Le cause degli incendi boschivi
II fuoco mostra nelle foreste e nei boschi, e in numerose località del mondo, una presenza ricorrente anno dopo anno, con un'intensità devastatrice in continua ascesa.
Oggi non vi è paesaggio naturale e vegetale che non sia stato modellato più o meno intensamente dal fuoco.
I vasti e frequenti incendi forestali degli ultimi anni, uniti alla irregolarità delle precipitazioni, possono aggravare i rischi di desertificazione.
Tale pericolo è presente in tutta la parte Sud dell'area mediterranea e incomincia a interessare anche la parte Nord e a preoccupare seriamente gli organismi internazionali, poiché minaccia i programmi di riforestazione e di utilizzazione delle risorse forestali.
Di fronte a tale problema i paesi più colpiti stanno organizzando il potenziamento dei mezzi di lotta e formulando progetti pilota per contribuire al mutuo soccorso in caso di incendi di particolare gravità.
La statistica delle cause è purtroppo molto meno completa di quella dei sinistri.
Per questi motivi, la questione delle cause non può essere chiarita con dati certi e documentati e richiede una analisi profonda e molto allargata delle possibili motivazioni degli incendiari, per conoscere I'origine del fenomeno.
Il clima e l'andamento stagionale giocano un ruolo fondamentale nel predisporre una situazione di favore allo scoppio dell'incendio, per cui, periodi di non pioggia e di alte temperature, determinano condizioni di estrema pericolosità. E quando in luglio e agosto ad altitudini comprese sino ai 700 m s.l.m. la vegetazione erbacea e secca, il potenziale combustibile aumenta considerevolmente; viceversa, in pieno rigoglio vegetativo, l'innesco del fuoco è difficile.
Non vi è dubbio che la causa prima degli incendi boschivi vada ricercata essenzialmente nell'alto grado di depauperamento e di forte spopolamento delle zone dell'alta collina e della montagna. Un simile evento ha determinato nel tempo l'abbandono di tutte quelle pratiche agronomiche e selvicolturali che di contro in passato venivano effettuate nelle campagne e nei boschi, con il risultato di rendere il bosco meno soggetto nei confronti del fuoco.
I diradamenti, le ripuliture, il pascolo disciplinato, eventuali colture e in alcuni casi anche il fuoco controllato, facevano si che il sottobosco non fornisse esca e nel contempo, la presenza attiva dell'agricoltore e del pastore era garanzia e sicurezza per un rapido intervento anche qualora I'incendio scoppiava.
Così, anche quando gli agricoltori, involontariamente potevano essere causa dell'incendio, essi stessi provvedevano a spegnerlo direttamente; ciò era possibile grazie alla cospicua presenza demografica nelle zone di campagna, oggi di contro, fortemente diminuita e invecchiata.
La situazione è ora cambiata, tanto che le operazioni selvicolturali tradizionali sono molto trascurate; le pratiche agronomiche e pastorali, nelle quali si fa uso anche del fuoco, oggi assumono, per i boschi limitrofi ai campi e ai pascoli, un pericolo costante, poiché l'esodo da tali zone, in particolare quello giovanile, è stato massiccio. Ma, se questa è la ragione prima di certi tipi d'incendio, non diverse sono le considerazioni da fare per quanto concerne l'incendio boschivo determinato dalla presenza di altri potenziali utenti.
Anche tali casi riguardano l'uso del territorio, cosi carente di strutture e di servizi atti ad assicurarne il mantenimento, dal punto di vista fisico ed economico, in funzione dell'uso e non dell'abuso più intenso.
Una correlazione interessante è quella degli incendi boschivi con la circolazione veicolare. Infatti si vede che a un progressivo aumento degli autoveicoli circolanti e dello sviluppo viario, aumentano in progressione gli incendi boschivi. E dal rilevamento dei punti d'innesco del fuoco si evince come moltissimi incendi abbiano inizio dal bordo di strade e autostrade.
Recentemente da parte del Servizio Antincendi del Corpo Forestale dello Stato è stato iniziato uno studio di tale tipo, che ha portato a definire il ventaglio di motivazioni di seguito descritto:
CAUSE DOLOSE E VOLONTARIE
Concepite e determinate dalla volonta’ di uomini che a basso prezzo (il costo di un fiammifero) ottengono benefici personali per i quali la societa’ paghera’ prezzi altissimi (distruzione di un bosco) per tempi molto lunghi (ricostruzione del bosco).
Incendi da cui gli autori sperano di trarre profitto
- distruzione di massa forestale per la creazione di terreni coltivabili e di pascolo a spese del bosco o per attivare il set-aside;
- bruciatura di residui agricoli, quali stoppie e cespugli, per la pulizia del terreno, in vista della semina per risparmiare mano d'opera;
- incendio del bosco per trasformare il terreno rurale in edificatorio;
- incendio del bosco per determinare la creazione di posti di lavoro;
- per operazioni colturali nel bosco;
- incendio nel bosco per perseguire approvvigionamento di legna.
Incendi da cui gli autori non ritraggono un profitto concreto
- risentimento contro azioni di esproprio o altre iniziative dei pubblici poteri;
- rancori tra privati;
- proteste contro restrizioni all'attività venatoria;
- proteste contro la creazione di aree protette e l'imposizione di vincoli ambientali;
- atti vandalici.
Incendi provocati da piromani
II piromane è una "persona che dà fuoco a qualsiasi oggetto per scaricare la sua angoscia interiore". Senza dubbio la piromania è una infermità poco frequente, il cui rapporto con gli incendi rurali in Italia è molto scarso.
Incendi provocati da ragioni politiche
La relazione tra incendi forestali e motivazioni politiche non sembra attendibile nel nostro Paese; tanto meno si può ricondurre il fenomeno a un disegno terroristico e destabilizzante.
Contrariamente ai due ultimi gruppi sopra citati, le motivazioni socio economiche sembrano meglio spiegare I'attivita’ degli incendiari.
CAUSE COLPOSE O INVOLONTARIE
Legate all'imprudenza, alla negligenza, alla disattenzione o alI'ignoranza degli uomini, che involontariamente provocano incendi.
CAUSE NATURALI
Legate all'azione innescante di eruzioni vulcaniche, fulmini, autocombustione.