Man mano mi sono reso conto che mi trovavo davanti un libro molto impegnativo, nonostante la difficoltà iniziale della lettura a causa del suo modo stravagante di scrivere, con una punteggiatura molto personale, con i dialoghi introdotti soltanto dalla lettera maiuscola e intervallati solo da virgole, creando delle frasi piuttosto lunghe, anche delle pagine intere. Le fantasie ed eresie dell’autore hanno suscitato profonda riflessione sul tema della salvaguardia della vita, contro ogni sopruso e prepotenza, persino contro chi la mette in pericolo ogni giorno, rinnegando con forza ogni forma di giustizia che sia ispirata da sentimenti di vendetta. Saramago, nel descrivere un Dio degli eserciti vendicativo e cattivo verso gli uomini, spargendo morte e distruzione, ha voluto velare un Dio che, ha sì punito Caino per l’atto terribile e cruento verso il fratello, ma lo ha anche perdonato per il suo pentimento (“troppo grande è la mia colpa per sopportarla!”), segnandolo sulla fronte con queste parole: “Però chiunque ucciderà Caino subirà la vendetta sette volte!”. L’amore di Dio verso l’uomo va ben oltre gli stessi confini della fragile condizione umana, difficile nel pentimento e poi nel perdono. Per questo Papa Francesco ha annunciato la celebrazione del Giubileo della Misericordia, che avrà inizio con l’apertura della Porta Santa in San Pietro l’8 dicembre 2015, per poi concludersi il 20 novembre 2016, con la domenica di Cristo Re dell’Universo. Durante quest’anno giubilare verrà proclamato il vangelo di san Luca, chiamato “l’evangelista della misericordia”.
La difesa della vita fin dal concepimento e la salvezza dell’uomo dalle pene capitali, anche il più reo, sono alcuni dei valori fondanti la Chiesa, come ben rimarcato nella Lettera Enciclica di Papa san Giovanni Paolo II, Evangelium Vitae del 25 marzo del 1995, accogliendo
“la sempre più diffusa avversione dell’opinione pubblica alla pena di morte anche solo come strumento di legittima difesa sociale. […] Il problema va inquadrato nell’ottica di una giustizia penale che sia sempre più conforme alla dignità dell’uomo e pertanto, in ultima analisi, al disegno di Dio sull’uomo e sulla società”.
Forse, più che riforma della giustizia nei suoi apparati, servirebbe una riforma dei codici della giustizia per garantire la certezza della pena contro crimini disumani, nella difesa della dignità dell’uomo, tenendo conto delle offese subite dalle vittime e dai familiari, per evitare il diffondersi dell’idea di una giustizia personale, magari invocando, in cuor proprio, quella pena di morte che nemmeno Dio inflisse a Caino dopo aver tolto la vita al proprio fratello.
Da questa pagina dell’Antico Testamento e dalla misericordia di Dio verso Caino, ha tratto spunto l’organizzazione non governativa italiana, attiva internazionalmente
Nessuno tocchi Caino, mentre nel 2007 l’Assemblea Generale della Nazioni Unite ha approvato e ratificato la moratoria universale della pena di morte. Eppure la pena capitale è ancora usata in diversi Paesi, anche in quelli che si proclamano appartenere alla cultura democratica ed occidentale.
Tommaso Manzillo
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