Fa piacere apprendere che il governo avrebbe deciso di vietare, a partire dal 1 gennaio 2011, l'uso dei sacchetti di plastica che ad oggi, sono normalmente utilizzati da tutti per l'asporto. La notizia ci giunge per bocca del Sottosegretario di Stato per l'ambiente e la tutela del territorio e del mare, Roberto Menia il quale nella seduta del 14/10/2010 (2) della Camera dei deputati, su una interpellanza urgente rivolta da diversi deputati per sapere quali iniziative il governo intendesse intraprendere per eliminare e prevenire i gravi danni all'ambiente causati dalla diffusione delle buste di plastica, ha reso noto che : «Il prossimo 1o gennaio 2011 (...) entrerà in vigore il divieto di commercializzazione dei sacchetti di plastica comunemente usati per l'asporto di merci, in quanto non sono biodegradabili. Il divieto - è già stato ricordato - era stato previsto nella legge finanziaria 2007 e la sua entrata in vigore, originariamente fissata per il 1o gennaio 2010, in considerazione delle contingenze derivanti dalla crisi economica internazionale, è stata prorogata di un anno e, come dicevo, l'entrata in vigore del divieto è prevista per il prossimo 1o gennaio 2011».
Nello stesso intervento il sottosegretario ha anche ricordato che: «Ai fini della riduzione delle emissioni di anidride carbonica in atmosfera, nonché per rafforzare gli interventi in materia di protezione ambientale e per sostenere le filiere agro-industriali nel campo dei biomateriali la legge 27 dicembre 2006, n. 296 (legge finanziaria per il 2007), prevede l'avvio di un programma sperimentale volto a promuovere la progressiva riduzione della commercializzazione dei sacchi non biodegradabili per l'asporto delle merci, (...) fino all'entrata in vigore del divieto, individuando le misure da introdurre progressivamente mediante un decreto del Ministro dello sviluppo economico, di concerto con il Ministro dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare e con quello delle politiche agricole e forestali. È stato costituito un gruppo di lavoro per mettere a punto le iniziative adeguate a pervenire gradualmente al definitivo divieto di commercializzazione dei suddetti sacchetti di plastica posto che tale processo implica un radicale cambiamento dei comportamenti e del costume, senza tralasciare i risvolti sui processi produttivi coinvolti».
E prosegue ancora affermando: «A tal proposito, si sta predisponendo uno studio finalizzato all'approfondimento scientifico, propedeutico alla conoscenza della capacità produttiva del sistema industriale italiano, con i risvolti sul sistema della distribuzione, per verificare le condizioni per il rispetto dei termini fissati dalla normativa utile per la stesura del decreto attuativo che definisca modalità e tempi per un intervento a regime. Per le finalità previste volte alla riduzione della commercializzazione di shoppers in plastica, è disponibile la somma di un milione di euro, stanziata dall'articolo 1, comma 1131, della legge n. 296 del 2006; somma effettivamente impegnata dal Ministero dell'ambiente con decreto del 24 dicembre 2008 per un bando di finanziamento denominato «Un sacco Bio», e prosegue: «riguarderà 1''analisi del ciclo di vita (LCA - Life Cycle Assessment) dei sacchetti biodegradabili; 2. campagne di informazione e sensibilizzazione: 3. distribuzione di sacchetti biodegradabili».
Ci auguriamo che il progetto vada realmente a buon fine e che realmente i sacchetti di plastica diventino in vago ricordo perchè in un solo anno in Europa, vengono consumati e immessi nell'ambiente circa 100 miliardi di sacchetti di plastica dei quali è stato stimata una vita media inferiore ai 20 minuti. Se usassimo una borsa di tela si potrebbe risparmiare circa 22.176 sacchetti durante una vita media. Ovviamenti gli effetti sulla fauna soprattutto marina sono devastanti in quanto circa il 90% finiscono in mare ed essendo non biodegradabili in quanto derivati dal petrolio, persistono per lunghi anni uccidendo ogni anno oltre centomila esseri viventi (3).