Artiglio del diavolo: antico rimedio naturale dalle proprietà antinfiammatorie
L'artiglio del diavolo è un antico rimedio fitoterapico dalle proprietà antinfiammatorie per lenire i dolori articolari. Vediamo cos'è e come si usa.
Nota 1
IN QUESTA PAGINA PARLEREMO DI:
- Nome scientifico
- Origine e caratteristiche botaniche dell'artiglio del diavolo
- L'artiglio del diavolo nella tradizione popolare africana
- Principi attivi dell'artiglio del diavolo responsabili delle sue proprietà medicamentose
- A cosa serve l'artiglio del diavolo
- Come si usa l'artiglio del diavolo
- Dosi da utilizzare e posologia dell'artiglio del diavolo
- Dove si compra l'artiglio del diavolo
- Come si raccolgono i tuberi dell'artiglio del diavolo
- Etimologia del nome
- Controindicazioni ed effetti collaterali
- Stato di conservazione della pianta
- Avvertenze
- Fonti bibliografiche
NOME SCIENTIFICO
L'artiglio del diavolo è il nome comune con cui è conosciuta l'arpagofito, vale a dire la pianta Harpagophytum procumbensue della famiglia delle Pedaliaceae.
ORIGINE E CARATTERISTICHE BOTANICHE DELL'ARTIGLIO DEL DIAVOLO
L'artiglio del diavolo (devil's claw in lingua inglese oppure grapple plant ovvero «pianta rampino» o wood spider «ragno di legno») è una pianta erbacea rampicante perenne che si ritrova nell'Africa meridionale (savana, deserto Kalahari) e precisamente in Namibia, Madagascar, Sud Africa e Botswana, quindi ambientata nei climi caldi e secchi e terreni sabbiosi ma anche rocciosi, molto poveri di nutrimento. Si tratta di una pianta dai fiori a trombetta di colore rosso-violetto con i frutti che sono delle capsule legnose provviste di uncini ricurvi che si impigliano nella pelliccia dei piccoli animali che ne rimangono incastrati. Quest'ultimi a quel punto si muovono freneticamente per cercare di liberarsi, quasi come se facessero una danza indiavolata (da cui il nome). Questi uncini servono oltremodo alla pianta per agganciarsi al pelo degli animali più grandi e in questo modo essere portati lontani dalla pianta madre date le scarse risorse alimentari in quella zona dove due piante vicine non potrebbero sopravvivere. Questo autostop trasporta il frutto e quindi i semi lontano e se hanno fortuna cadranno in un terreno con acqua e sostanze nutritive.
E' stato introdotto in Europa agli inizi del 1900 e a essere usati in fitoterapia erano e sono le radici secondarie (tuberi) che crescono da una radice principale, straordinari organi di deposito che raggiungono anche i 20 cm di diametro e un peso di 600 grammi.
L'ARTIGLIO DEL DIAVOLO NELLA TRADIZIONE POPOLARE AFRICANA
L'artiglio del diavolo è usato da sempre da secoli nella medicina tradizionale africana. I suoi tuberi erano utilizzati dai boscimani, dagli ottentotti e dalle popolazioni bantu per curare le ferite e alleviare i dolori articolari.
Era inoltre usato per curare l'indigestione, come lassativo, per problemi legati al sangue, per abbassare la febbre, per alleviare il dolore a esempio durante il parto, così come nel trattamento di ferite, gonfiori e foruncoli. In Europa queste qualità iniziarono a essere studiate solo nei primi del novecento. Inizialmente venne usato solo come tonico per la digestione e solo successivamente come antinfiammatorio e analgesico.
PRINCIPI ATTIVI RESPONSABILI DELLE SUE PROPRIETA' MEDICAMENTOSE
Le proprietà di fatto empiriche delle popolazioni africane sono state confermate dai numerosi studi effettuati in tutto il mondo e che hanno portato alla scoperta delle sue importanti proprietà. Infatti sono stati sintetizzati i responsabili degli effetti analgesici e antipiretici dell'arpagofito che si è visto essere dei glicosidi iridoidi: l'arpagoside, l'arpagide e il procumbide presenti nelle radici secondarie della pianta.
A COSA SERVE L'ARTIGLIO DEL DIAVOLO
Le proprietà per le quali oggi l'artiglio del diavolo è usato e le patologie che si possono curare con esso sono le seguenti:
PROPRIETA'
- analgesico, in quanto agisce contro il dolore;
- antinfiammatorio, particolarmente efficace per i dolori agli arti;:
- antipiretico, in quanto riduce la febbre;
- riduce il colesterolo;
- diminuisce i livelli di acido urico (ipouricemizzante);
- digestivo in quanto favorisce il normale funzionamento del sistema digestivo.
In virtù delle sue proprietà le PATOLOGIE per le quali viene usato sono:
- dolori cervicali
- artrosi e artrite reumatoide
- mal di schiena
- tendiniti
- digestive: bevuto come infuso. Si mettendo due cucchiaini di radice macinata in 500 ml di acqua bollente e dopo averlo lasciato a macerare per qualche ora, si filtra e si beve.
- contro la gotta: quanto diminuisce il livelli di acido urico.
Molti degli studi che sono stati condotti sulle proprietà fitoterapiche di questa pianta hanno confermato la sua efficacia quasi pari ai più comuni prodotti antinfiammatori. Apparentemente funziona come il cortisone ma senza i cattivi effetti collaterali di quel farmaco.
Per problematiche simili, in erboristeria si utilizza anche l'arnica, solo che quest'ultima si usa solo esternamente al contrario dell'artiglio del diavolo.
Nota 2
COME SI USA L'ARTIGLIO DEL DIAVOLO
Di questo rimedio naturale si usa la radice secca o fresca raccolte nel periodo autunnale. La radice viene anche lavorata e si può trovare anche sotto forma di compresse, capsule, estratto liquido, pomate, creme e unguenti. Il tè (infuso) può anche essere preparato con la radice di artiglio del diavolo essiccata. Le creme e le pomate possono essere usate per tutti i problemi dell'apparato osteoarticolare.
DOSI DA UTILIZZARE E POSOLOGIA
In base a quanto si trova in commercio, quindi prodotti standardizzati, le dosi che normalmente si consigliano sono:
- pomata o crema: si utilizzano esternamente massaggiando sulla parte dolente più volte al giorno;
- estratto secco: assunto per problemi osteoarticolari e reumatici si usano 300-600 mg al giorno da assumere in 3 volte al giorno;
- tintura madre:
- si diluiscono 20-40 gocce in acqua tre volte al giorno;
- come infuso si usano 5 grammi di radice in 500 ml di acqua, da assumere 3 volte al giorno.
DOVE SI COMPRA L'ARTIGLIO DEL DIAVOLO
L'artiglio del diavolo e i suoi prodotti derivati si acquistano in tutte le erboristerie.
COME SI RACCOLGONO I TUBERI DELL'ARTIGLIO DEL DIAVOLO
La raccolta dei tuberi è difficoltosa perchè le radici possono arrivare fino a 1,5 m di profondità e la resa è in genere dal 6% al 15% (per 100 kg di radici estratte si hanno 6-15 kg di medicinale).
La raccolta viene fatta in autunno e una volta raccolte, occorre tagliarle subito in piccoli pezzi e messi a essiccare all'aria altrimenti si deteriorano rapidamente. Data la bassa resa e il fatto che per avere il prodotto occorre estirpare l'intera pianta, si sta temendo per questa pianta che potrebbe rischiare l'estinzione. Purtroppo gli sforzi di coltivare la pianta non hanno ancora avuto successo.
Frutto secco (Nota 3)
ETIMOLOGIA DEL NOME
ETIMOLOGIA DEL NOME
Il nome del genere deriva dalle parole greche harpago «gancio» e phyton «pianta» per il fatto che i suoi frutti hanno delle protuberanze che sono dei veri e propri uncini.
CONTROINDICAZIONI ED EFFETTI COLLATERALI
Circa la tossicità dell'artiglio del diavolo occorre dire che è piuttosto bassa. I problemi segnalati sono piuttosto lievi quali sintomi di stomaco e dell'intestino (diarrea, nausea, vomito, dolore addominale), mal di testa, vertigini e sensibilità accertata verso il prodotto che può provocare eruzione cutanea, orticaria e gonfiore del viso. In ogni caso l'uso delle erbe è un metodo molto antico di curarsi. Tuttavia le erbe possono avere effetti collaterali importanti e interagire con i farmaci che prendi. Per queste ragioni dovresti assumere i preparati erboristici sempre sotto la supervisione di un medico o di personale sanitario qualificato nel campo della fitoterapia.
STATO DI CONSERVAZIONE DELLA PIANTA IN NATURA
STATO DI CONSERVAZIONE DELLA PIANTA IN NATURA
È importante notare che l'artiglio del diavolo è una pianta protetta in tutti e tre i paesi in cui cresce (Sud Africa, Botswana e Namibia). Questo significa che è illegale raccogliere anche una sola pianta, senza il permesso dei vari dipartimenti di conservazione della natura.
AVVERTENZE
Le informazioni riportate in questo articolo sono indicazioni generali e non sostituiscono in alcun modo il parere di un medico. Per garantirsi un’alimentazione sana ed equilibrata è sempre bene affidarsi ai consigli del proprio medico curante o di un esperto di nutrizione.
FONTI BIBLIOGRAFICHE
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Note
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