70% del totale) a causa del miglioramento genetico e del buon adattamento al clima e al suolo. Amazonas è il secondo produttore con il 22%.
A seconda delle diverse fasi di lavorazione la commercializzazione del prodotto avviene sotto forma di: semi tostati, polvere, bastoncini, sciroppo, barrette, bevande energetiche o estratto. Si stima che almeno il 70% della produzione è destinato alla produzione di bibite analcoliche , mentre il restante 30% viene utilizzato per produrre bevande energetiche, prodotti farmaceutici, cosmetici e anche artigianato, oltre a essere utilizzato direttamente dalle famiglie locali come energetico.
NOTIZIE SUGLI INDIANISataré-Mawé
Il nome degli indiani Sataré-Mawé significa: la parola Sateré «bruco in fiamme» con riferimento al clan più importante della loro società, quello che tradizionalmente nomina il successore del capo politico del gruppo mentre la parola Mawé, significa «pappagallo intelligente e curioso» e non è una designazione di clan.
Oggi la maggior parte degli uomini Sateré-Mawé sono bilingue: parlano la propria lingua e il portoghese mentre le donne parlano solo Sateré-Mawé, nonostante i tre secoli di esposizione di questo popolo alla cultura moderna.
Vivono nella regione del Rio delle Amazzoni, al confine tra gli Stati di Amazonas e Pará su una superficie totale di circa 780.000 ettari nei comuni di Maués, Barreirinha, Parintins, Itaituba e Aveiro, situati in entrambi gli Stati. La loro popolazione è stimata al 1999 di 6.950 abitanti secondo la National Foundation for the Indian (l'organo ufficiale per la politica indiana in Brasile)
Fonti bibliografiche online
Fundação Amazônia Sustentável (FAS): Solições para a sustentabilidade
Bibliografia
I testi che usiamo per scrivere i nostri articoli sugli animali li puoi trovare a questa pagina.
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