Sin dai tempi più antichi, esiste una stretta relazione tra le piante e la religione, la sacralità. Spesso infatti vengono identificate le divinità nelle piante o almeno vengono ritenute la manifestazione della divinità. Tra le piante inoltre, è l'albero quello che ha più stimolato le credenze popolari, sicuramente per la sua maestosità, per il fatto che si erge verso l'alto quasi a voler stabilire un ponte tra la terra e il cielo, tra l'uomo e la divinità. All'albero pertanto si è sempre attribuita una funziona divina e protettiva. E se gli alberi formano un bosco o una foresta allora la loro influenza benefica è ancora più accentuata. A esempio sia gli antichi romani che i druidi, celebravano sempre i loro riti nei boschi ma ancora oggi in numerosi paesi africani, la foresta è il luogo degli spiriti e quindi sacra.
Lo stesso l'albero cosmico comune a quasi tutte le culture come simbolo del mondo, come mediatore tra la terra e il cielo, che unisce i tre livelli dell’esistente: il mondo sotterraneo, quello terreno e quello celeste é presente in moltissime religioni: per i paesi nordici è un olivo (Olea europea), per l'islam è una betulla (Betula spp.), in Siberia è il larice (Larix spp).
In India è un Ficus religiosa sotto le cui fronde Buddha ebbe l’illuminazione... In diverse religioni dell'India è proibito costruire un tempio in una radura priva di alberi soprattutto priva di Ficus benghalensis, il banyan come viene chiamato. Meglio se questi alberi crescono attorno a una radura dove si costruirà la casa perché questo vorrà dire che si avrà la massima protezione da parte delle divinità.
E' probabile che a monte di questa credenza ci fosse una ragione molto semplice: questi alberi creano una grande ombra quindi i templi starebbero al fresco rappresentando un sicuro ristoro per pellegrini e animali che vi si rifugiassero. Se poi si pensa che gli alberi crescono vicino all'acqua, ecco perché si dava indicazione di costruire i templi alla loro ombra. Ora, al di là di trovare un significato razionale a una credenza religiosa, a parte le inevitabili deformazioni che il tempo ha portato alle antiche credenze, vediamo quali sono state e quali sono ancora oggi le specie vegetali entrate attivamente nei rituali religiosi delle diverse popolazioni.
Nell'antica Babilonia, i templi erano circondati da un recinto sacro che racchiudeva un bosco, una zona riservata agli animali che dovevano essere immolati alla divinità e tutte le piante che crescevano all'interno del recinto non potevano essere toccate perché considerata una profanazione che poteva essere punita anche con la morte.
In Egitto all'ingresso dei templi non poteva mancare una pianta di sicomoro (Ficus sycomorus).
Note
1. Immagine concessa sotto licenza Creative Commons Attribution-ShareAlike 2.5 Generic per gentile concessione di Bernard Gagnon