Si apprende dai giornali che nel grande parco acquatico di divertimento Seaworld di Orlando, in Florida, il 24 febbraio 2010 un'orca, ha ucciso la sua addestratrice, Dawn Brancheau. Le prime notizie volevano che fosse stata addentata e quindi quasi stritolata dall'animale mentre notizie successive affermavano che fosse stata accidentalmente trascinata in acqua a causa dei capelli rimasti incastrati nella coda dell'animale. In conseguenza di ciò la donna è morta per annegamento e successive lesioni traumatiche.
La notizie è riportata su numerosissini giornali dove il titolo predominante è: Orca assassina in Florida. Lo stesso Orlando Sentinel titola la notizia: New report: Killer whale at SeaWorld Orlando pulled trainer by ponytail «Indagine nel SeaWordl di Orlando: orca assassina trascina addestratrice per la coda di cavallo»
L'aspetto che mi lascia perplessa è il fatto che ovunque si legga la notizia o nel titolo o nel testo dell'articolo, si trovano sempre le parole: «orca assassina». Ma perchè dico io. Certamente dispiace per Dawn Brancheau, l'addestratrice, che è stata oggetto di questo tragico incidente ma sia che si sia trattato di una tragica fatalità o di un'azione deliberata da parte dell'orca certamente, in entrambi i casi, il cetaceo non ha alcuna colpa.
Perchè si continua a definire "assassino" un animale che non fa altro che essere se stesso? L'orca è un animale selvatico che non può rinnegare la sua natura e se anche pensassimo di averlo addestrato a compiere piroette per la gioia delle biglietterie dei parchi acquatici, certamente è e rimane un animale selvatico pertanto è da mettere in conto che incidenti di questo tipo possono accadere ma guai a chiamarla assassina: forse chiamiamo assassino un cacciatore? Forse chiamiamo assassini i pescatori che usano vermi vivi come esche? Forse chiamiamo assassino nostro marito o nostra moglie quando mette in padella delle cozze vive per il diletto del nostro palato? E' solo un tragico incidente che si sarebbe potuto evitare se qualche volta ci ricordassimo che non possiamo imprigionare e assoggettare al nostro diletto forze e potenze della natura tanto grandi da essere incontrollabili. Bisogna rispettarle, nella loro diversità. Si deve lasciarle libere di vivere la loro vita come madre natura ha sbabilito.
Dott.ssa M.G. Davoli