Uzbekistan
Sulla via della seta
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Sulla via della seta
Un altro gioiello da non perdere, Bukhara, considerata la città più sacra dell’Asia centrale, con la sua parte vecchia ancora abitata, intorno alle sue vasche chiamate Hauz, dove un tempo la popolazione si approvvigionava di acqua. Quando arrivarono gli arabi nella città, la trovarono un centro commerciale già fiorente, ma comunque persero presto l’entusiamo rivolto alla città, diventò intorno al X sec. la capitale del regno Samanide, diventando un pilastro religioso, resa ancora più bella dalla fantasia e l’interessamento dei persiani per le arti, infatti fu un periodo molto ricco di filosofi scienziati, comunque cadendo anche lei sotto Gengis Khan e la dinastia di Tamerlano. Nel XVI sec. rifiorì, diventando un Khanato importante Shaybanide, principale regno dell’Asia centrale, mentre intorno al 1700 co n l'ultimo emiro, la città ormai allontanata dalla via della seta, fu annessa come protettorato all’impero zarista. Degno di importanza anche i dintorni di Bukhara, dal Palazzo dell’emiro, al mausoleo sufi di Bakhautdin Naqshband al complesso Chor-Bakr, un insieme di necropoli, una moschea del venerdì, tombe, ed un edificio per ritiri mistici.
Samarcanda - Mausoleo Guri Amir
(capoluogo della regione di Samarcanda, terza città dell'Uzbekistan)
Continuando il percorso attraverso il deserto di Kyzylkum, spostandoci verso nord ovest si giunge a Urghench capitale del provincia di Khorezm, e poi la magnifica Khiva racchiusa nel suo centro storico rimasta ancora integra all'interno delle mura. Una città museo, piena di vicoli madrase moschee e palazzi. Situata nella provincia della Corasmia, fonti sicure ne danno l'esistenza già nel XIII sec. come fortezza e stazione commerciale lungo la via della seta, ma sempre centro secondario che viveva all'ombra della capitale della Corasmia Konye-Urghench in Turkemenistan, sulla diramazione che portava al mar Caspio. Ma fù soltanto dopo la distruzione della presente capitale da parte di Tamerlano che Khiva rifiorì, diventando nel XVI sec. la capitale della Corasmia con una potenza superiore a Bukhara degli Shaybanidi uzbeki, ma quello che predominava nel commercio di questa città, era il mercato degli schiavi, tra le tribù kazake e turkmene, deportati dal deserto del Karakum.
Samarcanda - Piazza Registan, moschea della madrasa di Sher-Dor
(capoluogo della regione di Samarcanda, terza città dell'Uzbekistan)
Nel 1740 Khiva e tutta la regione passa alla Persia, anche se in seguito il suo ruolo commerciale diminuì, restò sempre un prosperoso mercato di schiavi. Dopo alcune spedizioni, e la liberazione di schiavi russi, una ulteriore spedizione contro il Khanato di Khiva la fà capitolare senza grosse reazione da parte del Khan, solo con poche battaglie, fu proclamata la Repubblica Popolare di Corasmia, diventando poi in seguito una Repubblica Socialista Sovietica.
Samarcanda - Moschea Hodja Nisbaddor
(capoluogo della regione di Samarcanda, terza città dell'Uzbekistan)
Da qui si continua ancora verso nord e ci troviamo a Moynaq, nel Karakalpakstan, dove ad attenderci all’entrata della città un cartello con disegnato un pesce e un peschereccio monumentale su di in piedistallo starebbero ad indicare una città portuale, ma invece dell’acqua, a parte un rivolo, si vede soltanto un paesaggio desolato, sabbioso, salato e la flotta peschereccia insabbiata, che un tempo era il lago d’Aral. Questa città fiorente mercato del pesce con annessa industria per la produzione, dagli anni sessanta ad oggi ha perduto 2/3 delle sue acque, a causa del piano quinquennale dell'Unione sovietica di dare spazio alle coltivazioni di cotone, e quindi cambiando il corso del fiume Amu Darya. Per trovare le acque bisogna inoltrarsi per 40 km, questo disastro ecologico ha fatto della zona la regione più povera dell’Uzbekistan, da dove chi può fugge, evitando anche i cambiamenti climatici con estati torride, inverni rigidi e tempeste di sabbia.
Samarcanda - Moschea Hodja Nisbaddor
(capoluogo della regione di Samarcanda, terza città dell'Uzbekistan)
Rientrando nella capitale Taskent possiamo spostarci verso est, attraversando il passo Kamchik, una pianura che si estende tra i monti Tian Shan e i monti Alay, la valle di Fergana, la parte più fertile di tutta l’Asia centrale, anche se non ha una grande cultura religiosa architettonica; ma conosciuta nel passato come oasi per le tribù che venivano da est, e poi in seguito con la città di Kokand diventò un Khanato di grande importanza insieme a Khiva e Bukhara, crocevia per chi si dirige verso Kasghar e osh, un tempo abbracciò la religione buddista portata qui dalla dinastia indiana Moghul, poi in seguito entrò l’islam con l arrivo degli arabi. Dopo la fine del regime sovietico dove era proibito professare la religione, la zona diventò focolaio religioso, e resistenza al regime di Karimov filosovietico, diventando per un certo periodo centro religioso in clandestinità Wahabita: le città da visitare di questa fertile pianura oltre Kokand, sono Fergana, Margilan, Andijaan.
Samarcanda - Piazza Registan, madrasa (scuola)
(capoluogo della regione di Samarcanda, terza città dell'Uzbekistan)
Con la visita del palazzo del Khan di Kokand, termino questo breve racconto sulla magica Via della seta, dove tra notizie, informazioni del luogo, monumenti architettonici, e un pizzico di fantasia, spero di aver fatto rivivere questa area durante il suo massimo splendore.
Shakhrisabz - Palazzo Ak-Saray
(capoluogo del distretto di Shahrisabz, della regione di Kashkadarya)
Shakhrisabz - Moschea Kok Gumbaz
(capoluogo del distretto di Shahrisabz, della regione di Kashkadarya)
Shakhrisabz - Chaykhana (casa del tè)
(capoluogo del distretto di Shahrisabz, della regione di Kashkadarya)
Strada tra Samarkanda e Shakhrisabz al confine con l'Afganistan
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