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Ma abbiamo anche dei doveri o solo dei diritti?

Ma abbiamo anche dei doveri o solo dei diritti?
Alluvioni, tornadi e nubifragi: spieghimo le cause che li provocano
Tu sei in: home clima e ambiente alluvioni, tornadi, nubifragi, ondate di caldo e freddo... perchè chiamare calamità degli eventi naturali?

«Non tocca a noi dominare tutte le maree del mondo. Il nostro compito di fare il possibile per la salvezza degli anni nei quali viviamo, sradicando il male dai campi che conosciamo, al fine di lasciare, a coloro che verranno dopo, terra sana e pulita da coltivare» J.Tolkien

E' ormai nel nostro DNA la convinzione che abbiamo diritto ad avere tutto quello che possa darci benessere, eliminando qualunque cosa che riteniamo d'intralcio ai nostri desideri, ben sapendo che qualsiasi cosa facciamo contro la natura provoca da parte di quest'ultima reazioni a breve e lungo termine.

Ma quando arrivano gli eventi negativi da noi causati, dimentichiamo, o peggio, facciamo finta di dimenticare chi sono i responsabili, e al limite del delirio parliamo di situazioni catastrofiche, addossando le colpe alla natura, rea di non piegarsi alle nostre azioni. Solita confusione tra cause ed effetti.

Cosa intende dire Tolkien con la frase: «Non tocca a noi dominare tutte le maree del mondo?».

Significa una cosa molto semplice: le maree e tutti gli altri fenomeni naturali non vanno ostacolati nelle loro manifestazioni. I rilievi, non importa di quali altitudini, sono soggetti da milioni d'anni a un costante dilavamento, in altre parole a uno dei tanti fenomeni naturali che l'uomo fa finta di ignorare, agendo sul territorio con ogni tipo d'interventi come: disboscamento dei pendii, cementificazione degli argini, deviazioni di corsi d'acqua, costruzioni lungo le coste di porti artificiali che alterano l'andamento delle correnti marine, vale a dire tutti interventi che accelerano il processo di dilavamento dei rilievi e l'erosione delle coste.

Sarebbe più saggio che l'uomo invece di alterare l'equilibrio della natura, limitasse i suoi interventi al rimboschimento delle aree private di piantagioni, alla manutenzione degli alvei anche dei piccoli torrenti come era consuetudine una volta, a ridurre al minimo gli scavi, a erigere insediamenti con il massimo degli accorgimenti, in modo da non "domare" il fenomeno del dilavamento, ma di assecondarlo e rallentare la sua naturale opera d'erosione.

E così tra le "maree di Tolkien" vanno annoverati tutti gli altri fenomeni naturali, come quelli connessi con la meteorologia, con l'attività sismica e vulcanica, con i vari fenomeni dell'atmosfera, della stratosfera e quelli astrofisici e tanti altri dei quali ancora ben poco sappiamo, ma nonostante ciò cerchiamo di dare una nostra versione delle cause e dei loro effetti, proponendo provvedimenti che dovrebbero ridurre gli aspetti negativi dei fenomeni naturali, senza pensare che il perturbare un equilibrio in continuo divenire potrebbe causare anche la riduzione degli effetti positivi.

Perché combattere la natura, dimenticando che essa trova in se stessa gli strumenti per ripristinare il suo equilibrio? Basti pensare che da sola essa ha saputo e sa intervenire su quelle alterazioni provocate dall'uomo, per cui immaginiamoci se non lo sa fare su quelle alterazioni legate a naturali modifiche dei parametri che caratterizzano i vari fenomeni.

Basti pensare alle diatribe sugli effetti dell'inquinamento, sull'andamento delle correnti marine e loro deviazioni, come il caso del Niño, del buco nell'ozono, dell'effetto serra, etc., che in ultima analisi alcuni vogliono individuarne le cause nelle attività dell'uomo, quando invece in buona parte sono legate a variazioni naturali.

Infatti, come ai nostri lettori abbiamo più volte fatto notare che nel passato, anche in tempi storici, si sono verificati sconvolgimenti nel clima e di conseguenza nell'ambiente, quando le attività dell'uomo, come industria, riscaldamento, mezzi di locomozione etc, erano inesistenti e quindi non a lui imputabili.

Anche limitandoci al solo inquinamento, inteso nel senso più lato, cioè inquinamento dall'atmosfera, della stratosfera e dello spazio dovuto alle migliaia di oggetti lasciati dai satelliti artificiali e astronavi, l'inquinamento elettromagnetico e acustico, se le istituzioni, invece di lasciare la popolazione in balìa dei mass media, che preferiscono con sensazionali annunci profetizzare catastrofici eventi in un futuro più o meno immediato, come le variazioni del Buco dell'Ozono sull'Antartide ( che poi ancora non si capisce se esistono o no a seconda gli scienziati interpellati) o delle spaventose condizioni in cui ci troveremo tra 30/40 anni per l'Effetto Serra, fossero coscienti che da decenni la nostra salute è compromessa dall'inquinamento specie negli insediamenti più grandi e se la Presidenza del Consiglio facesse degli spots pubblicitari per sensibilizzare l'opinione pubblica sulla reale situazione, così come fa per informarci che attualmente non è più necessario bollare i libri sociali delle Ditte.

Se non approfittiamo del momento in cui altri settori sociali sembrano sensibilizzare vivamente l'opinione pubblica richiamando le Istituzioni a riflettere e agire di conseguenza, rischiamo tra qualche anno che la degradazione dell'ambiente e quindi della nostra salute, avrà raggiunto uno stadio irreversibile.

Ecco, come ci esorta Tolkien, ricordiamoci che «il nostro compito è di fare il possibile per la salvezza degli anni nei quali viviamo, sradicando il male dai campi che conosciamo, al fine di lasciare, a coloro che verranno dopo, terra sana e pulita da coltivare» e noi vorremmo aggiungere, che abbiamo il dovere di lasciarla così come noi l'abbiamo ricevuta, perché salvando il presente salviamo anche il futuro.

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